sabato 21 maggio 2011

Fiat e PSA non rinnovano la joint-venture SevelNord, ma estendono SevelSud


PSA Peugeot-Citroen e Fiat continueranno a produrre veicoli presso l'impianto SevelNord di Hordain, vicino a Valenciennes in Francia, fino al 2017, ma non rinnoveranno l'accordo di joint venture dopo tale data. Il Lingotto spiega che "a seguito di una dettagliata analisi e sulla base dei cambiamenti nelle future strategie di prodotto", i due partner hanno concordato di non rinnovare alla scadenza nel 2017 la joint venture che attualmente produce i veicoli commerciali leggeri Peugeot Expert, Citroen Jumpy e Fiat Scudo. PSA Peugeot-Citroen sottolinea in particolare che le strategie di prodotto" delle due case nei segmenti occupati da Peugeot Expert, Citroen Jumpy e Fiat Scudo stanno divergendo". E poi la scadenza del 2017 è "abbastanza lontana per permetterci di approntare gli sviluppi delle attività dell'impianto", si è limitato a dire Denis Martin, responsabile attività industriali della casa francese. Fiat Group Automobiles e PSA Peugeot Citroen hanno invece intenzione di prolungare fino al 2019 la joint venture SevelSud per la produzione di veicoli commerciali leggeri in Italia. Nello stabilimento SevelSud in Val di Sangro vengono prodotti i veicoli commerciali leggeri Fiat Ducato, Peugeot Boxer e Citroen Jumper. Mentre alla Borsa di Parigi il titolo Peugeot sale dello 0,83% a 30,95 euro, a Milano Fiat registra un calo dell'1,71% a 7,20 euro. Il rientro dall'investimento sostenuto dal Governo americano per salvare Chrysler preoccupa non poco gli organi preposti alla contabilità dell'amministrazione statunitense. Dal report consegnato in questi giorni al Congresso U.S.A. dal Government Accountability Office (GAO), il braccio investigativo del parlamento di Washington, emerge infatti che il valore di Chrysler dovrà crescere "sensibilmente per permettere al Tesoro di recuperare l'intero investimento nella società: 12,5 miliardi di dollari. In particolare, il GAO stima che Chrysler avrebbe bisogno di una capitalizzazione di mercato di circa 41 miliardi di dollari (28,7 miliardi di euro) per centrare l'obiettivo del rientro completo nella casa di Detroit. Una valutazione del tutto fuori mercato, considerando che gli ultimi report valutano il 100% della casa americana attorno a 10 miliardi di dollari o, nello scenario migliore, 13 miliardi. Lo stesso GAO, pur sottolineando che è improprio fare paragoni con la situazione pre-bancarotta, fa notare che il divario è elevatissimo e soprattutto che mai la valutazione della casa ormai controllata da Fiat ha superato 40 miliardi. Per avere un riferimento, Chrysler capitalizzava tra 23 e 31 miliardi nel 1997, ovvero l'ultimo anno in cui la società era quotata stand alone, mentre il suo valore stimato era salito a 37 miliardi nel 1998, dopo la fusione con Daimler.
(Fonte: www.milanofinanza.it - 12/5/2011)

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