giovedì 20 agosto 2009

Fiat trasloca l'alta gamma da Mirafiori a Grugliasco


Fiat si è comprata l'ex stabilimento Bertone. E adesso? Per il Lingotto è il momento di delineare nel dettaglio le proprie strategie, capire che fare di tanta capacità produttiva. Dal piano industriale che i vertici hanno presentato ai tre commissari straordinari che gestivano la carrozzeria emerge un quadro di massima: due modelli, rigorosamente di alta gamma, che potrebbero diventare il primo mattone di un futuro polo dell'auto di lusso, con baricentro tutto torinese. In pratica Fiat intende sostituire quel ramo, diventato ormai secco, che fino a pochi mesi fa era costituito dalla linea che a Mirafiori sfornava le due ammiraglie del gruppo, la Lancia Thesis e l' Alfa Romeo 166. Due modelli ormai desueti, come dimostrano le quantità prodotte nei primi mesi del 2009: 15 a gennaio, 35 a febbraio e altrettante a marzo, nessuna ad aprile. In media, dai cancelli di corso Tazzoli ne sono uscite meno di una al giorno. Insomma, il segmento di alta gamma va rilanciato ed è evidente che Bertone, che fino a pochi anni fa creava auto da sogno, è l'azienda geneticamente più adatta a un'operazione di questo tipo. Ha una forza lavoro qualificata, che necessita soltanto di essere aggiornata. E soprattutto è lì, a meno di tre chilometri da Mirafiori e quindi nel bel mezzo dell'indotto torinese, e oltretutto garantisce un ciclo produttivo completo. Un'auto sportiva e una nuova ammiraglia, tanto per cominciare. Tenendo qualcosa di più di una porta aperta verso le produzioni Chrysler, anche perché il matrimonio con la casa del Michigan ha portato in dote i marchi Dodge e Jeep. Sarebbe il primo passo per creare un polo dell'auto di lusso, con baricentro a Torino. Una galassia che domani potrebbe espandersi con il trasferimento della produzione Maserati, che oggi è a Modena. Non soltanto un'ipotesi per il Lingotto, tant'è che il presidente dell'Emilia Romagna Vasco Errani è già salito sugli scudi per difendere lo stabilimento modenese. E a quel punto, una volta nato almeno in forma embrionale il polo, si potrebbe discutere dell'opportunità di utilizzare la forza produttiva lasciata libera da Pininfarina. Tutto dipenderà da come si risolverà la crisi aziendale che sta attanagliando l'altra storica carrozzeria torinese, che ha 1.400 dipendenti distribuiti in tre stabilimenti, cioè Grugliasco, Bairo e San Giorgio Canavese. Se riuscirà a compiere il tortuoso cammino previsto dal piano di rilancio industriale, Pininfarina inizierà a produrre in serie le auto elettriche alimentate da Bolloré nel 2011, ma impiegherebbe soltanto una parte (c'è chi dice meno della metà) della manodopera che ora possiede. Se invece dovesse scegliere di seguire le orme della Italdesign di Giorgetto Giugiaro, e cioè di abbandonare la produzione per dedicarsi esclusivamente al design, la forza lavoro che si libererebbe sarebbe ancora maggiore. Se così fosse, il Lingotto potrebbe guardare con interesse alla sede di Grugliasco: guarda caso dista tre chilometri dalla Bertone e altrettanti da Mirafiori.
(Fonte: www.repubblica.it - 8/8/2009)

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