Per Morgan Stanley le probabilità di un aumento di capitale sono in aumento per Fiat, ma gli investitori non si devono preoccupare. Il motivo è sempre lo stesso: agevolare il progetto di integrazione con Chrysler nel 2014. Sebbene questo porti chiaramente rischi nel breve termine per le azioni Fiat, il broker ritiene che aumentare il capitale per il controllo del debito, perseguendo una fusione completa con Chrysler, possa essere un elemento positivo nel lungo termine. Addirittura un fattore di upside per il giudizio che Morgan Stanley ha su Fiat: underweight con un prezzo obiettivo a 3,20 euro (-0,23% a 4,26 euro oggi in borsa). Cosa c'è di nuovo? L'ad di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, ha rilasciato un'intervista in questo fine settimana confermando che ha in programma una fusione delle due aziende dalla fine del 2014. Marchionne ha anche affermato che un aumento di capitale potrebbe avere un senso per le mosse strategiche del gruppo, anche se ha aggiunto che la famiglia Agnelli ha "già investito abbastanza" nell'azienda. Ciò per Morgan Stanley contrasta con le dichiarazioni precedenti. L'investor relator di Fiat ha comunque precisato che un aumento di capitale rimane l'opzione meno probabile. L'ad, ricordano gli analisti di MS, ha anche dichiarato che Alfa non è in vendita "specialmente a Volkswagen". Morgan Stanley anche nei report precedenti ha sempre sostenuto che Fiat attualmente non ha il capitale per un buyout completo della quota in mano a Veba di Chrysler. "Abbiamo inoltre sostenuto che questa mossa è fondamentale per uno scenario "toro" credibile per le azioni Fiat. In assenza, infatti, di una forte ripresa del free cash flow del gruppo torinese, crediamo che l'emissione di azioni come parte di una mossa strategica più ampia per fondersi con Chrysler possa avere un senso", spiegano gli esperti della banca d'affari. Le stime preliminari di MS indicano uno scarso impatto sul rapporto prezzo/utile 2014 di Fiat di circa 5,5 volte se dovesse emettere azioni per finanziare i circa 3 miliardi di euro che gli analisti credono necessari per acquistare la residua quota del 41,5% in mano a Veba in Chrysler. La banca d'affari vede anche con interesse i commenti di Marchionne sul fatto che la location del quartier generale del gruppo post merger dipenderebbe dall'accesso ai mercati dei capitali. "Anche questo aumenta la possibilità di un aumento di capitale condotto via listing secondario negli Stati Uniti. Una volta raggiunto l'accordo con Veba sul prezzo, crediamo che Fiat possa presentare un piano per la fusione con Chrysler ontemporaneamente con la quotazione negli U.S.A., dove i competitor scambiano a multipli più elevati", concludono gli analisti di Morgan Stanley.
(Fonte: www.milanofinanza.it - 5/2/2013)
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