L'auto elettrica rappresenta una scommessa su cui Fiat, per ora, non intende puntare in quanto ritiene che sia un'alternativa nel lungo termine e considerando la leadership che detiene nell'alimentazione a metano e Gpl, opzioni già in mature e che rappresentano una valida soluzione nel medio termine a livello di emissioni di CO2. Così Giacomo Mori, director della società di consulenza Alix Partners, illustrando la ricerca dal titolo "La scommessa dell'auto elettrica: nuove tecnologie e modelli di business a confronto". Mori ha parlato nel corso della presentazione di "Viva l'Auto", la tre giorni organizzata dall'UIGA (Unione Italiana Giornalisti dell'Auto), che si terrà a Firenze dal 15 al 17 ottobre e in occasione della quale verrà assegnato il Premio Auto Europa 2011. Tra i costruttori che stanno impegnandosi notevolmente sull'auto elettrica, con l'obiettivo di ridurre sensibilmente le emissioni di CO2, Mori si è soffermato, tra gli altri, su Renault-Nissan (4 miliardi di euro gli investimenti previsti in questa tecnologia), che intende introdurre 4 modelli "all electric" nel 2011-2012, General Motors, che prevede di lanciare la Chevrolet Volt il prossimo novembre dopo investimenti per quasi un miliardo di dollari, e il gruppo Volkswagen, e su imprenditori come Warren Buffet, che ha allocato 232 milioni di dollari nella casa cinese Byd, attiva nell'elettrico, e Vincent Bolloré, che ha investito almeno 386 milioni di euro in un'azienda specializzata nella tecnologia per batterie al litio. Proprio la strategia relativa alle batterie è un punto cruciale della questione auto elettriche e Mori ha rilevato i diversi business model esistenti: jv tra costruttore e fornitore (Byd-Daimler, Bosch-Samsung), investimento diretto del costruttore con approccio integrato (Bolloré, Ford) e numerose alleanze basate su diverse scelte tecnologiche. Ci vorranno comunque "alcuni anni" e non prima del 2020 sarà raggiunto un livello accettabile del costo delle batterie pagato dai costruttori (200-400 euro per kilowattora) per una diffusione di massa delle auto elettriche. Tale processo presuppone inoltre incentivi nazionali. Non va infine ignorato, conclude Mori, che le tecnologie attuali dei motori a combustione interna e l'ibrido mostrano ancora un forte potenziale di riduzione delle emissioni di CO2. Si stima infatti che i motori attuali possano migliorare la propria efficienza del 20-25% nei prossimi 5 anni e del 50% nei prossimi 5-10 anni. Di conseguenza la quota di mercato delle auto elettriche nel 2020 è attesa solo tra l'1% e il 10% del mercato mondiale e quindi 1-10 milioni all'anno su un mercato globale di circa 100 milioni.
(Fonte: http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com - 12/10/2010)
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