mercoledì 16 gennaio 2013

Marchionne: "Fiat e Chrysler si fonderanno"


Fiat e Chrysler devono diventare una cosa sola e l’acquisizione della quota di Veba nella casa automobilistica U.S.A. potrebbe avvenire prima della sua quotazione. Parola di Sergio Marchionne, nel giorno di apertura del salone dell’auto di Detroit. In una sala con vista sul lago, nel complesso del Cobo, l’ad di Fiat Chrysler ai cronisti americani e italiani non fornisce dettagli precisi, ma sottolinea che la strada della fusione è segnata. «L’ipo - sottolinea - è tecnicamente possibile nei prossimi nove mesi». Marchionne conferma anche l’espansione del marchio Jeep in Cina e nel resto del mondo, come perno centrale delle prospettive del gruppo. Quindi, un cenno alla politica di casa nostra, sottolineando, a poco più di un mese dal voto, che va distinta l’esperienza del governo Monti, che lui ha appoggiato nel mondo «come dovere di ogni italiano», e la “salita” in politica del professore, su cui saranno le urne a dare il giudizio finale. «Nei mesi scorsi ho difeso e sostenuto quel governo che ha salvato l’Italia, stabilizzando lo spread. L’ho fatto al livello internazionale e ho ritenuto fosse un dovere farlo come italiano. Ora però s’è aperta una fase diversa, in cui si confrontano programmi. E la parola tocca agli elettori. Non vi dico per chi voto. Voglio solo che chi vinca abbia la capacità di gestire il Paese. Del resto, la Fiat è filogovernativa per definizione», conclude ridendo. Neanche un commento sul passo indietro di Luca Cordero di Montezemolo e Corrado Passera che hanno deciso di non candidarsi: «Sono scelte loro - spiega Marchionne - in cui io non entro. Io faccio il metalmeccanico». Poi, incalzato dalle domande, si schermisce in modo ironico: «Quando leggo i giornali italiani leggo 6-8 pagine di politica. Siete voi che ne sapete molto, io sono un pivellino». Roma sembra veramente lontana, vista da qui, dalla città dell’auto "Made in U.S.A.", dove Marchionne assicura che «Fiat e Chrysler diventeranno un’unica identità». Non si sbilancia sulle modalità: «Ma non so dove, né come, né quando», aggiunge, ma «lo scopo è avere un’unica organizzazione, un’unica società che gestirà il settore auto». «Dobbiamo studiare il modo più intelligente per portare a termine questa operazione. Se fosse dipeso da me - assicura - l’avrei fatto prima di Natale. Ma ormai è chiaro a tutti - conclude - che serve un’azienda sola che produca auto in tutto il mondo con tutti i marchi che abbiamo». Da tempo si rincorrono le voci circa l’accordo per produrre la Jeep in U.S.A. . Anche qui Marchionne prende tempo, ma conferma la sua enorme fiducia sulla forza del marchio: «Circa la Jeep in Cina, siamo ancora agli inizi. Stiamo lavorando con i nostri partner per capire come andare avanti. Tuttavia siamo convinti che sia il marchio da espandere al livello internazionale, in Russia e a nel resto del mondo. Vogliamo che cresca alla velocità della luce». Un riferimento ai difficili rapporti con la Fiom e la difficoltà nel mercato europeo: «Purtroppo vedo che festeggiano in tv quando possono dare una martellata alla Fiat. La nostra immagine è fortemente danneggiata da tutta questa attività mediatica: una cosa dolorosa per noi, che dobbiamo gestire. Ma di cui non ne beneficia nemmeno l’Italia». Infine sulla crisi in U.E., dove nell’ultimo anno il settore auto ha perso 4,5 miliardi di euro. «Per andare avanti abbiamo scelto di sviluppare i nostri marchi premium al livello globale come Alfa e Maserati. Una scelta coraggiosa - conclude - visto che sarebbe stato molto più facile chiudere gli impianti».
(Fonte: www.ilsecoloxix.it - 14/1/2013)

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