lunedì 30 giugno 2014

Organizzazione del lavoro: il modello U.S.A. dietro il "blitz" di Marchionne a Grugliasco


Il caso Maserati merita di non essere archiviato. Lunedì scorso Sergio Marchionne è tornato apposta dagli U.S.A. per una riunione con 200 dipendenti della fabbrica di Grugliasco (direttore, delegati dei sindacati non Fiom, e operai capisquadra) con i quali il manager col maglioncino ha trattato direttamente, scavalcando il sindacato “professionale” e le stesse strutture Fiat (dell’incontro non esiste neanche una foto). L’atipico blitz ha permesso a Marchionne di uscire da una situazione kafkiana: a causa di alcune agitazioni sindacali, non solo Fiom, l’azienda aveva deciso di sospendere l’aumento della produzione rinviando il trasferimento a Grugliasco di 500 cassa integrati di Mirafiori. Ora i trasferimenti sono sbloccati e da settembre si fabbricherà il 20% in più di Ghibli.  Ciò nonostante, la mossa di Marchionne prova che il sistema di relazione sindacali in Fiat è andato in tilt. A quello di Grugliasco si aggiunge un caso ancora più grosso. Fiat com’è noto ha un proprio contratto “nazionale”, diverso da quello di Federmeccanica e non riconosciuto dalla Fiom. Contratto scaduto a dicembre 2013 e non ancora rinnovato nonostante la distanza fra le richieste dei sindacati firmatari (Fim, Uilm, Ugl, Fismic e Associazione Quadri) e il Lingotto sia di soli 50 euro annui: a una domanda di aumento di 300 euro annui Fiat risponde con 250.  Anche se la Fiat europea si avvia a chiudere anche il 2014 in perdita, è evidente che il punto non è questo. Cosa c’è in gioco, allora? Il vero nodo da sciogliere – che in ogni caso sarà affrontato in Italia a partire dall’autunno – è il legame fra contratto e produttività. In America, Marchionne lo ha risolto in modo opposto alla tradizione italiana dell’azienda: con la cogestione. Infatti, l’United Automobiles Workers, il sindacato americano, cogestisce gli stabilimenti (direttori di stabilimento e capi dei consigli di fabbrica generalmente hanno gli uffici uno di fronte all’altro), le assunzioni, ma soprattutto il sistema produttivo FCA di impronta toyotista che si chiama World Class Manufacturing (WCM). Il che vuol dire, ad esempio, che nella scuola dove gli operai americani familiarizzano con il WCM, la Warren Academy, gli insegnanti sono funzionari dell’UAW. Sarebbe come se in Italia la Fiom insegnasse agli operai a non perdere tempo, a lavorare in squadra e a garantire all’azienda oltre al proprio lavoro anche idee e progetti destinati a migliorare quantità e qualità della produzione.  Marchionne vuole legare il prossimo contratto italiano ai risultati garantiti dal WCM. E il sindacato? Durante le schermaglie legate al caso Grugliasco sono emerse opinioni diverse in un’organizzazione tradizionalmente “tranquilla” come il Fismic ma soprattutto nella Fim, il sindacato più numeroso in Fiat con i suoi oltre 7.000 iscritti (fonte: Fim, gennaio 2014). L’ala torinese della Fim, guidata da Claudio Chiarle, vorrebbe puntare più sul rilancio delle fabbriche che sui pochi soldi del contratto. Anche in Fiom si discute. L’organizzazione guidata da Maurizio Landini negli ultimi mesi ha proclamato piccoli scioperi in tre stabilimenti (VM di Cento, Sevel di Atessa, assieme alla Uilm, e Grugliasco) ottenendo sempre adesioni intorno al 10% (fonte: Fiat). Sul fronte Fiat, la Fiom ha registrato clamorose vittorie sul fronte giudiziario ma su quello interno delle fabbriche, dove è ritornata ovunque, il quadro è meno brillante. Gli iscritti sono poco più di 5.000 (fonte: Fim, gennaio 2014) e in interi stabilimenti come quello di Termoli, dopo la provocazione Fiat, battuta in Tribunale, di pagare meno gli operai iscritti alla Fiom, le adesioni sono ridotte al lumicino. Anche a Melfi, mesi fa, l’organizzazione ha subito una dolorosa scissione fra i propri delegati.  In questo quadro Fiat si avvia a un periodo di fortissima pressione nelle fabbriche. A settembre riaprirà Melfi che da ottobre prevede di sfornare 900 Jeep Renegade al giorno su tre turni oltre a 400 Punto su due turni (fonti sindacali). Il 2015 sarà l’anno di Mirafiori e di Cassino. La prima fabbrica rinascerà con il Suv Levante della Maserati, la seconda con la Giulia dell’Alfa Romeo. Progetti delicatissimi e rischiosi. Clonazioni multiple del “caso Grugliasco” produrrebbero un Vietnam che non conviene a nessuno, né all’azienda né ai sindacati.
(Fonte: www.carblogger.it - 25/6/2014)

domenica 29 giugno 2014

Maserati: 100 anni e non sentirli


Sul rettilineo della via Mantova, a Cremona, Baconin Borzacchini la fece entrare nella storia, la V4 Sport. Correva il 1929 e il pilota - che si chiamava così perché il babbo stravedeva per l’anarchico Bakunin - spinse la biposto rossa a bruciare i dieci chilometri delle stradone dritto come un fuso alla tremenda media di 246 all’ora. Record del mondo, naturalmente. Adesso la V4 è verde, il suo proprietario è un collezionista americano e per esporla insieme alle altre affascinanti colleghe di marca è stata assicurata per 20 milioni di dollari. La V4 è infatti la regina di “Maserati 100 - a Century of Pure Italian Luxury Sports Car”, la mostra allestita nel Museo Enzo Ferrari, a due passi dalla storica fabbrica Maserati, che starà aperta per oltre sei mesi ospitando le più belle auto della marca del Tridente. Nel 1993 la Maserati è entrata a far parte del gruppo Fiat, che dal 2002 al 2005 l’aveva affiancata alla storica rivale di Maranello, dando vita al Gruppo Ferrari Maserati. La storia della Maserati, tuttavia, è l’opposto di quella della Ferrari. Il Cavallino rosso è indissolubilmente legato al fondatore Enzo e poi alla presidenza di Luca di Montezemolo. Un percorso di continuità assai diverso dal bizzoso encefalogramma della Maserati - che tra i suoi proprietari ha annoverato i francesi di Citroën e anche Alejandro De Tomaso - che arriva al suo primo secolo di vita in gran spolvero, fiore all’occhiello del gruppo Fiat Chrysler e senza più complessi di inferiorità nei confronti della Ferrari.  La cugina che un tempo è stata un’acerrima contendente e che oggi è un’alleata con cui condividere parecchio sul fronte dei motori e di alcuni passaggi della produzione, anche se la competizione tra le due modenesi, nei fatti, continua. Perché, pur costando meno, le Maserati frequentano la stessa nicchia di mercato delle supercar, ma con obiettivi numerici ben differenti. La Ferrari si è autoplafonata intorno a quota 7 mila vetture all’anno - produrne di più rischierebbe di danneggiare l’effetto rarità - e la sua vettura più “economica” costa quasi 200 mila euro. La Maserati, invece, s’è sdoppiata: negli antichi (ma rimodernatissimi) capannoni di viale Ciro Menotti a Modena si producono con artigianale cura la GranTurismo e la GranCabrio. A Grugliasco, invece, alle porte di Torino, negli ex impianti della Bertone, nascono le berline, l’imponente Quattroporte e la più abbordabile Ghibli (dai 68 mila euro in su), in attesa della prima suv-crossover Maserati, la Levante.  Con Ghibli la marca ha cambiato i connotati in termini di volumi. Nel 2013, Maserati ha consegnato 15.400 vetture (di cui 6.900 negli Stati Uniti e 3.800 in Cina), un primato storico destinato a essere frantumato già quest’anno, raddoppiando il risultato del 2013. Harald Wester, dal 2008 amministratore delegato e da pochi mesi alla guida della task-force che studia tutti i futuri modelli dell’Alfa, è convinto che la rincorsa continuerà. «Il centenario non poteva cadere in un periodo migliore della nostra storia. Siamo un’azienda in piena salute, con modelli nuovi e altri in lavorazione», ha detto il manager tedesco all’inaugurazione della mostra, la prima a riunire tutti i principali modelli della marca. Da gennaio a maggio 2014, già 12 mila clienti sono usciti da una delle 310 concessionarie in giro per il mondo al volante della loro nuova Maserati. Qualcuno se la va a prendere direttamente in sede, con tanto di cerimonia nel luccicante show-room progettato dal designer Ron Arad.  Le visite allo show-room e alla fabbrica, complice la febbre da centenario, sono in costante aumento. D’altronde, aggirarsi nei capannoni dai classici mattoncini rossi è un’esperienza intrigante anche per chi di auto capisce poco. Prima di tutto, colpisce l’assenza di magazzino. Secondo i dettami della “lean production” (la produzione snella), infatti, sul piazzale coperto davanti al capannone dell’assemblaggio ci sono i carrelli che contengono il materiale destinato esattamente a ciascuna macchina. Qui se ne costruiscono una ventina al giorno, e tutte sono già state vendute. Una volta dentro, stupisce l’assenza dei tipici robot che caratterizzano le catene di assemblaggio delle marche “di massa”. Qui ce n’è uno solo, per collocare il parabrezza. Una persona difficilmente riuscirebbe a distribuire uniformemente il collante, spiegano. In ogni stazione della linea di assemblaggio, gli addetti hanno a disposizione 25 minuti. Non sono certo i tempi dell’officina bolognese dei fratelli Maserati ma è davvero un altro mondo rispetto alle altre fabbriche del gruppo (eccezion fatta per Ferrari, ovviamente). Colpisce assai pure il grado di personalizzazione: in pratica, non c’è una GranCabrio o una GranTurismo uguale all’altra. Ogni vettura è accompagnata da una carta d’identità che dettaglia che cosa va montato. La prima su cui buttiamo l’occhio è destinata a un cliente cinese e ha la carrozzeria “bianco Fuji”, un bianco dagli incredibili riflessi blu, un optional da 11 mila euro. La seconda è diretta in Germania, e ha le pinze dei freni Brembo opache.  Prima di andarcene, passiamo dalle zona dei traballamenti, dove ogni Maserati viene fatta saltellare come se fosse tarantolata, per vedere come reagisce sullo sconnesso, e poi strapazzata con getti d’acqua da tutte le parti. Quindi è la volta del test per i freni. In fondo, l’esame al reparto finizione. Tutte le auto vengono osservate palmo a palmo, illuminate da fortissime luci bianche. Neppure il minino graffio, la più piccola imperfezione, devono farla franca.  Lineare come il tracciato delle montagne russe al luna park, la vita della Maserati è stata un’altalena di gioie e dolori. Riuscendo persino a far coincidere la vittoria del campionato mondiale di Formula Uno - nel 1957, grazie al pilota argentino Manuel Fangio - con una gravissima crisi di liquidità dovuta al mancato pagamento di una grossa commessa di macchine utensili proprio dall’Argentina, sconvolta dal rovesciamento del generale Perón. Che c’entrano le macchine utensili con la Formula Uno? C’entrano, perché nel 1957 l’azienda non era più dei fondatori e faceva parte di un gruppo industriale-siderurgico che costruiva molte cose, tra cui le macchine utensili. I fratelli Maserati, geniali creatori di automobili velocissime, non avevano infatti con i conti la stessa dimestichezza che dimostravano con la tecnica e nel 1937 avevano dovuto cedere l’azienda ad Adolfo Orsi, un ex garzone di macelleria che in pochi anni era diventato il più importante industriale modenese, avvicinatosi alle quattro ruote aprendo una concessionaria Fiat. Orsi rilevò la Maserati per motivi proto-pubblicitari: pensava che produrre belle auto potesse migliorare anche l’immagine degli altri business. L’accordo prevedeva che i Maserati seguitassero a lavorare per la loro ex azienda per dieci anni. Impegno che mantennero anche durante la guerra, a costo di andare da Bologna a Modena in bicicletta. Alfieri, Ettore ed Ernesto, figli del macchinista ferroviere Rodolfo Maserati di Voghera, in provincia di Pavia, avevano fondato nel 1914 a Bologna la Officine Alfieri Maserati, con lo scopo di preparare per le corse le auto costruite da altre case, come Isotta Fraschini e Diatto.  La prima Maserati, la Tipo 26, era un’auto da corsa e venne realizzata nel 1926 a Bologna. Il debutto tra le auto stradali avviene solo nel 1947, con la A6 del del 1947, carrozzata da Pinin Farina e prodotta in 58 unità nello stabilimento costruito da Orsi a Modena nel 1939. Per vedere la prima Maserati di serie bisognerà attendere altri dieci anni, con la 3500 GT, che sfiorerà i duemila esemplari in totale. Nel 1968 arrivano i francesi della Citroën, ma è un matrimonio che dura pochi anni. Segue la tormentata stagione di Alejandro De Tomaso, argentino di origine italiane che, supportato dalla finanziaria pubblica Gepi, mette le mani sulla Maserati. Poi, nel 1993, arrivano gli Agnelli. Che, a dispetto del nome, nel gestire la Maserati sembrano anche più aggressivi degli Orsi.
(Fonte: http://espresso.repubblica.it - 20/6/2014)

