lunedì 30 aprile 2012

Marchionne: Fiat acquisterà il resto di Chrysler "quando sarà il momento"


Il lavoro fatto in Chrysler crea valore per Fiat e quindi Fiat ribadisce che eserciterà l'opzione che detiene presso Veba per Chrysler "quando verrà il momento". Così l'a.d. Sergio Marchionne in conference call con gli analisti. Fiat, che attualmente detiene il 58,5% della casa americana, può esercitare l'opzione di acquisto sul resto di Chrysler dal fondo Veba dal primo luglio 2012 fino al 30 giugno 2016 in varie tappe. Marchionne ha anche detto che il gruppo "ha uno straordinario ammontare di liquidità, è molto elevato. Abbiamo anche accesso al mercato per finanziarci, ma al momento non abbiamo bisogno di utilizzare questa possibilità".
(Fonte: www.borsaitaliana.it - 26/4/2012)

domenica 29 aprile 2012

Viaggio con la Lancia Thema nella tana di Mercedes, Bmw e Audi


Stoccarda, Monaco e Ingolstadt. Le capitali di Mercedes, Bmw e Audi: qui abbiamo portato la nuova Lancia Thema V6 3000 diesel da 239 Cv affidandola nelle mani di uno dei nostri più bravi fotografi, Massimo Zelinotti, con in 3100 chilometri ha potuto fotografare e riprendere l'ammiraglia del Gruppo Fiat in un contesto quasi provocatorio perché - si sa - in fatto di maxi berline i tedeschi ormai dettano legge. Una provocazione che ha funzionato perché ad ogni sosta, ad ogni tappa, ad ogni rifornimento (pochi in realtà visto che , compresi alcuni tratti fatti a tutta birra sulle autobahn tedesche), la curiosità è stata davvero tanta. Ovvio che da quelle parti di Thema se ne vedano poche e per i tedeschi, avere la possibilità di guardare da vicino, toccare e studiare un'ammiraglia che "osa" entrare nel loro territorio è davvero qualcosa di raro. Così, con una perfetta metafora fotografica, siamo "entrati" nel territorio di caccia riservato di Audi, Bmw e Mercedes, ripetendo con il viaggio per immagini quello che il Gruppo Fiat ha fatto dal punto di vista industriale-automobilistico. E le sorprese, anche qui, non sono mancate. Se infatti la Thema non ha concorrenti sul piano della convenienza, dello spazio e delle pelli cucite a mano, così durante il viaggio tante Serie 5, A6 e Classe E sono passate inosservate e tutti gli occhi erano per lei, per la Thema. Capannelli di curiosi hanno circondato spesso la macchina, fino ad arrivare al singolare "Apra il cofano per favore" da parte della "polizei" durante un controllo di routine, evidentemente non solo per controllare i numeri di telaio... Insomma, la Thema potrà piacere o no, si potrà discutere all'infinito sulla sua discendenza Chrysler (ma sarebbe più corretto dire Daimler-Chrysler visto che questa macchina è nata sotto la gestione Mercedes della Chrysler e che quindi ha più pezzi tedeschi che americani...) ma su due cose proprio non si può discutere, almeno secondo il nostro Zelinotti: la macchina è comodissima, macina i chilometri in totale souplesse e, soprattutto, sembra fatta apposta per essere fotografata. Con quelle sue importanti dimensioni (è lunga 5 metri), con le tante cromature e questo muso imponente che "buca" ad ogni scatto l'obiettivo.
(Fonte: www.repubblica.it - 24/4/2012)

sabato 28 aprile 2012

Marchionne premiato imprenditore dell'anno dalla Michigan Manufacturers Association


Giornata all'insegna del Made in Italy negli Stati Uniti. La prima notizia riguarda l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che ha ricevuto il premio come produttore dell'anno nello Stato del Michigan, patria dell'industria automobilistica statunitense, vincendo la sezione "grandi aziende", ovvero quelle con più di 200 dipendenti. Il premio - il John G. Thodis Michigan Manufacturer of the Year Award assegnato dalla Michigan Manufacturers Association (MMA) - gli è stato conferito "per la sua leadership di successo alla guida di Chrysler in uno dei periodi più difficili negli 87 anni di storia del gigante automobilistico", che solo tre anni fa si era trovato sull'orlo della bancarotta. "La svolta - si legge in una nota della MMA - è stata notevole, con la rinascita dell'azienda vista come un simbolo di un futuro promettente per l'intera industria manifatturiera americana". Nel frattempo sull'altra sponda, la costa Ovest, Luca di Montezemolo seduce la Silicon Valley con quel Cavallino Rampante che conquista con il suo prestigio il santuario della new economy dove realtà come Cisco, Apple, Google studiano nuove soluzioni che ogni giorno introducono grandi novità nella vita di tutti i giorni. Montezemolo, al volante della nuova Ferrari FF, ha stupito la platea di progettisti e ingegneri della Silicon, cominciando da Tim Cook, il capo della Apple, l'uomo che ha preso le redini del colosso di Cupertino dopo la scomparsa di Steve Jobs, incantato dalla quattro ruote motrici di Maranello. Poi è stata la volta degli oltre 600 studenti della Standford University, quindi ha incontrato i vertici di Google, un'altra azienda creata da due ragazzi a metà degli anni '90. Il leader della Ferrari non era lì per promuovere un marchio che certo non ha bisogno di spinte, piuttosto aveva come mission la connessione tra il marchio Ferrari e le nuove tecnologie: "Non sono qui a vendere macchine, ma a comunicare un sogno", ha detto tra gli applausi degli studenti di Stanford invitandoli a "seguire le proprie passioni" come disse Jobs nel corso di una delle sue ultime apparizioni. "Siate creativi, seguite i vostri obiettivi, usate le tecnologie, dominate l'innovazione, ma non dipendete mai dalle macchine, siate piloti della vostra vita, non smarrite mai per strada la curiosità per ciò che vi circonda".
(Fonte: www.quattroruote.it - 25/4/2012)

venerdì 27 aprile 2012

1° trimestre, Chrysler sostiene i conti Fiat


Chrysler tiene a galla Fiat, che chiude in crescita il primo trimestre dell'anno solo grazie all'apporto della controllata americana. Il Lingotto, infatti, continua a perdere quota di mercato con il crollo verticale di marzo e una quota di mercato calata, nei primi tre mesi dell'anno, in Europa, al 6,3%. Il titolo è stato anche sospeso in Borsa per eccesso di ribasso. Nel complesso le vendite sono cresciute a 20,2 miliardi, l'utile netto è aumentato fino a 379 milioni e il risultato della gestione ordinaria è migliorato di 101 milioni a 866 milioni. Numeri con i quali il gruppo torinese ha confermato i target per il 2012. E questo nonostante "gli eventi degli ultimi 12 mesi, e più in particolare dell'ultimo semestre del 2011, hanno generato dubbi circa le assunzioni in termini di volumi su cui si basano il mercato complessivo e i nostri piani di sviluppo in Europa fino al 2014". Nonostante tutto, gli obiettivi rimangono quindi quello di ricavi superiori a 77 miliardi di euro, un utile della gestione ordinaria fra 3,8 e 4,5 miliardi, un utile netto tra 1,2 e 1,5 miliardi, indebitamento netto industriale tra 5,5 e 6 miliardi. Al netto del risultato della controllata americana, però, i numeri del Lingotto sono tutti in calo. Le vendite sono scese, rispetto al primo trimestre del 2011, del 5,7% a 8,7 miliardi di euro, mentre l'utile netto si sarebbe tradotto in una perdita netta di 273 milioni contro l'utile di 37 milioni dello scorso anno. La società ha spiegato il calo con la riduzione dei volumi in Europa, in cui le condizioni di mercato continuano a "rimanere deboli sia per le autovetture sia per i veicoli commerciali leggeri. In Italia, in particolare, la produzione e le consegne di Fiat hanno anche risentito degli scioperi prolungati dei trasportatori". E per questo motivo il gruppo, a marzo, avrebbe consegnato 12mila vetture in meno, subendo il sorpasso nelle vendite - in Europa - da parte di BMW. L'indebitamento netto industriale del gruppo Fiat-Chrysler è pari a 5,8 miliardi di euro (5,5 miliardi di euro alla fine del 2011) con maggiori investimenti e "le disponibilità generate da Chrysler hanno in buona parte compensato quanto assorbito dal resto del gruppo, principalmente per effetto del calo dei volumi in Europa". Per Fiat, esclusa Chrysler, l'indebitamento netto era pari a 3,8 miluiardi di euro in aumento di 1,4 miliardi rispetto a fine 2011: gli investimenti ammontano a 1,6 miliardi di euro nel trimestre, di cui 0,6 miliardi di euro relativi a Fiat esclusa Chrysler. Segno opposto per i marchi di lusso e sportivi che hanno incrementato i propri ricavi dell'11,5% a 0,7 miliardi di euro e i ricavi dei componenti e sistemi di produzione sono rimasti stabili a 2 miliardi di euro. Nel primo trimestre Ferrari ha consegnato alla rete 1.733 vetture omologate (+11,5% rispetto al primo trimestre 2011) e ha realizzato grazie all'aumento dei volumi di vendita), un utile della gestione ordinaria e un ebit di 60 milioni di euro (53 milioni di euro nel primo trimestre 2011). La crescita del 13,2% è dovuta ai maggiori volumi di vendita e agli ottimi risultati del programma di personalizzazioni. Nel primo trimestre 2012, Maserati ha consegnato alla rete 1.560 vetture, realizzando un incremento del 6,3% rispetto alle 1.467 unità consegnate nello stesso periodo del 2011. Ha realizzato ricavi pari a 153 milioni di euro, con un incremento del 13,3%, un utile della gestione ordinaria e un ebit di 12 milioni di euro pari al 7,8% dei ricavi, registrando un incremento di circa il 33% rispetto allo stesso periodo del 2011 per effetto dei maggiori volumi e delle efficienze industriali.
(Fonte: www.repubblica.it - 26/4/2012)

giovedì 26 aprile 2012

Jack Cheng (Fiat-GAC): la Fiat Viaggio sarà esportata dalla Cina non prima del 2014


