domenica 27 ottobre 2013

Carlo Cavicchi e "quel boom della Maserati"


In questa povera Italia, travolta dai mugugni e sfinita dalle tasse e dai balzelli, c’è una buona notizia che sta passando un po’ troppo sotto silenzio: il boom della Maserati. Chi conosce la storia della marca, con il suo passato gloriosissimo e il triste declino di fine secolo, ricorderà lo stato pietoso in cui versava quando Fiat incaricò Montezemolo di occuparsene, distraendo parte del suo tempo dalla Ferrari che aveva già rilanciato e che si avviava all’epopea vincente in F.1. A Modena lo stabilimento era un rudere e attorno c’erano soltanto erbacce. Mancavano da tanti anni i programmi, le vetture e le speranze di sopravvivere. Un quadro nerissimo che Montezemolo affrontò di petto tra lo scetticismo generale. I più attenti rammenteranno il giorno in cui il presidente di Ferrari annunciò che con i nuovi prodotti in programmazione Maserati sarebbe arrivata a produrre 10 mila vetture nel 2010. Fu seppellito da una risata generale e le battute si sprecarono. Al contrario, ogni record storico fu battuto nel 2008 quando si arrivò a vendere ben oltre 8 mila auto tra l’ammirazione dei più increduli, oltretutto con uno stabilimento modello a far bella mostra di sé e anche importanti trionfi sportivi a completare la festa. Al dunque mancavano soltanto poco più di un migliaio di auto per mantenere la promessa, se non che arrivò la crisi economica che tutti sappiamo e il traguardo fu mancato. Anzi, rinviato. Nel frattempo Fiat aveva acquisito lo stabilimento di Grugliasco dove più di 1500 persone erano a state appiedate dalla crisi di Bertone e tiravano avanti senza speranze per il futuro. Fu allora che Marchionne annunciò: “Li faremo lavorare per Maserati”. Altra grassa risata accompagnata da uno scettico: “E per fare che cosa? Non basta già lo stabilimento di Modena?”. Figuriamoci quando lo stesso Marchionne, due anni fa, vaticinò che Maserati sarebbe arrivata a produrre non 10 mila, ma 50 mila vetture nel 2015. “Quello delira” commentarono quasi tutti. Ebbene, oggi si possono elencare questi numeri davvero importanti:
- Maserati è presente in 70 mercati;
- oggi conta 250 concessionari, destinati a diventare 420 entro il 2015;
- a tutto agosto erano state ordinate 20.300 vetture;
- a Grugliasco tutte le maestranze sono state riassunte e si aggiungeranno presto altri 500 operai;
- a Grugliasco si produrranno a regime 3000 vetture al mese;
- a fine anno si supererà la quota-ordini di 30 mila vetture (record dei record, va da sé);
- a Mirafiori si stanno approntando le linee del SUV Levante, di cui si prevede una produzione minima di 20 mila pezzi all’anno;
- il traguardo delle 50 mila auto nel 2015 sarà sicuramente raggiunto.
Mi paiono ottime ragioni per festeggiare qualcosa di buono in un panorama tristissimo in cui siamo annegati.
(Fonte: http://viamazzocchi.quattroruote.it - 15/10/2013)

1 commento:

  1. Che bello questa misconosciuto (a livello nazionale) successo italiano. Gli ultimi dati sul mercato auto dicono che sta migliorando in tutta Europa tranne che in Italia... almeno Maserati va in controtendenza

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