lunedì 31 maggio 2010
Un concorso su Facebook per scegliere il logo della 500 "americana"
Com’è noto, la Fiat grazie all’accordo multimilionario stipulato con la Chrysler ha la possibilità di sbarcare sul mercato a stelle e strisce e di distribuire i propri prodotti “Made in Italy”. L’approdo sul mercato statunitense avverrà in pompa magna e il primo veicolo su cui il marchio torinese punterà forte sarà la piccola ma grintosissima Fiat 500. In passato gli americani non avrebbero mai e poi mai considerato l’acquisto di una piccola utilitaria come quella di casa Agnelli, vista l’abitudine di muoversi solo sopra auto ingombranti ma anche molto inquinanti. Ciò, infatti, ha portato il presidente della Casa Bianca Barack Obama ad impegnarsi attivamente affinchè le strade americane non siano più congestionate da grosse familiari, pick up e fuoristrada che appestano l’ambiente circostante. Per questo ha fatto in modo e maniera di facilitare l’accordo Fiat-Chrylser sperando che il marchio italiano avrebbe poi risolto molti dei problemi su indicati grazie ad auto meno ingombranti e più eco-compatibili. Ed una di queste sarà proprio la Fiat 500, pronta a diventare una “best seller” anche negli U.S.A. dopo che lo è diventata con gran merito in Italia e in gran parte dell’Europa. L’esempio che oramai il vento negli Stati Uniti sta cambiando è dato dalla chiusura definitiva del marchio Hummer, diventato famoso per aver “sfornato”, uno dopo l’altro, SUV mastodontici come i famosi H1, H2 e H3 ed ora, dopo 18 anni di attività, l’azienda sta chiudendo i battenti. Il futuro anche nella terra dello Zio Sam è rappresentato da veicoli più piccoli e più parsimoniosi e la nuova Fiat 500 s’inserisce in quest’ottica. Già da tempo è iniziato il marketing per spianare la strada alla piccola utilitaria e la filiale statunitense del marchio Fiat ha dato il via ad una iniziativa originale, dal giusto impatto mediatico e pubblicitario. Su un’apposita pagina Facebook gli amici della 500 potranno decidere a maggioranza che logo mettere sulla piccola quattro ruote italiana. Una specie di concorso dove gli internauti potranno scegliere il logo della 500 destinata al mercato nord-americano. L’utilitaria torinese non verrà dunque proposta con il caratteristico marchio composto dalle tre cifre, rimpiazzato da una soluzione mista lettere-numeri o dal numero 500 scritto per esteso, a richiamare la progenitrice del 1991. La Fiat 500 sarà commercializzata in Nord America a partire da dicembre. I preparativi sono già a buon punto e presto invaderà con il suo appeal e le sue linee inconfondibili tutte le strade d’oltreoceano.
(Fonte: www.direttanews.it - 28/5/2010)
venerdì 28 maggio 2010
Alfa Romeo Giulia: nuovo render e piani per il futuro
Autocar ha pubblicato un nuovo render della Alfa Romeo Giulia che, esattamente tra 17 mesi, sostituirà la poco fortunata Alfa 159. La nuova berlina del Biscione sarà realizzata sulla piattaforma Compact a passo lungo che garantirà lo stesso piacere di guida dell’attuale piattaforma Premium della 159, senza però l’aggravio dei pesi. Inoltre, gli ingegneri di Alfa Romeo hanno assicurato che la piattaforma Compact permetterà di personalizzare la parte tecnica della Giulia rispetto alle altre auto del Gruppo Fiat che sfrutteranno la medesima piattaforma. Infatti, sono allo studio un nuovo tipo di ammortizzatori a doppio stadio in collaborazione con Koni, mentre è certo l’impiego di dispositivi come il DNA, il Q2 e la realizzazione delle versioni Q4 a trazione integrale. Per quanto riguarda le motorizzazioni, l’Alfa Giulia sarà equipaggiata con i propulsori 1.4 TB da 120 CV e 170 CV in versione MultiAir, mentre l’offerta dei motori diesel si limiterà al 1.6 JTDm da 105 CV e al 2.0 JTDm da 140 e 170 CV. Ma la gamma delle motorizzazioni è destinata ad aumentare, con i nuovi motori a benzina MultiAir 2 abbinati all’iniezione diretta. Il motore 1750 TBi con il MultiAir 2 erogherà 235 CV di potenza, mentre al top di gamma si porrà il 3.3 V6 Pentastar che con lo stesso sistema svilupperà una potenza massima di 275 CV. Inoltre, non è esclusa la nascita di una versione GTA ad alte prestazioni. Invece, sul fronte dei diesel, si prospetta l’arrivo del tanto atteso 3.0 JTDm V6 da 220 e 250 CV di potenza che sarà il primo propulsore a gasolio a combinare il sistema MultiJet 2 con il MultiAir, fino ad oggi prerogativa dei motori a benzina. Tutte le motorizzazioni saranno abbinate al cambio manuale a 6 marce e, in alternativa, al DDCT a doppia frizione.
(Fonte: www.autocar.co.uk - 27/5/2009)
giovedì 27 maggio 2010
Sistino (FGA): da maggio 2011 unica rete Lancia-Chrysler
Dopo l'intesa con Chrysler, Fiat Group Automobiles diventa General Distributor dei brand della casa americana. Quindi, "da maggio 2011 vi sarà un'unica rete Lancia-Chrysler in Europa, con eccezione di Inghilterra e Irlanda. Disdetteremo i dealer di Chrysler, Dodge e Jeep e ne rinomineremo le concessionarie". Così Lorenzo Sistino, responsabile di FGA, parlando al convegno "Il settore auto verso nuovi assetti" nell'ambito di "Automotive Dealer Day", la due giorni di incontri del settore della distribuzione dell'auto organizzata da Quintegia. Sistino ha aggiunto che "la distribuzione di Dodge resterà limitata a poche unità. Quanto a Jeep, dovremo incrementare i mandati perché è un marchio molto appetibile. Solo in Italia contiamo di concederne altri 50". Sistino ha poi previsto che la domanda di auto a Gpl resterà stabile quest'anno in Italia a circa 100-130mila unità, pari al 4-5% della domanda, dopo che questa tecnologia "è stata sdoganata dalla normativa. Più complesso il discorso sul metano, che richiede investimenti più alti come tecnologia da adattare a un'auto già esistente". Sull'elettrico Sistino ha infine espresso molte perplessità. "Nel 2009 l'immatricolato dell'elettrico era pari in Europa a 2.100 unità tra auto e veicoli commerciali. Le Ferrari vendute sono di più. Considerando questi numeri non si può non considerare l'elettrico come una sorta di propaganda che alcune case usano per migliorare la loro immagine". Secondo alcuni analisti tra dieci anni l'alimentazione elettrica coprirà dal 3 al 10% del mercato nel migliore dei casi.
