giovedì 1 luglio 2010

Financial Times: E’ giunto il momento della verità per l’auto italiana


Per l’industria automobilistica italiana è giunto il momento della verità. E’ il titolo di un editoriale del “Financial Times” di oggi, che paragona la situazione odierna della Fiat a quella dell’industria britannica dell’auto di 30 anni fa. Allora, scrive il giornalista Paul Betts, l’industria dell’auto inglese fu essenzialmente distrutta dai sindacati. “Oggi è di nuovo forte, ma non ci sono grandi produttori di proprietà britannica di cui parlare”. E oggi la Fiat e l’Italia, secondo il Financial Times si confrontano con una situazione simile, in cui, dopo l’ultimatum del Lingotto ai sindacati, si è arrivati ad un punto di non ritorno. Il “Financial Times” sottolinea che Marchionne ha messo l’Italia al centro del suo piano quinquennale “per integrare Fiat e Chrysler e trasformare le due aziende in una delle top five del mondo”, tra i produttori di auto. “Ma non a qualunque costo” si legge sul quotidiano inglese. Del resto la Fiat questa volta “non sta chiedendo al governo di finanziare i suoi progetti”, come spesso ha fatto in passato. Secondo il “Financial Times” con il “caso” Pomigliano, “Fiat sta dicendo ai sindacati e all’establishment politico che mentre sta facendo tutto il possibile per tenere l’Italia al centro della sua nuova strategia, non intende sacrificare il futuro del Gruppo per assecondare i capricci di un sistema sindacale arcaico”. Una nuova Fiat, quindi, si sottolinea nell’editoriale, quella guidata da John Elkann, presidente giovane e nipote del patriarca Gianni Agnelli, e da Sergio Marchionne, che potrebbe anche essere portata a non avere scelta e ad andare all’estero. E se alla fine la Fiat dovesse decidersi “a mettere in pratica la minaccia di produrre di più al di fuori dell’Italia – conclude il “Financial Times” – nessuno nel Paese si sentirebbe di lamentarsi. Non si tratta di una minaccia a vuoto”.
(Fonte: www.ft.com - 1/7/2010)

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