giovedì 14 aprile 2011

Fiat, parte la corsa contro il tempo per arrivare al 51% di Chrysler


Il raggiungimento del 30 per cento di Chrysler è arrivato con due mesi di anticipo sulla tabella di marcia di Sergio Marchionne. L'ad del Lingotto aveva infatti previsto, non più di dieci giorni fa, che si sarebbe arrivati a questo punto "entro trenta-sessanta giorni al massimo". L'accelerazione è solo uno di quei colpi di teatro che servono a impressionare positivamente i mercati o ha anche altre motivazioni? La principale è che Marchionne sembra aver concluso la fase di preparazione, quella in cui era necessario definire le piattaforme, immaginare i modelli, scegliere gli stabilimenti e le produzioni, tradurre insomma in automobili un'alleanza che fino a pochi mesi fa era prevalentemente finanziaria. Se l'ad brucia le tappe è dunque perché la strada che vede davanti a sé si è definita meglio. Sul piano finanziario e su quello industriale. Dal punto di vista finanziario è in corso la trattativa con un pool di banche per rilevare il debito con i governi di Ottawa e Washington e per finanziare l'acquisto del 16 per cento della società di Detroit. Dal punto di vista produttivo Marchionne ha annunciato ieri che "è stato individuato il modello" che servirà a raggiungere il terzo step previsto dall'accordo: la produzione in U.S.A. di un'auto ecologica in grado di percorrere 40 miglia con un gallone di benzina. Quando quella vettura entrerà in produzione Fiat salirà al 35 per cento di Chrysler. Tutto questo dovrebbe consentire in autunno di restituire il debito a Obama, conquistare la maggioranza delle azioni di Detroit e riportare la Chrysler in borsa. Così, con un anno di anticipo sulla scadenza del mandato del Presidente U.S.A., nessuno potrà accusare l'amministrazione americana di aver speso male i soldi dei contribuenti nel salvataggio delle più piccola delle tre sorelle di Detroit. E Marchionne potrà cominciare a disegnare quella società unica nata dalla fusione tra Fiat e Chrysler che sembra essere nei suoi disegni e anche in quelli degli Agnelli. Sarà dunque l'inverno di quest'anno il momento in cui si stabilirà dove sarà sistemata la sede legale della nuova società unica e con quali conseguenze per l'Italia. Sarà l'inverno il momento in cui si capirà quale ruolo continuerà ad avere la famiglia Agnelli nella nuova società di fusione. E sarà ancora l'inverno il momento della verità per comprendere se davvero, come alcuni ipotizzano, Marchionne diventerà un importante azionista del nuovo gruppo.
(Fonte: http://torino.repubblica.it - 12/4/2011)

1 commento:

  1. Come sarà la società unica, quale sede legale, quale ruolo della storica famiglia Agnelli, Marchionne importante azionista...tutte domande interessanti per chi segue da vicino questa vicenda e cerca di scandagliare il futuro. Il passato, però, ci offre argomenti per amare riflessioni: perchè in Europa non nascono progetti altrettanto interessanti, perchè l'Europa e in particolare la Germania non hanno favorito FIAT nell'acquisizione della Opel,perchè l'opportunità Opel è sfumata per l'Europa, perchè il capitale italiano non investe nell'auto ecologica che tanto piace all'amministrazione Obama? Perchè la mancanza di coesione in Italia e in Europa segnalata da Marchionne qualche giorno fa? Dove sono le radici del male italiano ed europeo e cosa facciamo per uscirne?

    RispondiElimina