(Fonte: http://archivio-radiocor.ilsole24ore.com - 26/5/2010)
mercoledì 26 maggio 2010
Nuovo impianto Magneti Marelli in Serbia
Magneti Marelli (Fiat Group) ha siglato un accordo per la costruzione a Kragujevac, in Serbia, di un nuovo impianto per la produzione di accessori e pezzi di ricambio per autoveicoli. L’accordo è stato firmato dal vicepremier e ministro dell’Economia serbo, Mladjan Dinkic, dal presidente della Magneti Marelli, Eugenio Razelli, e dal sindaco di Kragujevac, Veroljub Stevanovic. A Kragujevac si trova lo stabilimento Fiat Srbija nel quale vengono prodotte le Punto, parte delle quali destinate all’esportazione in Paesi terzi. L’ammontare dell’investimento per il nuovo stabilimento della Magneti Marelli è di 60 milioni. L’impianto, una volta a regime, produrrà accessori e pezzi di ricambio per 200mila vetture all’anno. La firma dell’intesa è avvenuta a margine della prima conferenza internazionale dell’industria automobilistica svoltasi a Belgrado. Tra i relatori anche Alfredo Altavilla, amministratore delegato di Fiat Powertrain Technologies e consigliere di Chrysler. Il manager ha descritto la Serbia come «il luogo ideale dove investire». «La fabbrica di Kragujevac - ha aggiunto - il mese scorso ha cominciato l’attività di export, inviando le prime 250 auto in Egitto e Marocco».
(Fonte: www.ilgiornale.it - 26/5/2010)
martedì 25 maggio 2010
VW (qualità tedesca) + Giugiaro (stile italiano) = "game over"? (per gli altri)
Buongiorno a tutti e benvenuti. Come probabilmente avrete intuito, questo è un giorno epocale per me, per Fabrizio e per tutta la nostra azienda. Sono passati 42 anni da quanto fondai la SIRP, un piccolo studio di design e progettazione che poi diventerà l’attuale Italdesign. Steve Jobs, CEO di Apple, in un suo discorso all’università di Stanford, dice che “non si possono unire i punti della propria vita guardando al futuro ma solo guardando al passato”. Bene, se mi volto indietro e guardo a Italdesign non posso non pensare ad un figlio che è cresciuto ed è diventato grande attraversando questi 4 decenni, passando da un piccolo ufficio in cui lavoravano poche persone ad una grande realtà industriale in grado di dialogare con tutte le grandi aziende del mondo. In questi anni siamo stati in grado di mettere a punto un metodo di lavoro integrato e fortemente specializzato in ogni settore, dallo stile all’ingegneria, dalla modelleria alla prototipazione. L’alto livello di qualità e professionalità raggiunto in ognuno dei servizi che abbiamo offerto al mondo dell’automobile ci ha consentito di essere presi in grande considerazione da un grande gruppo come Volkswagen, che ritengo il numero uno al mondo. Da oggi Italdesign entra a far parte della grande famiglia Volkswagen. Oggi si completa un rapporto che dura dall’inizio degli anni ’70 quando venni chiamato per disegnare la Golf. Quell’auto segnò un nuovo inizio per la casa di Wolfsburg. Questo giorno segna un nuovo inizio per Italdesign, a cui guardiamo con serenità e fiducia. Grazie a tutti. Giorgetto Giugiaro
In qualunque modo si provi a leggerlo, l'acquisto della Italdesign da parte della Volkswagen è una sconfitta per l'industria italiana dell'auto. Non lo è certo per il made in Italy, per il prestigio, la forza e le idee del design firmato Giugiaro. I suoi modelli continueranno a nascere e sedurre come hanno fatto finora. Avranno però il marchio tedesco della Volkswagen, il più importante d'Europa ed entro pochi anni anche dell'intero pianeta. Non ci sarà infatti spazio per nessun altro, sarà un lavoro in esclusiva, l'ha detto Giugiaro e l'ha ripetuto Martin Winterkorn, numero 1 della casa di Wolfsburg, sceso per l'occasione a Moncalieri, nella sede torinese del designer italiano. Anzi sarà proprio questo valore aggiunto, questo stile unico al mondo ad aiutare il gruppo a scalare la classifica mondiale. "Un partner perfetto", l'ha definito Winterkorn, "una tappa fondamentale per il nostro percorso di crescita". Quanto abbia speso la casa tedesca per acquistare il 90,1 per cento di Italdesign non è stato comunicato ma tutti si sono prodigati a descrivere l'ottimo stato di salute del gruppo di Moncalieri e nessuna necessità di quest'ultimo di trovare un nuovo acquirente. Dunque al di là di una storia di una collaborazione che risale agli anni Settanta con la Golf, si può facilmente intuire che la scelta di Giugiaro ha ben altre motivazioni. E' stata dettata anche e soprattutto dall'aver constatato che si trattava davvero di una colossale opportunità. Tanti soldi per l'acquisto della quota di maggioranza, molto lavoro fin da subito e una certezza per il futuro dell'azienda. L'industria italiana avrebbe potuto garantire altrettanto? Qualcuno si è posto il problema? Non sono pochi modelli italiani usciti dalla sua matita. A ricordarli tutti si corre il rischio di scrivere la storia dell'auto: dall'Alfasud alla Uno, dalla Panda alla Punto, dalla Delta alla 159 fino alla nuova Croma. Modelli che rimarranno nella storia dell'auto del nostro paese a cui però non se ne aggiungerà più nessun altro. I prossimi, infatti, saranno tutti targati Volkswagen. Un peccato per la nostra industria, una fortuna per quella tedesca.
