lunedì 25 gennaio 2010
Fiat: 2009 in rosso, ma con dividendo. Marchionne: "Il 2010 sarà positivo"
La Fiat archivia un anno «incredibilmente difficile, devastante in modo impensabile e senza precedenti per l’economia», ma il gruppo è stato «in grado di gestire la crisi», come dimostrano alcuni dati migliori delle stime degli analisti e il ritorno al dividendo è un segnale di fiducia. L’amministratore delegato Sergio Marchionne riassume così il 2009, chiuso con una perdita di 800 milioni dopo quattro anni di utile. Piazza Affari reagisce male: il titolo, in crescita fino alla presentazione dei conti, ha un brusco calo durante l’incontro con gli analisti e chiude in flessione del 3,69% a 9,53 euro con scambi che interessano il 5,7% del capitale ordinario. Restano forti i timori dei sindacati: la Fiom insiste sulla necessità di un tavolo a Palazzo Chigi (e non in sede tecnica al ministero per lo sviluppo economico come quello previsto per venerdì), per affrontare la situazione Fiat e dello stabilimento di Termini Imerese, mentre l’Ugl chiede che il confronto interessi tutto il gruppo. La Fiat è «più vecchia, più saggia e pronta a un nuovo impegno», spiega Marchionne che conferma gli obiettivi indicati per Chrysler («si sta muovendo bene, dobbiamo superare il 2010», dice). Per l’esercizio in corso il manager del Lingotto prevede un calo del mercato auto in Europa del 12%, guidato dalla Germania, con un’ulteriore flessione del 4% della domanda in caso di mancato rinnovo degli ecoincentivi. E alla loro conferma sono legati anche i target Fiat 2010, anche se l’auto chiuderà quest’anno «sicuramente in utile»: la previsione per il gruppo è di un utile netto fra 200 e 300 milioni di euro, ricavi in crescita fra il 3 e il 6%, un utile della gestione ordinaria di 1,5 miliardi. Se non venissero rinnovati gli incentivi i ricavi sarebbero inferiori di circa 2,5 miliardi di euro e l’utile della gestione ordinaria per l’Automobile e i Componenti calerebbe di 350-400 milioni, ci sarebbero riflessi sull’utile netto e l’indebitamento supererebbe i 5 miliardi. La Fiat assicura che comunque «sarebbe in grado di conseguire un utile della gestione ordinaria superiore a un miliardo di euro e avrebbe risorse finanziarie più che adeguate per una transizione a un contesto di mercato normalizzato nel 2011 e negli anni successivi». Marchionne ricorda che la liquidità del gruppo è triplicata a 12,4 miliardi di euro alla fine del 2009, rispetto ai valori di fine 2008. Abbiamo solo «bisogno di navigare nel 2010», arrivando a fine anno con un rinnovato portafoglio di prodotti, afferma e annuncia per il 21 aprile la presentazione del business plan 2010-2014. Migliore del target, nell’esercizio 2009, l’utile della gestione ordinaria, pari a 1,1 miliardi (3,4 miliardi nel 2008), con un forte contributo del business Automobili, dato che Marchionne definisce «molto importante». I ricavi del gruppo, pari a 50,1 miliardi, sono in calo del 16% rispetto ai livelli record del 2008 (59,6 miliardi), ma nel quarto trimestre sono aumentati del 3,6% sullo stesso periodo del 2008. Fiat Group Automobiles chiude con un utile della gestione ordinaria di 470 milioni di euro (691 milioni nel 2008), Cnh di 337 milioni (1.122 milioni) e Iveco di 105 milioni (838 milioni). Meglio delle previsioni l’indebitamento netto industriale del gruppo, pari a 4,4 miliardi di euro a fronte dei 5,9 di fine 2008. La decisione di tornare al dividendo, pari a 0,17 euro per le ordinarie e 0,325 euro per le risparmio per un ammontare complessivo di 237 milioni, «riflette la normalizzazione dei mercati dei capitali quale fonte di finanziamento per il gruppo», ma anche la convinzione che la società «ha la capacità di continuare a generare utili».
(Fonte: www.lastampa.it - 25/1/2010)
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