sabato 28 giugno 2014

Alfa Romeo: gli errori da non ripetere


Alfa Romeo 2018: se quanto ha promesso Sergio Marchionne corrisponde a verità, Audi e BMW farebbero bene a preoccuparsi, tanti e tanto promettenti sono i nuovi modelli in arrivo nei prossimi quattro anni. A dir la verità, l'impressione è che se Rupert Stadler (big boss Audi) e Norbert Reithofer (BMW) fossero stati in sala stampa insieme a Marchionne, probabilmente si sarebbero guardati sorridendo in stile Merkel e Sarkozy. Non è un mistero che il n°1 del Gruppo FCA dovesse fare la propria “campagna elettorale” per spingere le quotazioni in Borsa: un'operazione che non è andata esattamente come sperava lui, dato il calo del titolo, il giorno dopo l'annuncio del piano, di ben 11 punti percentuali. Numeri che misurano lo scetticismo degli investitori. Ultimi, ma non certo per importanza, a non essere stati convinti da Marchionne, sono gli appassionati di Alfa Romeo, una folla oceanica sparsa in ogni angolo del globo, che (purtroppo) si trova costretta a vivere solo di ricordi. Gente che ha dovuto sopportare troppi affronti per credere ancora alle promesse.
POCHE SODDISFAZIONI IN FORMULA 1 - Gente che negli anni '70 e '80 sperava di vedere il Biscione trionfare sulle piste di Formula 1, invece ha dovuto fare i conti con vetture fallimentari, che i libri di storia ricorderanno con i numeri 177, 179, 182, 183T, 184T e 185T (più alcune versioni B). Dal 1979 al 1985 non arrivò nemmeno una vittoria, ma solo due pole position, un giro veloce in gara, due secondi posti e tre terzi, oltre a qualche giro al comando con Bruno Giacomelli. Qualche anno prima una genialata ci fu, in realtà, ma durò lo spazio di una gara e non fu nemmeno farina del sacco Alfa Romeo, che fino al 1979 forniva solo i motori: la Brabham BT46 di Gordon Murray, motorizzata appunto Alfa Romeo e guidata da Niki Lauda, grazie alla mega ventola posteriore si incollava letteralmente al suolo. Fu bandita dal regolamento dopo appena una partecipazione, vincente, al Gran Premio di Svezia del 1978.
PRODUZIONE, TROPPI FLOP, QUALCHE SUCCESSO - Dalle corse alla strada, i grossi punti di domanda si moltiplicano. Vogliamo parlare dell'Alfa 6? Pensata per sostituire la sfortunata 2600, l'Alfa 6 prende forma nella testa degli ingegneri di Arese all'inizio degli anni Settanta per entrare in produzione nel 1973. Peccato che fra crisi petrolifera e indecisioni varie dei vertici Alfa Romeo, la vettura viene lanciata nel 1979. Troppo tardi: l'Alfa 6 non sarebbe un'auto da buttare... Nel 1973. Sei anni dopo la concorrenza è già qualche passo avanti. E l'Arna (acronimo di Alfa Romeo Nissan Automobili)? Immaginate che la BMW metta in vendita domani una fantomatica serie 0,5, un'auto cinese rimarchiata: l'effetto che suscitò l'Arna fu esattamente questo. L'Arna era infatti una Nissan Pulsar modificata in qualche dettaglio, in anni in cui le auto giapponesi erano viste come le cinesi oggi, peraltro a torto, dato che l'Arna era sicuramente brutta, ma qualitativamente superiore alle Alfa Romeo di quegli anni grazie alla meticolosità giapponese. Incompresa? No, incomprensibile.
TRAZIONE POSTERIORE, L'ARRIVEDERCI PIU' DOLOROSO - E poi lei, la 155: raccogliere l'eredità della 75 – ponte De Dion e trazione posteriore, per citare solo due caratteristiche tecniche – con una Fiat Tipo rimarchiata e allungata era impresa ai limiti dell'impossibile. E impossibile fu, nei numeri di mercato, lontanissimi da quelli delle rivali Audi 80/A4, BMW Serie 3 e Mercedes 190/Classe C, ma anche e soprattutto nel cuore degli appassionati. In compenso, per la 155 fu vera gloria nel Campionato DTM, una sorta di massima competizione per vetture Turismo, in cui si mise dietro la Mercedes vincendo il titolo nel 1993 con Nicola Larini al volante. Il “miracolo” si deve al fatto che delle auto di serie le vetture DTM degli anni '90 non avevano nulla: erano dei veri e propri prototipi con qualche somiglianza, nei fari e poco più, al modello stradale. Se è vero che errare è umano, ma perseverare è diabolico, come classificare l'operazione 145/146? Anche qui, ci si limitò a una rivisitazione estetica, per quanto pesante, della Fiat Tipo e il passaggio dai motori boxer ai Twin Spark dopo qualche anno di produzione non permise comunque di trasformare il ronzino in un purosangue.
LA LUCE (ALMENO UN PO') IN FONDO AL TUNNEL - Leggermente diverso il caso di Alfa Brera e 159, che nascevano sulla stessa base meccanica: entrambe avevano delle potenzialità – sospensioni anteriori a quadrilatero e posteriori a quattro bracci – ma il peso eccessivo penalizzò entrambe sia dal punto di vista della guidabilità (che comunque non era da buttare) sia da quello dei consumi, senza contare il fatto che la qualità non era al livello delle tedesche, così come i sistemi elettronici di bordo. Poco più giovane di 159 e Brera è la MiTo: una Punto ridisegnata e rivista nella messa a punto del telaio. Un'auto che avrebbe potuto riscuotere più successo (del resto anche l'Audi A1 è una Polo diversamente vestita) anche fuori dall'Italia, se solo fosse stata aggiornata più costantemente nel sistema multimediale e nei motori: design e guidabilità non mancano, anzi. Curioso, infine, l' “accanimento” di Harald Wester (Chief Technology Officer e Head di Alfa Romeo e Maserati) nei confronti della 164, l'ammiraglia Alfa Romeo presentata nel 1987, da lui definita come una Fiat Croma travestita. Vero, la piattaforma su cui nasceva era la stessa – comune anche a Lancia Thema e Saab 9000 – ma l'ammiraglia del Biscione non difettava certo di personalità estetica, né caratteriale: la trazione era anteriore, ma la 164 aveva una gran voglia di chiudere le curve col posteriore, mentre l'assetto sportivo e lo sterzo pronto (per l'epoca) regalavano un'agilità sconosciuta alle altre tre “sorelle” del progetto. Non solo: se è vero che dal punto di vista della qualità non la si poteva considerare una vera concorrente della BMW Serie 5 e della Mercedes Classe E, è vero anche che la 164 fu per molti un'alternativa alle “fredde” tedesche e non solo in Italia. Ogni speranza è perduta quindi? No, perché ci sono almeno altre due auto che, in tempi relativamente recenti, hanno risvegliato l'orgoglio alfista: si chiamano 147 e 156 e non appartengono a qualche era geologica fa, sono rispettivamente del 1997 e del 2000. Vetture a loro volta parenti della Tipo, ma progettate per essere vere Alfa Romeo, anche se a trazione anteriore. Su queste due auto il Gruppo Fiat investì e credette con maggiore determinazione e i risultati non si fecero attendere. Le sospensioni anteriori a quadrilatero e lo sterzo sopraffino regalarono due tra le trazioni anteriori più appaganti, precise e sensibili che siano mai state prodotte e, nonostante abitacoli e bagagliai angusti, 147 e 156 riuscirono a strappare davvero qualche cliente rispettivamente alla VW Golf e alla BMW Serie 3. Certo, se anche la qualità si fosse dimostrata sugli stessi livelli del telaio l'opera sarebbe stata completa. Ma questo è un altro discorso.
(Fonte: www.omniauto.it - 18/5/2014)

venerdì 27 giugno 2014

Jeep Renegade (2): ecco la Opening Edition


In base alle anticipazioni raccolte in rete su una delle pagine di test del sito ufficiale, la Jeep presenterà una Opening Edition della nuova Renegade. Per il lancio commerciale della nuova crossover, cugina della futura Fiat 500X, dovrebbe infatti essere previsto uno speciale allestimento full optional, riconoscibile per la mascherina anteriore con inserti argento, per i cerchi in lega da 18", per il tetto Accent Black, per le badge identificative e per la carrozzeria verniciata nei colori Bright White o Omaha Orange. Equipaggiamento. Della dotazione di serie faranno parte il climatizzatore bi-zona, i sensori di parcheggio posteriori, le finiture arancio per alcuni particolari degli interni, le barre sul tetto, i sedili in pelle nera con cuciture arancio, il sistema multimediale con schermo da 6,5 pollici, il display da 7 pollici per la strumentazione, il cruise control, i sensori per la pressione dei pneumatici, il sistema Keyless e gli specchietti elettrici riscaldabili. Motori. Secondo le informazioni pubblicate sul sito, la Jeep Renegade Opening Edition sarà prodotta in serie limitata con tre diversi motori: il 1.4 Turbo Multiair benzina 140 CV e il 1.6 Multijet diesel 120 CV con trazione anteriore e cambio manuale e il 2.0 Multijet 140 CV con trazione integrale e sistema Selec-Terrain. La presenza di due unità a gasolio fa pensare che questo allestimento sia pensato per il mercato europeo, ma non è escluso che sia poi replicato anche negli Stati Uniti con le sole varianti benzina.
(Fonte: www.quattroruote.it - 24/6/2014)