(Fonte: www.repubblica.it - 25/05/2010)
lunedì 24 maggio 2010
Prime ipotesi di stile sulla monovolume Fiat che sostituirà Idea e Multipla
All’inizio del 2012 è previsto il lancio di una nuova compatta Fiat: sarà la monovolume destinata a prendere il posto dell’Idea, alla quale si avvicinerà come dimensioni, attorno ai 4 metri. È destinata però a sostituire anche l’altra MPV Fiat, la Multipla, che, dopo molte incertezze sul suo futuro, uscirà di produzione senza essere sostituita da un nuovo modello, “uccisa” da scelte stilistiche discutibili, nonostante la validità tecnica e la razionalità del concetto dei posti 3+3. La nuova MPV avrà un’abitabilità per 5 o, in alternativa, 7 persone. In comune con la nuova Panda dovrebbe avere il "family feeling", ispirato dalle linee del frontale della 500. Questo modello, che sarà prodotto a Mirafiori, potrebbe in futuro sbarcare negli Stati Uniti, con un marchio del Gruppo Chrysler, forse con la trazione integrale.
(Fonte: www.auto.it - 20/5/2010)
venerdì 21 maggio 2010
Marchionne presenta a Detroit la nuova Grand Cherokee, primo modello di Fiat-Chrysler (o ultimo di Daimler-Chrysler?)
«Purtroppo tutto ciò è inimmaginabile in Italia». Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat-Chrysler, è stato accolto a Detroit a suon di applausi. Non dei manager, ma degli operai dello stabilimento in cui viene prodotta la nuova Jeep Grand Cherokee. Alla domanda se la situazione del mercato automobilistico U.S.A., e di Chrysler in particolare, possa essere paragonata a quella italiana, Marchionne ha risposto così: «Ma avete visto che reazione abbiamo avuto oggi? Purtroppo tutto ciò è inimmaginabile in Italia». L'occasione era la presentazione della nuova Grand Cherokee: «È il segno della rinascita di Chrysler - ha detto Marchionne -, rappresenta il meglio: la direzione verso cui stiamo andando nel produrre alta qualità, veicoli a tecnologia avanzata». L'auto sarà sul mercato americano da giugno al prezzo di 30.995 dollari (la Laredo 4x2) e 32.995 dollari (la Laredo 4x4), circa 500 dollari meno del modello attualmente in circolazione. Marchionne ha annunciato che Chrysler tornerà in Borsa, «probabilmente nel 2011». Ha poi precisato di preferire che sia il gruppo General Motors a farsi avanti per primo. Alla presentazione della Grand Cherokee erano presenti, oltre al sindaco di Detroit Dave Bing, tre rappresentanti del mondo politico americano: la governatrice del Michigan Jennifer Granholm e le parlamentari Debbie Stabenow e Carolyn Cheeks Kilpatrick.
(Fonte: www.corriere.it - 21/5/2010)
giovedì 20 maggio 2010
Fiat conferma ufficialmente l'avvio dell'integrazione della rete di vendita Lancia-Chrysler in Europa
Nell’ambito del processo di integrazione delle attività di distribuzione di Fiat Group Automobiles e del Gruppo Chrysler, avviato nello scorso aprile, si procederà nel mese di maggio ad avviare la riorganizzazione ed integrazione delle reti di vendita dei prodotti a marchio Chrysler e Lancia. Tale operazione, diretta a realizzare significative sinergie in tale ambito sfruttando appieno le potenzialità dei due network, costituisce un ulteriore passo verso l’implementazione di una struttura commerciale più efficiente e di elevato livello qualitativo per la distribuzione della nuova gamma di prodotti, ricambi e correlati servizi di assistenza. La nuova struttura distributiva sarà identificata in tutti i paesi europei dal marchio Lancia, eccezion fatta per la Gran Bretagna, dove Lancia non è attualmente presente e verrà pertanto mantenuto il marchio Chrysler. L’integrazione permetterà di dar vita ad una nuova rete di distribuzione con più di 1.000 punti di vendita in Europa al 2014, ai quali verrà affidato un nuovo mandato. Allo stesso tempo FGA Capital ha già preso in carico la prestazione di servizi finanziari ai distributori di prodotti Chrysler, Jeep e Dodge in Europa.
