mercoledì 25 giugno 2014

Maserati: Marchionne "sblocca" i 500 cassintegrati da Mirafiori a Grugliasco


Blitz di Sergio Marchionne lunedì nello stabilimento Maserati di Grugliasco. L’a.d. di Fiat Chrysler è piombato in fabbrica proveniente dagli Stati Uniti, ha incontrato i dipendenti e sbloccato il trasferimento di 500 cassintegrati di Mirafiori, ha fatto un salto al Lingotto e nel pomeriggio è ripartito per Detroit. Dopo le polemiche dei giorni scorsi Marchionne ha voluto toccare con mano la situazione nello stabilimento dove il gruppo ha investito un miliardo per produrre due modelli chiave per l’offensiva nel settore premium: Quattroporte e Ghibli. Gli antefatti sono lo sciopero di un’ora proclamato lunedì 16 giugno dalla Fiom sui turni e sulle condizioni di lavoro: manifestazione definita da Fiat «irrazionale e incomprensibile». Poi lo scontro sul rinnovo del contratto con i sindacati del «sì» (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri) che annunciano il blocco degli straordinari. Quindi la risposta della Fiat che congela a sua volta gli straordinari in tutte le fabbriche e sospende i 500 trasferimenti di cassintegrati da Mirafiori a Grugliasco. Ma non basta. C’è la lettera scritta da Marchionne a tutti i dipendenti italiani della Fiat, la replica dei sindacati, con il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che giudica «pericoloso» l’atteggiamento del Lingotto, e Marchionne che da New York replica sarcastico: «Ce ne faremo una ragione». Il manager con il maglioncino nero, confermandosi una volta di più imprevedibile, ieri è arrivato a Grugliasco senza farsi annunciare intorno alle 12,45. Ha incontrato quasi duecento persone: oltre cento team leader (gli operai che coordinano il lavoro di piccole squadre di sei persone), le rappresentanze sindacali aziendali e lo staff dirigenziale. Ha chiesto chiarimenti sui malumori e sulle proteste, ha invitato i delegati a raccontare direttamente quali fossero i problemi e ha posto a tutti un quesito: credete veramente nel progetto avviato alla Maserati? La risposta che ha avuto è stata evidentemente positiva, se prima di lasciare lo stabilimento, un’ora e mezza più tardi, ha riconfermato che da settembre a Grugliasco partiranno i dodici turni (oggi sono dieci) e che i 500 trasferimenti da Mirafiori si faranno. Si è parlato anche del contratto. Marchionne, hanno riferito i delegati, s’è detto disponibile a un aumento, ma vorrebbe darlo solo a chi lavora. «Meglio qualcosa in meno, ma a tutti», hanno replicato i delegati. Ancora una volta divise le reazioni dei sindacati: «I nostri delegati non sono stati coinvolti - dice Federico Bellono, segretario della Fiom torinese -. Se una delle pietre dello scandalo era lo sciopero della Fiom, sarebbe stato utile per Marchionne confrontarsi anche con loro». Di altro tenore il commento di Claudio Chiarle, segretario della Fim Torino e Canavese: «Quello di Marchionne è stato un blitz a sorpresa ma non stupisce più, conoscendo l’eclettismo imprenditoriale dell’a.d. . È importante che si sia capito che bloccare i trasferimenti da Mirafiori e i dodici turni era una scelta che non rispecchiava il vero Marchionne, stratega finanziario e industriale ma forse troppo “latino” nelle relazioni sindacali». Per Roberto Di Maulo, segretario del sindacato autonomo Fismic, la mossa di Marchionne «è una prima vittoria del buonsenso». Le segreterie nazionali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno invece chiesto alla Fiat un incontro «per un chiarimento». L’ultima parola alla Camusso. «Una scelta positiva: conferma l’incremento dei volumi produttivi, sgombera il campo da una dichiarazione che era sembrata puramente ritorsiva».
(Fonte: www.lastampa.it - 24/6/2014)

Nessun commento:

Posta un commento