giovedì 30 aprile 2009
Fiat-Chrysler, l'accordo è fatto. Obama: "La Chrysler risorgerà: grazie Fiat"
"Sono stati fatti tutti i passi necessari: la Chrysler risorgerà, grazie Fiat" dice il presidente U.S.A. Barack Obama. Alle 18 italiane la Casa Bianca annuncia l'accordo. Con l'industria di Detroit che sarà sottoposta ad una bancarotta chirurgica di 30-60 giorni e con la Fiat che fa il suo ingresso, in modo marcato, nel mercato americano dell'automobile. "La Fiat ha dimostrato di saper costruire l'auto pulita del futuro ed è l'unica possibilità di salvezza" - dice Obama - "Oggi ci sono forti chance di successo. Questa alleanza salverà 30mila posti di lavoro: Chrysler emergerà più forte e competitiva". Grande anche la soddisfazione del Lingotto. Per Obama la Chrysler è certamente "un'icona dell'industria automobilistica americana" alle prese, però, con un presente difficilissimo: "Per anni era un pilastro, solo che quel pilastro si era indebolito". Per sanarlo serviranno l'intervento del governo U.S.A., la Fiat ("che si è impegnata a trasferire miliardi di dollari di tecnologie di avanguardia a Chrysler") e una bancarotta "veloce ed efficiente". L'alleanza sarà fatta attraverso "la cessione accelerata di sostanzialmente tutti i beni di Chrysler a una newco. Fiat, invece, "si è impegnata trasferire miliardi di dollari di tecnologie di avanguardia". La auto del futuro, come le ha definite Obama. In pratica il contributo italiano consisterà in cessione di licenze da Fiat a Chrysler, prestazione continuativa di servizi di management, distribuzione di veicoli Chrysler utilizzando la rete commerciale Fiat in paesi dove la presenza di Detroit è attualmente limitata. Il Lingotto non finanzierà in alcun modo la casa americana. Dal punto di vista azionario, la "Voluntary Employee Beneficiary Association" possiederà il 55% della nuova società. Il governo canadese ed americano possederanno il 10% della società, mentre Fiat acquisirà inizialmente il 20% di Chrysler e avrà il diritto di aumentare la propria quota fino al 51% nel 2013. Da notare che il Lingotto non potrà diventare l'azionista di maggioranza finché i prestiti del governo U.S.A. non verranno completamente restituiti. Come parte della ristrutturazione, la maggior parte delle attività industriali verranno momentaneamente sospese fino a lunedì 4 maggio 2009. Il normale piano di produzione riprenderà a transazione completata in un periodo compreso tra i 30 ed i 60 giorni. La casa torinese sceglierà tre membri del board al governo, Chrysler sei. Il governo U.S.A. sosterrà l'operazione con un esborso economico notevole, intorno ai 6,5 miliardi di dollari. Inoltre la divisione finanziaria di Chrysler che eroga prestiti agli acquirenti di auto e ai concessionari, si fonderà con GMAC Financial Services, ex braccio finanziario di General Motors. Il risultato sarà la nascita di una nuova GMAC, che riceverà il sostegno del governo americano e finanzierà le nuove vendite di Chrysler. L'accordo, inoltre, scongiura tagli ai posti di lavoro e chiusura di stabilimenti. Poco prima dell'annuncio di Obama un funzionario della Casa Bianca aveva spiegato come la bancarotta "non fosse la soluzione preferita", ma la mancanza di un accordo con i piccoli creditori l'ha resa necessaria. "La United Auto Workers e le grandi banche hanno accettato molti sacrifici. Nonostante questo non siamo stati in grado di raggiungere un accordo" con tutti i creditori, spiega il funzionario. E, senza citarli, Obama si è rivolto, criticandoli, proprio a loro. A quei "creditori che non hanno accettato di fare sacrifici. Cosa che sindacati e lavoratori hanno fatto". Dopo l'accordo Obama si è lasciato andare all'ottimismo, dicendosi fiducioso sulla "ricostruzione dell'intera economia americana". Rilanciando l'orgoglio nazionale: "Comprate americano".
(Fonte: www.repubblica.it - 30/4/2009)
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