(Fonte: www.fiatgroup.com - 20/5/2010)
mercoledì 19 maggio 2010
Marchionne muove le pedine per la nuova era Agnelli
Aprile è il mese più crudele: l’incipit della Terra desolata di T.S. Eliot è un classico nel wikiquote del giornalista, ma questa volta la citazione è quanto mai appropriata. Aprile è stato davvero crudele per la Fiat. La produzione è caduta del 27%, un tonfo notevole. La spiegazione è semplice: sono finiti gli incentivi statali. Sergio Marchionne lo sapeva e non si può dire che non avesse avvertito tutti, dal governo ai sindacati. Tuttavia, la casa italiana è andata peggio delle sue concorrenti europee: Volkswagen è scesa del 7%, Ford del 12%, GM Europe del 19% così come Toyota, mentre le francesi, Renault e Psa, sono addirittura cresciute sia pur di poco. Dunque, l’addio agli aiuti ha pesato in modo determinante, ma all’interno di una debolezza che resta ancora strutturale. L’amministratore delegato lo sa e sta accelerando l’operazione americana. Magari in attesa che nel Vecchio continente salti fuori la buona occasione per chiudere il triangolo delle alleanze. Alla Chrysler le cose procedono meglio del previsto. Venerdì Marchionne inaugurerà una nuova linea di produzione della jeep Grand Cherokee a Jefferson North. Vuol essere il calcio d’inizio in una partita destinata a rivoluzionare l’intera gamma, con un’integrazione produttiva tra Fiat e Chrysler molto più intensa del previsto. Il piano strategico lo dice, ma per capirlo davvero bisogna andare a Detroit e guardare dentro gli impianti americani. Tra Lancia e Chrysler la fusione è di fatto avvenuta. I due brand verranno usati indifferentemente a seconda dei mercati, tanto che nel Regno Unito e in Irlanda, paesi abbandonati da Lancia, le vetture saranno vendute come Chrysler. Ma il processo andrà avanti in tutta la gamma delle due case. Le Fiat dalla Serbia saranno importate negli Usa con l’etichetta Chrysler, un nuovo Suv Alfa verrà costruito negli States insieme ai veicolo che rimpiazzerà la Jeep Patriot. Nel 2013 Mirafiori produrrà una berlina Chrysler e l’anno dopo la Dodge uscirà dalle linee di Cassino. Dalle fabbriche americane, invece, già nel 2012 dovrebbe scaturire la 500 elettrica. L’elenco è lungo, la filosofia sempre la stessa: semplificare, ridurre le piattaforme e sfruttarle al massimo per modelli che condividono lo stesso chassis. La razionalizzazione ha già funzionato: gestione del magazzino e delle scorte, strutture amministrative, prezzi, riorganizzazione del lavoro a cominciare dal management. Il rimbalzo è cominciato in febbraio, spiega Automotive News, e aprile si è chiuso con un 25% in più di vendite, l’aumento maggiore da cinque anni a questa parte. Nel primo trimestre il gruppo ha registrato un utile operativo e ha cominciato a restituire al Tesoro una prima tranche dei soldi prestati da Bush nell’autunno 2008. A questo punto, il consiglio di amministrazione è orientato ad anticipare il ritorno in borsa, cercando di battere sul tempo General Motors che sembra avere meno fretta di ricollocare sul mercato le proprie azioni. Per Chrysler, rientrare a Wall Street è più urgente, anche perché coincide logicamente con il break-up Fiat. Gli eredi Agnelli sono pronti. La settimana scorsa è avvenuto il riassetto dell’accomandita che ha consolidato la guida della proprietà dispersa tra i cento membri della famiglia. Al comando c’è, ormai capo incontrastato, John Elkann che guida anche Exor, la holding dove è custodito il 30 e passa per cento di Fiat e presiede l’intero gruppo industriale. Nella sapaz è entrato Andrea Agnelli insieme a Maria Sole e Luigi Ferrero di Ventimiglia, nipote di Clara Nasi. Mai negli ultimi dieci anni era stata data una tale immagine di stabilità dinastica. Premessa ideale per il cambiamento. Che dire? Good bye e good luck. Si chiude un secolo nel corso del quale la Fiat è stata l’industria di sistema, privata eppure così strettamente intrecciata con il pubblico, odiata e amata dalla politica che gli Agnelli stessi (e i loro grandi manager da Valletta a Romiti) hanno odiato e amato, allacciando un’ambigua relazione fatta di scambi a tutti i livelli. Ha coinvolto i giornali come i lavoratori, i sindacati e i partiti (basti ricordare la Uil oppure Valletta, Saragat e la nascita del Psdi, esempi stranoti), gli affari interni (la diga anticomunista e il piano Marshall del quale la Fiat ha preso una fetta tra le più consistenti) e gli affari esteri (l’asse americano, ma anche l’Unione Sovietica fin dai tempi di Stalin o la Libia di Gheddafi). Quella Fiat non c’è più. La storia ha chiuso la saracinesca e Marchionne ha cominciato la traversata verso un’altra sponda. Non tutta la secolare matassa è stata sbrogliata. Tra i fili più sensibili sul piano sistemico c’è la proprietà del Corriere della Sera (a parte i gioiellini di famiglia come Stampa o Juventus). Se il percorso avviato è quello che si dice, allora coerenza vorrebbe che Rcs uscisse dal perimetro Fiat per entrare tra le partecipazioni Exor. Perché mai gli azionisti di un’azienda che produce scavatrici, bus e macchine varie dovrebbero pagare per i giornali? Il riassetto del più grande gruppo privato italiano in vista di una rinascita in chiave multinazionale, dovrebbe essere l’occasione per rompere i lacci e i lacciuoli che fanno dell’Italia il paese in cui il conflitto di interessi è regola.
(Fonte: www.ilsussidiario.net - 19/5/2010)
martedì 18 maggio 2010
Primi risultati della "cura Marchionne": Chrysler restituisce 1,9 miliardi di dollari al Tesoro U.S.A.
Chrysler Holding ha restituito al Tesoro americano 1,9 miliardi di dollari. Lo ha comunicato ai mercati il Dipartimento guidato da Timothy geithner sottolineando che la cifra rimborsata è "decisamente superiore" delle attese. Sono i primi risultati ottenuti da Sergio Marchionne da quando con la Fiat ha assunto il controllo del gruppo di Detroit. Pochi giorni fa lo stesso Marchionne, presentando i dati trimestrali della Chrysler, aveva detto che ottimisticamente il ritorno in Borsa dell'azienda americana avrebbe anche potuto essere anticipato. I dati che arrivano dalle vendite auto in America sono migliori di quanto i manager avevano previsto. Il pagamento fa sì che la vecchia Chrysler e Chrysler Financial non abbiano più obblighi con l'amministrazione americana nell'ambito del Tarp, il piano salva finanza da 700 miliardi di dollari. La nuova Chrysler, quella che ha preso vita dopo la bancarotta e con l'alleanza con Fiat, deve al governo americano 7,1 miliardi di dollari. Dei 14,3 miliardi di dollari - ricorda il Tesoro in una nota - concessi a a Chrysler dalla fine del 2008, l'amministrazione ne ha ricevuti indietro 3,9 miliardi. Il prestito da 4 miliardi di dollari, a cui si riferisce il rimborso odierno "era stato originariamente stanziato il 2 gennaio 2009 a Chrysler Holding, la casa madre della vecchia Chrysler. Il prestito era andato in default quando la vecchia Chrysler ha fatto ricorso alla bancarotta. A Chrysler Holding facevano capo sia Chrysler Financial sia 'Old Chrysler'. Il Tesoro non si attendeva di recuperare nulla su tale prestito. Separatamente da questo finanziamento e dal suo rimborso - aggiunge il Dipartimento guidato da Timothy Geithner -, nel gennaio 2009 il Tesoro ha concesso un prestito da 1,5 miliardi di dollari a Chrysler Financial, prestito che è stato interamente rimborsato con gli interessi nel luglio 2009".
