lunedì 1 dicembre 2014

Ferrari: con Marchionne la finanza sbarca a Maranello


Se c’era ancora qualche dubbio su cosa volesse dire il cambio di guida ai vertici della Ferrari, Sergio Marchionne ha pensato bene di cancellarlo fin da subito con le sue prime operazioni sul Cavallino. Perché con lui sono entrati nei garage di Maranello, oltre al pilota Sebastian Vettel e al capo squadra sportivo Maurizio Arrivabene, anche gli ingegneri finanziari. Lui non è cresciuto a pane e motori, ma si è acquistato la fama e la gratitudine degli Agnelli risanando la SGS, azienda leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, venduta da Exor con una plusvalenza da 1,5 miliardi, dopo aver fatto la gavetta nella revisione dei conti con una passione per gli aspetti tributari (Deloitte) e da direttore finanziario di altre società tra il Canada, gli Stati Uniti e la Svizzera. La sua prima impronta sulla Ferrari è stata la quotazione in Borsa, a lungo invocata dagli analisti finanziari, e la seconda sembra andare nella stessa direzione. Marchionne ha scritto in un documento depositato alla Sec, l’authority che vigila sulle società quotate U.S.A., di aver in progetto il lancio del primo prestito obbligazionario targato Ferrari, un’operazione che porterà la Casa automobilistica a indebitarsi sebbene abbia in cassa soldi per oltre 1,5 miliardi di Euro. La liquidità aggiuntiva servirà per finanziare il maxidivendo da 2,25 miliardi destinato ad abbattere i debiti della Fiat Auto. Che sia una mossa prettamente finanziaria è evidente: gli analisti di Borsa hanno sempre guardato con disappunto le società con troppa liquidità, considerando invece ottimale una posizione finanziaria divisa equamente tra debito e cassa. A cosa poi abbia portato l’amore delle case d’affari per i debiti (che tra l’altro si occupano anche di vendere bond) è scritto nei bilanci di società e Stati. Senza andare troppo lontani, basterebbero gli esempi di Telecom Italia e dell’Italia stessa. Ora tocca alla Ferrari dare in pegno il proprio marchio, le proprie fabbriche per avere quei coefficienti patrimoniali che piacciono tanto al mercato. Cosa ne pensi Enzo Ferrari non è dato saperlo, ma di certo il figlio, che attualmente possiede il 10% della società, non dovrebbe essere tanto in disaccordo con Marchionne, visto che con il dividendo incasserà qualcosa come 225 milioni di Euro.
(Fonte: www.repubblica.it - 27/11/2014)

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