martedì 13 ottobre 2009

Effetto Chrysler sulla corsa di Fiat in Borsa: +140% dall'inizio dell'anno


Fiat in gran spolvero in Borsa: il titolo ha recuperato ieri, lunedì, livelli che non vedeva da oltre un anno, con un balzo del 6,68% a 11,02 euro tra scambi che hanno interessato il 7% del capitale. Si verificherà oggi se Piazza Affari confermerà le valutazioni, ma non si può parlare propriamente di exploit estemporaneo. Dall'inizio dell'anno, infatti, Fiat ha surclassato l'indice settoriale europeo, con una rivalutazione del 140% che si confronta con il +21% dello Stoxx Auto. Analogamente dall'inizio di ottobre il titolo del Lingotto è salito del 25,4% contro il +5,2% del settore. La chiave di lettura delle mirabolanti performance borsistiche pare proprio da ricercare a Detroit. Nessuno sul mercato ha ancora le idee ben chiare su quanto valga Chrysler e quanto possa aggiungerci l'alleanza con Torino. Probabilmente se ne capirà di più il 4 novembre quando verrà presentato il piano strategico per il prossimo quinquennio. Ma in questi giorni l'amministratore delegato Sergio Marchionne, in un'intervista al quotidiano canadese Globe and Mail, ha fatto capire che la forma fisica della più piccola delle Big Three di Detroit potrebbe essere migliore di quanto non appaia dai dati di vendita (a settembre in calo del 42% rispetto all'anno prima, con una quota di mercato ridimensionata all'8,3%). Marchionne si è spinto infatti a prevedere il ritorno all'utile operativo già nell'arco dei prossimi 24 mesi. Ma inoltre, sempre nell'intervista, il CEO ha ricordato quello che prevede il master agreement Fiat-Chrysler e cioè che dal 2010 ogni momento è buono per la quotazione della casa di Detroit, dal momento che i sindacati, titolari del 55% del capitale tramite la VEBA (Voluntary Employee Beneficiary Association), non hanno intenzione di essere azionisti a lungo termine e anzi hanno interesse a monetizzare. «Glielo dobbiamo, fa parte degli accordi», ha osservato Marchionne. Ora, l'Ipo di Chrysler non è certo questione di settimane, ma è possibile che le banche d'affari stiano già ragionando sul tema. D'altra parte solo quando Chrysler sarà quotata si potrà verificare che valore il mercato le attribuisce. E certamente questo contribuirà a chiarire se l'exploit 2009 del titolo Fiat sia giustificato. Gli analisti di Morgan Stanley sono tornati a ribadire che, a loro giudizio, il "prezzo giusto" è di 16,8 Euro – da inizio mese nuovo target della banca U.S.A. rispetto al precedente di 8,3 euro – restringendo il range valutativo fino a un massimo di 25,2 Euro nello scenario più roseo. Un raddoppio, anche nell'ipotesi di base, comunque legato a Chrysler che, alla valutazione iniziale di 8,3 Euro per Fiat, aggiunge 1,2 Euro ad azione per il 35% della casa U.S.A. che Torino ha opzionato, 5,3 Euro per le sinergie sprigionabili e 2 Euro per altri benefici in termini di nuovi ricavi: il tutto fa 16,8 Euro. Senza sbilanciarsi troppo a quantificare, anche gli analisti di Mediobanca, nella morning meeting note di ieri, hanno confermato una visione positiva (con giudizio "outperform", farà meglio del mercato) legata alla prospettiva di un ritorno all'utile di Chrysler per il 2011 e alla quotazione della stessa l'anno prossimo. Il richiamo esplicito è all'intervista canadese di Marchionne, che – si legge nella nota – avvalora le stime di un risultato operativo positivo per 600 milioni nel 2011. Allo stesso tempo si sottolinea che l'Ipo darà un valore "chiaro" alla partecipazione di Fiat in Chrysler che, a giudizio degli analisti di Piazzetta Cuccia, non è ancora riflesso appieno nelle quotazioni di Borsa.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 13/10/2009)

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