(Fonte: www.tgcom.mediaset.it - 17/5/2010)
lunedì 17 maggio 2010
Retroscena: a febbraio Marchionne ha stoppato il pick-up Ram-Hyundai
Sergio Marchionne ha rifiutato nel febbraio scorso una collaborazione tra Ram e Hyundai per lo sviluppo di un pick up del gruppo Coreano. Il brand Ram è stato individuato da Hyundai come partner strategico e tecnico per aggredire il mercato con un pick-up, ma l’Amministratore Delegato Chrysler aveva rifiutato la collaborazione, motivandola con la necessità di dare assoluta priorità agli altri progetti in corso. Hyundai vorrebbe tentare di fare breccia in un settore dove già Toyota e Nissan hanno “fallito”, dal momento che lo strapotere dei prodotti Made in U.S.A. non è mai stato messo in discussione in termini di vendite. Hyundai e Chrysler hanno già collaborato per una fabbrica di propulsori in Michigan, ma l’accordo si è concluso con l’arrivo del gruppo Fiat: secondo gli analisti l’ipotesi di un pick up Hyundai con meccanica americana non è ancora tramontata, ed ambedue i colossi industriali potrebbero trarre vantaggi con questa operazione.
(Fonte: http://in.reuters.com - 12/5/2010)
venerdì 14 maggio 2010
Uma Thurman star dello spot Alfa Romeo: «Io sono Giulietta»
«Io sono Giulietta», sussurra Uma Thurman. L’attrice americana è stata scelta da François Olivier, responsabile marketing Fiat Group e Chrysler Group, come testimonial della nuova Alfa Romeo. «Uma è perfetta per dare corpo al cocktail di eleganza, tecnologia e grinta che caratterizza la Giulietta. In francese - dice Olivier - definirei la Giulietta "une beauté guerrière"...». E Uma si è riconosciuta nelle qualità di Giulietta. Ama l’'Italia, adora il made in Italy e ha compreso quanto l’essenza del marchio Alfa sia vicino al suo mondo. Girato a New York per permettere all’attrice di esprimersi nel suo contesto quotidiano, lo spot è stato influenzato dallo stile Tarantino, il regista che ha valorizzato Uma. La città si è rivelata il luogo ideale per raccontare la Giulietta. «Tutto trasuda urbanità e voglia di vivere - dice Olivier -, si respirano esperienze e storie incredibili». Le immagini trasmettono un crescendo di sensazioni, colori ed emozioni. La musica è stata scritta dallo stesso Olivier e da Flavio Ibba, maestro italiano delle colonne pubblicitarie, durante un weekend di blocco del traffico aereo: «Abbiamo cercato di toccare le corde nel profondo - sottolinea il manager - per far venire la pelle d’oca». Lo spot si chiude con una citazione di Shakespeare: siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni. «La Giulietta - dice Olivier - è l’auto dei sogni, non potevamo considerarla solo design e tecnologia. L’Alfa comunica il proprio cuore: senza cuore sarebbe solo una macchina, invece la Giulietta è passione, visione ingegneristica e motoristica all’avanguardia».
(Fonte: http://motori.corriere.it - 10/5/2010)
giovedì 13 maggio 2010
Marchionne sale al piano alto di Exor
La riunione di venerdì della Giovanni Agnelli & C., la cassaforte del gruppo Fiat, si svolgerà a Torino nella palazzina storica della Fiat, come a testimoniare il rinnovato stretto legame tra famiglia e azienda. Un legame che da ieri cresce anche sul mercato, con l’ingresso di Sergio Marchionne nel cda e nel comitato strategico della Fiat. Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato e seconda azionista della Giovanni Agnelli & C. con quasi il 13% cento, aveva detto che auspicava un ingresso di Marchionne nella «Sapaz», apprezzandone il lavoro svolto e il colpo su Chrysler. Ma il nipote John Elkann, fresco presidente Fiat, l’aveva escluso, per tenere la Sapaz in ambito familiare. Ecco però che Marchionne entra in Exor, la holding che detiene il pacchetto del 30% di Fiat. Il manager conosce bene le realtà dove la holding vuole investire (finanza, industria, servizi) e i Paesi nel mirino degli Agnelli (India, Cina, U.S.A.). Comunque si tratta di un segnale del rapporto sempre più stretto tra Marchionne ed Elkann. «Oltre la conoscenza diretta di molti nostri investimenti, Sergio possiede un’esperienza maturata in molteplici settori e aree geografiche. Dove noi intendiamo investire e crescere» - ha spiegato Elkann. Mentre la famiglia stringerà sull’accomandita con due passaggi: l’ingresso di Andrea Agnelli, figlio di Umberto, e un maggior peso per i soci accomandatari della «Sapaz». Di certo dopo l’annuncio di ieri dovrà ricredersi chi nutriva anche solo qualche dubbio sul fatto che la fase cominciata con la presentazione del piano Fiat, segnato dal progetto di scorporo in due società, potesse significare una forma di «disimpegno» della famiglia Agnelli dal fronte dell’auto. Marchionne è stato cooptato al posto di Antonio Maria Marocco, consigliere dimissionario. «Sono molto felice di Sergio