martedì 27 ottobre 2009
La Chrysler che verrà secondo il WSJ
Chrysler dice addio a molti dei suoi modelli e affida il proprio rilancio ai quelli Fiat: la prima a sbarcare negli U.S.A., nel 2011, sarà la 500, prodotta in Messico. L'Alfa Romeo, dopo oltre un decennio di assenza, farà il suo nuovo esordio in territorio americano nel 2012 con la MiTo. Per il pubblico americano l'Alfa si farà anche SUV: la vettura, che sarà basata sulla piattaforma del Jeep Grand Cherokee - scrive il New York Times - punta a imitare i successi della Bmw X3. Il piano industriale della casa automobilistica statunitense sarà svelato il prossimo 4 novembre dall'amministratore delegato Sergio Marchionne, con una presentazione-fiume stimata in sei ore, ma le prime indiscrezioni a una settimana dall'atteso evento iniziano a circolare. Secondo il Wall Street Journal, il primo piano quinquennale targato Marchionne prevede l'addio ad alcuni modelli Dodge, come la compatta Caliber, il SUV Nitro e la berlina Avanger. Rimarrà invece il Dodge Challenger e la berlina full-size Charger. Andrà in pensione, a partire dal 2012, anche il Chrysler PT Cruiser e la Chrysler Sebring, così come il Jeep Compass e il Jeep Patriot. Per il proprio rilancio la casa automobilistica americana si affida ai modelli Fiat: l'Alfa Romeo MiTo sarà lanciata nel 2012, seguita all'inizio del 2013 dall'Alfa Milano e da un'altra berlina. Tutte e tre le vetture - aggiunge il quotidiano - saranno prodotte in nord America. La 500, invece, sarà prodotta in Messico. "Fiat e Chrysler sono al lavoro anche su diversi nuovi veicoli dotati di tecnologia Fiat per gli U.S.A., inclusa una berlina targata Chrysler da lanciare nel 2012". Presentando il piano Marchionne fisserà anche gli obeittivi economici per la società. In una recente intervista al canadese Globe and Mail, l'amministratore delegato ha previsto un ritorno all'utile operativo per la casa automobilistica americana in 24 mesi. "Siamo tornati, siamo vivi e vegeti", aveva detto Marchionne, descrivendo il rilancio della casa automobilistica americana che considera "più reale che teorico" nonostante la mancanza di sviluppo di veicoli sotto il precedente proprietario Cerberus Capital Management. Da quando la Fiat ha acquisito il 20% "la società si sta già risollevando" e nei prossimi 24 mesi - aveva sottolineato - tornerà all'utile operativo. Il vero problema di Marchionne, secondo gli analisti, sarà quello di mantenere a galla Chrysler fino al 2012, quando l'alleanza con Fiat decollerà effettivamente. Per i prossimi due anni - osserva il Wall Street Journal - Chrysler dovrà infatti sopravvivere con i suoi attuali modelli e potrà contare solo sul restyling della Jeep Gran Cherokee e della berlina Chrysler 300. Per sostenere la casa americana, alle prese con un calo delle vendite, la Fiat difficilmente opterà per l'importazione di un numero significativo di modelli, visto che andrebbero rivisti e adeguati alle normative vigenti negli U.S.A. e dato l'apprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro che rende l'importazione onerosa. "Gli americani amano i vestiti italiani. Se ameranno le auto italiane è tutto da vedere" spiega al New York Times Arndt Ellinghorst, analista di Credit Suisse, secondo il quale "il prodotto non sarà un problema. Il nodo è la percezione del marchio. A Volkswagen ci è voluto molto tempo e ancora non è come vorrebbe essere".
(Fonte: http://online.wsj.com - 27/10/2009)
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