giovedì 7 febbraio 2013

Fiat archivia Fabbrica Italia Pomigliano

 
Fabbrica Italia Pomigliano addio, si ritorna in Fiat Group Automobiles. E' questo il riassetto societario che partirà dal 1° marzo prossimo. Un trasferimento di personale ed attività con cui l'azienda scioglie anche uno dei nodi più delicati sul fronte delle relazioni industriali, dopo la sentenza del tribunale di Roma sull'obbligo di reintegro di lavoratori Fiom: quello relativo al licenziamento unilaterale di 19 operai. Non solo. Si risolve in via generale anche il problema più ampio dei 1400 lavoratori della vecchia Gian Battista Vico la cui CIG è in scadenza a luglio; potrà infatti contare, grazie alla riorganizzazione, su di un possibile allungamento degli ammortizzatori sociali. Il progetto, infatti "intende rappresentare una più forte garanzia di ricollocazione, quando le condizioni di mercato lo consentiranno, per quei lavoratori di Fiat Group Automobiles dello stabilimento ancora in cassa integrazione". Sul fronte contrattuale, invece, altro capitolo caldo che aveva portato all'uscita da Confindustria e ad un duro scontro frontale con la Fiom, nulla cambia. Continuerà infatti ad applicarsi, spiega ancora Fiat, il contratto collettivo di primo livello in vigore in tutti gli stabilimenti del Lingotto. La decisione sarà comunque al centro di un esame congiunto tra azienda e sindacati, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, convocati per il 7 febbraio prossimo a Pomigliano. Nei disegni Fiat, comunque, l'operazione, trova le proprie ragioni in un più ampio processo di razionalizzazione societaria e "nel superamento delle condizioni di fatto, delle esigenze organizzative e industriali e dei vincoli che avevano condotto alla costituzione di una società dedicata all'investimento relativo a Nuova Panda". Fabbrica Italia Pomigliano cioè ha concluso "con grande successo la delicata fase di realizzazione dell'investimento e di avvio della produzione del nuovo modello, dando vita ad un complesso produttivo fortemente innovativo e tra i migliori del settore", spiega ancora l'azienda. Sull'annuncio non si esprime però la Fiom che rinvia ogni giudizio ad un esame più attento e puntuale del progetto: "lo valuteremo anche con i legali", dice puntando però il dito contro "l'inganno" che avrebbe escogitato il Lingotto e che sarebbe stato disvelato dal progetto presentato oggi. "La costituzione della newco Pomigliano, è stata solo uno stratagemma ideato da Fiat per uscire da Confindustria, non applicare il contratto nazionale di lavoro e discriminare le lavoratrici e i lavoratori iscritti alla Fiom", dicono le tute blu della Cgil ribadendo l'obiettivo del sindacato; "di far tornare al lavoro tutti i dipendenti del Gian Battista Vico" e, nel caso di cali produttivi, "di ricorrere ai contratti di solidarietà per redistribuire su tutti i carichi di lavoro". Intanto un plauso aperto arriva da Fim, Uilm e Ugl mentre più fredda appare la Fismic. "Con la costituzione di un'unica società, è stata trovata una soluzione per tutti i lavoratori nessuno escluso, evitando qualsiasi licenziamento", spiega il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano, rivendicando al sindacato la soluzione anti-licenziamenti. "La Fiom invece continua a fare solo politica e polemiche inutili per i lavoratori", dice ancora. Soddisfatta anche la Uilm. "E' una decisione importante, è stato un suggerimento che abbiamo avanzato tempo fa al Gruppo e che l'azienda ha raccolto. Non aveva d'altra parte più senso l'isolamento da Fiat di FIP. Ora l'auspicio è che il mercato dell'auto continui a salire, per dare la piena attuazione alla ricollocazione dei lavoratori", aggiunge il segretario nazionale della Campania, Giovanni Sgambati. E positive anche le parole Ugl. "Lavoreremo per far sì che siano superati una volta per tutte quei malintesi che hanno determinato in questi mesi un'inaccettabile frattura fra i lavoratori già riassorbiti in Fabbrica Italia Pomigliano e quelli ancora dipendenti da Fiat Group Automobiles", dice il segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici, Antonio D'Anolfo, mentre la Fismic è pronta a dire sì solo se non si tratta di "un mero espediente per aggirare la sentenza del Tribunale sui 19 lavoratori in mobilità". Intanto, sul fronte delle immatricolazioni, nuovo calo per Fiat. A gennaio il Gruppo ha immatricolato oltre 34 mila vetture, con un calo del 15,76% e una quota di mercato del 30,1% (+0,65 punti percentuali rispetto all'anno scorso).
(Fonte: www.repubblica.it - 3/2/2013)

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