giovedì 26 giugno 2014

Jeep Renegade (1): tour con i Rolling Stones


Oltre settantamila persone in delirio hanno assistito al concerto romano del Rolling Stones che si è svolto a Roma, nella spettacolare cornice del Circo Massimo. Il tour "14 On Fire" della mitica band inglese, di cui la Jeep Grand Cherokee è official car per le tappe europee, ha rappresentato anche l’occasione per gli spettatori italiani di ammirare in anteprima nazionale la Renegade. E’ il primo esemplare nella storia del marchio americano Jeep costruito in Italia, nonché primo modello del gruppo Fiat Chrysler Automobiles nato dalla collaborazione tra progettisti italiani e statunitensi. La nuova Jeep Renegade sarà venduta in oltre cento nazioni nel mondo, è ed un modello dalla grande personalità stilistica con capacità off-road elevate, tipiche dell’iconico brand "Made in U.S.A." che in questa occasione sposa in know how dell’industra italiana. L’auto sarà disponibile nel Vecchio Continente con una gamma composta da quattro allestimenti: Sport, Longitude, Limited e Trailhawk con motorizzazioni turbodiesel e benzina e trazione anteriore o integrale. Il pubblico del memorabile concerto ha così potuto ammirare la vettura in una speciale area appositamente allestita, mentre sui grandi schermi a Led del palco è stato proiettato un video del nuovo Small Suv Jeep ed inoltre un’applicazione digitale per tablet ha permesso al pubblico di rendere indimenticabile la propria "Renegade Experience". "Presso l’area Jeep gli spettatori hanno potuto vivere il proprio "viaggio virtuale" con Jeep Renegade in poche semplici mosse – spiegano al quartier generale – scattandosi una foto e personalizzando la propria Renegade con l’allestimento e il colore preferiti. Al termine della configurazione, selezionando le varie opzioni per cambiare lo sfondo della propria "cartolina virtuale" (urban, snow, mud, sand) lo spettatore si è ritrovato in alcuni tra i più suggestivi scenari appartenenti al mondo Renegade: dai panorami alpini innevati, passando per le spiagge californiane, fino ad un tipico percorso alberato tipico del "downhill" o in un’atmosfera metropolitana. Selezionando l’opzione "rock", invece, si è ritrovato proprio davanti al palco della band: un omaggio esclusivo che Jeep ha voluto rendere a tutti coloro che hanno assistito al concerto volendo esprimere la propria anima "rock". La cartolina personalizzata con la propria immagine nello sfondo prescelto è stata visualizzata in diretta sullo schermo e condivisibile dagli utenti su Facebook e via e-mail". Insomma, è stata un’esperienza indimenticabile che Jeep riproporrà nelle prossime tappe del tour europeo "14 On Fire", dei Rolling Stones, ovvero, il 25 giugno, al Bernabeu Stadium di Madrid, in Spagna; il 28 giugno, al Werchter Classic Festival, a Werchter, in Belgio; l’1 luglio, alla Tele2 Arena di Stoccolma, in Svezia e poi gran finale con l’ultima tappa, il 3 luglio al Roskilde Festival, in Danimarca. Per chi volesse ripetere l’esperienza, Jeep & Rolling Stones, non resta che organizzarsi.
(Fonte: www.repubblica.it - 24/6/2014)

mercoledì 25 giugno 2014

Maserati: Marchionne "sblocca" i 500 cassintegrati da Mirafiori a Grugliasco


Blitz di Sergio Marchionne lunedì nello stabilimento Maserati di Grugliasco. L’a.d. di Fiat Chrysler è piombato in fabbrica proveniente dagli Stati Uniti, ha incontrato i dipendenti e sbloccato il trasferimento di 500 cassintegrati di Mirafiori, ha fatto un salto al Lingotto e nel pomeriggio è ripartito per Detroit. Dopo le polemiche dei giorni scorsi Marchionne ha voluto toccare con mano la situazione nello stabilimento dove il gruppo ha investito un miliardo per produrre due modelli chiave per l’offensiva nel settore premium: Quattroporte e Ghibli. Gli antefatti sono lo sciopero di un’ora proclamato lunedì 16 giugno dalla Fiom sui turni e sulle condizioni di lavoro: manifestazione definita da Fiat «irrazionale e incomprensibile». Poi lo scontro sul rinnovo del contratto con i sindacati del «sì» (Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri) che annunciano il blocco degli straordinari. Quindi la risposta della Fiat che congela a sua volta gli straordinari in tutte le fabbriche e sospende i 500 trasferimenti di cassintegrati da Mirafiori a Grugliasco. Ma non basta. C’è la lettera scritta da Marchionne a tutti i dipendenti italiani della Fiat, la replica dei sindacati, con il segretario della Cgil, Susanna Camusso, che giudica «pericoloso» l’atteggiamento del Lingotto, e Marchionne che da New York replica sarcastico: «Ce ne faremo una ragione». Il manager con il maglioncino nero, confermandosi una volta di più imprevedibile, ieri è arrivato a Grugliasco senza farsi annunciare intorno alle 12,45. Ha incontrato quasi duecento persone: oltre cento team leader (gli operai che coordinano il lavoro di piccole squadre di sei persone), le rappresentanze sindacali aziendali e lo staff dirigenziale. Ha chiesto chiarimenti sui malumori e sulle proteste, ha invitato i delegati a raccontare direttamente quali fossero i problemi e ha posto a tutti un quesito: credete veramente nel progetto avviato alla Maserati? La risposta che ha avuto è stata evidentemente positiva, se prima di lasciare lo stabilimento, un’ora e mezza più tardi, ha riconfermato che da settembre a Grugliasco partiranno i dodici turni (oggi sono dieci) e che i 500 trasferimenti da Mirafiori si faranno. Si è parlato anche del contratto. Marchionne, hanno riferito i delegati, s’è detto disponibile a un aumento, ma vorrebbe darlo solo a chi lavora. «Meglio qualcosa in meno, ma a tutti», hanno replicato i delegati. Ancora una volta divise le reazioni dei sindacati: «I nostri delegati non sono stati coinvolti - dice Federico Bellono, segretario della Fiom torinese -. Se una delle pietre dello scandalo era lo sciopero della Fiom, sarebbe stato utile per Marchionne confrontarsi anche con loro». Di altro tenore il commento di Claudio Chiarle, segretario della Fim Torino e Canavese: «Quello di Marchionne è stato un blitz a sorpresa ma non stupisce più, conoscendo l’eclettismo imprenditoriale dell’a.d. . È importante che si sia capito che bloccare i trasferimenti da Mirafiori e i dodici turni era una scelta che non rispecchiava il vero Marchionne, stratega finanziario e industriale ma forse troppo “latino” nelle relazioni sindacali». Per Roberto Di Maulo, segretario del sindacato autonomo Fismic, la mossa di Marchionne «è una prima vittoria del buonsenso». Le segreterie nazionali di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno invece chiesto alla Fiat un incontro «per un chiarimento». L’ultima parola alla Camusso. «Una scelta positiva: conferma l’incremento dei volumi produttivi, sgombera il campo da una dichiarazione che era sembrata puramente ritorsiva».
(Fonte: www.lastampa.it - 24/6/2014)

martedì 24 giugno 2014

Alfa Romeo 4C: buona partenza negli U.S.A.


BENTORNATA - Dopo vent'anni di assenza, un'Alfa Romeo arriva Oltreoceano: l'Alfa Romeo 4C, auto ben più emozionante rispetto alla 164 che ha concluso nel 1995 la propria carriera a stelle e strisce, pare destinata a fare faville. Oggi i concessionari sono 86; in cinque anni ci saranno circa 300 punti vendita Alfa Romeo negli Stati Uniti e in Canada. Parola di Peter Grady, responsabile della rete di vendita per il Gruppo Chrysler: “I concessionari Alfa saranno scelti per risultati di vendita, supporto al cliente e assistenza” ha dichiarato ad Automotive News. Quest’ultimo ha anche interpellato alcune concessionarie che hanno confermato per la 4C già diversi ordini con anticipi pagati “cash” anche due anni fa a scatola chiusa.
QUOTA MILLE O PIÙ - 83 degli 86 attuali concessionari sono legati ai franchising della Fiat: chi sarà affiliato all'Alfa Romeo, diventandone rivenditore, pagherà le insegne ma non l'affiliazione in sé. Per buona parte, i rivenditori venderanno le auto del Biscione nei punti vendita preesistenti, almeno fino all'arrivo della nuova berlina, la Giulia, prevista per il 2016. Si inizia, comunque, con l'Alfa Romeo 4C, per la quale gli obiettivi di vendita sono “dalle 1.000 alle 1.200 unità annue”.
PUNTI NEVRALGICI - Particolare la dislocazione geografica delle concessionarie, così spiegata: “L'Alfa Romeo 4C è una vettura di nicchia. E quando hai una vettura di nicchia, inizi a vederla sulla Costa Ovest, nel Sud Est e nel Nord Est”. California su tutte, quindi, seguita dalla Florida e dallo Stato di New York. Dove, non a caso (e ormai vari decenni fa) aveva sede l'importatore per gli Stati Uniti dell'Alfa Romeo, in quel di Newark.
RITORNO AL FUTURO - La 4C è chiamata a fare da traino per le Alfa che verranno: dopo la Giulia, tra il 2016 e il 2018 ne sono previsti altri sette modelli. Nelle parole di Rick Case, concessionario Fiat in quel di Davie, poche miglia dalla ben più nota Miami, ci sono tutte le attese dei rivenditori: “Inizialmente venderemo le 4C nel nostro punto Fiat. Poi negozieremo un accordo per Alfa Romeo e Maserati, che richiedono un punto vendita ben diverso e più grande. Per ora, di 4C, abbiamo 28 ordini”. Un atto di fede di chi, probabilmente, ha ancora negli occhi Dustin Hoffman, alias Benjamin Braddock, correre su una Spider Duetto 1600, ovviamente rossa, da quella Mrs. Robinson che, interpretata da Ann Bancroft, ha racchiuso in sé i fasti e le contraddizioni di un'America che amava (anche) le Alfa. Quelle che ora vogliono ritornare a vestire la bandiera a stelle e strisce.
(Fonte: www.alvolante.it - 20/6/2014)

lunedì 23 giugno 2014

Marchionne: FCA in Borsa a ottobre


"Come dice Renzi, ce ne faremo una ragione". Arriva da oltreoceano la replica di Sergio Marchionne alle critiche del segretario della Cgil, Susanna Camusso, che ha definito "pericolosa" la posizione assunta dalla Fiat con il blocco degli straordinari e la sospensione del trasferimento di 500 lavoratori in cassa integrazione da Mirafiori a Grugliasco. "Produciamo quello che possiamo" afferma Marchionne che in merito alla lettera che gli è stata scritta dagli operai di Maserati, precisa: "E' arrivata una lettera, non riusciamo a identificare l'origine". Marchionne arriva a New York dopo la tappa in Gran Bretagna, dove ha annunciato la vendita del 2,5% di CNH Industrial. E conferma la tempistica della quotazione di FCA: "entro ottobre di quest'anno". Ribadisce inoltre il suo appoggio al premier Matteo Renzi. "Mi piace il suo atteggiamento, la sua freschezza. Qualsiasi piano che va a cambiare regole non più competitive lo appoggio" afferma Marchionne a margine della prima edizione della Bocconi Alumni American Conference, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sul piano di riforme del governo. Renzi "spero che ce la faccia, non vedo ragioni per cui non ce la dovrebbe fare. Ha istinti buoni". Il risultato delle urne è "espressione della volontà di cambiare in Italia" aggiunge Marchionne, mettendo in evidenza c'è bisogno di leadership anche in Europa "per riportare fiducia". Agli 'alumni' della Bocconi, Marchionne offre una lezione di leadership: i leader devono "saper motivare" e guidare il cambiamento. L'amministratore delegato di Fiat e Chrysler ripercorre quindi la sua storia al Lingotto, da quando è arrivato nel 2004 e Fiat perdeva un milione al giorno a Chrysler. "Fiat ha trovato un pò di stabilità quando abbiamo convinto General Motors a darci 2 miliardi, a pagarci per non sposarci" ricorda Marchionne riferendosi allo scioglimento dell'opzione put.
(Fonte: www.repubblica.it - 21/6/2014)

domenica 22 giugno 2014

Marchionne: molti possibili successori, ma manca la figura del playmaker a tutto campo