"Per ora siamo concentrati sul mercato cinese, più che sufficiente per le 140 mila auto che pensiamo di produrre inizialmente. Poi, diciamo dal 2014, porteremo la capacità totale dell'impianto di Changsa a 300 mila unità l'anno, e allora potremmo considerare l'esportazione. La Viaggio, del resto, è un prodotto che nasce su una piattaforma Fiat-Chrysler globale e quindi può essere venduta su qualsiasi mercato". Così ha detto Jack Cheng, General Manager della joint-venture Fiat-GAC tra il gruppo torinese e il partner cinese Guangzhou, con cui ha costruito il nuovo stabilimento per la produzione della sua prima auto di volumi in Cina.
Quasi tutta cinese - La Viaggio è una berlina a tre volumi, lunga 4 metri e 68 cm, derivata dalla Dodge Dart, la berlina americana da poco introdota negli States e costruita sulla piattaforma allargata della Giulietta, la cosiddetta C-Wide. Secondo quanto afferma Cheng, è costruita per il 90% con componentistica di origine locale, anche se in buona parte proveniente dagli stabilimenti in Cina dei grandi fornitori internazionali.
Un nuovo modello all'anno - Dal 2014 in Cina sarà prodotta una variante a due volumi, e proprio questa potrebbe salpare alla volta del mercato europeo. All'ampliamento della capacità produttiva dello stabilimento corrisponderà un allargamento della gamma: "Un modello nuovo all'incirca ogni anno", sostiene Cheng. Prima sarà la hatchback, cioè la due volumi con portellone, e in seguito una possibile crossover, con la sola trazione anteriore e carrozzeria rialzata da terra. A questa potrebbe seguire una vera sport utility dopo il 2015.
(Fonte: www.quattroruote.it - 24/4/2012)

mercoledì 25 aprile 2012

Fiat-Chrysler mostra i muscoli a Pechino. Marchionne: "Fiat Viaggio è l'auto giusta"


«Abbiamo perso trent’anni e ricominciato da capo. Ma dopo due false partenze, ecco la macchina giusta e un partner affidabile». Sergio Marchionne inquadra così, al Salone di Pechino, la missione cinese di Fiat. Battezza, con il responsabile del brand Olivier François e il dg della joint-venture Guangzhou-Fiat, Jack Cheng, la nuova berlina Viaggio. Un modello ridisegnato a Torino per l’Asia, però gemello della Dodge Dart e nato dalla piattaforma dell’Alfa Giulietta. Lo scorso anno a Shanghai Fiat era confinata in un angolino triste: ora i suoi marchi occupano un intero vivace padiglione. Presenti i 22 membri del GEC (Group Executive Council) che il capo ha radunato in conclave per tre giorni a Pechino. C’è anche Lapo Elkann, come ambasciatore glamour della 500 by Gucci. «Portare tutti qui - spiega l’ad di Fiat e Chrysler - è stato un segnale importante. Bisogna impegnarsi molto per avere successo su questo mercato: gli altri che lo hanno fatto ora vendono milioni di auto». Dice «i nostri amici tedeschi» e pensa soprattutto a Volkswagen «la cui crescita è impressionante». Gli errori del passato (leggi il fallimento delle alleanze con Nanjing e Chery) pesano finanziariamente e rappresentano un tormento per Marchionne: «Intanto ci ripresentiamo, anche se in grave ritardo. Lavoravo da 8 anni per questo. Dobbiamo competere con chi è arrivato molto prima e ora può esportare. Però la Cina è un mercato aperto e noi stiamo ricostruendo, un pezzo alla volta». La nuova fabbrica di Changsha, costruita con GAC, da luglio sfornerà le prime Viaggio e in cantiere c’è molto altro, compreso un secondo stabilimento su cui il manager non si sbilancia. «Prima dobbiamo saturare questo - dice - ma non dimentichiamo la necessità di introdurre qui Jeep e Alfa Romeo, altro brand globale. La riportiamo negli U.S.A., poi toccherà alla Cina. Ci vuole pazienza, e non per colpa dei cinesi: è il mondo che si è complicato, non solo questo scenario che offre condizioni molto diverse dall’Europa. E dove possiamo guadagnare: con Fiat Industrial già lo facciamo, la Viaggio è un investimento positivo». Anche il Dragone tuttavia rallenta e il governo ha tolto gli incentivi agli automobilisti. «Ha fatto bene - commenta il manager - ha dimostrato che è capace di frenare perché il mercato era cresciuto troppo in fretta e doveva calmarsi». Marchionne è sereno, perfino sorridente. Risponde a decine di domande. Sul mercato europeo: «Quel che succederà a Fiat in Cina non interferirà con la situazione particolare dell’Europa. Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo cercato con le esportazioni una soluzione alla situazione produttiva». Nello stand compare Alberto Bombassei, abbracci e strette di mano. «Chi gira il mondo come me e come lui - spiega Marchionne - sa che non si fa nulla senza l’impegno delle parti sociali. L’obiettivo è chiaro, ciò che si deve fare anche. Se la gente non lo vuol fare, me lo dica». Nessuna minaccia, fa notare il manager che oggi partirà per Detroit: giovedì il CDA esaminerà la trimestrale, con i conti sempre più legati al successo dei modelli U.S.A. . Italia (e Fiat) più debole? «L’ho detto una volta da Fabio Fazio, che l’Italia ha una posizione negativa nel bilancio, e mi avete crivellato tutti! Ma la realtà è che stiamo gestendo un’organizzazione globale, in settimana vedremo i risultati e gli effetti della crisi in Europa dove la situazione è orribile. Abbiamo cercato di difenderci ma tutti i giorni troviamo ostacoli: penso all’ultima sentenza del Tribunale di Bari che ha riaperto il dibattito. Torino è da una parte, Bologna dall’altra. L’incertezza non ci aiuta e il mercato italiano viaggia verso 1,5 milioni di vendite. Significa che dal 2007 abbiamo perso il 40%, un milione di macchine». La presenza di Bombassei sollecita domande su Confindustria. Con Squinzi cambierà qualcosa nei rapporti con Fiat? Marchionne è lapidario: «Che sappia io, no. L’avevo detto chiaro che se ci fosse stato Alberto magari si potevamo rivedere certe posizioni, con lui c’erano dei punti di vista che condividevo. Poi ognuno fa le proprie scelte, io non voglio condizionare nessuno. Ma non possono nemmeno imporre a Fiat di comportarsi in un certo modo. Noi dobbiamo preservare gli interessi economici e il futuro dell’azienda».
(Fonte: www3.lastampa.it - 24/4/2012)

martedì 24 aprile 2012

VW - Alfa Romeo (2): perché VW non molla e marchia Ducati la sua "fanta-gamma" Alfa?


