martedì 14 gennaio 2014

Intervista di Marchionne: le reazioni dei sindacati


"Abbiamo atteso per sei anni frasi come quelle dell'intervista di oggi di Marchionne: è una buona notizia, adesso ci aspettiamo nel piano di aprile che ci sia realmente un rilancio e soprattutto ci siano gli investimenti sui vari stabilimenti". Così il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, commenta intervenendo al Giornale Radio Rai l'intervista di Ezio Mauro a Sergio Marchionne, pubblicata stamane da Repubblica. Opinioni differenti rispette a quelle del responsabile auto della Fiom, Michele de Palma, che sulle dichiarazioni del manager italo-canadese spiega: "Non cambia nulla e non dà certezze, serve una convocazione urgente da parte del governo". Più duro ancora Maurizio Landini, segretario generale della Fiom che parla di "film già visto" con "fabbriche fantasma" perché "non possiamo diventare la repubblica delle banane dove si impara quello che fanno le fabbriche dalle interviste sui giornali". "Le variabili che avevamo prima sono confermate oggi", continua de Palma. "Nulla è certo e bisogna credere per atto di fede alle parole di Marchionne. Non è chiaro quali prodotti usciranno dagli stabilimenti italiani, non è chiaro da dove verranno prese le risorse per investire negli stabilimenti italiani e comunque Marchionne alla fine dice 'salvo il fatto che il mercato permetta la possibilità di venderle'", argomenta in supporto del suo scettiscmo. Posizione condivisa da Roberto Di Maulo della Fismic, che parla dei progetti di Marchionne dicendo: "Non ci sorprendono affatto, in quanto nell'incontro del 30 ottobre del 2012 ci venne illustrato il nuovo piano industriale Fiat orientato alla riconversione degli stabilimenti italiani alla produzione di auto di lusso. Tutto quello che" il manager dice oggi "era chiaro fin da allora". Improntato all'ottimismo è invece il commento di Giuseppe Farina, segretario generale della Fim-Cisl: "E' positivo che l'ad di Fiat abbia confermato gli impegni sugli investimenti negli stabilimenti italiani e sul rientro a lavoro di tutti i lavoratori Fiat". "L'intervista - aggiunge Farina - conferma anche l'importanza degli accordi sindacali fatti nel Lingotto, che hanno permesso gli investimenti in italia e dato forza al progetto d'integrazione con Chrysler, dando vita ad un gruppo automobilistico leader nei mercati mondiali, che nei fatti rappresenta la più importante acquisizione industriale mai fatta da un impresa italiana". Il segretario generale Raffaele Bonanni ha aggiunto: "Ci fa piacere che Marchionne abbia confermato la scelta positiva di puntare sul rilancio del marchio Alfa negli stabilimenti italiani e sul rientro progressivo al lavoro di tutti i lavoratori". Il sindacato continuerà "a incalzare Marchionne sul mantenimento degli impegni produttivi in tutti i siti italiani". Luigi Angeletti della Uil chiede che Fiat acceleri "la produzione dei nuovi modelli, che da tempo sta già preparando, e ridefinisca il piano industriale concentrandolo sulle city car e sulle auto dei segmenti più alti. Per far ciò, dovrà implementare le produzioni e saturare gli stabilimenti italiani". Secondo Palombella della Uilm, "finora ci sono state troppe ore di cassa integrazione e troppe perdite economiche per i lavoratori e troppe incertezze", ma "questa intervista sgombra il campo da una serie di preoccupazioni che continuano ad assillare i lavoratori e anche il sindacato che, come il nostro, ha investito su questo percorso". Per Palombella è positiva in particolare la prospettiva di legare al rilancio dell'Alfa la fabbrica di Cassino: "E' un bene spostarsi sui modelli premium, ci aspettiamo che per Cassino ci siano modelli di alta gamma, Cassino ha bisogno di essere rilanciato, ci aspettiamo che i 16 modelli annunciati nel 2011 trovino la possibilità di essere realizzati" ha detto. Non piacciono invece alla Uilm i riferimenti alla sede legale e alla quotazione del nuovo gruppo Fiat-Chrysler: dalle parole di Marchionne si conferma la tesi che la quotazione principale sarà a New York, mentre il manager pare sminuire il tema dell'italianità della sede legale declassandola a "questione che ha un valore puramente simbolico, emotivo". "Questa è la parte un po' buia dell'intervista - spiega Palombella - perché noi ci aspettiamo che il cuore pulsante continui a rimanere in Italia, non sono d'accordo sul fatto che la sede centrale e legale possa spostarsi a seconda dei mercati e della borsa, il centro di direzione e di ricerca deve rimanere in Italia, questo è un punto che non condividiamo" ha concluso. Prosegue intanto anche stamattina la protesta gli operai dell'ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, che si sono ritrovati davanti ai cancelli della fabbrica in provincia di Palermo, chiusa da due anni, per decidere ulteriori forme di protesta dopo il blocco di ieri dell'autostrada A19. Le tute blu, che il 30 giugno vedranno scadere la cassa integrazione chiedono che si riapra il tavolo con il Ministero e che la Fiat consideri la possibilità di rilanciare lo stabilimento siciliano.
(Fonte: www.repubblica.it - 10/1/2014)

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