Cinque anni sono tanti, ma passano anche velocemente. Ecco perché il complicato tema della successione a Sergio Marchionne, una volta completato il piano industriale di Fiat Chrysler Automobiles nel 2018, è tornato alla ribalta. E il presidente John Elkann, con l'indispensabile collaborazione dello stesso Marchionne, deve ora mettere, tra le varie priorità, anche la ricerca del futuro amministratore delegato del gruppo. E se negli scorsi anni l'avvicendamento al vertice operativo dell'azienda sembrava ancora lontano, adesso non è più così, «anche se - dice una fonte - il problema si porrà alla vigilia del 2019». Automotive News ha accennato a un recente colloquio tra presidente e ad sull'argomento, con il risultato che Marchionne ha assicurato altri due anni di permanenza in FCA (in precedenza si era parlato di un possibile termine nel 2016), cioè sino all'ultimazione del piano quinquennale. Tenendo presente che Marchionne, in futuro, potrebbe anche decidere di restare al vertice del gruppo e delle pressioni a tal proposito che arriverebbero dai membri di casa Agnelli, una lista di successori esiste già e, da quando il presidente Elkann, lo scorso anno in occasione dell'assemblea degli azionisti Exor, ne aveva parlato, non dovrebbe essere variata. Vero è, comunque, che dei nomi fatti è difficile trovare chi si distingue, come nel caso di Marchionne, per una conoscenza contemporanea degli aspetti finanziari, industriali e automobilistici di un'azienda. Ciascuno dei possibili candidati, infatti, porta in dote una forte specializzazione. Richard Palmer, per esempio, il direttore finanziario di FCA che ha concluso la lunga maratona sul piano, è un «mago» per quanto riguarda i numeri, la finanza e ha avuto un ruolo chiave nel braccio di ferro con il fondo Veba per chiudere la scalata a Chrysler; Harald Wester, responsabile dei marchi Alfa Romeo e Maserati, in prima linea nel nuovo piano visto che dovrà occuparsi del rilancio del Biscione, è un super-ingegnere, il braccio destro di Marchionne sulle strategie industriali e motoristiche. C'è poi Alfredo Altavilla, attuale capo dell'area Emea, da sempre il «delfino» dell'ad e «ambasciatore» del gruppo, visto che tutti gli accordi sono passati sotto il suo vaglio: un manager esperto in prodotto e nelle relazioni internazionali. Gli altri nomi sono quelli di Richard Tobin, a.d. di Cnh Industrial (come Marchionne proviene dall'ex controllata di Exor, SGS) e di Mike Manley, numero uno di Jeep, il quale dovrà portare a 1,9 milioni le vendite del marchio, puntando soprattutto sull'area Asia-Pacifico, di cui è responsabile. Uno di essi potrebbe raccogliere il testimone di Marchionne nel 2019 e dare un'ulteriore svolta al gruppo italo-americano.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 8/5/2014)

sabato 21 giugno 2014

"Raduno del secolo" per i 100 anni Maserati

 
18-20 settembre 2014: è il culmine di un momento magico per Maserati, marchio che nell’anno in cui si festeggiano i 100 anni di storia è protagonista di un rilancio in grande stile da parte del gruppo FCA Fiat-Chrysler. Un weekend che partirà con il prologo all’officina di Via de’ Pepoli 1, dove tutto ebbe inizio 100 anni fa, e alla Fontana di Nettuno a Bologna, a cui si ispira il logo delle sportive emiliane, il Tridente. Un’inaugurazione suggestiva per l’evento internazionale che dalla fabbrica storica di Viale Ciro Menotti a Modena - da cui nascono le GranTurismo e GranCabrio e l’Alfa Romeo 4C - radunerà esemplari di tutti i modelli costruiti per dirigersi verso Torino e lo stabilimento di Grugliasco, che produce la Ghibli e la Quattroporte, passando per il Museo Casa Enzo Ferrari dedicato al centenario Maserati, per le sessioni di giri in pista sul circuito di San Martino del Lago (ricordando anche la Maserati V4 16 cilindri di Baconin Borzacchini e il record del mondo del 1929 su 10 chilometri lanciati), il centro storico di Cremona e Torino, la Reggia di Venaria e la Basilica di Superga. Con il concorso di eleganza di Piazza San Carlo a Torino a fare da cornice al tutto. E sarà anche l’occasione per il probabile debutto su strada della Maserati Alfieri Concept, che già al Salone di Ginevra abbiamo visto in movimento. Un assaggio di quello che sarà il nuovo modello del Tridente destinato fare concorrenza soprattutto alla Porsche 911. Per maggiori informazioni sul Raduno del Centenario, visitate il sito www.maserati100.it.
(Fonte: www.omniauto.it - 6/6/2014)

venerdì 20 giugno 2014

FCA e web (2): Alfa Romeo 4C batte tutti all'Interactive Key Award


Un nuovo importante riconoscimento per l’Alfa Romeo 4C. Questa volta è la giuria del 15° Interactive Key Award a conferire il primo premio alla campagna “Alfa Romeo 4C Digital Launch” (categoria “Best use of digital media”). All’interno del sito dedicato alla supercar è stato infatti realizzato il primo video configuratore interattivo, che consente agli utenti di personalizzare la propria Alfa Romeo 4C in un contesto multimediale altamente suggestivo. Con il lancio del sito nei mercati U.S.A., Canada e Messico, questo è il primo esempio di progetto di comunicazione di Fiat Chrysler Automobiles “integrato”, quindi con un’unica piattaforma a supporto delle regioni EMEA e NAFTA (copre infatti i principali Paesi europei, del Medio ed Estremo Oriente oltre che U.S.A., Canada e Messico). Un progetto di respiro internazionale che è stato sviluppato combinando riprese video, grafica computerizzata interattiva e le più innovative tecnologie di texture mapping e animazione. In dettaglio, il nuovo video configuratore costituisce un passo in avanti importante rispetto ai tradizionali configuratori statici: l’intero processo di configurazione dell’ultima nata in casa Alfa Romeo è visualizzato attraverso un video interattivo in cui le scelte degli utenti – come per esempio il cambio di colore della carrozzeria, o la scelta di cerchi e proiettori – vengono riportate sulla vettura in tempo reale durante il filmato senza interromperne la riproduzione. Inoltre durante l’esecuzione del video l’utente viene invitato a visualizzare scenari specifici di video che raccontano l’innovazione del prodotto. L’elemento che più differenzia il video configuratore di Alfa Romeo 4C rispetto agli altri è la presenza di una vera e propria cabina di regia virtuale che permette agli utenti di personalizzare l’esperienza, selezionando liberamente video-schede di approfondimento sulle specifiche della vettura in qualunque punto dell’esecuzione del video configuratore, che arricchiscono il filmato con tagli cinematografici suggestivi trasformando ogni configurazione in un film personale scaricabile alla fine della configurazione. Questa nuova esperienza di configurazione diviene anche social: l’utente può condividere la propria configurazione su Facebook invitando altri a fare la stessa esperienza, aumentando così l’effetto virale dell’iniziativa. Inoltre, dal video configuratore è possibile scaricare anche una versione più “tradizionale” con tagli e stacchi selezionati per il migliore impatto di comunicazione.
(Fonte: www.repubblica.it - 27/5/2014)

giovedì 19 giugno 2014

FCA e web (1): Fiat con Let's Donation per il sociale


C’è tempo fino al 31 luglio per iscrivere le organizzazioni no profit e partecipare con il proprio contributo al “Programma Fiat Autonomy”, l’iniziativa online che, attraverso la piattaforma “Let’s Donation”, permette alle associazioni benefiche di vincere una Fiat Panda Pop 1.2 da 69 cavalli, utile per gli spostamenti e per gli interventi sul territorio. In pochi giorni sono già più di 4 mila le adesioni al concorso, e la possibilità di partecipare continua fino a fine luglio. Per far vincere l’organizzazione preferita basta registrarsi su www.letsdonation.com e regalare il proprio voto con un click gratuito attraverso la piattaforma web. Al termine del concorso, il 31 luglio 2014, la più votata si aggiudicherà la vettura messa in palio da Fiat. La cerimonia di consegna avverrà a Torino, nella sede del Mirafiori Motor Village. Una buona azione che non costa nulla.
(Fonte: www.repubblica.it - 27/5/2014)