Facciamo uno sforzo di fantasia e proviamo ad immaginare:
1) come potrebbe essere gestita la vendita di Alfa Romeo da Fiat al Gruppo VW?
2) come sarebbe la possibile gamma della “nuova Alfa Romeo”?
1) LA VENDITA
• VW acquisisce il marchio principale nonché quello di tutti modelli della storia Alfa Romeo.
• VW acquisisce una porzione dell’area di Arese dove allestisce il nuovo stabilimento per l’assemblaggio finale.
• VW acquisisce il museo storico che ristruttura e apre al pubblico in contemporanea al lancio della nuova gamma.
• Tra la data di accordo tra Fiat e VW e il lancio della nuova gamma passano 18 mesi durante i quali Fiat continua a vendere la Mito e la Giulietta. Al termine di questa fase di interregno Fiat smette di vendere Mito e Giulietta che non entrano a far parte della gamma della “nuova Alfa Romeo”.
• Per tutti i modelli venduti sotto la gestione Fiat, l’assistenza e la vendita dei ricambi rimane di competenza Fiat.
• L’attuale (risicata) rete vendita Alfa Romeo viene gradualmente ridotta e assorbita nella rete di altri marchi del Gruppo Fiat.
• VW crea una nuova rete di dealers dedicata al 100% alla gamma della “nuova Alfa Romeo”.
• Al lancio la rete è pronta per il solo mercato europeo. Lo sbarco in America avviene in contemporanea con il lancio dell’Alfetta (v. sotto).
2) LA GAMMA
• Viene sviluppata con l’obiettivo di differenziare la marca all’interno del gruppo, pur garantendo un indispensabile sfruttamento delle sinergie industriali. Attenzione a non sovrapporsi né in alto con Audi e Porsche né in basso con Volkswagen.
• Il brand concept che guida tutte le scelte è: “l’auto sportiva italiana adatta alla famiglia dinamica”.
• Il posizionamento di prezzo sarà tra il 5% e il 10% al di sotto del main competitor che è BMW.
• Per garantire la giusta redditività a fronte di scelte tecniche costose e sofisticate si faranno scelte di maggior semplificazione sulla gamma e sulle finiture rispetto a BMW. Il livello di finitura sarà cioè curato e robusto ma non eccessivamente lussuoso.
Gamma al lancio
Giulia
- berlina segmento D basata su piattaforma MLB, lunghezza 4,65 m.
- motore anteriore longitudinale, trazione posteriore
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 3 motorizzazioni 4 cilindri: 1.8 TSI (170 CV), 2.0 TSI (220 CV), 2.0 TDI (180 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- prezzi a partire da 33.000€
Duetto 
- spider 2 posti segmento D basata su piattaforma MLB, lunghezza 4,25 m.
- motore anteriore longitudinale, trazione posteriore
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 2 motorizzazioni 4 cilindri: 1.8 TSI (170 CV), 2.0 TSI (220 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- tetto in tela
- prezzi a partire da 35.000€
Giulia GT 
- coupè 2+2 posti segmento D basata su piattaforma MLB, lunghezza 4,45 m.
- motore anteriore longitudinale, trazione posteriore
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 2 motorizzazioni 4 cilindri: 2.0 TSI (220 CV), 2.0 TDI (180 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- prezzi a partire da 35.000€
Gran Sport 
- SUV segmento D basato su piattaforma MLB, lunghezza 4,70 m.
- motore anteriore longitudinale, trazione integrale permanente
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 2 motorizzazioni 4 cilindri: 2.0 TSI (220 CV), 2.0 TDI (180 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- prezzi a partire da 38.000€
Roadmap per il successivo sviluppo della gamma
Dopo 6 mesi:
• lancio motorizzazioni 6 cilindri: 2.8 TSI (280 CV) e 3.0 TDI (250 CV)
• lancio Giulia Sportwagon
Dopo 1 anno:
• lancio versioni Quadrifoglio Verde: 2.0 TSI da 250 CV su Giulia e Duetto e 2.8 TSI da 330 CV su Giulia GT e Gran Sport
Dopo 18 mesi:
Alfetta
- berlina segmento E lunghezza 4,85 m.
- motore anteriore longitudinale, trazione posteriore
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 2 motorizzazioni 4 cilindri: 2.0 TSI (220 CV), 2.0 TDI (180 CV)
- 2 motorizzazioni 6 cilindri: 3.0 TSI (300 CV), 3.0 TDI (250 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- prezzi a partire da 40.000€
Alfetta GTV
- coupè 4 posti segmento E lunghezza 4,70 m.
- motore anteriore longitudinale, trazione posteriore
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 2 motorizzazioni 6 cilindri: 3.0 TSI (300 CV), 3.0 TDI (250 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- prezzi a partire da 48.000€
Dopo 24 mesi:
• Lancio Alfetta Sportwagon
Giulietta
- berlina segmento C basata su piattaforma MQB, lunghezza 4,35 m.
- versioni a 3 e 5 porte
- motore anteriore trasversale, trazione integrale
- sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink
- 3 motorizzazioni 4 cilindri: 1.4 TSI (140 CV), 1.8 TSI (180 CV) 2.0 TDI (180 CV)
- cambio manuale a 6 marce o doppia frizione a 7 marce
- prezzi a partire da 28.000€
(Fonte: http://forum.quattroruote.it - 24/2/2012)

lunedì 23 aprile 2012

VW - Alfa Romeo (1): l'ironia di Piech


Ferdinand Piech sembra aver accantonato per il momento i piani per acquisire l'Alfa Romeo. A margine dell'assemblea degli azionisti del gruppo Volkswagen, in cui ha passato la presidenza del Consiglio di sorveglianza alla moglie Ursula, il maggiore azionista del gruppo di Wolfsburg ha ammesso la difficoltà di strappare Alfa Romeo alla Fiat. Per riuscire nell'impresa, infatti, ha spiegato che sarebbe necessario che i conti del gruppo Fiat peggiorassero. La 'Frankfurter Allgemeine Zeitung' riferisce che alla domanda su quando acquisterà l'Alfa, dopo essere riuscito a mettere le mani sulla Ducati, Piech ha risposto in tono laconico: "Quelli se la passano ancora troppo bene...".
(Fonte: www.repubblica.it - 20/4/2012)

domenica 22 aprile 2012

La "campagna d'Italia" di Volkswagen (2): Audi acquisisce Ducati


L’Italia è solo un campo di battaglia per le potenze straniere. Come era nel sedicesimo secolo, ai tempi di Francesco I di Francia e Carlo V di Spagna, così è oggi, ai tempi della guerra tutta germanica dei motori. Oggi gli imperi si chiamano Bmw, Mercedes e Volkswagen. Ad aggiudicarsi la battaglia di Borgo Panigale per la conquista della Ducati è stata la terza, che attraverso Audi è arrivata ad accaparrarsi il pacchetto completo della rossa emiliana. Dall’annuncio della messa in vendita era sembrato subito chiaro che la diatriba sarebbe stata tutta tedesca. Bmw tuttavia si era presto tirata indietro. Nel settore delle motociclette la casa bavarese è già infatti una potenza consolidata, soprattutto nelle moto da turismo, e forse non aveva interesse ad assumersi gli oneri di un’impresa comunque ardua. Tra i contendenti per il marchio rimaneva Mercedes, che aveva già in mano una partnership con Ducati. Le possibilità che fosse lei la predestinata sembravano molto alte. Ma rimaneva soprattutto Volkswagen, che alla fine attraverso l’Audi, già presente in Emilia con Lamborghini, si è fatta avanti per conquistare ciò che in assoluto le manca nella battaglia contro Bmw: le motociclette. Certo, lo stabilimento emiliano dovrà cominciare ad allargare i suoi orizzonti. Probabilmente le rosse targate Audi inizieranno a concorrere con le moto granturismo, in cui Bmw è una potenza quasi secolare. Tuttavia se la casa dei quattro cerchi è arrivata a sfiorare il miliardo per l’acquisto i nuovi padroni di Borgo Panigale devono avere fatto bene i loro conti. Alla Ducati intanto, terra dell’ennesima conquista, è la fine di un’era durata quasi 20 anni. Due decenni passati attraverso speculazioni finanziarie e quotazioni in borsa e una certezza che nessuno osa mettere in discussione: tutto sommato, vista la valle di lacrime in cui si è trasformata l’Emilia dei motori, il marchio ha tenuto. E adesso, è la speranza di tutti, non potrà che andare meglio, visto che la casa per la prima volta dal 1985 ritorna in mano a un gruppo industriale. Dal 1996 infatti, anno in cui la Cagiva di Varese si liberò del marchio per sanare i propri debiti, la casa motociclistica emiliana era sempre stata in mano ai fondi finanziari. Prima l’americana Texas Pacific Group, un private equity durante la gestione del quale la rossa di Borgo Panigale finì anche quotata in borsa a Milano e New York. Esattamente a distanza di dieci anni l’arrivo di Investindustrial, il fondo guidato da Andrea Bonomi, durante il quale Ducati ha continuato a esportare soprattutto e sempre di più in America, occupando il 10% dell’intero mercato globale con circa 40 mila moto vendute. La moto di lusso infatti non ha conosciuto i cali della crisi partita nel 2008, che ha messo in ginocchio la "Motor Valley" emiliana. Degli oltre 10 mila lavoratori del settore dei motori nella regione, almeno la metà ha vissuto sulla propria pelle gli ammortizzatori sociali o, peggio, i licenziamenti. Ma ora anche i sindacati sembrano tirare un sospiro di sollievo: “Negli anni di Bonomi, Ducati ha continuato a mantenere una nicchia di mercato promuovendo il marchio, ma ora c’è bisogno di più: di una strategia industriale che un colosso come Audi può garantire”, spiega Bruno Papignani, leader della Fiom-Cgil bolognese. E poi i tedeschi sono una garanzia a livello sindacale. “È da anni che, per esempio, lottiamo per l’asilo nido”, dice Salvatore Berarducci, operaio nello stabilimento a Borgo Panigale. “Se non ce lo danno i tedeschi, che queste cose le hanno inventate, chi ce le dovrebbe dare?”. E poi l’Audi qui la conoscono bene tutti visto che è già in Emilia da tempo, da quando nel 1998 prese in mano la Lamborghini di Sant’Agata Bolognese. “Un’esperienza-modello per le relazioni sindacali”, spiega Papignani. La Casa di Ingolstadt, secondo le prime indiscrezioni al di là dei comunicati ufficiali, vorrebbe continuare a produrre in Italia, dissipando i timori di una delocalizzazione, magari nell’est Europa o in Asia, che la gestione di Investindustrial aveva iniziato già nel 2011. Lo scorso anno, infatti, uno stabilimento è stato aperto in Thailandia, mentre i vertici Ducati continuavano a lamentare le difficoltà della burocrazia italiana contro la fluidità dei paesi emergenti. Il nuovo amministratore delegato al posto dell’attuale Gabriele Del Torchio (forse gli si troverà un altro ruolo di affiancamento) dovrebbe essere Luca De Meo, l'ex-manager Fiat ora direttore del marketing alla Volkswagen. Un modo per mantenere l’italianità dell’azienda, una "purezza italiana" che peraltro neppure nell’epoca appena conclusasi Ducati poteva vantare. Innanzitutto perché il 30% era in mano a dei gruppi finanziari nordamericani (che passeranno la mano anch’essi ad Audi), poi perché il fondo Investindustrial di italiano aveva solo la mente e all’epoca degli acquisti era controllato dal Jersey e oggi dal Lussemburgo. Una potenza finanziaria che ora, dopo la scalata alla Banca Popolare di Milano del 2011, ha ben altro a cui pensare.
(Fonte: www.ilfattoquotidiano.it - 19/4/2012)

