venerdì 17 aprile 2009

NYT: L'accordo Chrysler-UAW è questione di giorni


Questione di giorni. Tra la Chrysler e i sindacati l'intesa è quasi fatta, come scrive il New York Times. La casa automobilistica è d'accordo ad offrire più del 20% delle proprie azioni al potente sindacato UAW come forma di pagamento per i 10,6 miliardi di dollari di debito accumulato nei confronti dei dipendenti per i benefit sull'assistenza sanitaria e il trattamento pensionistico. "Lasciamo lavorare Marchionne", dice Luca Cordero di Montezemolo mentre il Financial Times definisce l'ad di Fiat "un supereroe". La UAW non ha ancora ufficialmente accettato la proposta, ma si tratta di "attendere solo qualche giorno", scrive il NYT. L'accordo con i sindacati spianerebbe la strada all'alleanza tra Chrysler e Fiat, un deal che ha già ricevuto l'"endorsement" del presidente U.S.A., Barack Obama. Fiat dovrebbe avere il 20% del capitale di Chrysler, con l'opzione di salire ulteriormente. L'accelerazione nelle trattative tra Chrysler e sindacati è determinata dai tempi. Entro il 30 aprile, la casa automobilistica deve presentare un piano di ristrutturazione industriale sostenibile che, se approvato dalla Casa Bianca, consentirà a Chrysler di accedere a circa 6 miliardi di dollari di aiuti pubblici. E in una nota ai dipendenti - di cui l'agenzia di stampa Reuters è entrata in possesso - l'ad di Chrysler Bob Nardelli fa sapere che saranno il governo americano e la Fiat a nominare un nuovo cda dell'azienda americana, se l'accordo andrà in porto, assicurando la maggioranza dei posti a consiglieri indipendenti che non appartengono a nessuna delle due case automobilistiche. Il cda, continua Nardelli, avrà poi la responsabilità di nominare un presidente e, "in accordo con Fiat, selezionerà l'amministratore delegato". Resta aperto il problema dei creditori, ovvero i meggiori gruppi bancari americani che hanno già bocciato la proposta di conversione del debito avanzata dal governo, che in pratica avrebbe chiesto loro di accettare 15 cent per ogni dollaro investito, con una conseguente perdita dell'85% del valore dell'investimento. Una controfferta da parte di banche e hedge fund dovrebbe arrivare in settimana: il governo starebbe giocando tutte le carte a sua disposizione per convincere gli istituti di credito a convertire il debito. La task force starebbe - secondo indiscrezioni - facendo leva sugli aiuti pubblici ricevuti proprio dalle banche nell'ambito del TARP (Troubled Asset Relief Program) per costringerle a un intervento. I maggiori creditori di Chrysler sono JPMorgan, Citigroup, Morgan Stanley e Goldman Sachs che, complessivamente, hanno ottenuto dal governo fondi dal TARP per 90 miliardi di dollari. Sia JPMorgan sia Goldman Sachs hanno già manifestato la propria intenzione di restituire al governo quanto ottenuto direttamente, così da liberarsi dai paletti imposti dal governo e dalla sua influenza. Le autorità, comunque, non sembrano intenzione a voler perdere il controllo delle banche e starebbero valutando la possibilità di irrigidire i paletti fissati nell'ambito del programma di garanzie nell'emissione di bond da parte delle banche lanciato dalla FDIC (Federal Deposit Insurance Corp, l'agenzia federale di assicurazione sui depositi) in novembre.
(Fonte: www.nytimes.com - 17/4/2009)

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