mercoledì 26 agosto 2009

Fiat e Chrysler portano Daimler in tribunale


Quando si incontrano ai Saloni, Sergio Marchionne e Dieter Zetsche possono anche scambiarsi larghi sorrisi e pacche sulle spalle, ma - come si dice - business is business, e così la neonata Chrysler sotto le bandiere della Fiat ha fatto causa alla Daimler presso la Corte fallimentare di New York che seguì la procedura di bancarotta controllata. Motivo: il presunto mancato rispetto da parte dell'ex padrona della Casa americana dell'impegno a fornire un certo quantitativo di componenti, nella fattispecie parti del sistema sterzante e convertitori di coppia, che Chrysler impiega per la produzione di Jeep Grand Cherokee, Dodge Charger e Chrysler 300. Quando l'alleanza tra Chrysler e Daimler si è sciolta, quest'ultima ha assicurato, com'è logico, la fornitura dei componenti condivisi adottati dai modelli che erano stati sviluppati sotto l'ombrello dell'alleanza. L'accordo fu rinnovato in aprile e confermato dal tribunale fallimentare al momento di dare il disco verde alla nascita della nuova Chrysler lo scorso giugno. Daimler da parte sua sostiene che le rivendicazioni di Chrysler siano prive di fondamento: "Ci difenderemo energicamente", ha annunciato la portavoce Julia Engelhardt. All'origine della disputa ci sarebbe una vecchia ruggine: la pretesa di Daimler di essere risarcita per 55 milioni di euro per il calo della richiesta di motori diesel da parte di Chrysler. La Casa americana, a causa della riduzione dei suoi volumi produttivi, avrebbe acquistato dalla Germania meno propulsori a gasolio di quanti erano stabiliti contrattualmente. I ritardi nella fornitura delle componenti per lo sterzo e per la trasmissione sarebbero una sorta di ricatto per spingere Chrysler a pagare. Ma secondo quest'ultima la questione dei motori diesel era stata risolta da un accordo extragiudiziale tra le due Case siglato il 17 aprile. Da qui, la decisione di ricorrere ai giudici.
(Fonte: www.quattroruote.it - 26/8/2009)

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