sabato 21 aprile 2012

La "campagna d'Italia" di Volkswagen (1): Porsche acquista il circuito di Nardò


Il gruppo Porsche sbarca in Puglia. Centrobanca (la corporate e investment bank del gruppo Ubi Banca che ne deteneva le quote dal 2003) ha ceduto al gruppo tedesco il 100% del capitale di Nardò Technical Center: Porsche non ha comunicato il valore della transazione che dovrebbe aggirarsi su diverse decine di milioni di euro. Nardò Technical Center (che fa capo a Prototipo Test.Ing S.p.A.) è l’azienda che a Nardò, in provincia di Lecce, gestisce uno dei più grandi e attrezzati «proving ground» attivi in Europa: vi lavorano più di 100 persone. L’infrastruttura si estende su un’area di circa 700 ettari e comprende oltre 75 chilometri di piste di varia tipologia che si differenziano, per esempio, in base alla lunghezza e all’esigenza di simulazione delle diverse condizioni di terreno o metereologiche. Tra le strutture principali l’anello circolare della lunghezza di 12,5 chilometri e la moderna pista di handling di 6,2 chilometri, realizzata nel 2008 con un investimento a cui ha contribuito in maniera significativa la Regione Puglia in base a un Contratto di Programma. Il «proving ground», la cui creazione fu avviata nel 1975 dal gruppo Fiat, grazie alla sinergia tra il management e il nuovo azionista finanziario nell’ultimo decennio è stato oggetto di un importante rilancio che ha compreso la riorganizzazione societaria e l’investimento in nuove strutture e processi votati all’ampliamento della gamma di servizio. Uno sviluppo che è stato il presupposto necessario alla successiva crescita internazionale della base clienti, che attualmente comprende i principali gruppi automobilistici italiani ed europei tra cui la stessa Porsche, ma anche, tra gli altri, Mercedes-Benz, Audi, Lamborghini, Volkswagen, BMW, Aston Martin, Jaguar e Land Rover. «Centrobanca ha portato avanti con determinazione lo sviluppo di Nardò Technical Center assicurando solidità finanziaria all’azienda e, con il management, ne ha rafforzato l'offerta di servizi specializzati per l'industria automobilistica europea» afferma Massimo Capuano, amministratore delegato di Centrobanca, che aggiunge «l’operazione con cui usciamo dal capitale è il compimento di un ciclo naturale, per la banca e per la Sgr, che dopo la valorizzazione anche a beneficio del territorio, si chiude con la cessione dell'impresa a un gruppo industriale di altissimo standing». Il gruppo Porsche Engineering, in collegamento con il Centro di Sviluppo Porsche di Weissach, presso Stoccarda, offrirà infatti una gamma completa di servizi: dall’affitto dei banchi di prova fino allo sviluppo completo del veicolo, insieme alle estese competenze Porsche per clienti sia dell’industria automobilistica che di altri settori, presenti a livello globale. In particolare, il clima favorevole della regione permetterà di utilizzare gli impianti di Nardò per tutto l’anno, in tre turni e per sette giorni alla settimana. Con il conseguente sviluppo della società, Porsche intende accreditarsi tra i datori di lavoro e partner d’affari affidabili anche in Italia e nella Regione Puglia. «L’accordo - spiega l’amministratore delegato della Prototipo Test.Ing S.p.A., Vincenzo Ruocco - rappresenta il riconoscimento del lavoro fatto negli ultimi otto anni insieme all’azionista per il miglioramento del Centro Prove di Nardò oltre che un fatto fondamentale per l’ulteriore sviluppo tecnologico e di mercato, con ricadute positive sulla stabilità occupazionale e sull’economia del territorio».
(Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it - 12/4/2012)

venerdì 20 aprile 2012

Mike Manley su presente e futuro di Jeep


Jeep è davvero un marchio speciale e non solo perché ha inventato il «taxi da battaglia». È soprattutto l’unico brand passato totalmente indenne attraverso la grande depressione che ha minato la credibilità dell'auto U.S.A. a partire dalla metà degli anni '70 fino a buona parte dei '90. Il periodo in cui l'industria automobilistica americana si sentì sotto assedio, stretta fra la prima crisi petrolifera e le operazioni di dumping dell'industria nipponica. A Detroit qualcuno perse la bussola e cominciò a costruire vetture sempre più insignificanti e di qualità approssimativa. Jeep fu l'unica Casa che non scese mai a compromessi circa la qualità dei suoi modelli, e infatti la sua immagine è rimasta solida come la Rocca di Gibilterra anche sul mercato europeo che, all'epoca, era ormai diventato poco ricettivo nei confronti delle vetture a stelle e strisce. Jeep dal 1941 è sinonimo di mezzi fuoristrada indistruttibili e inarrestabili e oggi anche di confortevoli Suv e di crossover dalle prestazioni totali, di alta versatilità e grande classe. Dal 1941 Jeep ha prodotto ben 15 milioni di veicoli e il suo successo è in costante crescita: oggi è il vero marchio globale dell’alleanza Fiat-Chrysler, un fiore all’occhiello. Un fenomeno che analizziamo con Mike Manley, Presidente e CEO di Jeep. Inglese, con lauree in ingegneria e in gestione aziendale, nel settembre 2011 è stato chiamato da Sergio Marchionne a far parte del Consiglio Esecutivo di Fiat S.p.A.
Mr. Manley, come è andato il 2011?
«Il marchio si sta confermando un asset di grande valore per il Gruppo. Grazie all’eccellenza dell'attuale gamma Jeep ha accelerato la crescita su tutti i principali mercati mondiali, in particolare dopo l'introduzione del nuovo Grand Cherokee nel 2010. Le vendite totali hanno raggiunto quota 600.000, con incrementi percentuali a due cifre su tutti i mercati principali. Grand Cherokee è il modello più venduto in U.S.A. . Jeep è il marchio leader nelle esportazioni del Gruppo Chrysler. Nel 2011 ha esportato 108.649 unità, con un incremento del 46%, e rappresenta il 63% delle esportazioni Chrysler».
Come si collocano le performance in Europa, dove più soffrono i mercati?
«Grazie alla disponibilità di moderni turbodiesel per l’intera gamma, le vendite nel 2011 sono cresciute del 62%, a 24.000 unità. Vogliamo raddoppiarle nei prossimi tre anni e raggiungere 500 mila macchine a livello globale nei mercati extra-Stati Uniti entro il 2014. Il best seller qui in Europa è Wrangler. Come in Italia, dove la crescita - dopo gli anni della grande contrazione - è stata del 118%, con 7870 consegne. I primi mesi del 2012 indicano un ulteriore incremento del 58% a livello europeo».
Come si spiega il successo di Wrangler?
«È un'icona per duri e puri, l'interpretazione moderna della Jeep che ha vinto la guerra. Ma l'attuale edizione è anche molto versatile e godibile. In più, dal 2011, il suo turbodiesel 2.8 è cresciuto in potenza, a 200 Cv, e soprattutto in coppia, a 460 Nm. È più silenzioso e omologato Euro5, un salto di qualità importante. Ora su Wrangler 2.8 TD è disponibile anche il cambio automatico, sempre più apprezzato anche dal pubblico italiano».
Qual è il modello su cui puntate per una ulteriore crescita in Europa e in Italia?
«Sicuramente Compass, un crossover già partito molto bene. Crediamo diventerà il best seller nei principali mercati continentali. È una vera Jeep per prestazioni e versatilità, ma molto confortevole, sicura, agile e con un turbodiesel 2.2 litri di ottima qualità e dai consumi contenuti».
Ci sono programmi di sviluppo per il turbodiesel V6 3.0 litri del Grand Cherokee?