mercoledì 18 giugno 2014

Nuova gamma Abarth 500: l'imbarazzo della scelta


Voglia di 500 Abarth? Non c’è che da scegliere quella giusta. La nuova gamma dello Scorpione offre tante possibilità di personalizzazione, a partire dalle combinazioni dei tre livelli di allestimento, Custom, Turismo e Competizioni, ai quali si possono abbinare diversi cambi e colorazioni sia per la carrozzeria che per gli interni. Sul versante tecnologie, di serie su tutta la gamma c’è il nuovo quadro strumenti con display digitale da 7 pollici a colori che riporta informazioni base come km percorsi e indicatore di cambio marcia ed è dotato di due modalità a seconda dello stile di guida scelto: “normal”, con indicatore del livello carburante e informazioni sul consumo a seconda dello stile di guida oppure “sport”, con informazioni legate alle prestazioni, come l’indicatore accelerometro longitudinale / laterale. Di serie anche il dispositivo di sicurezza TTC (Torque Transfer Control) che, migliorando il trasferimento della coppia motore alle ruote, aumenta la tenuta di strada senza rinunciare alla sportività. Per gli allestimenti, a partire dalla versione “base” Custom, con motorizzazione 1.4 Turbo T-Jet da 135 cavalli per la berlina e da 140 cavalli per la convertibile, si può scegliere di tutto grazie all’ampia gamma di kit di elaborazione per motore, assetto e freni. Per l’allestimento 595 Turismo, l’elaborazione riguarda non solo motore e assetto, ma anche dettagli interni ed esterni, questi ultimi decorati con la riedizione dello storico logo 595 in alluminio sulla fiancata e sul portellone che riporta anche la grafica Turismo sempre in alluminio. Di serie monta un cambio manuale a 5 rapporti che può essere sostituito, a richiesta con il cambio Abarth Competizione, meccanico elettroattuato con comandi al volante, che esalta le prestazioni del motore con ridotti tempi di cambiata. Completano l’ambiente sportivo della Turismo pedaliera, battitacco e mostrina del cambio in tessuto di vetro alluminizzato Alutex, volante in pelle nera con inserti dell’impugnatura traforati che riprendono il colore dei sedili in pelle a scelta tra quattro colori, Cuoio, Nero, Rosso e Grigio. Sempre a richiesta si possono avere sedili Abarth Corse by Sabelt. Per chi volesse andare oltre, la Abarth 595 Competizione permette l’elaborazione di motore e assetto come le altre ma in più esce di serie con marmitta Record Monza a quattro uscite e sedili sportivi Abarth Corse by Sabelt in tessuto, disponibili anche in pelle o alcantara color Cuoio, Rosso, Nero e Grigio, e rifiniti con il logo 595 ricamato sul poggiatesta integrato. Completano l’allestimento Competizione, il pomello del cambio in Ergal, il battitacco, la pedaliera e il batticalcagno in alluminio, tutti decorati con stilemi Abarth. Infine, le bande laterali in color titanio opaco sono riprese dalle calotte degli specchietti retrovisori esterni. Gli allestimenti Competizione e Turismo adottano il propulsore 1.4 Turbo T-Jet portato a 160 cavalli grazie al kit di elaborazione motore, con velocità massima di 211 km/h, accelerazione 0-100 km/h in 7,4 secondi e consumi che si attestano sui 6,5 litri per 100 km su ciclo combinato. Per la scelta dei colori esterni, disponibili su tutti e tre gli allestimenti, la casa dello Scorpione ha raddoppiato l’offerta con 4 vernici monocolore e 3 bicolori. Ai classici Grigio Campovolo, Rosso Officina, Bianco Gara e Azzurro Leggenda, si aggiungono il Grigio Pista, il Rosso Cordolo e il Beige Rally, mentre per i metallizzati arriva il nuovo Grigio Trofeo. Sulle versioni bicolore ci sono Grigio Pista abbinato ad Azzurro Leggenda, Beige Rally con Rosso Cordolo o Grigio Trofeo. Per le cabrio è inoltre possibile scegliere la capote beige sul nuovo Beige Rally. Si aggiunge anche un nuovo cerchio in lega da 16 pollici con disegno di ispirazione retrò, per un totale di 6 disegni tra cui scegliere. Troppe possibilità di abbinamenti? Per chiarirsi le idee e trovare l’allestimento giusto basta un click sul sito dedicato www.abarthcarconfigurator.com dove si può “giocare” con le combinazioni fino ad arrivare a quella desiderata. Prezzi a partire da 18.600 euro per l’allestimento Custom.
(Fonte: www.repubblica.it - 12/6/2014)

martedì 17 giugno 2014

Apple sale a bordo di FCA grazie a Beats


Ci sarà un po' di Apple nelle auto di Marchionne. Sì perché la Mela di Cupertino acquisendo Beats Beats Electronics (e Beats Music), che controlla l'omonimo modaiolissimo marchio audio del rapper Dr. Dre, top brand nelle cuffie (le più cool, quelle che hanno spostato come non mai verso l'alto il prezzo medio e creato un fenomeno di moda senza precedenti) sarà presente direttamente a bordo di molte autovetture del gruppo FCA che da mesi utilizza i sistemi audio con la "b" del dottore della musica rap. Beats Audio è in possesso di una tecnologia di riproduzione audio, basta su Dsp (Digital signal processor) e relativi algoritmi di codifica e conversione digitale/analogica capace di offrire una resa sonora che per timbrica è aderente ai gusti dei giovani in fatto di musica e di "alta fedeltà". Beats, infatti, non rappresenta infatti solo cuffie, altoparlanti Bluetooth, né tanto meno un servizio di streaming musicale (Beats Music, importante – anche in auto – ma non cruciale), ma è simbolo di un determinato tipo di sound "giovane" come il suo marchio, nonchè stile e fashion industry. L'operazione Apple-Beats potrebbe dunque anche risaldare i rapporti tra Cupertino e Auburn Hills con possibili riflessi anche per quanto riguarda l'adozione di Carplay, il sistema proprietario (simile a MirrorLink, libero e aperto) per integrare l'iPhone (solo lui) nei sistemi di bordo, che Ferrari ha adottato per prima. Il marchio Beats già fregia una Fiat in edizione speciale. È la Fiat 500L Beats Edition che ha debuttato a febbraio. Sono previste anche edizioni Beats di modelli Chrysler e soprattutto di Dogde che potrebbero essere arricchiti delle apparecchiature del rapper più famoso negli U.S.A., a cominciare dalla nuova Jeep Renegade e dalla Fiat la 500X, due modelli "modaioli" e rivolti soprattutto ad un pubblico giovane. Ma anche le Alfa Romeo potrebbero essere interessate dalla "cura" musicale, così come le future Chrysler destinate in esclusiva al mercato nord americano. Ritornando alla già in vendita 500L Beats Edition, la vettura è dotata ovviamente di impianto audio firmato dal dottore. L'impianto BeatsAudio vanta una potenza totale di 520 Watt, suddivisi tra 2 altoparlanti mid-woofer da 80 Watt (da 165 mm) disposti nella parte bassa del pannello porta anteriore, 2 altoparlanti tweeter da 40 Watt (da 38 mm) disposti nella parte alta del pannello porta anteriore, 2 altoparlanti full-range da 60 Watt (da 165 mm) disposti nel pannello porta posteriore; e un subwoofer 80 + 80 Watt (Ø 165 mm) situato nel baule - al posto della ruota di scorta in modo da non ridurre la capacità di carico - che garantisce bassi dinamici e potenti, massimizzando l'esperienza di ascolto su un'ampia gamma di generi musicali, dall'hip hop al soul. Il tutto è completato da un amplificatore con Dsp e 8 canali (il cuore della tecnologia Beats Audio) che integra un avanzato algoritmo di equalizzazione in grado di ricreare l'intero spettro sonoro che un artista sperimenta durante le registrazioni in studio. Ma la Fiat 500L firmata dal dottore del rap ha anche una caratterizzazione estetica (Beats è anche stile e fashion business). Il crossover prodotto in Serbia, infatti, si distingue per la livrea bicolore grigio/nero – vernice opaca o lucida – personalizzata da elementi rossi e cromo-satinati. La stessa impronta si ritrova all'interno dove spiccano l'ambiente di tonalità total black e i nuovi rivestimenti in tessuto ed ecopelle di colore nero con cuciture rosse. La Beats Edition, come le altre 500L edizione 2014, è offerta anche con i nuovi motori, che portano il picco della potenza massima disponibile a 120 cavalli: si tratta dell'unita sovralimentata a benzina di 1,4 litri, che origina anche una variante bi-fuel a Gpl, e del 1.600 turbodiesel Multijet II.
(Fonte: www.motori24.ilsole24ore.com - 29/5/2014)

lunedì 16 giugno 2014

FCA: Fiat approva la fusione con Chrysler, "saluta" l'Italia e si trasferisce in Olanda


Via libera al progetto di fusione "transfrontaliera" dal consiglio di amministrazione di Fiat, passo formale decisivo per dar vita a Fiat Chrysler Automobiles e per portare la sede legale del gruppo automobilistico in Olanda. Lì, grazie alla possibilità offerta dalla legislazione locale, i diritti di voto in assemblea peseranno il doppio per i soci 'storici' che parteciperanno alla fusione (quindi Exor in testa, la holding di casa Agnelli, che detiene il 30,055% di Fiat); un diritto che verrà esteso anche ai nuovi soci, che rimarranno azionisti di FCA per almeno tre anni. Oltre a ciò, il board guidato da Sergio Marchionne ha deciso di deliberare l'emissione di obbligazioni fino a 4 miliardi. In una nota, il Lingotto ha annunciato dunque di aver approvato il progetto "che disciplina la fusione per incorporazione di Fiat nella società sua controllata interamente posseduta Fiat Investments NV. Tale società, costituita in Olanda, al completamento della fusione prenderà il nome di Fiat Chrysler Automobiles NV (FCA). Per effetto della fusione, FCA diventerà la società holding del gruppo". La notizia giunge a pochi giorni dall'apertura da parte della UE di un'indagine su alcuni Stati membri, tra i quali il Lussemburgo, per il regime fiscale concesso ad alcune aziende, nel caso specifico Fiat Finance and Trade, la 'tesoreria' del Lingotto.
La riorganizzazione e la quotazione a Wall Street - "L'approvazione di oggi", spiega ancora il Lingotto nel suo comunicato, "è un ulteriore passo nel piano di riorganizzazione annunciato il 29 gennaio 2014 a seguito dell'acquisto da parte di Fiat della restante partecipazione in Chrysler". In quel contesto era emersa la configurazione del gruppo dopo l'acquisto del 100% della casa americana: sede legale in Olanda, sede fiscale nel Regno Unito e quotazione a Wall Street. Infatti, Fiat spiega che "ai sensi del progetto di fusione gli azionisti di Fiat riceveranno un’azione ordinaria FCA per ciascuna azione ordinaria Fiat da essi detenuta. Le azioni ordinarie FCA saranno quotate sul New York Stock Exchange (NYSE) e si prevede che siano quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA) a Milano". Tra i passaggi tecnici previsti c'è anche l'acquisto da parte di FCA dell'intera quota in Fiat North America, la controllata che possiede Chrysler.
Voto doppio per gli Agnelli e i soci fedeli - "La riorganizzazione, che comprende il progetto di fusione, ha lo scopo di dotare FCA di un profilo societario, di investimento e di mercato coerente con il nuovo assetto del gruppo risultante dalla piena integrazione di Fiat e Chrysler", spiega la società. La scelta di portare la sede legale in Olanda si lega all'assetto azionario del gruppo e consente alla holding di casa Agnelli, Exor, di esercitare il controllo dell'assemblea, attraverso un diritto di voto rafforzato, anche in caso di diluizione nel capitale azionario (attualmente Exor detiene il 30,055% di Fiat). FCA, infatti, "adotterà anche un meccanismo di voto speciale", che consente "agli azionisti che partecipano alla fusione e ai nuovi azionisti che deterranno azioni FCA continuativamente per un periodo di tre anni di poter effettivamente esercitare due voti per ciascuna azione ordinaria di FCA che detengano". Il Lingotto spiega ancora che "il meccanismo di voto speciale è concepito per favorire una base di azionariato stabile e premiare l’investimento nel lungo periodo".
Concambio e recesso - Dopo la fusione, i vecchi azionisti "deterranno una percentuale di azioni ordinarie FCA essenzialmente uguale" a quella della 'vecchia' Fiat. "L'emissione di azioni a voto speciale", spiega ancora il Lingotto, "potrebbe avere un impatto sulla percentuale dei diritti di voto in FCA di uno specifico azionista, che dipenderà dalla misura in cui sia l'azionista in questione, sia gli altri azionisti si avvarranno del meccanismo di voto speciale". Un'assemblea straordinaria, che verrà convocata nel corso del terzo trimestre 2014, ratificherà la fusione. Per chi non vorrà partecipare alla fusione, c'è il diritto di recesso, i cui dettagli restano da precisare.
Bond da 4 miliardi in arrivo - Oltre al progetto di fusione, il cda ha anche deciso di emettere "uno o più prestiti obbligazionari per un ammontare complessivo fino a 4 miliardi di euro - o importo equivalente in altra divisa - da collocarsi presso investitori istituzionali". I bond potranno andare sul mercato entro la fine del 2015 e serviranno a rimpiazzare i finanziamenti in scadenza da qui alla fine del prossimo anno. Tra le altre novità, si registra l'uscita dal cda di Gian Maria Gros Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, dal 23 giugno. La mossa è dovuta al limite al numero delle posizioni in organi amministrativi di altre società che possono essere ricoperte da membri di organi di gestione di gruppi bancari. Prenderà il suo posto Glenn Earle, che è stato partner di Goldman Sachs e chief operating officer di Goldman Sachs International.
(Fonte: www.repubblica.it - 15/6/2014)

