lunedì 14 luglio 2014

FCA: con la fusione gli Agnelli possono salire al 46% dell'assemblea


I diritti di voto della famiglia Agnelli in Fiat, una volta completata la fusione con Chrysler e nella nuova Fiat Chrysler Automobiles (FCA) di diritto olandese, potrebbero salire dal 30,05% al 46% in assemblea. E' uno dei risvolti dell'istituzione di un programma di "fedeltà" degli azionisti, per come emerge dai documenti sulla fusione depositati dal gruppo automobilistico presso la Sec, l'Autorità degli Stati Uniti di vigilanza sui mercati finanziari. Nel prospetto che la fusione, infatti, si dettaglia il meccanismo che assegna diritti di voto doppi agli azionisti che aderiranno all'operazione, oppure ai nuovi azionisti FCA che deterranno i titoli del gruppo auto per tre anni. In sostanza, chi ne farà richiesta all'assemblea straordinaria programmata per l'1 agosto potrà ricevere due diritti di voto in ragione di un'azione ordinaria detenuta. Le nuove azioni FCA verranno assegnate in rapporto di un titolo per ogni vecchia azione ordinaria Fiat detenuta, salvo il diritto di chiedere il recesso. Questo, in base all'andamento del titolo negli ultimi sei mesi, è fissato a 7,727 euro (il titolo Fiat quota attualmente a 7,39 euro). L'esborso massimo fissato per pagare i recessi è di 500 milioni di euro, pari a circa l'8% del capitale (se si esclude Exor, la holding degli Agnelli). Nel documento si spiega che se Exor sarà l'unico socio "storico" a richiedere i diritti di voto doppi (come ha già fatto), mentre nessun altro inoltrerà simile richiesta, in assemblea peserà appunto per il 46% del capitale. Qualora invece tutti gli attuali soci esercitassero questo diritto, il peso in assemblea resterebbe lo stesso di ora, cioè speculare rispetto al possesso del capitale ordinario. Una possibilità che mette al sicuro il controllo del gruppo automobilistico, che - come si dice nel documento stesso - renderà "più difficile per gli azionisti di FCA cambiare il management o rilevare una quota di controllo". Oltre a questi aspetti di governance, nel prospetto si ripercorrono le ragioni fiscali che porteranno la sede del gruppo - dal punto di vista dell'Erario - nel Regno Unito. Fiat annovera tra i possibili rischi il fatto che l'intento di essere trattata da entità fiscale UK fallisca la prova delle autorità, anche se per accedervi le basta che: la maggior parte dei board si tengano nella sede UK, con la maggioranza dei consiglieri presenti; i board nel Regno Unito affrontino discussioni "strategiche" per FCA e le sue controllate; i cda inglesi siano verbalizzati; almeno alcuni degli amministratori, con i loro staff, siano basati nel Regno Unito, dove devono esserci uffici di FCA.
(Fonte: www.repubblica.it - 8/7/2014)

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