«Posso confermare che la cilindrata resterà invariata, ma stiamo lavorando a versioni con potenza incrementata. Stiamo anche considerando l'applicazione della tecnologia Fiat Multiair su propulsori Jeep di cilindrata superiore. Il programma di incremento prestazionale è ampio e non riguarda solo i motori, ma anche la riduzione del peso e il miglioramento delle qualità aerodinamiche, senza snaturare la personalità stilistica Jeep. Il concept Grand Cherokee Production-Intent Sports, presentato a Ginevra, è indicativo».
Ci conferma la realizzazione in Italia di un nuovo Suv leggero, la baby Jeep?
«Assolutamente sì. Il progetto è avviato: è importante avere una produzione in Europa, per ovvie ragioni doganali. Ci auguriamo che le regole del lavoro qui crescano nel senso di una maggiore flessibilità. Il nuovo Suv compatto di Jeep utilizzerà motori turbodiesel di Fiat e avrà anche una variante a trazione solo anteriore: non è un disonore».
(Fonte: www3.lastampa.it - 1/4/2012)

giovedì 19 aprile 2012

Jeep: il SUV compatto destinato a Mirafiori sarà basato sul pianale della Punto 2013


Il nuovo SUV compatto di Jeep avrà origine dalla futura Fiat Punto. Questo prevedono le sinergie del Gruppo Fiat-Chrysler. Il programma di Sergio Marchionne per la crescita parallela di tutti i marchi, italiani ed americani, ha prospettive ambiziose. Il nuovo Sport Utility di Jeep sarà infatti parte del piano “Fabbrica Italia” e verrà realizzato a Torino nell'impianto di Mirafiori assieme a un modello “gemello” di Fiat. Da questo dipenderà molto del futuro e del successo del Gruppo. La Jeep sarà più fuoristrada della prossima 500 Crossover e avrà il compito di spartirsi il mercato con la Compass prima di sostituirla. Lunga 420 cm, arriverà nel 2014, disponibile a trazione anteriore e integrale (4x4) e con motori italiani da 1.4 a 2.0 litri, benzina, turbo-benzina e turbodiesel.
(Fonte: http://cervelliamo.blogspot.it - 16/4/2012)

mercoledì 18 aprile 2012

Serbia: inaugurato lo stabilimento Fiat di Kragujevac


Sergio Marchionne e il primo ministro serbo Mirko Cvetkovic hanno inaugurato ufficialmente il nuovo stabilimento Fiat di Kragujevac, nel centro del Paese balcanico. Dopo 4 anni dalla firma del memorandum di intesa tra il costruttore auto e il governo della Serbia, in base al quale l'azienda torinese rilevava i capannoni della Zastava, e dopo un investimento di 1 miliardo di euro può dunque partire l'attività. In base ai programmi, su una superficie complessiva di 1,4 milioni di metri quadrati sarà prodotta la nuova Fiat 500L, la cui presentazione ufficiale ebbe luogo lo scorso anno al salone dell'auto di Ginevra. Il premier serbo ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa, elogiando il manager italiano per aver fatto un importante piano di ammodernamento di tutto il complesso produttivo. Marchionne ha risposto puntando invece sul fatto che l'esecutivo di Belgrado "ha creato un clima dinamico e favorevole agli investimenti esteri. Per la Fiat è un grande privilegio contribuire alla crescita di questo Paese". Questo stabilimento rappresenta anche un'opportunità di occupazione per la Serbia e per Kragujevac in particolare, visto che a regime - ossia già a fine anno - darà lavoro a 2.400 persone, cui se ne aggiungono altri mille nell'indotto. Gli obiettivi di produzione parlano di 200.000 auto l'anno, che saranno esportate in Europa e in altri mercati al di fuori del continente a partire dagli ultimi mesi del 2012. I lavori per riadattare l'impianto sono durati 3 anni e hanno visto una completa riqualifica delle infrastrutture, una ristrutturazione degli edifici e dei capannoni in modo da adattarli alle esigenze Fiat e l'installazione di nuovi macchinari e nuovi impianti che permetteranno la produzione della piccola vettura del Lingotto. "Fra i nostri obiettivi - ha aggiunto Sergio Marchionne - non c'è solo quello di rendere l'impianto più moderno, ma anche quello di trasformare questo luogo della Serbia centrale in un polo industriale capace di attirare investimenti". Per questo motivo i vertici Fiat hanno realizzato un parco in cui far stabilire i propri fornitori. La fabbrica serba non è nuova alla produzione di auto: già nel 1953 iniziò a produrre vetture Jeep, mentre nel 1954 siglò un accordo con la famiglia Agnelli e la Fiat per la costruzione di alcune auto destinate al mercato dell'Europa orientale.
(Fonte: www.manageronline.it - 17/4/2012)

martedì 17 aprile 2012

Ecco le prime foto ufficiali della Fiat Viaggio. In anteprima mondiale al Salone di Pechino


Fiat presenta le prime foto “teaser” ufficiali della Fiat Viaggio, il nuovo modello che sarà esposto in anteprima mondiale al Salone Internazionale dell’Auto di Pechino il 23 aprile prossimo. Viaggio – e la sua denominazione in cinese Fei Xiang, che evoca il concetto di volare – è il primo progetto Fiat-Chrysler per lo sviluppo di una vettura completamente nuova con alti livelli di raffinatezza e qualità, destinata a rivoluzionare il segmento delle berline compatte in Cina. Fiat Viaggio, berlina a cinque posti e quattro porte, si basa sull’architettura CUSW (Compact US Wide) che oggi è la più avanzata all’interno del gruppo Fiat e su cui si basa anche la nuova Dodge Dart, presentata lo scorso gennaio al Salone dell’Auto di Detroit. A sua volta, l’architettura CUSW è derivata dall’architettura Compact sviluppata originariamente per la pluripremiata Alfa Romeo Giulietta. Con la sua lunghezza di 4679 mm, larghezza complessiva di 1850 mm e passo di 2708 mm, Fiat Viaggio è il nuovo punto di riferimento nel segmento C. Sarà l’unica vettura nella sua categoria ad offrire in esclusiva sofisticati motori turbocompressi – 1.4 TJet 120 CV e 1.4 TJet 150 CV – abbinati sia al cambio manuale 5 marce sia al cambio automatico con doppia frizione a secco DDTC, sviluppato da Fiat Powertrain. Progettata dal Style Center del gruppo Fiat a Torino, Viaggio vanta un design contraddistinto da superfici espressive e pulite, capaci di coniugare forme fluide e curve con proporzioni rigorose. La Fiat Viaggio sarà la prima auto prodotta nel nuovo stabilimento GAC-Fiat a Changsha (provincia di Hunan) che adotta l’ultima evoluzione del World Class Manufacturing. La produzione inizierà a partire da luglio e la commercializzazione è prevista nel terzo trimestre 2012. Al Salone Internazionale dell’Auto di Pechino 2012 GAC-Fiat, Jeep, Chrysler, Maserati e Ferrari si presenteranno insieme nella Luxury Hall E4, offrendo alla clientela cinese la sintesi della visione presente e futura del gruppo Fiat-Chrysler e della sua volontà di giocare un ruolo da protagonista nell’importante mercato cinese.
(Fonte: www.italpress.com - 13/4/2012)

lunedì 16 aprile 2012

L'Alfa Romeo 4C sarà prodotta da Maserati


Maserati punta a produrre due nuove automobili in Italia oltre a quelle già previste, una delle quali sarà la Alfa Romeo 4C che la sua casa madre Fiat S.p.A. intende esportare negli Stati Uniti. E' quanto riportato da un rappresentante dei sindacati e da una fonte vicina alla vicenda. La seconda automobile sarà una nuova berlina Maserati che verrà prodotta presso lo stabilimento della società vicino a Torino. Gli ultimi piani del produttore di automobili sportive controllato da Fiat, presentati ai sindacati in occasione dell'incontro che si è tenuto a Modena, includono un target sulle vendite di 50.000 unità l'anno entro il 2015, un balzo rispetto alle 6.159 unità vendute nel 2011. Il precedente target di Maserati era di 45.000 unità l'anno entro il 2014. "E' una notizia positiva", riferisce il rappresentante del sindacato FIM-Cisl Bruno Vitali. Vitali ha precisato che i funzionari di Maserati si sono astenuti dal rivelare il costo dell'investimento. Maserati sta approfittando del boom della domanda di auto di lusso, soprattutto in Asia. La società sta inoltre ultimando un nuovo Suv che sarà costruito sulla piattaforma di Jeep Grand Cherokee presso lo stabilimento di Chrysler Group a Jefferson North, Detroit. Chrysler è controllata per il 58,5% da Fiat, che sta facendo affidamento sulla condivisione di componenti e piattaforme per ridurre i costi e il tempo necessario allo sviluppo di nuovi modelli. Il Suv di Maserati dovrebbe essere messo in vendita nel 2° semestre del 2013.
(Fonte: http://borsaitaliana.it - 12/4/2012)

domenica 15 aprile 2012

Oscar Giannino: "Se Volkswagen premia i dipendenti c’è un perché"