Marchionne nel consiglio e nel comitato strategico di Exor», ha spiegato Elkann: «Ora che Fiat ha lanciato un nuovo e ambizioso piano di sviluppo, ritengo sia venuto il momento di chiedergli di entrare nel consiglio di Exor. I risultati che Sergio ha saputo raggiungere nella sua carriera - ha aggiunto - sono il frutto di straordinarie capacità professionali unite a un approccio imprenditoriale di grande valore». E il primo dato che vede insieme Sergio e Jaki è già positivo, anche se si deve ai primi tre mesi del 2010: il Gruppo Exor torna infatti all’utile con un consolidato di 31,7 milioni di euro. Cresce anche il valore netto del gruppo (Nav), che è pari a 5.818 milioni, con un incremento di 2.850 milioni rispetto al dato di 2.968 milioni al primo marzo 2009, data di efficacia della fusione con Ifil. Per l’esercizio 2010, Exor prevede un risultato positivo. A livello consolidato, inoltre, l’esercizio 2010 dovrebbe evidenziare un miglioramento dei risultati economici. La variazione positiva dell’utile del Gruppo Exor, relativo al primo trimestre 2010, ammonta a 184,5 milioni. Il cda ha anche approvato l’avvio di un programma di acquisto di azioni proprie finalizzato al servizio dell’attuale piano di stock option Exor che durerà fino al 29 ottobre 2011 e prevede un esborso massimo di 50 milioni di euro. Avrà per oggetto azioni Exor ordinarie, privilegiate e di risparmio.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 12/3/2010)
mercoledì 12 maggio 2010
Chrysler: entro il 2014 accordo con Guangzhou per produrre in Cina
Guangzhou Auto, costruttore cinese con cui Fiat ha siglato un’intesa alla fine dell’anno scorso seguendo l’esempio di Toyota e Honda, potrebbe presto ampliare la propria collaborazione con la casa torinese fino ad includere Chrysler. I cinesi potrebbero dunque iniziare a produrre negli anni prossimi anche i modelli americani destinati al mercato locale. La produzione Chrysler potrebbe avere luogo nella fabbrica di Changsha, la stessa dove nasceranno i modelli Fiat. L’annuncio ufficiale, con tutti i dettagli dell’operazione dovrebbe comunque arrivare a breve. In precedenza, prima dell’accordo con Fiat, Chrysler aveva un accordo con Beijing Auto per la distribuzione dei modelli Sebring e 300 C, nonché di prodotti marchiati Dodge e Jeep in Cina. Dalla “scadenza” di quest’alleanza, Chrysler era alla ricerca di un nuovo partner nel paese. La mossa in questione, non deve in ogni caso sorprendere: nel piano industriale presentato nelle settimane scorse, Fiat aveva parlato chiaramente dell’obiettivo di produrre 300.000 auto l’anno entro il 2014 in Cina. E anche i modelli americani rientravano in questo conteggio. Un’ultima curiosità: il primo costruttore occidentale ad entrare in Cina fu l’americana AMC, che sbarcò nella nazione nel 1984, tre anni prima di essere acquistata proprio da Chrysler. Corsi e ricorsi storici...
(Fonte: www.chinacartimes.com - 11/5/2010)
martedì 11 maggio 2010
Marchionne: la prima Chrysler su base Fiat arriverà prima del 2012
La prima Chrysler a sfruttare una base tecnica Fiat arriverà con ogni probabilità prima del 2012. Il modello in questione utilizzerà la piattaforma Compact di Torino ed il suo miglioramento rispetto all’attuale produzione del marchio americano sarà sostanziale per quanto riguarda la riduzione dei consumi e delle emissioni. La gamma delle Chrysler compatte, secondo quanto dichiarato recentemente da Sergio Marchionne, debutterà sul mercato nel quarto trimestre 2011: “Abbiamo condotto lunghi test sui primi veicoli, per quanto riguarda il design siamo al 98% nella definizione dello stile finale e continueremo a spingere per arrivare presto sui mercati” ha dichiarato il manager ad Automotive News. Questa prima Chrysler su pianale Fiat dovrebbe essere una berlina tre volumi - di segmento C per capirci - che potrebbe essere seguita da una variante a due volumi la quale dovrebbe assomigliare a sua volta alla “Chrysler Delta” presentata al Salone di Detroit di gennaio, anche se non sappiamo in quale misura. Non mancano poi novità sul fronte finanziario. Nello stesso contesto infatti, Marchionne ha anticipato la possibilità di una IPO a Wall Street per quanto riguarda Chrysler: la casa americana ha messo a segno un profitto operativo per 143 milioni di dollari nel primo trimestre 2010 e potrebbe presto tornare ad essere quotata sulla borsa americana. “Si tratta di una questione che il cda analizzerà con molta attenzione per il resto del 2010" ha dichiarato l’ad. “Il fatto che abbiamo raggiunto questi positivi suggerisce che ci sono basi sempre più solide per un rilancio in borsa in tempi più corti del previsto”.
(Fonte: www.autonews.com - 10/5/2010)
lunedì 10 maggio 2010
Marchionne: Chrysler meglio del previsto negli U.S.A.
