venerdì 16 ottobre 2009

Kroes (Commissione UE): "Gli aiuti tedeschi a Opel sono illegali"


Tutto da rifare per la Opel, addio alla certezza dell'accordo tra Berlino e la cordata degli austrocanadesi di Magna e dei russi della banca Sberbank e della vecchia fabbrica d'auto Gaz: la Commissione europea, anzi più precisamente la commissario europea per il controllo del rispetto delle norme Ue sulla libera concorrenza, signora Neelie Kroes, ha scritto una lettera urgente al governo tedesco in cui esprime severe critiche. Ci sono chiari indizi, scrive Mevrouw Kroes, che gli aiuti pubblici promessi (4,5 miliardi di euro) e in parte (1,5 miliardi del totale) già concessi come credito-ponte, siano stati tacitamente legati all'ipotesi di una vittoria di Magna e non garantiti a qualsiasi altra cordata fosse stata eventualmente scelta da General Motors, la casa-madre originaria dello storico marchio tedesco e della filiale britannica Vauxhall. E ciò contraddice norme e regole europee sulla libera concorrenza. Pessimo giorno per Angela Merkel, dunque, proprio mentre la cancelliera crisitanoconservatrice (CduCsu) vincitrice delle elezioni del 27 settembre scorso con la sua proposta di svolta dalla grosse Koalition uscente con la socialdemocrazia, Spd, grazie al trionfo elettorale dei liberali (Fdp) sta completando il difficile negoziato con la Fdp stessa sulla nuova maggioranza. Tutto è da rivedere, scrive Mevrouw Kroes: la Germania deve fornire per iscritto a General Motors e all'amministrazione fiduciaria provvisoria di Opel fondate garanzie di concedere le stesse condizioni, cioè gli stessi aiuti, a tutti. la lettera inviata al ministro dell'Economia uscente, il barone Karl-Theodor zu Guttenberg, è chiarissima. "Già la settimana scorsa ci siamo parlati con la signora Kroes sui dubbi della Ue", aveva preannunciato il barone zu Guttemberg prima dell'annuncio di questa sera venerdì. Il problema è che la Commissione, e con essa i governi degli altri paesi europei dove sorgono impianti Opel o Vauxhall (Belgio, Regno Unito, Spagna, Polonia) sospettano da tempo che il piano di Magna sia stato preferito dai tedeschi perché il drastico progetto di tagli occupazionali degli austrocanadesi-russi protegge e garantisce i quattro impianti di Opel in Germania - la casa madre Ruesselsheim, poi Bochum, Kaiserslautern ed Eisenach) molto più delle fabbriche negli altri Stati membri della Ue. Sarebbe quindi un protezionismo mascherato, contrario alle norme europee a difesa della libera concorrenza e quindi della pari opportunità tra le imprese. Soprattutto il governo socialista spagnolo aveva dato voce a queste critiche sparando a zero sulla soluzione Magna. La partita da cui Fiat era stata esclusa nei mesi scorsi a causa delle pressioni dei potenti sindacati tedeschi (i metalmeccanici di IgMetall) e della Spd (socialdemocrazia, allora alleata di Frau Merkel nella grosse Koalition) dunque si riapre. La cancelliera è ora sciolta, grazie al verdetto degli elettori, dall'ipoteca del pressing Spd, ma i sindacati restano potentissimi. E rimane da vedere quale impatto il fallimento apparente dell'accordo con Magna avrà sul rapporto speciale, la 'special relationship' di Berlino con la Russia di Putin e Medvedev. Al contrario del suo predecessore spd Gerhard Schroeder, che aveva condotto una politica di prono allineamento allo stile e agli atti imperiali del Cremlino, Merkel vuole con Mosca un rapporto stabile e stretto ma a pari dignità e con ogni diritti di Berlino di criticare la grande potenza. Ma il potere russo ha dalla sua un potente lobbyista: appunto l'ex cancelliere Schroeder. Il quale è ora alto dirigente e consulente di Gazprom, il colosso energetico che è prima azienda russa e legato a filo doppio al Cremlino. La riapertura a sorpresa della partita Opel accende o riaccende dunque anche scontri politici, geopolitici ed economici decisivi: tra la Germania e l'Unione europea, visto che quest'ultima ha chiaramente negato alla prima potenza della stessa Ue il diritto di stringere sopra la testa degli altri paesi membri dell'Unione intese internazionali che coinvolgono gli interessi di tutta l'Europa. Ma anche tra Germania e Russia, visto che lo sbarco in forze della banca russa più vicina al potere e l'accesso per la Russia a tecnologie d'avanguardia (auto ecologiche, auto elettriche, produzione moderna) ora è in forse. Il caso Opel, che sembrava chiuso con la fine della grosse Koalition, diventa ora un difficile e prioritario dossier aperto per il governo che Merkel e il leader liberale Guido Westerwelle vogliono varare entro il 9 novembre, ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. E teoricamente General Motors può ripensarci e scegliere qualsiasi altro acquirente. Vedremo tra l'altro come a questo punto Fiat sceglierà di reagire.
(Fonte: www.repubblica.it - 16/10/2009)

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