domenica 15 giugno 2014

Dagli operai Fiat di Pomigliano una Panda in regalo al Papa


Una delegazione di 250 operai Fiat dello stabilimento di Pomigliano ha regalato a Papa Francesco una Panda blu. L’incontro è avvenuto in Vaticano in occasione dell’Udienza Generale del mercoledì. Tutto nasce all’indomani della visita del Papa ad Assisi nell’ottobre scorso durante la quale il pontefice utilizzò una Panda per spostarsi. I lavoratori dell’impianto Giambattista Vico gli scrissero una lettera per ringraziarlo e annunciare il dono d’accordo con la direzione della fabbrica. «Ci riempie di orgoglio - scrivevano - che la vettura che noi fabbrichiamo abbia contribuito, sia pure modestamente, a diffondere il messaggio di pace e di speranza da Lei portato ad Assisi. E’ inoltre motivo di orgoglio pensare che il Santo Padre utilizzi una vettura come quella che noi quotidianamente usiamo per raggiungere le nostre case, le nostre famiglie, il luogo di lavoro. L’idea dei lavoratori di donare al Papa e portare in Vaticano una vettura accessibile a tutti, frutto del lavoro di tante donne e uomini italiani che credono in ciò che costruiamo». Un regalo che è «segno di continuità, professionalità e amore verso il nostro lavoro» scrive oggi la delegazione su di una pergamena consegnata a Papa Francesco. Che ha voluto ricambiare l’omaggio dando a ciascuno dei presenti un rosario da lui benedetto. E ora si trova un’auto in più un garage da mettere accanto alla Renault 4 e alla Ford Focus che ha scelto per sostituire le ammiraglie.
(Fonte: http://motori.corriere.it - 11/6/2014)

sabato 14 giugno 2014

L'Abarth 695 biposto auto è l'auto ufficiale della Gumball 3000


E’ iniziata l’avventura della della Gumball 3000. La partenza della sedicesima edizione del rally per 120 esclusive supercar è stata salutata dalla folla radunata su Ocean Drive, a Miami ed ora viaggia alla volta dell’Europa per concludersi a Ibiza dopo 7 giorni e 5.500 km. Abarth, partner ufficiale automotive di Gumball 3000, ha schierato da Miami a New York 5 vetture dell’attuale gamma americana e domenica prossima a Edimburgo farà debuttare la Abarth 695 biposto, designata vettura ufficiale della manifestazione con il numero speciale #1. La livrea della vettura high performance, appena presentata a Torino, è stata realizzata ad hoc per la Gumball 3000 e mette in risalto le parti di derivazione racing scelte per trasformare la 695 biposto nella 500 più estrema mai costruita. Ma la 695 biposto non sarà sola nel ruolo di supporter della manifestazione poiché lungo il 2.700 km della parte europea del rally, sarà accompagnata da cinque nuove Model Year e due 595 50° Anniversario. Italia Independent, storico partner di Abarth, ha realizzato poi un prodotto speciale dedicato alla supercar dello scorpione protagonista della Gumball: l’occhiale da sole nato dal programma Tailor Made in grigio opaco, in edizione speciale limitata a 30 esemplari per altrettanti partecipanti al rally. In evidenza anche il giubbotto tecnico della collezione Abarth Tales, prodotto dalla Tramontano Automotive in una special edition per Gumball, realizzato con le ultime tecnologie nel campo del tessile con materiali high tech. Da segnalare poi il risvolto solidale della kermesse poiché all’arrivo di ogni tappa, sette lotti unici saranno battuti all’asta dalla Gumball 3000 Foundation insieme a Christie’s, la casa d’aste più prestigiosa del mondo, per beneficenza. All’incanto memorabilia della “pop culture”, come la maglia ufficiale del Manchester City autografata dall’intera squadra, neo campione della Premier League inglese e l’”art car”, dipinta a mano da Alec Monopoly, protagonista della serata finale, nell’esclusiva cornice dell’isola di Ibiza. L’ex pilota Maximillion Cooper, Ceo e fondatore di Gumball, ha commissionato al celebre “street artist” americano la realizzazione della speciale livrea dell’Abarth 500, acquistata dalla Fondazione, come simbolo di unione tra il mondo dell’arte, quello dell’ automobile e la cultura popolare. Ne è scaturita un’opera già al centro dell’attenzione di molti collezionisti che non si lasceranno sfuggire l’originale vettura.
(Fonte: www.repubblica.it - 8/6/2014)

venerdì 13 giugno 2014

BMW sfreccia a Modena e "rompe le uova" al Centenario Maserati


Invasione di campo tedesca. Una coincidenza? Probabile, visto che a Modena esiste un autodromo ad hoc per testare nuovi modelli. Ma non può sfuggire che la decisione di BMW Italia di organizzare la presentazione di tre modelli, Serie 4 Gran Coupé, M4 Coupé e M3, nella città emiliana, sede storica di Maserati, avverrà proprio nei giorni in cui il Tridente (con le future Alfa Romeo concorrente diretto dei bavaresi) celebra i suoi 100 anni. Il 19 sarà inaugurata la mostra del Centenario Maserati, ironia della sorte proprio dal tedesco Harald Wester, alla guida del polo premium di Fiat Chrysler, a cui spetta il compito di rendere dura la vita ai suoi conterranei. Qualcosa di simile, ma all'opposto, accadde nel giugno 2005, quando Karl-Heinz Kalbfell, allora ad di Alfa, prima nel gruppo BMW, scomparso da poco, presentò la 159 a Monaco di Baviera. Un dispetto ai suoi ex.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 9/6/2014)

giovedì 12 giugno 2014

Alfa Romeo: scelti i primi 86 concessionari in U.S.A. e Canada


Sono stati selezionati i primi 86 concessionari tra Stati Uniti e Canada che venderanno i modelli Alfa Romeo, il marchio di vetture di alta gamma su cui il gruppo Fiat Chrysler Automobiles intende puntare nel piano quinquennale al 2018. E' quanto emerge in un comunicato pubblicato sul sito di Chrysler. Gli 82 concessionari americani si trovano in 33 Stati di cui California, Texas e Florida vantano la maggiore concetrazione. Gli altri quattro sono in Canada. Saranno loro ad essere i primi a vendere la nuova Alfa Romeo 4C coupe e l'edizione limitata della 4C Lauch Edition quando il marchio italiano tornerà in Nord America quest'anno. A questi 86 concessionari ne seguiranno poi altri nel corso dei prossimi mesi. "Questo gruppo di concessionari rappresenta la prima fase del processo di selezione della rete di concessionari Alfa Romeo", ha dichiarato in una nota Peter Grady, vicepresidente dello sviluppo della rete di Chrysler. "Ogni concessionario Alfa Romeo avrà uno staff unico dedicato alla clientela del marchio premium", ha spiegato Grady secondo cui la rete di concessionari Alfa Romeo supererà quota 300 in Nord America. Il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha annunciato nel corso dell'Investor Day dello scorso maggio cinque miliardi di euro di investimenti per il lancio di otto nuovi modelli Alfa Romeo, di cui il primo nel quarto trimestre del 2015 e gli altri sette tra il 2016 e il 2018. Il manager italo-canadese punta a un target di vendite da 400.000 unità nel 2018 dalle 74.000 vendute nel 2013. Nel dettaglio, alle vetture attualmente vendute (la MiTo, la Giulietta, la 4C e la 4C Spider) si aggiungerà nel quarto trimestre del 2015 un'auto appartentente al segmento medio. Tra il 2016 e il 2018 arriveranno due compatte, un'altra vettura del segmento medio, una del segmento E, due utility e una speciale (una nuova spider?).
(Fonte: http://america24.com - 10/6/2014)