Chrysler va meglio del previsto e se continuerà così potrebbe superare gli obiettivi fissati. Oltre a poter ritornare privata prima del previsto. Sergio Marchionne, amministratore delegato della casa americana e di Fiat, resta comunque «cauto: non cambieremo» le stime «fino alla fine di settembre» afferma durante la conference call convocata da Chrysler per illustrare i risultati del primo trimestre, presentati ufficialmente lo scorso aprile. Dall’andamento di Chrysler e della performance dell’economia dipenderà anche la tabella di marcia per il ritorno in Borsa del costruttore statunitense. L’ipo - ribadisce Marchionne - resta una priorità: «Lo faremo al momento giusto». Un miglioramento di Chrysler più forte del previsto potrebbe comunque velocizzare la quotazione. «Il primo trimestre è stato incredibilmente buono. I dati sono incoraggianti» commenta l’amministratore delegato di Chrysler, precisando che la buona notizia è che «l’industria ha ormai toccato il fondo». Chrysler ha chiuso il primo trimestre 2010 con un utile operativo di 143 milioni di dollari e un flusso di cassa positivo di 1.490 milioni di dollari. I ricavi sono aumentati a 9.687 milioni di dollari, in rialzo del 3% dai 9.434 milioni del quarto trimestre del 2009. L’ebitda modificato è stato pari a 787 milioni di dollari (pari all’8,1% dei ricavi), mentre la perdita netta si è significativamente ridotta a 197 milioni di dollari. La liquidità al 31 marzo 2010 si è rafforzata a 7.367 milioni di dollari grazie al cash flow di 1.490 milioni nel trimestre, portando la liquidità totale disponibile a 9,8 miliardi di dollari. Confermando il break-even o il profitto operativo nel 2010, Chrysler osserva come nei primi tre mesi dell’anno «le vendite americane sono aumentate mese su mese con la quota di mercato in aumento di 100 punti base dal quarto trimestre 2009 al 9,1% per il primo trimestre 2010. Le vendite a livello mondiale sono salite rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno spinte dal marchio Jeep (+14%) e da Ram (+10%)». Con la ripresa economica e l’arrivo di nuovi modelli le vendite potrebbero rafforzarsi ulteriormente: Chrysler introdurrà in giugno la nuova Jeep Grand Cherokee, la cui produzione è stata avviata lo scorso fine settimana. Per l’intero 2010 Chrysler prevede vendite per 1,6-1,7 milioni di veicoli a livello globale, con ricavi per 40-45 miliardi di dollari. Chrysler prevede il raggiungimento del break-even o un utile operativo di 200 milioni di dollari. «Lavoro duramente per centrare» gli obiettivi, spiega Marchionne rispondendo alle domande degli analisti. I primi 10 mesi alla Chrysler sono stati una «grande esperienza: i prodotti e la distribuzione sono e restano la priorità». A contribuire al miglioramento della performance di Chrysler è stata anche la riduzione degli incentivi di circa 1.500 dollari a veicolo. Nel primo trimestre infatti Chrysler ha speso circa 3.500 dollari in sconti e finanziamenti agevolati, meno dei 5.000 a veicolo dello stesso periodo dello scorso anno.
(Fonte: www.lastampa.it - 10/5/2010)
venerdì 7 maggio 2010
Regno Unito: marchio Fiat a +58% ad aprile (+46% nel primo quadrimestre)
A fronte di un mercato in crescita ad aprile dell'11,48% a/a a 148.793 unità, il brand Fiat ha venduto nel Regno Unito 4.020 autovetture, registrando così un incremento del 57,77% rispetto all'analogo mese del 2008. La quota di mercato del brand torinese, si legge nelle tabelle della SMMT (Society of Motor Manufacturers and Traders), sale dall'1,91% di aprile 2009 al 2,70% del mese passato. Da inizio anno il marchio principale del Lingotto ha venduto oltremanica 20.453 autovetture (+46% a/a) per una quota di mercato in crescita dal 2,28% dei primi 4 mesi del 2009 al 2,69%. Per quanto riguarda gli altri brand del gruppo torinese presenti nel Regno Unito, l'Alfa Romeo ha immatricolato nel mese scorso 584 autovetture (-14,87%) per una quota dello 0,39% (0,51% ad aprile 2009) mentre nel quadrimestre le autovetture del Biscione immatricolate sono pari a 2.546 unità (+10,99% a/a) per una quota in calo dallo 0,37% allo 0,33%. Abarth ha immatricolato 135 unità ad aprile per una quota dello 0,09% (0,07% ad aprile 2009), mentre nel cumulato annuo sono state 523 le Abarth immatricolate (+28,19%) per una quota invariata allo 0,07%.
Il gruppo Chrysler, partecipato dalla Fiat con il 20% del capitale, ha registrato a febbraio 128 autovetture (-27,27%) dell'omonimo marchio per una quota dello 0,09% (0,13% ad aprile 2009), 100 (-63,77%) a marchio Dodge per una quota dello 0,07% (0,21%) e 107 a marchio Jeep (-50,23%) per una quota dello 0,07% (0,16%). Nel quadrimestre le immatricolazioni Chrysler sono pari a 526 unità (-27,35%) per una quota dello 0,07% (0,12% a gennaio-aprile 2009), quelle Dodge a 320 (-41,28%) per una quota dello 0,04% (0,09%) e quelle Jeep a 925 (+51,14%) per una quota dello 0,12% (0,10%).
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 7/5/2010)
giovedì 6 maggio 2010
Chrysler: in settimana 11 udienze per l'arbitrato con i concessionari
La procedura di arbitrato che contrappone il gruppo Chrysler e alcuni suoi vecchi concessionari vedrà lo svolgimento nella settimana in corso di 11 udienze in diversi Stati U.S.A., seguite nella prossima da altre 50. Al momento, secondo la Dow Jones Newswires, sono meno di 50 i concessionari che puntano all'arbitrato per riaprire i punti vendita dopo che la società controllata dalla Fiat ha intensificato i suoi sforzi per raggiungere nuovi accordi con i 789 rivenditori chiusi l'anno scorso nell'ambito dell'amministrazione controllata avviata in seguito agli accordi tra il Lingotto e l'amministrazione Obama. Attualmente sono circa 250 i concessionari coinvolti nelle procedure di arbitrato aperte, mentre originariamente erano 418 e Chrysler ha continuato a lavorare per ridurne il numero. I rivenditori, irritati dalla decisione della Chrysler di chiudere i loro punti vendita, si sono rivolti in molti casi ai politici locali che a loro volta hanno autorizzato le udienze. Tra l'altro, quei rivenditori che vincono le rispettive udienze ricevono una lettera di intenti dalla Chrysler anche se molti non soddisfano i criteri della società sulle caratteristiche delle concessionarie. Finora Chrysler ha vinto tre dei quattro arbitrati già conclusi e ha anche depositato delle mozioni per bloccare delle leggi dell'Illinois, del Maine e dell'Oregon che impongono alla casa automobilistica di rimborsare i rivenditori chiusi nel caso di apertura di nuovi punti vendita nello stesso Stato. Il Nord Carolina ha deciso lo scorso mese di abbandonare la strada di imporre una legge dello stesso genere.
