lunedì 14 gennaio 2013

Alfa Romeo: il programma fino al 2015


Sul Biscione negli ultimi anni ne abbiamo sentite di tutti i colori: che sarebbe tornata sicuramente negli U.S.A., ma ad oggi in qualche lungomare californiano circolano soltanto le Duetto dei bei tempi che furono. Che ormai l'acquisto da parte di Volkswagen era cosa fatta, con Piech pronto a sganciare fior di milioni e De' Silva già con la matita in mano per ridisegnare capolavori come la sua 156. Che il debutto della Giulia, erede della 159, era praticamente dietro l'angolo quando pare che Marchionne, dopo aver visto i primi progetti di stile, abbia suggerito ai designer di ripresentarsi più avanti con qualcosa di meglio. Di tutto e di più, insomma. Urge, pertanto, far chiarezza su quello che ancora oggi è uno dei marchi italiani più celebri al mondo nonché il brand su cui lo stesso Marchionne vuole puntare, assieme a Maserati, per il rilancio dell'industria automobilistica italiana. Il cosiddetto "polo del lusso", merce appetitosa soprattutto per quella famigerata migrazione al di là dei nostri confini, con prodotti facilmente "mescolabili" anche coi progetti Chrysler e, aspetto più importante, costruiti sul nostro territorio per salvaguardare il progetto Fabbrica Italia. Anche perché, a ben vedere, la gamma del Biscione necessita senza ombra di dubbio di un'aggiustatina: basta aprire un qualsiasi listino auto per rendersi conto che le concessionarie Alfa campano di fatto con due modelli soltanto: MiTo e Giulietta, visto che la 159 è praticamente defunta.
Ecco allora cosa sfornerà Alfa Romeo nei prossimi anni:
2013 - Il primo modello totalmente inedito non è certo uno di quelli utili per far volumi di vendita, ma senza dubbio servirà a scaldare l'atmosfera e a preparare i mercati esteri al ritorno in grande stile dell'Alfa Romeo: è la sportivissima 4C, che di fatto segnerà anche il ritorno del Biscione alla trazione posteriore a vent'anni esatti dall'uscita di scena dell'Alfa 75, se escludiamo la piccola parentesi della 8C Competizione che di fatto era una Maserati ricarrozzata. La 4C debutterà in versione definitiva a Ginevra, sulla stessa passerella che l'ha vista protagonista in veste di concept nel 2011, ma c'è qualche possibilità che venga svelata all'imminente Salone di Detroit (14-17 gennaio). Il modello stradale, comunque, metterà soltanto i puntini sulle "i" nell'ambito di un quadro tecnico e stilistico già chiaramente delineato: coupé a 2 posti secchi con scocca in fibra di carbonio realizzata dalla specialista Dallara, motore 4 cilindri 1750 turbobenzina da oltre 235 cavalli con cambio TCT a doppia frizione e un peso di circa 850 chili, per prestazioni nell'ordine dei 250 orari di velocità e meno di 5 secondi per lo scatto 0-100. Prezzo, oltre 50mila euro. Il 2013, tra l'altro, sarà l'anno della puntuale rinfrescata di metà carriera per la MiTo (risale al 2008), ma anche per la più giovane Giulietta (2010), gli unici due rappresentanti di gamma dell'Alfa Romeo. Entrambe, nel 2016, vedranno poi comparire le loro eredi totalmente nuove.
2014 - Le novità saranno due: la variante spider della 4C e l'ammiraglia che dovrà raccogliere l'eredità dell'ormai dimenticata 166. A quest'ultima, ovviamente, va rivolta l'attenzione perché debutterà addirittura prima della Giulia, modello che per fascia di mercato è ancor più importante (succede alla 159 nello strategico segmento D) e perché segnerà, assieme alla 4C, quel tanto annunciato sbarco negli U.S.A. dove Alfa gode ancora di una indiscussa fama. L'ammiraglia, il cui nome non è ancora noto (ma Alfetta non sarebbe niente male...), nascerà sulla base della futura Maserati Ghibli che a sua volta muove i passi su meccanica e componenti Chrysler, sebbene si tratti di un progetto totalmente inedito. Entrambe le vetture, che andranno in diretta concorrenza con le tedesche del segmento E (Audi A6, BMW 5 e Mercedes E, per intenderci), nasceranno a Mirafiori e condivideranno la stessa meccanica: nuovo pianale, trazione posteriore o integrale, motori diesel e benzina interamente sviluppati in casa e di ultima generazione, dall'ottimo 3.0 V6 turbodiesel della VM (ora al 50 per cento di Fiat Powertrain, che cura l'alimentazione di questo motore), già su Thema e Grand Cherokee, al nuovo V6 3 litri biturbo da oltre 400 cavalli di progettazione Maserati, ma assemblato in Ferrari a Maranello. Il cambio automatico sarà lo straordinario ZF a 8 rapporti che ormai tutte le tedesche stanno già impiegando da tempo.
2015 - Sarà un anno spumeggiante e decisivo, con il debutto di ben quattro modelli di grande importanza strategica: Giulia, Giulia station wagon, Suv e Spider. La prima, che è già in avanzata fase di sviluppo, rimpiazzerà finalmente, ma con notevole ritardo, la 159. Come l'ammiraglia, anche la Giulia nascerà in Italia nel polo Mirafiori-Grugliasco sebbene sia possibile anche una produzione parallela negli U.S.A. sulle stesse linee della Dodge Dart, l'americana su base Giulietta. E proprio dal pianale modificato della Giulietta, poiché modulare, prenderà vita appunto la Giulia, una vettura lunga poco più di 4,5 metri, sia a tre volumi che familiare, destinata a riconquistare quote di mercato fra le medie. Poi ci sarà il Suv, settore che tira sempre e ovunque nel quale sarebbe un guaio non esserci. Chi ha buona memoria ricorderà che già dieci anni fa, al Salone di Ginevra del 2003, debuttò l'Alfa Kamal, un'accattivante sport utility. Ma se allora non c'erano i presupposti per farla nascere davvero, oggi con il marchio Jeep nel carniere le cose diventano più semplici. Grazie alle sinergie del Gruppo, nel 2015 nasceranno quindi non uno, ma ben tre Suv: Alfa, Maserati e Jeep, tutti a trazione anteriore o 4x4 e di dimensioni compatte tipo Toyota Rav4 o VW Tiguan. Infine, sempre nel 2015, rinascerà una spider degna di questo nome: a motore anteriore e trazione posteriore, come un tempo, perché basata sulla futura generazione della Mazda MX-5, la spider per eccellenza. È stato annunciato già da tempo, infatti, che Alfa e Mazda si sono accordate per dividersi i costi di progettazione, sviluppo e produzione di una sportiva congiunta, che sfrutterà appunto la base meccanica giapponese (e sarà costruita in Giappone) ma che per il modello marchiato Alfa avrà motori e stile, ovviamente, tutti italiani.
(Fonte: www.repubblica.it - 7/1/2013)

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