mercoledì 11 maggio 2011

SEC: Fiat ha opzioni per superare il 70% di Chrysler. Alfa Romeo in U.S.A. nel 2012


Chrysler resterà sotto l'ombrello del Tarp – il piano di salvataggio dei gruppi in crisi – anche quando, entro il mese prossimo, avrà restituito tutti i prestiti ricevuti dal Tesoro americano; la normativa sugli «Exceptional Tarp Recipient», che impone per esempio dei limiti alle remunerazioni dei top manager, rimarrà valida per Chrysler fino a quando il Tesoro avrà in portafoglio azioni dell'azienda. La notizia è contenuta in un documento depositato ieri dalla stessa Chrysler presso la Sec, l'autorità americana di controllo sui mercati. Sergio Marchionne è in questi giorni ancora negli U.S.A., dove fino a domani avrà una serie di incontri con le banche per definire il rifinanziamento dei debiti. «Una cinquantina di faccia a faccia», ha rivelato lui stesso domenica ai giornalisti in occasione di una cerimonia all'università di Toledo, Ohio. Giovedì il manager tornerà in Italia per poi volare nuovamente negli U.S.A. la settimana prossima con l'obiettivo di "chiudere" il dossier. «Se le cose dovessero andare oltre quella data, avremmo un problema» ha spiegato al Detroit News Marchionne, il quale ha aggiunto ai giornalisti di sperare che la restituzione dei prestiti possa avvenire entro il 10 giugno, secondo anniversario della nascita della nuova Chrysler uscita dal Chapter 11. Per quanto riguarda i compensi dei top manager, Marchionne non ne ha ricevuto per il 2010 ed è titolare di una retribuzione differita in azioni Chrysler pari a 600 mila dollari che copre l'arco di impegno nella Chrysler tra il giugno 2009 e giugno 2012. Il manager più pagato – con 1,02 milioni di dollari, di cui 500mila dollari come retribuzione fissa cash – è Richard Palmer, senior vice president e CFO (uno dei manager di provenienza Fiat). L'intesa depositata ieri presso la Sec prevede, tra le limitazioni imposte dalla normativa sul Tarp, il tetto di 500mila dollari per la deducibilità fiscale dei top manager; un tetto che – viene specificato espressamente – «non si applica a Fiat». Oltre al limite ai compensi, le norme sul Tarp prevedono vincoli anche per la remunerazione in opzioni, limiti alle spese, il divieto di possedere aerei aziendali (dopo la figuraccia fatta dai top manager delle tre case di Detroit, che nel 2008 volarono a Washington a chiedere il salvataggio sui velivoli di proprietà delle società). Vi sono infine impegni di carattere industriale, come quello di produrre negli U.S.A. almeno 1 milione di veicoli l'anno. L'estensione di tutti questi vincoli al momento in cui il Tesoro uscirà dal capitale potrebbe essere di breve durata se Marchionne dovesse utilizzare – una volta salito al 51% di Chrysler – l'opzione per riacquistare anche la quota del Tesoro. Per quanto riguarda le opzioni, il documento depositato ieri mette nero su bianco la possibilità per Fiat di superare la quota del 70% in Chrysler, in base a tutte le opzioni – già contenute nel contratto del 2009 – di cui complessivamente dispone. Oltre all'opzione per salire al 46% sborsando 1,3 miliardi di dollari – che verrà esercitata entro giugno – e a quella per un altro 5% che darà a Fiat la maggioranza, le ulteriori call option di cui parla il documento includono un'opzione per acquistare le quote detenute dal Tesoro americano (attualmente l'8,6%) esercitabile per 12 mesi a partire dal rimborso sui debiti e un'altra opzione per rilevare fino al 40% della quota detenuta dal trust Veba ed esercitabile dal primo luglio 2012 fino al 31 dicembre 2016 per un ammontare pari all'8% nell'arco di sei mesi. Una volta arrivata alla maggioranza, ricorda il documento, Fiat «sarà in grado di nominare la maggioranza del board e di fissare la tempistica di alcuni eventi», in particolare la quotazione in Borsa. Il documento depositato ieri è il quarto aggiornamento di quello depositato la prima volta a febbraio e contiene una serie di informazioni sulla collaborazione fra Chrysler e Fiat; per esempio, il fatto che l'azienda sta «perseguendo il progetto di reintrodurre l'Alfa Romeo negli U.S.A. e in Canada nel 2012». Per quanto riguarda gli altri sviluppi dell'alleanza, Chrysler prevede «di trarre vantaggio dall'expertise di Fiat nei segmenti A, B e C, iniziando dalla produzione e dalla distribuzione della 500». Inoltre, «stiamo sviluppando assieme una nuova piattaforma basata sull'attuale C-Evo di Fiat con cui produrremo nuovi modelli dal 2012 che utilizzeremo per i nostri futuri modelli dei segmenti C e D (esclusa la Jeep Wrangler). Questo ridurrà il numero delle piattaforme da 11 a 7 a fine 2014, 3 delle quali condivise con Fiat». Nel 2014, «più di metà dei veicoli che venderemo saranno basati su piattaforme condivise con Fiat».
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 10/5/2011)

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