domenica 4 settembre 2011

L’auto, vittima innocente della crisi occidentale


Gli Stati Uniti, perno centrale dell’economia occidentale, dopo 70 anni si arrendono e il dollaro non è più la moneta-sicurezza. In Europa si sta allargando la cerchia di coloro che ritengono l’euro colpevole di molti dei malanni che assillano alcune importanti economie del Vecchio Continente (Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Italia). Milioni di europei guardano al futuro con molta apprensione, sperando nell’impossibile colpo di reni di una economia che non sembra più avere le risorse necessarie per ritrovare la strada della prosperità, con i Paesi più ricchi e più solidi chiamati a dare aiuto di malavoglia a quelli più deboli, con lo spettro immaginifico dell’uomo che affogando tende disperatamente la mano per trascinare poi verso gli abissi il momentaneo salvatore. Non vogliamo, per carità, addentrarci in materie che non sono nelle nostre corde, ma i segnali che arrivano dai centri politici e di potere non sono certo incoraggianti. Nei migliori dei casi, gli economisti più accreditati e meno condizionati dalle opposte fazioni indicano un periodo di 4-5 anni per poter recuperare un minimo di benessere e tutti sono concordi nel considerare i tagli del welfare come misura invitabile per pareggiare i disastrati conti delle economie europee. In parole povere, dovranno essere i lavoratori e le loro famiglie, i pensionati, i malati a dissanguarsi più di tutti. Contemporaneamente altri Paesi, Cina in testa, stanno crescendo a velocità supersonica, facendo chiaramente capire dove andranno i grandi capitali occidentali se vorranno avere un futuro. Marchionne, tanto per gettare benzina sul fuoco, afferma che bisogna temere i cinesi, che presto invaderanno l’occidente con le loro vetture. Un quadro che abbiamo volutamente dipinto solo con alcuni colpi di pennello, per tracciare lo scenario all’interno del quale si sta muovendo il mondo dell’automobile. Si comincia a delineare un futuro poco esaltante non perché l’auto, con tutte le sue fascinazioni, abbia perso effetto sui consumatori, ma assai più banalmente perché i consumatori non dispongono più dei soldi necessari all’acquisto e chi li ha, si guarda bene dal disfarsene, perché con l’aria che tira oggi (ma sarà così ancora per alcuni anni) c’è poco da stare allegri. Bisogna essere certi di alimentare la famiglia con quel che si guadagna e chi ha una impresa, anche piccola, deve prima di tutto garantirsi le risorse necessarie per non affondare, sapendo che sul credito, oggi le banche non hanno nessuna voglia di rischiare. I numeri che proponiamo nella nostra home page sono molto chiari: il mercato europeo dell’automobile è in frenata, fatta eccezione per la Germania che ha sempre fatto corsa a se. Non è dunque solo un problema italiano e la JD Power proietta per l’Italia un consuntivo di anno peggiore (1.750.000) di quello, già allarmante, reso noto dal Centro Studi dell’Unrae, che conferma 1.800.000 immatricolazioni (con tante, tante "km 0", aggiungiamo noi). Il mese di settembre servirà a darci un’idea dell’immediato futuro che attende il mercato italiano dell’automobile e i segnali che arrivano dalle Case non sono esaltanti per le Reti di vendita, chiamate, nella maggioranza dei casi a lasciare sul terreno molti rottami. Anche se i top manager delle Case fanno capire, con complessi giri di parole e con moltissimi distinguo, che la decimazione, ampiamente annunciata e in corso d’opera, ha il solo scopo di salvare il salvabile in un mercato che non sarà più in grado di alimentare tutti gli attuali operatori della filiera commerciale, vittime – oltretutto – di un sistema che impone l’impiego di molte risorse non finalizzate a quello che dovrebbe essere l’unico vero scopo dei Concessionari: vendere automobili. In questa ottica, un’ultima annotazione. Il nostro sondaggio della scorsa settimana poneva la seguente domanda: “E’ necessario cominciare a lavorare per creare un nuovo modo di vendere le automobili?” Il 92% di chi ha voluto esprimere la propria opinione ha risposto di si. Non sarebbe il caso di cominciare a ragionarci seriamente, possibilmente senza perdere altro tempo?
(Fonte: www.interautonews.it - 10/8/2011)

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