Sergio Marchionne non molla. E passo dopo passo continua la sua strada verso l'internazionalizzazione del gruppo torinese, iniziata con la fusione tra Fiat Industrial e Case New Holland. Il gruppo torinese ha annunciato di aver comunicato a Veba, il trust amministrato dal sindacato dei lavoratori della Chrysler (UAW), la volontà di esercitare la sua opzione di acquistare una seconda tranche della partecipazione detenuta da Veba nella casa automobilistica statunitense, pari a circa il 3,3% del capitale. La mossa è propedeutica alla fusione tra Fiat Auto e Chrysler, un'operazione che porterà notevoli benefici finanziari e fiscali per il gruppo, alla stregua di quanto già avvenuto con la divisione di camion e macchine agricole. Fiat pagherà un prezzo di esercizio determinato secondo gli accordi tra le parti sulla base di un multiplo di mercato (non eccedente il multiplo di Fiat) applicato all'Ebitda di Chrysler degli ultimi quattro trimestri, meno il debito industriale netto. Questo importo deve essere ridotto in base all'accordo di un ammontare pari al "contingent value rights settlement price" (che non può essere inferiore al 10% o superiore al 20% del prezzo di esercizio dell'opzione). Secondo il calcolo di Fiat, l'importo netto da pagare per l'acquisto di questa seconda tranche della partecipazione di Veba in Chrysler è pari a 198 milioni di dollari. Con l'acquisto, Fiat salirà quindi al 65,17%. Il 3 luglio 2012 Fiat aveva già esercitato l'opzione per l'acquisto di una prima tranche pari sempre al 3,3% e si era portata al 61,8%. Ma sul valore del prezzo era partita una disputa con i sindacati e una sentenza dovrebbe arrivare nei prossimi mesi dalla Chanchery Court del Delaware del prezzo da pagare per tale partecipazione.
(Fonte: www.repubblica.it - 3/1/2013)
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