Che cosa pensi del superbonus di 7.500 euro annunciato da Volkswagen ai suoi 90 mila dipendenti nelle sei fabbriche tedesche dopo un utile 2011 di 15,4 miliardi, più che doppio rispetto al 2010? E degli 8.521 euro di bonus ai lavoratori Audi? E dei 7.600 a quelli di Porsche? Che pensare tra quanto avviene nell’auto tedesca e le parole di Sergio Marchionne su altri due stabilimenti Fiat da dismettere in Italia? Domande che ho rivolto a una delle persone di cui mi fido di più al mondo, sull’auto e non solo. Si chiama Riccardo Ruggeri. È un ex operaio torinesissimo, salito su su fino a divenire manager di prima fila del gruppo Fiat. Cresciuto in un’umida portineria, dal basso è salito in Fiat fino al comitato strategico, fino ad acquisire, ristrutturare e guidare quel gioiello della New Holland che oggi si chiama Cnh e continua a fare profitti. Mi fido di lui perché conosce il mondo dell’auto cominciando dalle viti, ha seguito l’azienda torinese in ogni sua trasformazione. E perché, nell’era Marchionne, ha scritto un libro e una ventina di articoli in materia, dosando tanto le parole da farsi accusare di eccesso di misura. Ruggeri mi sorprende. Dice che la crisi del comparto auto ha avuto una ricaduta positiva, mi dice. Ci sono due grandi gruppi al comando, Volkswagen e Toyota. Salvo i coreani di Hyundai-Kia, fenomeno a sé, tutti gli altri sono inseguitori. Chi insegue si agita, si allea, si separa, chiede l’aiuto dei governi. Ma ad aver separato i due gruppi c’è una sola legge, quella del ciclo di rinnovo, l’evoluzione del prodotto in termini di innovazione-qualità-costi d’esercizio. Questa è la discriminante di sempre, tra chi investe molto e chi poco e tardi. Ed è una legge che non perdona. Spesso i follower, in silenzio, saltano un ciclo, risparmiano molti quattrini, distribuiscono dividendi all’azionista e bonus ai manager. Oppure non hanno quattrini, saltano il ciclo e si auto-affossano. Allora cercano alleanze fra di loro, disegnano scenari fantastici e progetti visionari, in cui dicono di risparmiare miliardi sugli acquisti. Come oggi capita tra PSA e GM. Ma le alleanze di saltatori del ciclo non funzionano mai. O quasi. Nissan-Renault va perché sono tuttora separate. Volkswagen e Toyota, invece, hanno tirato dritto. Ma veniamo alla Fiat. Sostiene Ruggeri che Obama, per liberarsi di Chrysler, fallita per la terza volta, la dotò di un ricco plafond normativo-economico, quattrini a fondo perduto, prestiti. Offerta a tanti, solo Fiat accettò. Nel marzo 2009 anch’essa era tecnicamente fallita, per Moody’s. Gli azionisti Daimler pagarono per uscire da Chrysler, Fiat con Marchionne prese una partecipazione scambiandola con tecnologia. Ma di quattrini ne mise, e tanti, Obama. Poiché chi mette i quattrini vince, è la Chrysler di Obama a essersi implicitamente comprata Fiat, dice Ruggeri. E Fabbrica Italia coi suoi 20 miliardi di investimenti su cui da due anni media e sindacati incalzano Marchionne? Una mossa tattica, risponde Ruggeri. Marchionne in sette anni non ha chiesto nessun aumento di capitale agli azionisti. E al governo italiano non chiede niente. Per investire rispettando il ritmo spietato dei cicli di rinnovo, continua Ruggeri, ci vogliono quattrini veri, uomini, reti di vendita. Fiat ha investito 0,7 miliardi per Pomigliano. Conclusione. Fiat, quotata, ha la maggioranza di Chrysler, non quotata, che ha restituito il prestito al Tesoro U.S.A., indebitandosi con banche americane. Ma l’anima di quest’azienda, già fusa, non è più italiana. L’Ipo si terrà a Wall Street e il quartier generale sarà americano. Chrysler-Fiat entrerà in orbita entro il 2014-15, la base di lancio ovviamente americana. Il resto sono solo stadi intermedi, da abbandonare durante la salita nello spazio. Ecco che cosa sono i due stabilimenti da dismettere in Italia, con la domanda flessa e l’eccesso di sovracapacità produttiva europea nell’ordine del 35-40%. L’Italia resterà un interessante mercato, ma deve pensare ad aprire a nuovi stabilimenti auto di puro montaggio. Come fece anni fa il Regno Unito, che ne produce più di allora e più di noi, senza una casa automobilistica nazionale. Voglio sperare che l’Italia non voglia difendere con quattrini pubblici posti di lavoro che il mercato ha da tempo cancellato e che ci sono ancora solo grazie agli utili in Brasile e Polonia. Occorre invece cedere Alfa Romeo, marchio ancora appetibile, con in dote passiva uno stabilimento e relativo personale. Può essere questo l’inizio di un’Italia che si apre al montaggio invece di continuare a perder tempo in polemiche sul ruolo della Fiom. Si potrebbe vendere a Volkswagen, così ci attiriamo in casa uno dei due leader assoluti del mercato e qualche operaio italiano si becca anche lui il superbonus.
(Fonte: http://blog.panorama.it - 22/3/2012)

sabato 14 aprile 2012

Suzuki batte VW sull'utilizzo della sigla GTI: divorzio più vicino? La telenovela continua...


Volkswagen non può opporsi alla registrazione del marchio comunitario Swift GTi richiesta dalla Suzuki. Lo ha stabilito il Tribunale dell'Unione Europea che ha confermato quanto già era stato deciso dall'Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno (UAMI) in quanto "non sussiste il rischio di confusione tra tale marchio e i marchi anteriori GTI detenuti dalla Volkswagen". In una nota diffusa da Lussemburgo, il Tribunale della Unione Europea ricorda che il regolamento sul marchio comunitario (...) consente al titolare di un marchio anteriore di opporsi alla registrazione di un marchio richiesto quando, a causa della sua identità o della sua somiglianza col marchio anteriore e a causa dell'identità o della somiglianza dei prodotti per i quali i due marchi sono stati richiesti, sussiste un rischio di confusione per il pubblico del territorio nel quale il marchio anteriore è tutelato. Per costante giurisprudenza, il rischio di confusione sussiste quando il pubblico potrebbe credere che i prodotti in questione provengono dalla stessa impresa o, eventualmente, da imprese economicamente collegate. Nell'ottobre 2003 - si legge nel comunicato - il costruttore di automobili giapponese Suzuki aveva chiesto all'UAMI di registrare come marchio comunitario il segno verbale Swift GTi per autoveicoli, i loro pezzi ed accessori. La Volkswagen è titolare del marchio denominativo tedesco GTI e del marchio internazionale GTI - il quale produce effetti, tra l'altro, in Svezia, nel Benelux, in Francia, in Italia e in Austria - per autoveicoli e i loro pezzi. La Volkswagen si è opposta alla domanda della Suzuki adducendo che esiste il rischio di confusione. L'UAMI ha respinto tale opposizione, ritenendo che non esistesse il rischio di confusione. Infatti, qualsiasi somiglianza di tali marchi alla luce della combinazione delle lettere "GTI", intuitivamente percepita come riferentesi a talune caratteristiche tecniche di un'autovettura o del suo motore, sarebbe ampiamente, o addirittura completamente, controbilanciata dal nome di fantasia del modello Swift figurante nella parte iniziale del marchio richiesto. Con la sentenza di data odierna, il Tribunale conferma tale disamina e respinge il ricorso proposto dalla Volkswagen contro la decisione dell'UAMI, ritenendo che abbia giustamente ritenuto che il consumatore medio in Svezia, nel Benelux, in Germania, in Francia, in Italia e in Austria non riterrebbe che tutti i veicoli, pezzi ed accessori provengano da uno stesso costruttore sulla mera base della combinazione delle tre lettere "GTI", motivo per cui il rischio di confusione andava escluso.
(Fonte: www.ansa.it - 21/3/2012)

venerdì 13 aprile 2012

Elkann: «Fiat e Chrysler sono solo all'inizio»


