venerdì 16 aprile 2010

Warburton (Bernstein Research): Chrysler potrebbe non sopravvivere così com'è oggi


Le "lacrime, il sudore e il sangue" versati da Sergio Marchionne per il salvare dalla bancarotta il Gruppo Chrysler potrebbero non bastare. A dirlo è stato Max Warburton, analista della Bernstein Research, che, come si legge su Automotive News, ha scritto un dettagliato rapporto finanziario riservato agli investitori Fiat in cui si evince molto scetticismo sulla "politica" di Torino. Secondo l'esperto, il Gruppo americano "così com'è" potrebbe non farcela a tornare in utile come stabiliscono i piani dell'azienda. "Gli investitori hanno il diritto di sapere come sarebbe la strategia dell'amministratore delegato del Lingotto se non riuscirà a mantenere il Gruppo Chrysler così com'è", ha spiegato Warburton. "Un'adeguata strategia d'uscita ci sembra essere quella di lasciare la produzione di Chrysler, Ram e Jeep negli Stati Uniti", ma per essere sicuri di questo occorre aspettare mercoledì 21 aprile, quando a Torino Marchionne illustrerà agli investitori e alla stampa il Piano Strategico di Fiat 2010-2014. Finora Sergio Marchionne ed il suo team hanno cercato di mantenere fissi i costi nelle aree di business strategiche e questo, secondo l'analista, permetterà a Chrysler di chiudere i primi quettro mesi del 2010 in positivo. Sull'andamento durante l'altra parte dell'anno, invece, Warburton è cauto perché ci sono molte sfide da affrontare: lo sviluppo dei modelli Chrysler è attualmente congelato e rallentato dal lancio di Fiat in America; il portafoglio prodotti è limitato e c'è una sinergia "molto limitata" tra il Gruppo italiano e quello americano. Il rapporto di Warburton vede anche come "non realistico" l'obiettivo di Marchionne di raggiungere il 14% del mercato entro il 2014. Alla fine di marzo, per i primi quattro mesi dell'anno, la quota di Chrysler negli U.S.A. è stata pari al 9,2% e per il 2010 il Gruppo dovrebbe raggiungere - secondo i piani del Lingotto - l'11,2%. Target ambiziosi, per lo specialista, considerando anche l'andamento del mercato dell'auto nuova negli U.S.A., ancora in ripresa.
(Fonte: www.autonews.com - 16/4/2010)

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