giovedì 31 marzo 2011
Marchionne: Fiat al 51% di Chrysler entro il 2011. La battaglia con i tedeschi può essere vinta
«Confermiamo tutti gli obiettivi per Fiat, che segnerà un forte crescita del business accompagnata da una robusta redditività». Il numero uno della Fiat Sergio Marchionne, parlando all'assemblea degli azionisti, ha ribadito che il target del fatturato 2014 per Fiat sarà di 64 miliardi, quasi il doppio del 2010, e «potrebbe arrivare a 100 miliardi con Chrysler». «Per il 2011 - ha detto Marchionne - ci aspettiamo un miglioramento generalizzato dei mercati, ad eccezione di quello delle autovetture in Europa la cui performance è influenzata dai cali previsti in Italia e in Francia». La crescita quindi sarà sostenuta soprattutto dai mercati emergenti come il Brasile. L'ad si dice fiducioso che l'azienda aumenterà la sua quota di mercato nel secondo semestre di quest'anno «grazie al lancio di nuovi modelli».
Fiat presto al 35% di Chrysler, obiettivo 51% entro l'anno - «Porteremo presto la quota in Chrysler al 35%» ha aggiunto Sergio Marchionne ricordando che, all'inizio dell'anno, la quota è salita al 25%. «Il nostro obiettivo rimane quello di arrivare al 51% di Chrysler entro l'anno» ha aggiunto durante la conferenza stampa dopo l'assemblea. «Fiat non sta americanizzando i propri prodotti - ha sottolineato l'ad. - oltre il 50% delle auto a marchio Chrysler avrà una architettura europea». Marchionne ha fatto sapere che Fiat ha «un insieme di "call option" per salire al 51% in Chrysler. Non abbiamo ancora deciso quale utilizzare». Per l'ad «la cosa più semplice è rilevare il 16% una volta che siamo saliti al 35% e dopo che abbiamo ripagato i debiti al Governo americano. Esiste poi il diritto, esercitabile da quest'anno, sempre una volta rimborsati i debiti al Governo U.S.A., di acquistare la quota dello Stato americano, mentre un altro diritto, esercitabile dal 2013 e in scadenza nel 2016, è quello di acquistare il 40% degli interessi del trust Veba nella Chrysler».
La produttività degli stabilimenti italiani - L'ad ha sottolineato ancora che il divario tra la produttività italiana e gli altri stabilimenti Fiat nel mondo sia «evidente». Marchionne ha sottolineato che l'utilizzo della rete italiana è al 54% e scende al 37% se si considera la capacità tecnica, in confronto a percentuali del 126 e del 78%, rispettivamente, negli altri paesi. In Italia, ha sottolineato, «sono stati fatti passi importanti per ottenere flessibilità e prospettive sicure» ha osservato riferendosi agli accordi sindacali di Pomigliano e Mirafiori. Marchionne ha ricordato che gli accordi per Pomigliano porteranno alla produzione delle Panda nel secondo o terzo trimestre di quest'anno a 250mila unità rispetto a meno di 20 mila del 2010. Quanto a Mirafiori il progetto per un suv a marchio Jeep e Alfa Romeo, porterà nel terzo o quarto trimestre del prossimo anno l'avvio della produzione che si attesterà su 280mila vetture l'anno. Infine Marchionne ha ricordato che entro l'anno cesserà la produzione a Termini Imerese.
Non c'è necessità di vendere Alfa Romeo - «Non c'è nessuna necessità di vendere Alfa Romeo. La cosa più importante è che quello che Volkswagen può fare con Alfa Romeo è capace di farlo Fiat con Chrysler. Nel medio-lungo termine la battaglia con i tedeschi può essere vinta» ha detto Marchionne. Alfa Romeo, ha aggiunto Marchionne, «è un marchio che ha un grandissimo potenziale, senza Chrysler sarebbe stato molto difficile garantire ad Alfa le architetture per andare avanti. La piattaforma prodotta a Mirafiori è molto importante per Alfa e nasce dall'architettura usata per la Giulietta. Penso che i tedeschi hanno fatto un bel casino per esprimere il loro interesse per Alfa e che anche i commenti degli azionisti in assemblea (che hanno chiesto a Fiat di cedere la casa del biscione a Volkswagen, ndr) sono stati ingenerosi».
2010 anno cruciale per lo spin-off con Fiat Industrial - La Fiat ha chiuso lo scorso anno con «risultati positivi decisamente sopra i nostri obiettivi», nonostante la crisi economica ha detto Marchionne. «Le prospettive sono progressivamente migliorate, segnando recuperi consistenti in vari mercati, anche se sotto livelli pre-crisi», ha detto Marchionne, spiegando che la performance dell'auto «è stata influenzata dal venir meno degli ecoincentivi» ma «Fiat è stata in grado di gestire la dinamica dei cicli economici e con prontezza», grazie anche a «severe misure di contenimento dei costi». L'ad della società torinese ha spiegato che il 2010 è stato «un anno cruciale per un altro motivo»: Fiat ha preso una «decisione storica», facendo riferimento allo spin-off di Fiat Industrial aprendo un «nuovo capitolo dell'azienda». Quella di oggi, ha detto Marchionne, è «l'ultima assemblea della Fiat per come l'abbiamo conosciuta finora», cioé come conglomerata.
L'ottimismo di Elkann: ho 35 anni e sono speranzoso per il nostro futuro - «Venerdì compio 35 anni e devo dire che sono molto speranzoso per quello che sarà il nostro futuro». Così John Elkann, presidente di Fiat, ha concluso il discorso di apertura dell'assemblea del Lingotto, che approverà oggi il bilancio 2010. «Negli anni la Fiat ha deciso di concentrarsi su meno mestieri ma sul mondo: con la decisione che avete preso l'anno scorso la Fiat torna a fare automobili, solamente automobili. Per fare automobili nel mondo di oggi è importante affrontare questo con grande focalizzazione: farlo su più mercati e con più prodotti. Per questo da sempre la Fiat ha guardato all'America come il mercato con cui fare accordi».
OK della UE al controllo congiunto Fiat-GM di VM Motori - In mattinata è arrivato anche il via libera della Commissione UE all'acquisizione del controllo congiunto di VM Motori
S.p.A. da parte di Fiat S.p.A. e di General Motors. Dall'esame dell'operazione, la Commissione ha concluso che «la concentrazione non sarebbe tale da ostacolare in maniera significativa la concorrenza effettiva nello Spazio Economico Europeo o in una sua parte sostanziale». Il costruttore italiano VM Motori progetta e fabbrica motori diesel per uso automobilistico, industriale, agricolo, stazionario e marino, ed è stata finora controllata congiuntamente da GM e da Penske Corporation, impresa con sede negli Stati Uniti.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 30/3/2011)
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L'affermazione di Elkann "..la Fiat torna a fare automobili, solamente automobili.." si comprende perchè la parte non auto del vecchio Gruppo FIAT è confluita in FIAT Industrial e sopra le due non c'è più una direzione di controllo industriale, come c'è stata in passato (forse fino allo spin off).Entrambe le due FIAT sono controllate da Exor la società d'investimento della famiglia Agnelli. Dal vecchio albero FIAT ne sono nati due nuovi, indipendenti e senza radici in comune.
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