martedì 18 agosto 2009

FT: La produzione in Messico di modelli Fiat-Chrysler importante test per UAW


La decisione di Fiat di portare verso il Messico la produzione di Chrysler può costituire "un importante test su come la proprietà sindacale possa condizionare la strategia della casa automobilistica". Lo scrive il Financial Times, ricordando che il sindacato UAW e il Tesoro U.S.A., azionisti rispettivamente con il 55% e l'8% di Chrysler, potrebbero opporsi ai piani di Fiat di produrre la Fiat 500 in Messico piuttosto che in più costosi impianti negli U.S.A. . I contribuenti, pensando che Fiat stia sputando sul piatto in cui mangia, dovrebbero considerare quanto rischioso sia questo investimento. In qualità di azionista di minoranza e di primo creditore, il Tesoro dovrebbe sapere che le probabilità di Chrysler di ripagarlo sono maggiori se può scegliere gli impianti su basi puramente economiche. Fiat non ha sborsato un dollaro per la sua quota del 20%, ma è stata scelta per gestire Chrysler con competenza. Con i salari in Messico che sono circa un ottavo di quelli dei lavoratori rappresentati dalla UAW e con una maggiore prospettiva di vendite in Messico e negli altri mercati dell'America Latina come il Brasile, la decisione di produrre la 500 in Messico è sensata. Se poi vuole incrementare la sua partecipazione al 35% di Chrysler, Fiat deve offrire ai clienti americani un veicolo che percorra 40 miglia con un gallone di benzina, produrre motori ad alta efficienza negli U.S.A., ed esportare vetture Chrysler attraverso il suo network globale. I primi due impegni sono coerenti con la strategia di produrre la 500 in Messico, con alcuni motori e altre small car più appetibili per i clienti americani realizzate negli U.S.A. . Vendere poi Jeep e minivan in Europa e America Latina rispetterebbe l'impegno finale. La UAW, che fece pressioni su GM perché costruisse le small car negli U.S.A. anziché in Cina, rimane vistosamente in silenzio sui piani di Chrysler. Come azionista di maggioranza, si trova ad affrontare un grave conflitto di interessi.
(Fonte: www.ft.com - 17/8/2009)

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