lunedì 16 giugno 2014

FCA: Fiat approva la fusione con Chrysler, "saluta" l'Italia e si trasferisce in Olanda


Via libera al progetto di fusione "transfrontaliera" dal consiglio di amministrazione di Fiat, passo formale decisivo per dar vita a Fiat Chrysler Automobiles e per portare la sede legale del gruppo automobilistico in Olanda. Lì, grazie alla possibilità offerta dalla legislazione locale, i diritti di voto in assemblea peseranno il doppio per i soci 'storici' che parteciperanno alla fusione (quindi Exor in testa, la holding di casa Agnelli, che detiene il 30,055% di Fiat); un diritto che verrà esteso anche ai nuovi soci, che rimarranno azionisti di FCA per almeno tre anni. Oltre a ciò, il board guidato da Sergio Marchionne ha deciso di deliberare l'emissione di obbligazioni fino a 4 miliardi. In una nota, il Lingotto ha annunciato dunque di aver approvato il progetto "che disciplina la fusione per incorporazione di Fiat nella società sua controllata interamente posseduta Fiat Investments NV. Tale società, costituita in Olanda, al completamento della fusione prenderà il nome di Fiat Chrysler Automobiles NV (FCA). Per effetto della fusione, FCA diventerà la società holding del gruppo". La notizia giunge a pochi giorni dall'apertura da parte della UE di un'indagine su alcuni Stati membri, tra i quali il Lussemburgo, per il regime fiscale concesso ad alcune aziende, nel caso specifico Fiat Finance and Trade, la 'tesoreria' del Lingotto.
La riorganizzazione e la quotazione a Wall Street - "L'approvazione di oggi", spiega ancora il Lingotto nel suo comunicato, "è un ulteriore passo nel piano di riorganizzazione annunciato il 29 gennaio 2014 a seguito dell'acquisto da parte di Fiat della restante partecipazione in Chrysler". In quel contesto era emersa la configurazione del gruppo dopo l'acquisto del 100% della casa americana: sede legale in Olanda, sede fiscale nel Regno Unito e quotazione a Wall Street. Infatti, Fiat spiega che "ai sensi del progetto di fusione gli azionisti di Fiat riceveranno un’azione ordinaria FCA per ciascuna azione ordinaria Fiat da essi detenuta. Le azioni ordinarie FCA saranno quotate sul New York Stock Exchange (NYSE) e si prevede che siano quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA) a Milano". Tra i passaggi tecnici previsti c'è anche l'acquisto da parte di FCA dell'intera quota in Fiat North America, la controllata che possiede Chrysler.
Voto doppio per gli Agnelli e i soci fedeli - "La riorganizzazione, che comprende il progetto di fusione, ha lo scopo di dotare FCA di un profilo societario, di investimento e di mercato coerente con il nuovo assetto del gruppo risultante dalla piena integrazione di Fiat e Chrysler", spiega la società. La scelta di portare la sede legale in Olanda si lega all'assetto azionario del gruppo e consente alla holding di casa Agnelli, Exor, di esercitare il controllo dell'assemblea, attraverso un diritto di voto rafforzato, anche in caso di diluizione nel capitale azionario (attualmente Exor detiene il 30,055% di Fiat). FCA, infatti, "adotterà anche un meccanismo di voto speciale", che consente "agli azionisti che partecipano alla fusione e ai nuovi azionisti che deterranno azioni FCA continuativamente per un periodo di tre anni di poter effettivamente esercitare due voti per ciascuna azione ordinaria di FCA che detengano". Il Lingotto spiega ancora che "il meccanismo di voto speciale è concepito per favorire una base di azionariato stabile e premiare l’investimento nel lungo periodo".
Concambio e recesso - Dopo la fusione, i vecchi azionisti "deterranno una percentuale di azioni ordinarie FCA essenzialmente uguale" a quella della 'vecchia' Fiat. "L'emissione di azioni a voto speciale", spiega ancora il Lingotto, "potrebbe avere un impatto sulla percentuale dei diritti di voto in FCA di uno specifico azionista, che dipenderà dalla misura in cui sia l'azionista in questione, sia gli altri azionisti si avvarranno del meccanismo di voto speciale". Un'assemblea straordinaria, che verrà convocata nel corso del terzo trimestre 2014, ratificherà la fusione. Per chi non vorrà partecipare alla fusione, c'è il diritto di recesso, i cui dettagli restano da precisare.
Bond da 4 miliardi in arrivo - Oltre al progetto di fusione, il cda ha anche deciso di emettere "uno o più prestiti obbligazionari per un ammontare complessivo fino a 4 miliardi di euro - o importo equivalente in altra divisa - da collocarsi presso investitori istituzionali". I bond potranno andare sul mercato entro la fine del 2015 e serviranno a rimpiazzare i finanziamenti in scadenza da qui alla fine del prossimo anno. Tra le altre novità, si registra l'uscita dal cda di Gian Maria Gros Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, dal 23 giugno. La mossa è dovuta al limite al numero delle posizioni in organi amministrativi di altre società che possono essere ricoperte da membri di organi di gestione di gruppi bancari. Prenderà il suo posto Glenn Earle, che è stato partner di Goldman Sachs e chief operating officer di Goldman Sachs International.
(Fonte: www.repubblica.it - 15/6/2014)

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