Fiat-Chrysler cerca nuovo slancio per il 2012, dopo un avvio decisamente positivo della partnership. A prospettare un futuro ancora migliore è stato John Elkann, presidente Fiat, nella lettera rivolta agli azionisti di Exor: «Siamo convinti che il viaggio di Fiat-Chrysler sia appena cominciato: continueremo a raccoglierne i frutti nei prossimi anni».
«FORTUNATI AD AVERE MARCHIONNE» - Il merito, secondo Elkann, è da attribuire soprattutto a una persona: «Come disse Benjamin Disraeli, "Il segreto del successo è la coerenza dei propri obiettivi". Se poi ci si aggiunge una grande leadership, le possibilità di successo aumentano notevolmente. Abbiamo la grande fortuna di avere Sergio Marchionne alla guida di Fiat-Chrysler: insieme al Group Executive Council, i 22 principali manager della società, è riuscito a fare meraviglie». Tra queste Elkann ha citato le novità del 2011 nel campo delle relazioni industriali: «Nel corso dell'anno in Italia sono stati raggiunti importanti accordi sindacali, con un nuovo contratto che permette maggiore flessibilità, mentre il 26 ottobre l'Uaw ha ratificato un nuovo accordo nazionale di lavoro della durata di quattro anni con il Gruppo Chrysler».
PRUDENZA E SEMPLIFICAZIONE - Il 2012 di Exor si preannuncia comunque all'insegna della prudenza e della continua semplificazione. «Il nuovo anno è iniziato con rinnovato ottimismo nel futuro: molte delle preoccupazioni con cui si era concluso il 2011 sono come svanite. Sono felice di questi sviluppi positivi, ma preferisco rimanere prudente, in particolare perché i dati sui consumi, soprattutto in Europa, continuano ad essere deboli». Il presidente della Fiat ha poi tracciato la strada da seguire per il futuro immediato: «Quello che posso dire in via riservata sul 2012 è che per la nostra organizzazione e per i nostri investimenti sarà un anno di continua semplificazione. Più è semplice, meglio è: di questo sono convinto».
62% DEI RICAVI LONTANI DALL'EUROPA - Il 62% dei ricavi delle maggiori società della controllata del gruppo Agnelli è realizzato fuori Europa. «Il 33% deriva dall'area Nafta, il 38% dall'Europa e il 29% dal resto del Mondo. In base a questi calcoli, il nostro principale mercato oggi è di gran lunga gli Stati Uniti d'America, che rappresentano il 27% dei nostri ricavi».
PRECEDENZA AI GRANDI INVESTIMENTI - La scelta strategica di Exor è quella di concentrarsi su investimenti sulle grosse società, ha spiegato Elkann nella sua lettera. I piccoli investimenti restano previsti per Economist e Almacantar. Nel 2011, malgrado la congiuntura, l'insieme degli ebit dei 4 più grandi investimenti è stato pari a 4,8 miliardi di euro (+215% sul 2009).
368 MILIONI INVESTITI NEL 2011 - «Nel 2011 abbiamo investito circa 368 milioni in ciò che conosciamo molto bene. Innanzitutto abbiamo acquistato azioni Exor attraverso un piano di "buy-back". Crediamo fortemente nel potenziale dei nostri attuali investimenti; quindi cosa c'è di meglio che comprarli a sconto attraverso le nostre stesse azioni? Abbiamo anche deciso di incrementare la nostra esposizione a Fiat Industrial e Fiat-Chrysler: oltre a essere fiduciosi nelle loro prospettive di lungo termine, abbiamo colto l'opportunità che ci ha offerto il mercato di acquistarle a un prezzo che noi riteniamo interessante».
PIÙ CAPITALI DALL'ESTERO - Elkann ha sottolineato anche la maggiore presenza sui mercati dei capitali del mondo: «Nel corso del 2011 la società è riuscita a emettere, attraverso un collocamento presso investitori privati, un prestito obbligazionario da 10 miliardi e 83 milioni con scadenza nel 2031. È la prima volta nella storia di Exor che viene emesso un prestito obbligazionario sul mercato istituzionale giapponese: segno incoraggiante della nostra capacità e volontà di essere più presenti sui mercati dei capitali di tutto il mondo».
(Fonte: www.lettera43.it - 11/4/2012)

giovedì 12 aprile 2012

Fiat alla conquista dell'Australia (grazie a Chrysler...)

 
Dal prossimo mese di maggio Chrysler Australia diventerà distributore dei marchi Fiat, Alfa Romeo e Fiat Professional in Australia. In base al nuovo accordo, l'attuale rete nazionale di distribuzione Fiat e Alfa Romeo, composta da 17 concessionarie di autovetture e 22 punti vendita di veicoli commerciali, farà riferimento al gruppo Chrysler Australia con sede a Melbourne. Secondo i dati di Vendor Field Analytical and Characterization Technologies System (VFACTS) i marchi Fiat, Alfa Romeo e Fiat Professional hanno fatto registrare 2.635 vendite nel 2011. I modelli offerti sul mercato australiano includono le Alfa Romeo 159, 159 Sportwagon e la Giulietta, la Fiat 500, la 500 Abarth oltre al Ducato e allo Scudo di Fiat Professional. Il gruppo Chrysler Australia, che attualmente gestisce i marchi Chrysler, Jeep e Dodge sul mercato australiano, ha fatto registrare negli ultimi dodici mesi una forte impennata nelle vendite. Nel 2011 sono infatti aumentate del 27,5%, con una crescita a gennaio e febbraio 2012 del 78% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
(Fonte: www.repubblica.it - 10/4/2012)

mercoledì 11 aprile 2012

Nuova Fiat Uno: dopo 25 anni di dominio della VW Gol, è l'auto più venduta in Brasile


Dopo ben 25 anni in cui la Volkswagen Gol è stata l'auto più venduta in Brasile, la Fiat l'ha battuta in questo primo trimestre 2012 con la Uno, ridisegnata completamente due anni fa dalla casa costruttrice di Betim. Nei primi tre mesi dell'anno sono state vendute 59,1 mila unità della Uno rispetto a 58,7 mila della Gol: entrambe sono le auto brasiliane più popolari. La leadership della Uno si è consolidata nel mese di marzo quando sono state vendute più di 23 mila unità del modello che vive ora uno straordinario successo. La Fiat Palio, l'auto trainante lanciata nel 1996 che ha avuto una nuova generazione nel novembre scorso, è cresciuta sul mercato brasiliano in questi ultimi mesi e si è piazzata terza con 13,4 mila unità nel mese di marzo. La pick-up Fiat Strada continua a guidare i commerciali leggeri con 25,9 mila unità vendute dall'inizio dell'anno. La Fiat occupa sempre la prima posizione nel ranking del 2012, dopo 10 anni di indiscussa leadership sul mercato brasiliano, con il 22,5% del mercato, ed è stala l'unica delle grandi casi installate in Brasile ad espandere le sue vendite nel primo trimestre di quest'anno. Dall'inizio del 2012 infatti sono state vendute in Brasile 772,6 mila automobili e commerciali leggeri, registrando un lieve declino rispetto al primo trimestre 2011 (-0,7%). Ma la Fiat ha venduto quest'anno 173,5 mila vetture ed è cresciuta dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2011. Adesso la commercializzazione ha ripreso ad andare con il vento in poppa: nel mese di marzo le vendite totali del mercato brasiliano sono ammontate ad oltre 284 mila unità, con una crescita di addiritturail 20,5% rispetto al febbraio 2012.
(Fonte: www.repubblica.it - 5/4/2012)

