lunedì 28 giugno 2010

Semaforo giallo per Lancia e Chrysler: qualche nube sulle reti


A causa dell'acquisto della Chrysler da parte di Fiat siamo alla vigilia di un cataclisma nelle attività di entrambi i marchi. Il logo Chrysler scomparirà di fatto dall'Europa per essere sostituito da quello Lancia (tranne che in Irlanda e Regno Unito, dove quest'ultimo marchio non gode di una buona immagine) e sopravviverà solo oltreoceano. Quello Dodge sarà sottoposto a una profonda revisione di gamma, contenuti e posizionamento. Jeep, la cui immagine è invece ancora piuttosto solida, sembra che vivrà di vita propria. Le conseguenze del terremoto si faranno sentire anche nella struttura distributiva, poiché l'insegna Chrysler sparirà del tutto dalle concessionarie. Fiat non ha perso tempo nel dare il via alle grandi manovre: il 31 maggio scorso, tutti i concessionari Lancia e Chrysler hanno ricevuto la disdetta dei mandati, che scadranno il 31 maggio 2011 per lasciare il posto a quelli nuovi. Al momento non è chiaro quali saranno i loro contenuti, ma è logico supporre che tutti i concessionari che venderanno le “Lanciaysler” (passateci la provocazione semantica) dovranno dotarsi della strumentazione diagnostica necessaria all'assistenza di modelli nuovi che, almeno all'inzio, avranno probabilmente un'elettronica di bordo di origine mista italoamericana. È noto però che, nel mondo dell'auto, simili manovre sulla struttura distributva si accompagnano spesso all'imposizione di nuovi standard alla rete, e chi non li rispetta ne viene escluso. È praticamente certo che a Torino intendano sfoltire sia i concessionari Lancia, sia quelli Chrysler per adeguarne il numero complessivo ai piani di vendita dei nuovi modelli. A livello europeo, si parla di un quasi dimezzamento della rete esistente. Non è ovviamente ancora noto con precisione se lo sfoltimento maggiore riguarderà gli attuali concessionari Lancia o quelli Chrysler, ma c'è da augurarsi che quando i nuovi assetti saranno definiti, i già clienti Chrysler potranno godere di una rete di vendita e d'assistenza più capillare di quella odierna, che al momento registra alcuni non trascurabili buchi. Per esempio, Chrysler è del tutto assente dalla Val d'Aosta e dal Molise, mentre tra le provincie non è presente a La Spezia, Foggia, Brindisi, Rieti e da buona parte della Sicilia e della Sardegna. Purtroppo, esperienze passate hanno insegnato che ristrutturazioni così profonde, soprattutto nella fase di transizione, causano disagi alla clientela, che talvolta vede sparire il suo concessionario di fiducia prima che ne venga nominato un altro ed è così costretta, dopo aver acquistato l'auto, a spostarsi in un'altra città per effettuare il tagliando di manutenzine periodica. Un'altra incognita riguarda le quotazioni dell'usato degli attuali modelli Chrysler, che potrebbe risentire della sparizione del marchio dal mercato e dall'immaginario collettivo, anche se va ricordato che il grosso della svalutazione le Chrysler l'hanno già subita l'anno scorso, quando l'industria dell'auto americana sembrava avviata al disastro. La possibile buona notizia è che gli esemplari di vetture Chrysler nuove ancora invenduti (che però non sembrano molto numerosi) potrebbero presto essere offerti a prezzi da saldo.
(Fonte: www.sicurauto.it - 28/6/2010)

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