domenica 9 novembre 2014

Innovazione: se l'auto spende meno degli altri


L’industria dell’automobile precipita nello studio di Boston Consulting Group sulle prime 50 aziende innovatrici al mondo, stilato consultando 1.500 top manager di tutti i settori. Se nel 2013 i marchi delle quattro ruote svettavano in 14 sulle prime 50 società, di cui 9 sulle prime 20, quest’anno BCG ne sbatte fuori una bella fetta, posizionandone 9 su 50, di cui solo 4 tra le prime 20. Cos'è successo? “E' la maggiore caduta di una singola industria fra tutte quelle rappresentate – si legge alla pagina 9 del rapporto – il taglio dei costi è riemerso come una importante priorità, anche nel settore del lusso. Molti costruttori sembrano preoccupati che l’innovazione da sola non preservi i loro margini”. E' l’auto che si mangia la coda: che domani può avere una industria che rallenta gli investimenti su propulsioni a zero emissioni, sulla guida autonoma, sull’utilizzo di nuovi materiali più leggeri, sull’elettronica i cui costi sull’auto sono aumentati nel 2012 (scrive BCG) del 40%, il doppio rispetto al 2004? Gli analisti mettono nero su bianco altri numeri, che sono ancora più impietosi se confrontati con quelli delle prime della classe, l’industria delle telecomunicazioni e del digitale ancorata ai vertici dello studio, con le solite Apple, Google, Samsung, Microsoft, Ibm e Amazon in parata nei primi sei posti disponibili. Il declino del settore auto, scrive BCG, nelle priorità date all’innovazione è del 26% rispetto all’anno precedente, -9% nelle intenzioni di spesa. Eppure, nel 2012 il gruppo Volkswagen era risultato per BCG primo al mondo in tutti i settori alla voce ricerca e sviluppo, con ben 9,52 miliardi di euro. Fra le 50 aziende più innovatrici di quest’anno, il colosso tedesco è al 21esimo posto, dietro Ford (19), Bmw (18), Toyota (8). Ma come nella vita, c’è sempre l’eccezione che conferma la regola: al settimo posto è schizzata la Tesla di Elon Musk, che in un anno ha scalato ben 34 posizioni, prevedibilmente dopo avere annunciato brevetti "open" della sua auto elettrica nella primavera scorsa. Innovazione clamorosa, mai avvenuta nel mondo delle quattro ruote. Ma la notizia più sorprendente è che BCG porta in alto nelle sue prime 50 aziende innovatrici anche Fiat, che sale di sette posti e si piazza al 32esimo posto. Due degli analisti responsabili dello studio BCG, Andrew Taylor e Hadi Zablit, non rilasciano commenti rispetto a quanto scrivono nello studio sulla performance del marchio italiano, che viene così spiegata a pagina 9: “Fiat può beneficiare del suo ritorno a essere un marchio globale e della piena acquisizione della Chrysler”. Fiat Chrysler Automobiles è, in effetti, oggi il settimo gruppo mondiale dell’automobile per vendite. Ma i volumi da soli non garantiscono eccellenza né innovazione (vedi Tesla). E se c’è una cosa che ha distinto la gestione di Sergio Marchionne in questi anni è stata la riduzione degli investimenti sul prodotto e sull’innovazione, a favore della scalata finanziaria di Chrysler e della concessione di dividendi agli azionisti. Il gruppo ha una sola auto elettrica in vendita, la Fiat 500E in California, che Marchionne stesso esorta a non comprare perché ogni volta che ne vende una “perdo 10.000 dollari”. Il primo modello ibrido del gruppo arriverà soltanto nel 2016. E a oggi non c’è visibilità su investimenti per l’auto a guida autonoma e sistemi di sicurezza attivi collegati, se non nel lavoro sottotraccia della controllata Magneti Marelli. Margini a rischio o c’è altro?
(Fonte: www.pagina99.it - 4/11/2014)

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