lunedì 28 febbraio 2011

Russia: dopo il no di Sollers, Fiat tratta direttamente con il Governo


Nonostante la decisione della società russa Sollers, che con una mossa imprevista ha sorpreso tutti gli esperti del mercato automobilistico alleandosi con Ford, rinunciando quindi alla partnership con Fiat, quest’ultima non rinuncia al mercato russo ed anzi si appresta a rilanciare con maggior vigore i suoi nuovi veicoli commerciali, in particolare quelli del segmento C, D e SUV. Infatti dopo il no della Sollers, Fiat Group ha presentato ieri al Governo russo un memorandum d’intesa su un progetto che prevede la localizzazione della produzione in Russia con circa 300.000 veicoli l'anno e la distribuzione di un numero più limitato di vetture importate per completare la gamma. Il progetto, che è partito dalla nuova partnership costituita con la Jeep, società che si distingue maggiormente per la produzione di vetture fuoristrada o 4x4, segna un punto di svolta nella presenza della Fiat e della Chrysler sul mercato russo e servirà a rafforzare a livello internazionale i due brand. Naturalmente l’intero progetto tiene conto di tutte le disposizioni in materia di assemblaggio industriale di autoveicoli previste dalla Federazione Russa. Non ci sono informazioni circa la possibile collocazione degli stabilimenti né tantomeno della tempistica del progetto. Adesso che l’allenza con Sollers è saltata, la penetrazione del marchio italiano nel mercato russo si fa molto più ardua, atteso che l’attuale posizione di Fiat sul territorio in Russia è debole: nel mese di gennaio sono state vendute solo 788 vetture e veicoli commerciali leggeri, piazzando il marchio al 27° posto. Ricordiamo poi, che la gran parte dei veicoli Fiat attualmente vendute in Russia sono fabbricati o assemblati nella Repubblica del Tatarstan, negli stabilimenti della Sollers, dove per il futuro si prevede invece la nuova produzione Sollers-Ford. Per questo motivo la Fiat ha deciso di presentare la domanda per partecipare al programma del decreto 166 che concede tariffe più basse su parti importate in cambio del raggiungimento degli obiettivi sui volumi di produzione dei veicoli a livello locale. Se il governo russo approverà il progetto, il Lingotto potrà contare su un'espansione di rilievo a livello internazionale e rafforzare la propria strategia di globalizzazione iniziata già a partire dagli anni novanta. Secondo il Boston Consulting Group, la Russia sarà il sesto mercato più grande di auto a livello mondiale entro il 2020, rispetto alla sua attuale posizione che è al decimo posto. Il rischio della decisione di Fiat di produrre in Russia, però, potrebbe essere quello di ottenere dei rendimenti inferiori rispetto ai rendimenti attesi, legati sia a motivi puramente economici o di domanda sia a motivi politici e da eventuali azioni intraprese dal governo ospite. Infatti pur condividendo il processo di internazionalizzazione intrapreso dal marchio che, ha nel giro di pochi anni aumentato la propria quota di produzione fuori dall'Europa, riteniamo che ciò sia avvenuto con costi finanziari eccessivi e guadagni inferiori al previsto. Bisognerà, quindi, attendere l’evoluzione di questo processo ed auspicare che la società torinese riesca ad affondare le proprie radici anche in Russia, poiché siamo convinti che ciò avrà ricadute positive anche sul sistema produttivo italiano.
(Fonte: www.automania.it - 26/2/2011)

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