martedì 25 maggio 2010

VW (qualità tedesca) + Giugiaro (stile italiano) = "game over"? (per gli altri)


Buongiorno a tutti e benvenuti. Come probabilmente avrete intuito, questo è un giorno epocale per me, per Fabrizio e per tutta la nostra azienda. Sono passati 42 anni da quanto fondai la SIRP, un piccolo studio di design e progettazione che poi diventerà l’attuale Italdesign. Steve Jobs, CEO di Apple, in un suo discorso all’università di Stanford, dice che “non si possono unire i punti della propria vita guardando al futuro ma solo guardando al passato”. Bene, se mi volto indietro e guardo a Italdesign non posso non pensare ad un figlio che è cresciuto ed è diventato grande attraversando questi 4 decenni, passando da un piccolo ufficio in cui lavoravano poche persone ad una grande realtà industriale in grado di dialogare con tutte le grandi aziende del mondo. In questi anni siamo stati in grado di mettere a punto un metodo di lavoro integrato e fortemente specializzato in ogni settore, dallo stile all’ingegneria, dalla modelleria alla prototipazione. L’alto livello di qualità e professionalità raggiunto in ognuno dei servizi che abbiamo offerto al mondo dell’automobile ci ha consentito di essere presi in grande considerazione da un grande gruppo come Volkswagen, che ritengo il numero uno al mondo. Da oggi Italdesign entra a far parte della grande famiglia Volkswagen. Oggi si completa un rapporto che dura dall’inizio degli anni ’70 quando venni chiamato per disegnare la Golf. Quell’auto segnò un nuovo inizio per la casa di Wolfsburg. Questo giorno segna un nuovo inizio per Italdesign, a cui guardiamo con serenità e fiducia. Grazie a tutti. Giorgetto Giugiaro

In qualunque modo si provi a leggerlo, l'acquisto della Italdesign da parte della Volkswagen è una sconfitta per l'industria italiana dell'auto. Non lo è certo per il made in Italy, per il prestigio, la forza e le idee del design firmato Giugiaro. I suoi modelli continueranno a nascere e sedurre come hanno fatto finora. Avranno però il marchio tedesco della Volkswagen, il più importante d'Europa ed entro pochi anni anche dell'intero pianeta. Non ci sarà infatti spazio per nessun altro, sarà un lavoro in esclusiva, l'ha detto Giugiaro e l'ha ripetuto Martin Winterkorn, numero 1 della casa di Wolfsburg, sceso per l'occasione a Moncalieri, nella sede torinese del designer italiano. Anzi sarà proprio questo valore aggiunto, questo stile unico al mondo ad aiutare il gruppo a scalare la classifica mondiale. "Un partner perfetto", l'ha definito Winterkorn, "una tappa fondamentale per il nostro percorso di crescita". Quanto abbia speso la casa tedesca per acquistare il 90,1 per cento di Italdesign non è stato comunicato ma tutti si sono prodigati a descrivere l'ottimo stato di salute del gruppo di Moncalieri e nessuna necessità di quest'ultimo di trovare un nuovo acquirente. Dunque al di là di una storia di una collaborazione che risale agli anni Settanta con la Golf, si può facilmente intuire che la scelta di Giugiaro ha ben altre motivazioni. E' stata dettata anche e soprattutto dall'aver constatato che si trattava davvero di una colossale opportunità. Tanti soldi per l'acquisto della quota di maggioranza, molto lavoro fin da subito e una certezza per il futuro dell'azienda. L'industria italiana avrebbe potuto garantire altrettanto? Qualcuno si è posto il problema? Non sono pochi modelli italiani usciti dalla sua matita. A ricordarli tutti si corre il rischio di scrivere la storia dell'auto: dall'Alfasud alla Uno, dalla Panda alla Punto, dalla Delta alla 159 fino alla nuova Croma. Modelli che rimarranno nella storia dell'auto del nostro paese a cui però non se ne aggiungerà più nessun altro. I prossimi, infatti, saranno tutti targati Volkswagen. Un peccato per la nostra industria, una fortuna per quella tedesca.
(Fonte: www.repubblica.it - 25/05/2010)

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