mercoledì 11 giugno 2014

Piano FCA (2): le "caute ambizioni" per Fiat


Il piano Fiat-Chrysler per il quinquennio sino al 2018 è ormai stato illustrato e discusso in ogni aspetto ed ha iniziato la sua vita operativa e finanziaria. Piano che prevede per la maggior parte dei marchi crescite strepitose. Da 732.000 a 1.900.000 per Jeep (+ 160%), da 350 ad 800 mila per Chrysler (+129%), da 15 a 75 mila per Maserati (+ 400%), da 74 a 440 mila per Alfa Romeo (+ 441%!). Due sole eccezioni in questa spavalda, qualcuno dice temeraria, dichiarazione di obiettivi. La prima è il focus di Dodge sulla sportività, lasciando a Chrysler il mercato ampio e generalista, senza duplicazioni come avviene oggi con Voyager ad esempio, il che comporta una riduzione delle gamma a sei modelli - Charger, Challenger, Dart, Journey, Durango e Viper - e di mantenere le vendite del marchio attorno alle 600.000 unità. L'altro esempio è rappresentato dal sobrio trend di crescita previsto per il brand Fiat, da 1,5 a 1,9 milioni nei cinque anni fino al 2018. E qui i motivi sono più complessi e meritano un approfondimento ragionato su quanto si ricava dal documento di piano e dalle parole di Olivier François. Dunque la premessa è che il brand Fiat è, coerentemente con il dichiarato spostamento della centratura del Gruppo sui prodotti premium, alla ricerca non tanto dei volumi, che in Europa comunque non cresceranno, quanto dei profitti, cioè del maggior margine su veicolo venduto che un prodotto premium, cioè di prezzo medio di vendita superiore a quello di un prodotto generalista dello stesso segmento di mercato, garantisce. Per 500 e Panda questo è in effetti quello che sta accadendo, fasce di prezzo alte ma percezione e autorevolezza elevati con margini soddisfacenti.Dunque quest'anno il lancio del crossover compatto 500X, successo annunciato ma che dovrà conquistare il suo spazio tra rivali temibili dal successo ormai consolidato come Nissan Juke, Renault Captur e Peugeot 2008, tanto per citare solo quelli sono al vertice della classifica del segmento. Nel 2015, la prima novità sinora non prevista, un'autentica inattesa novità che suona incoerente con la premessa filosofia del "solo premium". Nascerà infatti una berlina a tre volumi di segmento C, che sostituisce nella produzione Fiat la Linea, e capostipite di una famiglia che prevede nel 2016 una due volumi 5 porte destinata a sostituire la Bravo e una Station Wagon, modello che manca dalla gamma Fiat dalla fine della Stilo Multiwagon nel 2008. Ma come non era proprio di Marchionne l'affermazione categorica che è antieconomico produrre in Europa vetture generaliste, e che le tre volumi non hanno mercato e che le Station Wagon non ne hanno più e che anche il tradizionale mercato delle due volumi di segmento C ad eccezione della Golf non ha potenziale? Costruite a Tofas nell'impianto turco da cui escono oggi Linea, Doblò e Fiorino, le compatte Fiat 2015/2016 non nascono certamente come prodotti premium, non avranno come rivali elettive Golf, Audi A3/A4, Classe A/CLA, BMW Serie 1 e Serie 3, ma le segmento C generaliste di Peugeot, Renault, Volvo, dei marchi giapponesi e coreani. Evidentemente tra l'alternativa di non essere presenti nel segmento con prodotti premium, destinati semmai ad Alfa Romeo, o di trovare il modo di produrne di generalisti ma a costi accettabili, come in Turchia, ha prevalso, per il momento, la seconda opzione. Riusciranno nell'impresa di affermarsi e garantire un margine le Fiat medie generaliste? Vedremo quanto riusciranno ad imporre l'immagine di un brand come Fiat che, al di fuori di 500 e Panda, immagine non ha. Il piano prevede anche un crossover compatto nel 2017, non come si era ipotizzato fin qui un Dodge Journey rimarchiato, come avvenuto col Freemont, ma probabilmente un derivato della stessa piattaforma, magari dalla prossima generazione del commerciale Fiorino e prodotto anch'esso in Turchia. E infatti il "Pandone" di cui si era tanto parlato come sviluppo in alto della gamma Panda, nel piano non c'è e al momento sembra più probabile che il SUV compatto 2017 si chiami solo Fiat piuttosto che Panda. Sempre nel 2015 il nuovo Doblò e... la 124 Spider, nell'attesa finalmente di vedere qualcosa di emozionante, una vera "specialty", e per di più evocativa, a marchio Fiat (e Abarth). Nel 2016 oltre all'allargamento della famiglia delle segmento C di produzione turca, già accennate, e al nuovo Qubo, arriverà la tanto chiacchierata 500 5 porte che dovrebbe sostituire, ma con l'upgrading iconico del marchio 500, la vetusta Punto nel segmento B. Ma proprio la 500 5 porte fa parte delle possibili variabili del piano, tanto che Olivier François ha anche accennato alla possibilità di cambiare rotta e sostituire la Punto con una vettura completamente diversa e a marchio Fiat. E se invece nascessero entrambe le declinazioni? Una segmento B a marchio Fiat, generalista ma molto diversa dalle tradizionali 2 volumi, ad esempio un quasi crossover originale, come il Nissan Juke, magari a marchio Panda, e un'icona premium come una 500 5 porte. Credo che al momento le strade non siano in effetti definite e che tutte le opzioni restino aperte. Certo questa incertezza tra un marchio Fiat solo premium ed uno con due anime, una premium e una generalista, persiste e il piano la lascia intuire. Il risultato è un ruolo disegnato per il brand Fiat molto cauto, poco ambizioso, che rinvia ad esempio sine die la nuova generazione di 500 tre porte e programma per il 2018 la prossima di Panda, i due soli punti fermi. E' probabile quindi che tra i marchi che compongono il piano FCA sia proprio Fiat quello il cui piano subirà le maggiori modifiche in corso d'opera.
(Fonte: www.motori.it - 29/5/2014)

martedì 10 giugno 2014

Piano FCA (1): la riduzione delle piattaforme


Ogni gruppo automobilistico che si rispetti sviluppa diverse vetture sulla stessa piattaforma perché i vantaggi sono tanti e non solo economici. Già oggi sul pianale “Compact wide” il Gruppo FCA realizza l’Alfa Romeo Giulietta, la Fiat Viaggio, la Dodge Dart, la Chrysler 200 e la Jeep Cherokee. Una flessibilità che consente di passare da una sportiva compatta ad un vero fuoristrada. Il che è possibile grazie alla modularità della piattaforma che può condividere gli stesso componenti o differenziarsi completamente. Il concetto di flessibilità nel futuro di FCA si spingerà, però, anche oltre. Le piattaforme per i modelli programmate nel piano 2014-2018 devono poter variare nelle dimensioni delle carreggiate o del passo e nella portata per i veicoli commerciali. Ma anche adattarsi al maggior numero possibile di motori e cambi, oltre ad essere predisposti per la trazione anteriore, posteriore o integrale e avere un’altezza da terra variabile per Suv o fuoristrada e poter essere personalizzate sui diversi mercati dove i modelli saranno commercializzati.
18 PIATTAFORME - Oggi il Gruppo FCA utilizza 18 piattaforme, ma con sole quattro realizza il 48% delle vetture in gamma. Entro quattro anni l’obiettivo è di ridurre il numero delle piattaforme a 15 e portare al 70% la produzione basata su quattro piattaforme più importanti. Un altro effetto importante dell’utilizzo di piattaforme condivise arriva dai risparmi nell’acquisto della componentistica. Condividere le piattaforme, per produzioni destinate ai diversi mercati, significa meglio standardizzare il lavoro dei centri di ricerca usando le stesse unità di misura anche metriche e gli stessi fornitori esterni. La strategia futura della FCA punta anche alla massima efficienza della meccanica.
MECCANICA - Nei prossimi 4 anni tutte le componenti meccaniche saranno migliorate: i differenziali saranno più scorrevoli, i cambi più efficienti, i motori ottimizzati, mentre debutteranno nuove tecnologie per non sprecare carburante. Ma a breve verranno anche introdotti il recupero dell’energia passiva, anche per il calore disperso dai sistemi di raffreddamento e l’elettrificazione, l’ibrido o addirittura l’elettrico puro. Uno degli obiettivi indicati nel piano 2014-2018 è quello di tagliare drasticamente le emissioni di CO2, migliorando innanzitutto l’efficienza dei diversi componenti e poi passando all’uso della tecnologia ibrida per i motori più potenti, quelli diesel in particolare. I futuri modelli dei marchi FCA adotteranno, inoltre, nuovi cambi automatici a 8 o 9 marce che consentiranno risparmi fino al 10% rispetto alle precedenti unità a 4 o 6 rapporti. Standardizzare queste trasmissioni consentirà di abbattere anche i costi di produzione e di progettazione.
IBRIDO - Anche la gamma motori è destinata a razionalizzarsi con minori unità, ma con maggiori applicazioni. Il numero dei cilindri sarà scelto in base all’uso delle auto. Sulle sportive o le grandi fuoristrada il frazionamento sarà maggiore, mentre per i modelli che puntano all’efficienza si ridurranno i cilindri per favorire le percorrenze. Per tutte le unità aumenteranno, invece, le tecnologie per migliorarne l’efficienza: da qui l’impiego della sovralimentazione moderna come Twinturbo, minori attriti alle componenti ausiliarie e maggiore diffusione della distribuzione MultiAIR. Nel futuro del Gruppo c’è, inoltre, una progressiva elettrificazione. Si partirà con l’introduzione del microibrido con un alternatore che fa da avviamento nell’uso di sistemi come lo Stop&Start, ma poi si dovrebbe passare all’ibrido plug-in già nel 2016 per arrivare alle elettriche pure entro il 2018. Nel piano, infine, non si parla di fuel cell, tecnologia giudicata troppo costosa e neppure di diffusione su larga scala dell’idrogeno.
(Fonte: www.automobilismo.it - 19/5/2014)

lunedì 9 giugno 2014

Fiat: allo studio un pick-up con Mitsubishi


Fiat è pronta ad ampliare la propria gamma nel segmento dei pick-up. Il new deal del Lingotto, comunicato giusto un mese fa dal numero uno dell'asse Torino- Detroit Sergio Marchionne nell'annuncio del piano industriale Fiat-Chrysler per i prossimi cinque anni, non è riferito soltanto alle autovetture, ma riguarda anche Fiat Professional, settore chiave per il Lingotto, che nel futuro a breve-medio termine potrà appoggiarsi anche a una inedita gamma di pickup di taglia "Large". Secondo una indiscrezione nell'immediato futuro Fiat avvierà una partnership tecnica con Mitsubishi per lo sviluppo di un grande pick-up da aggiungere alla lineup di modelli per l'Europa e il continente americano. Il veicolo sarà una variante del fortunato L200, modello simbolo fra i pick-up Mitsubishi: il suo debutto - indicano i rumors - è fissato per il 2016, anche se in questo caso le bocche a Torino e Detroit sono cucite. L'ampliamento della gamma di Fiat Professional è un punto fermo nel piano industriale Fiat-Chrysler elaborato da Sergio Marchionne, per portare il marchio dedicato ai veicoli industriali del Lingotto a più alti livelli, soprattutto in Europa, dove Fiat - secondo i dati resi noti nei mesi scorsi - negli ultimi tre anni ha perso quote di mercato monetizzabili in oltre 2 miliardi di euro, anche se le stime dei "piani alti" di Torino prevedono che le perdite potranno essere assorbite entro due anni. Attualmente, la punta di diamante Fiat Professional è la piccola pickup Fiat Strada, prodotta in Brasile e derivata dalla Fiat Palio, che viene esportata nei mercati del sud America e in Europa: un modello di successo, con 134.000 unità vendute nel 2013. Ma non basta: per Fiat occorre un prodotto in grado di contrastare la ben più preparata (nel settore pick-up) concorrenza orientale. In questo, una possibile alleanza con Mitsubishi permetterebbe al Lingotto di avere una freccia in più al proprio arco, e di potere contare su una vettura da vendere facilmente a livello mondiale o quasi. D'altro canto, già nel 2006 Sergio Marchionne aveva sul taccuino degli impegni lo sviluppo di una pick-up "heavy duty", che sarebbe dovuta essere realizzata in collaborazione con Tata Motors (in quell'occasione ci si aspettava una versione Fiat di Tata Xenon) e costruita negli stabilimenti Fiat argentini, ma alla fine non se ne fece più niente. La possibilità di allestire un inedito pickup riapparve nelle strategie aziendali di Marchionne del 2010, sotto forma di una edizione "Made in Fiat" della Dodge Dakota. Ma anche in questo caso, tutto si risolse in un nulla di fatto. Ora è il turno di una collaborazione con Mitsubishi: nel 2016 sarà la volta buona? Staremo a vedere.
(Fonte: www.motori.it - 4/6/2014)

