Di Andrea Bonomi, brillante imprenditore italiano alla testa di un gruppo di investimento finanziario internazionale - Investindustrial -, già protagonista dello straordinario rilancio di Ducati, acquistata per pochi spicci e in perdita e in pochi anni rivenduta, in salute e prestigio d'immagine, risanata, fattrice di utili, per 800 milioni di euro ad Audi, si parla in questi giorni per l'OPA su ClubMed che probabilmente si aggiudicherà. Ma Andrea Bonomi sta anche ritentando il gioco del rilancio di brand motoristici di prestigio con il piano su Aston Martin, acquisita due anni fa e per la quale ha concluso un accordo per la fornitura di motori, componenti e tecnologia con AMG, branca sportiva e prestazionale di Mercedes-Benz. La strategia è la stessa di Ducati, puntare sull'esclusività del brand, sulla sua immagine forte, tipicamente britannica nel caso dell'Aston e così diversa da Ferrari, Lamborghini, Porsche, sulla razionalizzazione e qualità della produzione, sulla capacità di piazzare delle vetture così esclusive sui mercati ricchi che le richiedono, gli Emirati fra tutti nei quali la "Bonomi Company" ha presenza e capacità di penetrazione. Ed ecco che nell'immaginare senza vincoli di pensiero una soluzione degna per rivalorizzare il brand Lancia, congelato per il prossimo futuro e ridotto a "solo Ypsilon solo Italia", la soluzione Bonomi e una liaison Aston Martin/Lancia appaiono ipotesi molto meno fantasiose di quel che possono sembrare al primo impatto. Ho già espresso la mia opinione su quali dovrebbero essere le linee di rilancio, meglio rifondazione, di Lancia. L'illustre marchio torinese è ancora oggi da un lato simbolo di classe, eleganza, gusto italiano, esclusività, originalità tecnica e stilistica, lusso certo ma raffinato, un po' snob e dall'altro ha segnato pagine memorabili nella storia dell'automobilismo sportivo, anche in questo caso con vetture originali e diverse dalle concorrenti, come Aurelia, le Sport e la Formula 1 degli anni '50, Fulvia HF, Stratos, 037, Delta Integrale. Penso a dirla tutta che oggi il marchio Lancia è rappresentato dalla pur ottima utilitaria di lusso Ypsilon, vale a dire proprio dall'unica tipologia di prodotto che un marchio che ha sempre avuto nel suo DNA l'esclusività, non dovrebbe avere in gamma. Penso in una parola che Lancia dovrebbe essere un marchio all'opposto "super-elitario" che proprio della sua diversità ed esclusività dovrebbe fare il suo punto di forza. Quindi una gamma prodotto Lancia fatta solo di specialties, icone esclusive come Stratos, Delta Integrale, Fulvia HF, un'ammiraglia superlussuosa, esclusiva e cara come Bentley o Rolls, un'Aurelia GT e Spider. Solo icone, snob e sprizzanti "italianità" da tutti i pori, niente piccole, medie e medie superiori, solo piccoli numeri, 5.000/7.000 vetture l'anno, essenzialmente vendute nei mercati ricchi, Emirati in testa appunto. Ed ecco che il connubio tra esclusività britannica ed esclusività italiana, sportività e lusso, eccellenza e originalità, assume improvvisamente un senso, molto meno fantasioso e molto più imprenditorialmente concreto. Andrea sarebbe l'artefice ideale, grandi capacità manageriali, strategia, visione, mercati, tra Aston e Lancia grandi sinergie possibili - la futura superberlina Lagonda per gli Emirati ad esempio potrebbe facilmente essere anche la superberlina Lancia - e una natura molto simile. Sono un vecchio pazzo? No, il potenziale di business di questo connubio è concreto e interessante, forse Andrea ci ha già pensato. La storia dell'auto è ricca di eventi apparentemente improbabili, la stessa vicenda Fiat Chrysler potrebbe essere portata ad esempio di assoluta, totale, positiva sorpresa di una scelta audace nata tra lo scetticismo generale. Come in quel caso, in cui Fiat è inaspettatamente riuscita dove Mercedes era drammaticamente fallita, perché mai un Bonomi dovrebbe trovare la chiave che FCA ha deciso di buttare? Lancia è un premium brand, anche se molto snaturato e scarsamente apprezzato e creare un premium brand da zero costa molto più che averlo, sia pure vuoto di prodotto. Gli analisti più generosi stimano il valore di Lancia oggi in poco più di un miliardo di euro, ma tutti gli altri, in considerazione della mancanza di prodotti non vanno oltre i 700 milioni per l'acquisto di un premium brand vuoto, tutto da riempire. Insomma briciole in termini macroeconomici. Il prestigioso marchio, carico di passate glorie illustri ma vuoto di attualità, sarebbe quasi regalato.
(Fonte: www.motori.it - 29/9/2014)
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