mercoledì 2 febbraio 2011

Marchionne: nel 2010 risultati di Chrysler oltre le aspettattive. E nel 2011 tornerà l'utile.


Chrysler batte gli obiettivi nel 2010 e promette il ritorno in nero nell'anno appena iniziato. La casa automobilistica americana, controllata al 25% dalla Fiat e guidata da Sergio Marchionne, ha reso noti i risultati del quarto trimestre 2010 e dell'esercizio fiscale: gli ultimi tre mesi dell'anno si sono chiusi con un fatturato di 10,8 miliardi di dollari, un Ebitda (Mol) di 882 milioni, un risultato operativo di 198 milioni e una perdita netta di 199; i dati relativi ai dodici mesi vedono un giro d'affari di 41,9 miliardi di dollari, Ebitda di 3,461 miliardi, utile operativo di 763 milioni e passivo netto di 652 milioni. «Abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi e mantenuto la promessa di lanciare 16 nuovi modelli in 12 mesi. Questi veicoli testimoniano la rinascita di Chrysler» ha detto ieri l'amministratore delegato Sergio Marchionne, avvertendo che «abbiamo ancora molto da fare per centrare gli obiettivi del piano quinquennale». Marchionne ha però confermato che nonostante i conti ancora in rosso Chrysler pagherà un bonus a tutti i dipendenti. «Non un profit sharing ma un riconoscimento alla performance straordinaria del 2010: sarebbe imperdonabile non ricompensare i nostri». Un confronto con il 2009 è impossibile: la società è passata attraverso il Chapter 11. Ebitda e risultato operativo 2010 sono comunque superiori alle stime riviste due mesi fa, e la gestione ha generato liquidità per 1,4 miliardi. Le consegne di veicoli sono salite a 1,6 milioni (vendite a 1,516 milioni) e la quota del mercato U.S.A. è risalita al 9,2% dall'8,8% del 2009. Proprio il ritmo accelerato dei lanci di nuovi modelli nel quarto trimestre ha contribuito a una frenata nei conti: da un lato con il calo delle consegne (374mila unità vendute contro le oltre 400mila dei due trimestri precedenti), dall'altro per i costi degli investimenti e le spese di marketing. Il risultato è stato un utile operativo in diminuzione rispetto al terzo trimestre (quando era stato di 239 milioni) e un consumo di liquidità di 1 miliardo di dollari che ha fatto risalire il debito netto industriale a fine anno a 5,8 miliardi dai 3,8 di fine settembre. Nei dodici mesi Chrysler è rimasta in rosso per il peso degli interessi sui 7,4 miliardi di debiti nei confronti dei governi di U.S.A. e Canada: il tasso medio sul debito lordo è dell'11% – ha spiegato il Cfo Richard Palmer – e ha portato a oltre 1,2 miliardi di oneri finanziari, che saliranno a 1,4 quest'anno. Per questo fra gli obiettivi principali del 2011 c'è la rinegoziazione del debito: «Ci stiamo lavorando e non escludiamo alcuna ipotesi» ha detto Marchionne rispondendo a una domanda su una possibile trasformazione di prestiti in azioni (ha però poi precisato che non pensa ai prestiti del Tesoro U.S.A.). «Siamo in grado di fare 2 miliardi di dollari di utile operativo vendendo 2 milioni di auto» ha detto ieri Marchionne per sintetizzare la trasformazione epocale di Chrysler in un anno e mezzo: la società stima infatti per il 2011 un balzo del fatturato a oltre 55 miliardi di dollari, un Ebitda superiore ai 4,8, un utile operativo di oltre 2 miliardi, un risultato netto positivo per 200-500 milioni e un cash flow positivo per 1 miliardo; a fine anno il debito netto industriale dovrebbe scendere a 4,8 miliardi. La crescita della redditività si appoggia su un ulteriore aumento delle vendite: «Il nostro numero chiave è quello dei 2 milioni di auto» ha detto Marchionne. L'aumento delle vendite dagli 1,6 milioni del 2010 è parso ambizioso a qualche analista: John Buckland, di MainFirst, ricorda che solo negli U.S.A. la prevista crescita di 300mila unità «equivale a guadagnare 2 punti di quota percentuale». Il 2011 si è aperto – ha detto Marchionne – con un «rallentamento del mercato U.S.A. nell'ultimo paio di settimane». Chrysler resta fiduciosa nell'obiettivo di vendite, anche perché – ha sottolineato il manager – «le nostre stime sull'andamento della domanda sono le più prudenti in assoluto». Oltre che sui modelli lanciati nel 2010, l'offensiva si appoggerà su investimenti per 3,5-4 miliardi di dollari (2,7 nel 2010). L'appuntamento più importante è il lancio tra un anno della berlina Dodge del segmento C, la prima su piattaforma Fiat. Alla crescita delle vendite dovrebbe contribuire anche l'arrivo della Fiat 500 negli U.S.A. e l'espansione in Europa con le Chrysler a marchio Lancia: vedremo le prime al Salone di Ginevra.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 1/2/2011)

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