I problemi che sta affrontando in queste settimane la Fiat, problemi che si ripercuotono sul titolo in Borsa, sono solo parzialmente legati al Brasile. Infatti se è vero che il calo delle vendite nel paese carioca è un segnale duro, è altrettanto vero che la capacità produttiva della Fiat in Brasile ha un tetto massimo, cioè ad una domanda che sta crescendo il gruppo non è in grado di fare fronte con produzione locale e l'importazione è durissima e costosissima. Quindi si tratta di aspettare che ci sia una nuova capacità produttiva ma il nuovo stabilimento in costruzione richiederà ancora molto tempo per essere pronto e quindi la rincorsa a Volkswagen e alle altre marche tedesche dovrà essere per ora rinviata. Questa comunque è solo una delle cause che contribuisce a deprimere il titolo a Piazza Affari. Nel breve termine c'è anche il fatto che l'integrazione attesa con la gamma della produzione americana ritarda perché la logistica tanto di fabbricazione che di trasporto e di distribuzione è ancora complicata. Inoltre la Fiat non è presente nei mercati emergenti cioè in Cina, in Russia e India (qui solo con prodotti Tata di basso valore aggiunto) e questo le sta facendo perdere delle opportunità a fronte del fatto che invece i tedeschi e gli altri costruttori con una gamma di lusso stanno andando molto bene. Per recuperare su questi fronti richiederà del tempo, ci vorranno tre o quattro anni, e questa è una delle spiegazioni del perché la speculazione sta giocando contro il titolo. Da sottolineare anche il fatto che il debito che Fiat dovrebbe contrarre per acquisire l'altro 40% della Chrysler in mano ai sindacati attualmente richiederebbe uno sforzo e un indebitamento incredibile per la struttura finanziaria del gruppo. Inoltre la Fiat 500 ha un problema temporaneo negli U.S.A. perché non ha una distribuzione sufficiente. Infine c'è da ricordare il problema dei nuovi contratti che sono in discussione in Italia, i contratti firmati tanto a Pomigliano che a Mirafiori: in questo momento di incertezza non si sa se Fiat continuerà a investire o no e questo crea incertezza.
(Fonte: www.corriere.it - 18/8/2011)
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