martedì 19 gennaio 2010

«Fiat Drive», il sogno U.S.A. Made in Italy


«Quando sono arrivati i tedeschi della Mercedes, neo sposi della Chrysler, è stato addirittura aperto un nuovo aeroporto dotato di una pista su misura per far atterrare i grossi aerei in arrivo da Stoccarda. Ma in occasione delle nuove nozze fra la stessa Chrysler e la Fiat non ci sono state iniziative. Allora ho pensato di celebrare l’avvenimento chiedendo alle autorità di dedicare una strada di Royal Oak proprio alla Fiat. Si è parlato di Fiat Boulevard, poi di Fiat Road e alla fine è stata scelta Fiat Drive». Luigi Cutraro, da Giammichele (Catania), è uno dei tanti emigranti italiani che hanno tentato la fortuna negli Stati Uniti. Vinta la sfida, è titolare di un ristorante spagnolo («ma presto aprirò una trattoria italiana») che fa angolo con Fiat Drive, a Royal Oak, vivace centro a una decina di miglia dalla grigia Detroit. «Chi passa di qua – racconta – chiede dove si trova Fiat Drive e scatta una foto ricordo. Ci sono tutti i presupposti perché questa zona si trasformi rapidamente in una sorta di Little Italy. In effetti, rispetto a Detroit, dove gli abitanti sono da tempo scesi sotto il milione di unità e per le strade non c’è anima viva («sembra di trovarsi su un set cinematografico: enormi palazzi e pochissime persone in giro», spiega Marco Nobili, il console italiano nella capitale del Michigan che ha accettato di fare da cicerone durante il nostro blitz a Fiat Drive), Royal Oak ha tutte le carte in regola per diventare un polo turistico più internazionale: negozietti, palestre, un teatro, saloon e ristoranti si rincorrono dall’angolo di Fiat Drive lungo la strada che porta al centro. «Di sera, con le luci, l’ambiente è ancora più suggestivo – dice Nobili – tant’è che proprio in questa zona e dentro il locale di Cutraro sono state girate alcune scene del remake di Taxi Driver, con Al Pacino». L’ideatore di Fiat Drive, che la Camera di commercio di Royal Oak ha appena nominato «Businessman dell’anno», ha nel cassetto diversi progetti: il più importane, che coinvolge tutti gli anni a Ferragosto un milione di persone, è di portare a Fiat Drive il megaraduno di appassionati di «muscle car» che si danno appuntamento sulla Woodward, la grande strada che unisce Detroit a Royal Oak. «Quando è stata varata Fiat Drive – ricorda il console – Cutraro ha fatto allestire un megaschermo sul quale venivano proiettate le immagini del nostro Paese, mentre un tenore intratteneva il pubblico con i brani italiani più famosi». Ma la futura Little Italy del Michigan è anche il ritrovo di un’importante istituzione, lo Iaabt, ovvero l’Alleanza italo-americana per il business e la tecnologia, punto di riferimento di chi intende insediare la propria attività imprenditoriale a Motor City e dintorni. «È questa la vera pancia dell’America – afferma Nobili – e non New York, Washington, Los Angeles o Miami. È qui che ci sono tante opportunità di investimento soprattutto nel campo della tecnologia e dell’innovazione. C’è l’automobile nel Dna del midwestern boy». Sergio Marchionne, intanto, ha compiuto un secondo miracolo: oltre ad aver assicurato un futuro alla Chrysler, le nozze tra Torino e Detroit hanno convinto la Farnesina a congelare la chiusura del consolato italiano nella capitale di un Michigan sempre più tricolore.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 13/1/2010)

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