Filtra un raggio di luce su uno dei "segreti" meglio custoditi da Fiat Chrysler: il destino dello stabilimento di Mirafiori. Nei giorni scorsi una delegazione di sindacalisti delle organizzazioni firmatarie del contratto Fiat (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri) ha visitato lo storico stabilimento torinese per verificare lo stato di avanzamento della ristrutturazione di cui finora si sapeva pochissimo. "I lavori colpiscono per la loro portata. Si sta operando su una superficie molto ampia di circa 250 mila metri quadri pari a 40 campi di calcio", ha sottolineato Claudio Chiarle segretario della Fim torinese. I sindacalisti riferiscono di lavori "enormi", di cantieri lunghi chilometri, visitati a piedi ma anche con un pulmino in un tour che è durato ore, dell'uso di elicotteri per la riedificazione di capannoni alti quasi 40 metri, della rinascita di ambienti spaziosi e luminosi molto diversi dalla vecchia fabbrica inaugurata nel 1939 dal senatore Giovanni Agnelli. Probabilmente Mirafiori entro l'anno prossimo, quando dovrebbe partire la produzione, tornerà ad essere la fabbrica più grande d'Italia dopo l'Ilva di Taranto. Secondo i sindacati firmatari la portata dei lavori fa presagire che a Mirafiori non sarà costruito solo il grande Suv Maserati, il Levante, già previsto per la fine 2015 ma probabilmente uno o due modelli Alfa Romeo pianificati per il 2016. Si tratta tuttavia di supposizioni perché Fiat Chrysler non ha fornito alcuna indicazione ufficiale, né sui prodotti, né sui tempi di apertura delle linee di montaggio. E' noto tuttavia che il Suv Levante, che sarà costruito sul pianale della Quattroporte e non della Jeep Grand Cherokee come originariamente previsto, dovrebbe arrivare nei concessionari fra la fine del prossimo anno e l'inizio del 2016 e dunque i primi esemplari di preserie sono attesi per la prossima estate. I sindacati hanno anche reso noto che sono iniziati i corsi di formazione per gli operai team leader, i capisquadra che nell'organizzazione del lavoro Fiat coordinano - senza lavorare con le mani - l'attività di sei colleghi. Se la ristrutturazione di Mirafiori seguirà tempi e metodi di quella adottata a Melfi (dove sta partendo la produzione della Jeep Renegade), nelle prossime settimane gruppi di lavoratori e di ingegneri lavoreranno assieme in un capannone chiamato "pilotino" (Work place integration in termini tecnici) per progettare le singole stazioni di montaggio e gli attrezzi da lavoro con l'obiettivo di rendere il lavoro meno faticoso e, contemporaneamente, aumentare la produttività. Anche la nuova Mirafiori, come tutti gli altri stabilimenti mondiali di Fiat Chrysler Automobiles, adotta un unico sistema produttivo che si chiama World Class Manufacturing (WCM), un sistema che ricalca sistemi di impronta nipponica e che sta dando buoni risultati nelle fabbriche, sia italiane che americane, dove è stato applicato integralmente. Solo una parte dei 5.000 dipendenti di Mirafiori attende il Levante per tornare al lavoro. Un migliaio operano - sia pure a singhiozzo - sulla linea della Mito Alfa Romeo. Circa 1.500 poi sono stati trasferiti nei mesi scorsi nel vicino stabilimento Maserati di Grugliasco che - da settembre - opera su 12 turni settimanali. In pratica a Grugliasco si lavora stabilmente anche di sabato su due turni che sfornano ogni giorno circa 150 Quattroporte e Ghibli che per il 95% vengono vendute all'estero. Il principale mercato della Quattroporte è la Cina mentre la Ghibli vende soprattutto negli Stati Uniti. Con il Levante e, forse, un analogo Suv Alfa, si completerebbe il "polo del lusso" produttivo torinese, uno dei pilastri del riposizionamento verso l'area premium della produzione italiana d'auto cui Sergio Marchionne sta lavorando da anni.
(Fonte: http://motori.ilmessaggero.it - 16/10/2014)
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