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 5/5/2010)
mercoledì 5 maggio 2010
La nuova Fiat Uno anticipa molte soluzioni della Panda 2011
Nasce per il Brasile, primo mercato mondiale per il Gruppo Fiat, ma interessa anche gli europei. Sì, perché la nuova Uno, in vendita in questi giorni nel Paese, anticipa molte soluzioni, soprattutto stilistiche, della prossima generazione della Panda, prevista per il 2011. In Brasile, la nuova Uno affiancherà la Uno Mille, versione aggiornata della sempreverde utilitaria degli anni 80. La nuova Uno, anzi, il "Novo Uno", come viene chiamata Oltreoceano, è lunga tre metri e 77, una via di mezzo fra una Panda e una Grande Punto. Larga 1,66 metri e alta 1,55, è leggerissima - pesa sui 900 kg - probabilmente perché le versioni base, quelle che appaiono nelle schede tecniche, è sprovvista di quasi tutto quello che consideriamo essenziale sulle auto moderne, dal servosterzo all'Abs, dagli airbag al condizionatore. Disegnata dai centri stile sudamericano e italiano, la nuova Uno riprende le forme squadrate del nuovo modello e alcuni stilemi della storia Fiat, come per esempio la calandra con le feritoie della della vecchia Panda del 1980. L'abitacolo, che può ospitare cinque persone, è caratterizzato da una certa semplicità nelle linee. Anche la nuova Uno ha una versione "simil-Suv", un genere molto apprezzato in Brasile: si chiama Uno Way, è più alta da terra, ha fascioni paracolpi neri e barre sul tetto ma non la trazione integrale. Due i motori disponibili per la nuova Uno, entrambi a quattro cilindri 8V con possibilità di doppia alimentazione benzina e alcol, come si usa in Brasile: sono il Fire 1.0 Evo da 73 CV e il Fire 1.4 Evo da 85 CV. Entrambi sono abbinati a un cambio manuale a cinque marce. Secondo il costruttore, la nuova Uno dovrebbe percorrere fra i 14 e i 20 km con un litro di benzina. Per quanto la Fiat proponga la nuova Uno come l'erede ideale del vecchio, spartano e resistente modello, è chiaro che l'ultima arrivata strizza l'occhio a un pubblico più giovane e modaiolo. Lo testimoniano le tante possibilità di personalizzazione, le decalcomanie, i colori vivaci della carrozzeria e soprattutto i prezzi, decisamente alti rispetto a quelli della Uno Mille. Il modello base, la Vivace 1.0, costa 27.350 Real, quasi 12.000 euro, ma si può arrivare ai 31.870 Real (poco meno di 14.000 euro) per la Way 1.4.
(Fonte: www.quattroruote.it - 5/5/2010)
martedì 4 maggio 2010
Marchionne: nel 2012 esordirà la "baby-Quattroporte"
Il Gruppo Fiat, nella persona dell’amministratore delegato Sergio Marchionne, ha annunciato che nel 2012 sarà lanciata, con marchio Maserati, la versione “baby” della Quattroporte. Il prezzo di listino della Maserati Quattroporte dovrebbe aggirarsi sui 55mila euro ed andrà ad inserirsi nella fascia di mercato dove si trovano vetture come la Bmw Serie 5 e la Mercedes Classe E, ovvero nel segmento E. Sotto il cofano della piccola Quattroporte pulserà un 3.6 V6 Pentastar che vedremo anche sulla nuova Jeep Grand Cherokee, e probabilmente sarà introdotta anche la tecnologia MultiAir, che ultimamente ha debuttato anche sull’Alfa Romeo Giulietta e sulla Mito. La Maserati "baby-Quattroporte" con tutta probabilità sfrutterà piattaforme americane, anche se l’assemblamento avverrà in stabilimenti italiani. Esteticamente sarà molto aggressiva, con linee decisamente rigide che aggrediranno l’asfalto. L’obiettivo di Maserati è quello di entrare prepotentemente nella fetta di mercato riservata alle grandi berline di lusso, così da riportare l’Italia ai vertici del settore industriale che è stato ormai monopolizzato dalle case automobilistiche tedesche.
(Fonte: www.automobili10.it - 4/5/2010)
lunedì 3 maggio 2010
Chrysler Group: ad aprile vendite a +25% in U.S.A. e +35% in Canada
Chrysler Group, casa automobilistica controllata da Fiat, ha registrato nel mese di aprile una crescita delle vendite negli U.S.A. del 25% rispetto all'analogo mese del 2009, il miglior incremento percentuale negli ultimi 5 anni, con 95.703 autoveicoli venduti contro le 76.682 di aprile 2009. Rispetto a marzo, informa una nota, la crescita è pari al 3%, mentre nel cumulato annuo l'incremento è pari al 2% con 329.918 autoveicoli venduti. La casa di Auburn Hills ha concluso aprile con in magazzino 196.614 unità (-42% su aprile 2009), pari ad una capacità di fornitura di 53 giorni. Complessivamente le proiezioni del mercato U.S.A. danno una stima di 11,5 mln di autoveicoli venduti nel 2010. Quanto ai vari brand, Chrysler ha registrato 22.386 autoveicoli venduti (+61% a/a) nel mese e 69.534 da inizio anno (+17%) e Jeep ha visto ad aprile vendite stabili a 19.645 unità (19.670 ad aprile 2009) ed in crescita dell'1% a 83.092 nei primi 4 mesi. Il marchio Dodge ha segnato un incremento del 61% a 38.795 unità ad aprile (+61%) e del 9% a 121.229 nel quadrimestre, mentre Ram risulta in flessione del 22% a 14.877 unità nel mese e del 21% a 56.063 unità nel cumulato annuo. Complessivamente le vendite di auto interessano 30.527 unità ad aprile (+96% a/a) e 94.187 nel quadrimestre (+28%), mentre i Truck sono rispettivamente 65.176 (+7%) e 235.731 (-6%).
Chrysler Canada ha registrato ad aprile il suo miglior risultato dal giugno 2008 grazie ad un incremento delle vendite del 35% a/a a 20.630 unità. Nel 1° quadrimestre, precisa una nota della filiale del gruppo statunitense controllato dalla Fiat, le vendite si sono attestate a 66.085 unità, con un incremento del 21% rispetto all'analogo periodo del 2009.
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 3/5/2010)
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