domenica 13 ottobre 2013

Revival (2): Ford rispolvera Vignale. Niente speranze per i "marchi in soffitta" di Fiat?


Il buon vecchio "Made in Italy" tira sempre. E se noi qualche volta sembriamo dimenticarcene, ci pensano puntualmente gli stranieri a ricordarcelo. La Ford in questo caso specifico che rispolvera il marchio della carrozzeria torinese Vignale (acquisita giusto 40 anni orsono) per contraddistinguere molto di più di una versione di lusso, bensì quella che gli uomini di marketing chiamano una "gratificante esperienza di guida". La concept Mondeo Vignale, esposta all'ultimo Salone di Francoforte, è infatti solo l'espressione tangibile di un programma ben più vasto che va ben oltre qualche finitura speciale ed un'ampia possibilità di personalizzazione per spaziare verso un diverso rapporto con la clientela, più diretto e dedicato che si avvale di una rete selezionata di Ford Partner (circa 500 concessionari in tutta Europa) impegnati sul nuovo programma Vignale. Si va da aspetti tipicamente legati all'utilizzo dell'automobile (linea di assistenza riservata, ritiro e consegna della vettura a domicilio per la manutenzione, lavaggio gratuito) a speciali convenzioni e partecipazioni a manifestazioni ed eventi dedicati. Un modo moderno insomma per reinterpretare quell'idea di automobile su misura che nel 1948 spinse l'allora trentacinquenne Alfredo Vignale, un ex-dipendente della Pininfarina, ad avviare con Angelo Balma ed i fratelli Guglielmo e Giuseppe la sua attività in una piccola officina a Cigliano (Vercelli) costruendo quelle che allora erano chiamate "automobili fuoriserie". Alla prima "special" realizzata sulla base di una Topolino usata fa seguito, nel 1947, la costruzione di qualche decina di cabriolet Cisitalia 202 caratterizzati da oblò laterali di ispirazione motonautica che diventano poi un importante spunto ornamentale per gran parte della produzione statunitense degli Anni Cinquanta. Dopo alcuni esemplari unici su meccanica Alfa Romeo e Fiat, nel 1951 inizia la collaborazione con la Ferrari per la quale Vignale realizza alcune barchette e coupè sulla base del modello 212 che finiscono nelle mani di famosi campioni dell'epoca come Bracco, Chinetti, DePortago, Farina, Gonzales, Marzotto e Shell, Marzotto. Con due coupè 212 Inter Taruffi ed Ascari concludono ai primi due posti la Carrera Panamericana del 1951. Nello stesso anno e nei due seguenti Villoresi, Bracco e Marzotto ottengono tre vittorie alla Mille Miglia sulle Ferrari-Vignale. Intanto personalità della finanza, del jet-set e di case regnanti come re Baldovino del Belgio e la principessa Liliana De Rethy cominciano a rivolgersi sempre più spesso alla Vignale per avere una granturismo esclusiva oppure una Rolls-Royce dotata di bar e televisione. In questo periodo Vignale comincia anche a realizzare modelli speciali che le Case automobilistiche spesso gli fanno costruire in piccola serie per venderli tramite le loro reti di vendita. Questo è il caso, ad esempio, delle Lancia Appia e Flavia Convertibile, così come delle Maserati Sebring, Mexico e Indy 4 porte. Nel 1957 Vignale presenta il prototipo Michey Mouse sulla base della nuova Fiat 500 e che apre una fortunata serie di piccole sportive su base 600 e 850. Nel 1967, probabilmente stimolato dal successo delle spider britanniche e dalla nuova attenzione per le vetture d'epoca, realizza la Gamine, una piccola spider su pianale Fiat 500 che ricorda esteticamente Balilla Sport degli Anni Trenta, "Sembrava l'auto di Paperino, la mitica 313, ma l'Estate era alle porte e me ne innamorai subito. Il concessionario lo capì immediatamente e non fu disponibile a trattare sul prezzo" ricorda oggi l'attore Maurizio Battista che all'epoca ne acquistò una." "E' di un verde particolare..." mi disse. Gli amici però mi prendevano in giro con quella buffa automobile ed a Settembre tornai dallo stesso concessionario per cambiarla con un'altra automobile. Lui mi offrì sì e no un terzo della cifra alla quale l'avevo acquistata. "E' di un verde troppo particolare... a chi vuoi che la possa rivendere..." si giustificò. Mah!". I tempi però cambiano: l'era delle fuoriserie e degli esemplari unici sta finendo, travolta dalle ferree leggi della produzione in serie. Nel 1969 Alfredo Vignale cede così l'attività, che nel frattempo ha trasferito a Grugliasco (Torino), a Alessandro De Tomaso che incorpora la Vignale nella Ghia, già di sua proprietà. Il destino vuole però che pochi giorni dopo la cessione della Vignale il suo fondatore perda la vita in un incidente stradale. Nel 1973 la Ford acquista la carrozzeria Ghia dalla De Tomaso e di conseguenza entra in possesso anche della Vignale. Si stabilisce così una divisione di compiti ed una complementarietà produttiva fra le due carrozzerie torinesi che da quel momento, oltre che prototipi di studio, e producono le Maserati Ghibli ed Indy e le DeTomaso Pantera. Il declino di questo modello causa però la chiusura della Vignale il 30 Novembre 1974. Da allora la Vignale entra in una fase di quiescenza fino a quando nel 2004 il marchio Vignale non viene utilizzato per designare il prototipo Ford Focus Vignale che anticipa la variante coupè-cabriolet della Focus seconda generazione. Una breve apparizione prima del clamoroso rilancio di questi giorni.
(Fonte: www.repubblica.it - 30/9/2013)

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