domenica 8 giugno 2014

Design e industria: la svolta di Pininfarina


Dalle automobili di lusso all'interior design di uno degli edifici più esclusivi di Torino. Per la prima volta in Italia – ma dopo un consolidato successo ottenuto all'estero – la Pininfarina, storico marchio torinese, nato come carrozzeria, firmerà una "residenza" nel proprio Paese di origine. Si tratta di Lagrange12, edificio ottocentesco di via Lagrange angolo via Giolitti, un tempo comando della polizia municipale e oggi al centro di un ambizioso progetto di recupero da parte del gruppo Building (lo stesso operatore che, sotto la Mole, ha già concluso il restyling di Palazzo Valperga Galleani, in via Alfieri 6, ribattezzato The Number 6). Il cantiere dovrebbe terminare per l'inverno 2015. Nell'edificio -3.500 metri quadri, sei piani fuori terra e due interrati - troveranno spazio sette appartamenti, un attico, un'area fitness e centro benessere a servizio dei condomini oltre a negozi dalle metrature ampie, concepiti secondo un'inspirazione che guarda all'Europa. Il fabbricato sorge, del resto, nella nuova "via della moda" di Torino, dove di recente hanno aperto firme dello shopping di lusso, da MiuMiu a Prada, da Trussardi a Moncler a Cucinelli. Con Lagrange12, Pininfarina consolida lo stile dell'abitare già testato all'estero, dagli Stati Uniti (il condominio di lusso 1100 Millecento di Miami e il complesso immobiliare di lusso Beachwalk di Hallandale Beach, Florida) a Singapore (il condominio di lusso Ferra, che si è aggiudicato il premio "Object of Desire 2013"), fino ai progetti residenziali di imminente lancio in Brasile. L'intervento torinese sarà curato dalla controllata Pininfarina Extra, nata nel 1986 e specializzata in industrial design, architettura e interior, transportation (yacht e aerei), con oltre 500 progetti all'attivo. L'obiettivo del marchio italiano, sotto la Mole, sarà in particolare coniugare l'impianto neoclassico dell'immobile di partenza (che sorge su una preesistente struttura seicentesca) con l'inserzioni di elementi improntati ad un linguaggio contemporaneo. Tenendo conto che il concept dell'operazione – così come è avvenuto per The Number 6, dove sono state realizzate nel cortile aperto al pubblico installazioni d'arte di Richi Ferrero – è cercare di restituire un palazzo degradato alla fruizione, pur parziale, di tutti i cittadini. «Con Pininfarina – sottolinea Piero Boffa, ad del gruppo Building – abbiamo raggiunto una comunione d'intenti made in Torino. Entrambi siamo impegnati nella creazione di icone e landmark che esprimano epoche e territori, per generare una bellezza che duri nel tempo». L'investimento per Lagrange12 è di circa 20 milioni: 7 milioni saranno spesi solo per l'acquisto di materiali. Nel recupero dell'edificio si guarderà anche al risparmio energetico, con l'impiego di geotermia, di soluzioni di trattamento e ricircolo dell'aria o per il comfort acustico. «Le nostre radici torinesi e il forte legame con il territorio ci hanno guidato ad entrare nella squadra – aggiunge Paolo Pininfarina, presidente dell'omonimo gruppo -. Lagrange12, grazie alla combinazione unica di un'elegante architettura storica e di un interior design raffinato ed innovativo, si candida a diventare un nuovo emblema della Torino di domani, affiancandosi ad altre icone da noi create per la città, come la Torcia Olimpica di Torino 2006, il Braciere Olimpico innalzato accanto allo Stadio Olimpico e gli interni dello Juventus Stadium».
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 3/6/2014)

sabato 7 giugno 2014

Al via le lectio magistralis di "Fiat Likes U"


Al via le lectio magistralis di “Fiat Likes U”. Gli atenei di Torino e Pisa hanno accolto i primi appuntamenti dell’iniziativa 2014/2015 nata dalla collaborazione tra Fiat e il Ministero dell’Istruzione, con il patrocinio del ministero dell’Ambiente. All’edizione di quest’anno partecipano anche cinque università europee che portano a un totale di 15 atenei e circa 700.000 studenti coinvolti nel progetto. L’Università di Pisa, ha ospitato la prima lectio magistralis denominata “Ricerche sull’immagine e sull’efficacia della comunicazione” con Simone Ballarini, responsabile Market Research & Analysis in Fiat Chrysler Automobiles, insieme al professore Alessandro Gandolfo, presidente del corso di laurea magistrale in marketing e ricerche di mercato. Subito dopo è toccato al Politecnico di Torino con “Lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie lightweight su un veicolo di alte prestazioni”, lectio magistralis tenuta presso la Cittadella del Design e della Mobilità Sostenibile, con Mauro Pierallini (R&D – Emea Product Development – Head of Product Development – Fiat Chrysler Automobiles) e i professori Giancarlo Genta e Giovanni Belingardi, entrambi ordinari in ingegneria meccanica e aerospaziale. Il progetto “FiatLikes U”, avviato nel 2012, vede la partecipazione di designer, ingegneri, manager di Fiat Chrysler Automobiles che realizzano delle lezioni per mettere a disposizione dei giovani le conoscenze del Gruppo, è contribuire alla formazione degli studenti attraverso testimonianze dirette e reali. Gli incontri possono essere seguiti in diretta streaming sul sito www.ustation.it/fiatlikesu e successivamente sono visibili sul canale Youtube dedicato all’iniziativa, oltre ad essere disponibili nella sezione dedicata del sito di Fiat Likes You. “Il ricco programma di lectio magistralis – spiegano al quartier generale torinese – è parte integrante di ‘Fiat Likes U 2014′ che punta a replicare il successo della prima edizione offrendo un’iniziativa a tutto tondo, concreta, semplice e ricca di opportunità in termini di mobilità, studio e lavoro. In particolare, gli studenti coinvolti potranno accedere a un servizio di car sharing completamente gratuito con i modelli 500L Beats Edition, 500L Trekking e Panda 4×4. Il compito di coordinare in ogni ateneo il servizio di car sharing spetterà a uno studente, il Fiat Ambassador che sarà retribuito con uno stipendio di 2.000 euro. Non solo. I due migliori Ambassador verranno premiati con un’auto Fiat in comodato d’uso gratuito per 1 mese. Inoltre, il brand automobilistico mette a disposizione da 1 a 5 stage retribuiti per ogni università coinvolta”. Da segnalare poi che il parco auto dedicato a Fiat Likes U 2014 è equipaggiato con il sistema eco:Drive, l’applicazione eco-friendly monitorizza lo stile di guida analizzando i dati raccolti in vettura e fornisce consigli personalizzati per ridurre fino al 16% i consumi e le emissioni di CO2. Tra tutti gli studenti coinvolti nell’utilizzo della auto della flotta, il migliore eco:Driver sarà premiato con comodato d’uso gratuito per un mese di una vettura Fiat e con un ingresso omaggio all’Expo 2015.
(Fonte: www.repubblica.it - 25/5/2014)

venerdì 6 giugno 2014

FCA: rinnovamento nella comunicazione


Continua la rivoluzione negli uffici stampa di Fiat Chrysler Automobiles, dove è in fase di rinnovamento la squadra di comunicatori. E in proposito è in corso una vera campagna acquisti nei settori P.R. delle società concorrenti. Definito il passaggio di Maria Conti da BMW Group Italia a FCA (marchio Fiat), all'appello mancherebbero ancora due o tre nomi. Le nuove figure risponderanno a Claudio D'Amico, 52 anni, il quale, oltre a occuparsi dell'ufficio stampa corporate del gruppo, si è visto assegnare un secondo cappello (e non è una novità in casa Marchionne), quello cioè di responsabile della comunicazione prodotto per il mercato Emea (Europa, Nord Africa e Medio Oriente). In uscita, invece, anche Massimiliano Lo Bosco, il quale ha deciso di lasciare l'azienda per nuove opportunità professionali.
(Fonte: www.ilgiornale.it - 2/6/2014)

giovedì 5 giugno 2014

Teksid e il nuovo motore "Made in Torino"


Il sogno di tornare a produrre un motore completo a Torino passa da Carmagnola. Lì c'è Teksid, l'azienda Fiat nata a fine anni 80 dallo scorporo delle attività siderurgiche del gruppo. È un sito produttivo fondamentale per realizzare i propulsori della casa torinese, perché ne produce le scocche in alluminio. Ebbene, da qualche giorno FCA ha iniziato a spostarvi un numero via via maggiore di lavoratori. Anzi, verranno assunti anche alcuni interinali per qualche mese e le indiscrezioni parlano di piani ancora più espansivi per il 2015. Tutte mosse che fanno pensare, appunto, che l'assegnazione di un motore all'ex reparto meccaniche di Mirafiori sia comunque imminente. Del resto, anche se oggi sono sempre più tecnologici, i motori continuano a nascere in fonderia. Per realizzarli servono testate, basamenti, monoblocchi, che si ottengono lavorando l'alluminio. E il fatto che Fiat vi stia spostando sempre più addetti indica che il settore si sta rivitalizzando. Una settimana fa l'azienda ha annunciato ai sindacati che circa 45 lavoratori saranno trasferiti in comando-distacco dalle Presse e dalle Carrozzerie di Mirafiori a Teksid e lo stesso accadrà ad altri 20 in arrivo dalla Magneti Marelli di San Benigno. Non solo: nei giorni scorsi sono stati presi 20 interinali e altrettanti saranno assunti a breve. Così la fonderia di Carmagnola tornerà ad avere una forza lavoro di circa 900 unità, dopo anni di grandi sofferenze e di cassa integrazione sfruttata in modo piuttosto massiccio. "L'azienda si sta attrezzando per produrre di più: vuol dire che le richieste del mercato si stanno riprendendo, o anche che ci sono altri movimenti in vista", commenta Dario Basso, il funzionario della Uilm-Uil che segue lo stabilimento. Al tempo stesso, la casa torinese ha pure comunicato che altri cento tra operai e impiegati delle Carrozzerie saranno assorbiti a titolo definitivo nel reparto Powertrain, un tempo noto come Meccaniche. Oggi in quell'area di Mirafiori si fabbrica un cambio che molti considerano già piuttosto "vecchio" per i tempi del mercato dell'auto. Ed è la somma di tutti questi segnali che spinge molti addetti ai lavori a pensare che la fabbrica di corso Tazzoli si stia preparando ad assemblare un motore, cosa che non accadeva da anni. Per ora, tuttavia, non c'è nulla di ufficiale. Ci si aspettava una conferma definitiva da Sergio Marchionne durante l'esposizione del piano industriale avvenuta a Detroit il 6 maggio, ma l'a.d. di FCA non è sceso così nel dettaglio. Eppure Claudio Chiarle, leader della Fim-Cisl Torino, resta assai ottimista. Anzi, spiega che "è possibile che non ci sia soltanto un motore, ma un'intera filiera produttiva da ricostruire". Secondo il sindacalista sarebbe un bel segnale, sia per Mirafiori "perché diversificherebbe le proprie attività", sia per l'indotto "perché aumenterebbe la mole di lavoro per i fornitori". Insomma, sarebbe un bel colpo per la fabbrica-simbolo di Fiat, che in ogni caso beneficerà di un maxi-investimento sulle Carrozzerie: in base agli annunci del management, il reparto si occuperà di tre nuovi modelli entro il 2018, a cominciare dal Suv Maserati Levante. Per il momento, non si vedono nuove linee nello stabilimento di corso Tazzoli, anzi i lavori non risultano essere neppure partiti. Ma potrebbe trattarsi di una questione di giorni: secondo voci di corridoio, infatti, il GEC, il comitato strategico di Fiat-Chrysler, avrebbe deliberato il via libera all'investimento su Torino già due settimane fa.
(Fonte: http://torino.repubblica.it - 3/6/2014)