giovedì 26 novembre 2009

Saab potrebbe chiudere entro fine anno: ultima chiamata per Fiat?


Nubi fosche si addensano sul cielo di Trollhättan. Dopo la rottura delle trattative tra Koenigsegg e General Motors, il futuro di Saab è in bilico. Se non si troveranno nuovi acquirenti il marchio svedese rischia grosso, addirittura la chiusura alla fine dell'anno. La Casa americana, infatti, in questo momento è concentrata su un altro fronte caldo, quello della Opel, che richiede un piano di rilancio da 3,3 miliardi di euro. Secondo gli analisti appare improbabile che la GM si tenga la Saab, dalla quale ha ottenuto soltanto pesanti perdite in 19 anni di "matrimonio". I cinesi della Baic, che si erano inseriti nella trattativa a supporto di Koenigsegg, non dispongono di risorse economiche sufficienti per acquistarla da soli, ma soprattutto non potrebbero mai accollarsi le perdite di Saab, che lo scorso anno sono ammontate a 286 milioni di euro. L'appuntamento decisivo sarà il 1° dicembre, quando il consiglio di amministrazione di GM si riunirà per esaminare il delicato caso della consociata scandinava. I precedenti di Saturn e Pontiac non fanno ben sperare: entrambe le Case saranno chiuse e diventeranno, almeno per ora, materiale di archivio. In Svezia gli oltre 3.000 lavoratori della Saab e non solo sperano nel miracolo, ovvero in un intervento diretto del governo di Stoccolma. Ma non sarà facile lo stesso, perché il marchio scandinavo soffre moltissimo: fra gennaio e ottobre le vendite nell'Europa a 15 (22.858 vetture) sono calate del 59% rispetto allo stesso periodo del 2008. E a livello mondiale le consegne non superano le 100.000 unità l'anno. Inoltre, Saab è legata a doppio filo con GM e non solo per una questione finanziaria: i pianali sui quali sviluppare le vetture, i motori e tante altre componenti sono sempre arrivati in Svezia attraverso l'alleanza. Il management americano, però, ha commesso errori enormi. "La Saab non mai ricevuto da GM la considerazione che meritava né gli investimenti necessari per competere con altri costruttori europei di prestigio", spiega Paul Newton di Ihs Global Insight. Per non parlare delle strategie adottate sul mercato U.S.A.: qui si tentò la partnership con Subaru (anche lei, ai tempi, controllata da GM) con la 9-2X, un modello basato sulla Impreza, che si guadagnò il triste nomignolo di "Saabaru". Poi gli americani alzarono ancora il tiro con la 9-7X, una Suv sviluppata sulla Chevolet Trailblazer. "Questa gestione grossolana e dissennata ha consegnato la Saab ai libri di storia già tanto tempo fa", conclude Newton. Eppure, al Salone di Francoforte si è vista un po' di luce: la nuova 9-5 ha un design più moderno e attraente, vanta tecnologie di ultima generazione per i motori e offre interni raffinati ed eleganti. Dovrebbe raggiungere le concessionarie nella prossima primavera. Ma il condizionale, mai come questa volta, è d'obbligo.
(Fonte: www.quattroruote.it - 26/11/2009)

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