martedì 10 aprile 2012

Jeep-Juventus, matrimonio da 35 milioni


Sarà una squadra a quattro ruote motrici o, come l’ha definita il presidente di Fiat, John Elkann, una «Juventus integrale». Il club bianconero ha presentato, allo Juventus Center di Vinovo, quello che sarà il suo «top» sponsor a partire dalla stagione 2012-13: la Jeep del gruppo Fiat-Chrysler. Sulle maglie della Juve comparirà questo marchio storico per tre anni e al club torinese andranno in tutto 35 milioni. Un accordo, quello annunciato dal presidente bianconero Andrea Agnelli, che verrà firmato nelle prossime settimane. Ad accompagnarlo alla presentazione, oltre al cugino Elkann, anche l’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne. «Sulle nostre maglie, accanto a un marchio importante, Nike, ci sarà appunto Jeep - ha detto Agnelli -. Sono due marchi globali e prestigiosi. Ora spetta a noi continuare sul campo per essere all’altezza dei brand che portiamo in giro». Per il presidente della Juve la partnership con Jeep «riflette anche quelli che sono i valori del lavoro che è stato fatto in questi due anni da parte di tutta la società, un lavoro di ristrutturazione molto importante che ha visto dare i suoi frutti o comincia a vedere i suoi frutti. In campo - grazie al mister Antonio Conte, ai suoi ragazzi, a Marotta, Paratici e l’area sportiva -,  ma anche al di là del terreno di gioco, grazie all’altra parte della società che si sta impegnando duramente per riportare la Juventus ai vertici». Anche altri sponsor, fa sapere Agnelli, «erano interessati alla maglia Juventus, ma c’è stata la volontà di Fiat che voleva questo accordo che porta la squadra dove le compete, ai vertici delle classifiche del valore del brand, ci posiziona come primi in Italia per valore della maglia e ci riporta nella top ten in Europa, dove la Juventus vuole essere». Elkann sottolinea invece che la sponsorizzazione conferma «l’ulteriore impegno di Fiat a Torino e in Italia. Non vedo l’ora di vedere in campo questa Juventus integrale». Con la Juve, ha detto Marchionne, «abbiamo molte cose in comune: entrambe sono esempi di eccellenza in tutto il mondo e condividono l’importanza della squadra e delle persone, l’ambizione di puntare a risultati eccellenti, lo spirito competitivo, la coscienza che il successo devono conquistarlo ogni giorno». L’ad di Fiat ha poi aggiunto un particolare curioso: «Entrambe, Juventus e Jeep, cominciano con la J: in America è usata per insegnare ai bambini la lettera, allo stesso modo in cui viene usata la Juventus in italiano». Il gruppo Chrysler ha avuto momenti difficili proprio come il club bianconero, sottolinea l’amministratore delegato del Lingotto, ma ha saputo risollevarsi in fretta: «Nel 2009 è andato in bancarotta e oggi ha saputo aumentare del 62% le vendite in Europa e la quota di mercato è quasi raddoppiata. Jeep è il marchio più globale che abbiamo, dall’identità forte e leggendaria, e sta seguendo una precisa strategia di sviluppo. Spero e credo che chi, come me, è tifoso di entrambe possa ora guardare al futuro con grande fiducia». Nelle casse bianconere entreranno, dunque, poco meno di 12 milioni di euro a stagione che però, come ha spiegato il presidente Agnelli, non serviranno automaticamente a finanziare il mercato perché «non ci sono collegamenti diretti, in quanto la nostra capacità di fuoco è stata definita da un piano industriale».
(Fonte: www3.lastampa.it - 7/4/2012)

lunedì 9 aprile 2012

"Fiat lux": anche Fiat batta un colpo contro la crisi dell'auto


Gli ultimi dati dell’auto (-26% a marzo) ci hanno spinto a invocare l’intervento del governo per garantire la  sopravvivenza di un settore vitale per l’economia italiana. Giusto che Monti e i suoi ministri mettano mano a un pacchetto di misure non più derogabili (incentivi per euro 0, 1 e 2, tagli alla fiscalità, facilitazioni nell’accesso al  credito), ma per uscire dal tunnel è indispensabile che i costruttori giochino al meglio il loro ruolo. Per paradosso, in un mercato in crisi un modello particolarmente indovinato può rappresentare il rilancio di un marchio. Ma per giocare questa scommessa, servono coraggio, idee e investimenti. Chi ama il marchio Fiat, o chi la critica aspramente, sollecita un’auto veramente nuova e rivoluzionaria, non una rivisitazione dei modelli Chrysler, come è avvenuto per Freemont, Voyager e Lancia Thema. Non una evoluzione dei modelli più indovinati, come per 500 e Panda. Serve un’auto davvero nuova nei criteri, nel design, nell’ispirazione, un modello in qualche modo rivoluzionario e fuori dagli schemi. Al Lingotto ci stanno pensando da tempo e il 2013 è indicato dai più come una data plausibile per quest’auto di classe media (segmento B) capace di succedere alla Punto e di raccoglierne la pesante eredità. Ma intanto i costruttori rivali non stanno con le mani in mano. E’ il caso di Peugeot, che in questi giorni ha concesso il primo test drive per la nuova 208, erede della mitica 205. Sotto i 4 metri di lunghezza, sotto i 12 mila euro di costo, con consumi ed emissioni tagliate, la piccola francese si raccomanda agli acquirenti nei tempi cupi della crisi. E da New York, cambiando modelli e orizzonte, arriva la nuova gamma dei Suv Mercedes, dove il lusso fa rima anche con risparmio di carburante, elettronica e sicurezza assoluta. Certo, il colosso tedesco attraversa un grande momento, può spendere e spandere, reinvestire i profitti in ricerca. Ma senza volare troppo alto anche Fiat ha idee, forza e qualità per scommettere sul futuro, per inventare la macchina che può cambiare la vita degli italiani e quella della nostra più grande casa automobilistica.
(Fonte: http://club.motorionline.com - 8/4/2012)

domenica 8 aprile 2012

sabato 7 aprile 2012

Salone di New York: ecco la nuova SRT Viper


SRT ha finalmente svelato, dopo mesi di anteprime, la nuova Viper al Salone di New York. Stavolta la Dodge ha deciso di proporre la sportiva con il marchio SRT, sottolineandone ancora una volta l'anima sportiva senza compromessi. Ogni elemento del design richiama le generazioni del passato, a cominciare dalla prima serie del 1992, ma la Viper è stata completamente riprogettata, anche con la preziosa consulenza ed esperienza della Ferrari, per poter lottare contro la migliore concorrenza americana ed europea. La Viper è stata svelata con carrozzeria coupé e allo stesso tempo anche nella versione da competizione Viper GTS-R sviluppata in collaborazione con Riley Technologies, che parteciperà con due vetture al campionato ALMS. Tutte le versioni stradali saranno costruite a Detroit, nello stabilimento di Conner Avenue, dove la vettura viene costruita dal 1995.
SOTTO I 1.500 KG - Il telaio è stato completamente riprogettato e vanta una rigidità maggiore del 50% grazie all'utilizzo di alluminio e magnesio. Le porte sono di acciaio ma gran parte della carrozzeria è realizzata con fibra di carbonio, così da mantenere la massa totale entro i 1.495 kg della versione base con Track Package e il 50,6% del peso sull'asse posteriore. Il confermato V10 8,4 litri eroga ora 649 CV e 83 kgm di coppia grazie a nuovi pistoni, nuove valvole e nuovi catallizzatori, risultando così il motore aspirato con il valore di coppia più alto attualmente in produzione.
TRA LAMBORGHINI E FERRARI - Il rapporto peso-potenza raggiunge valori record per le supercar ed è migliore persino di quello della Lamborghini Aventador e vicino a quello della nuova Ferrari F12 Berlinetta. I pneumatici, studiati appositamente dalla Pirelli con mescole dedicate, propongono sull'asse posteriore la misura record di 355 millimetri su cerchi da 13x19". Il motore raggiunge i 6.200 giri, mentre l'unica trasmissione disponibile resta quella manuale a sei marce Tremec TR6060 con rapporti e finale accorciati per poter esprimere la massima velocità in sesta sfruttando tutti i giri del V10. L'impianto frenante, fornito dalla Brembo, offre dischi da 355 millimetri con pinze a quattro pistoncini, mentre in opzione verrà offerto un Track Package con componenti StopTech e dischi scomponibili abbinato a cerchi di lega leggera dedicati.
INTERNI INEDITI - L'abitacolo rappresenta una vera e propria rivoluzione: con l'aiuto della Ferrari sono stati infatti stabiliti nuovi standard per le finiture e l'abitabilità. Oltre ai sedili Sabelt adatti a tutte le corporature, la Viper può ora contare su preziosi rivestimenti di pelle e dotazioni tecnologie di ultima generazione, come il sistema multimediale U-Connect - con navigatore satellitare e la plancia strumenti digitale personalizzabile - che utilizza la stessa tecnologia vista sulla Dodge Dart. Per la prima volta i clienti Viper potranno anche contare su dispositivi come cruise control, controllo di stabilità con quattro setup, launch control e sospensioni elettroniche Bilstein a doppia taratura. La gamma si articolerà sui modelli SRT Viper GTS, dotata di tutti i comfort, e sulla SRT Viper, più estrema e dedicata agli amanti della guida senza compromessi, riconoscibile per il cofano motore con sfoghi d'aria in fibra di carbonio a vista e dotata di assetto tradizionale e di dotazioni semplificate. I prezzi non sono stati ancora diffusi, così come l'eventuale disponibilità della vettura al di fuori dei confini americani.
(Fonte: www.quattroruote.it - 4/4/2012)

venerdì 6 aprile 2012

Fiat, le due alternative per salire in Chrysler


Essere un player globale – l'ambizione ribadita anche ieri dal presidente Fiat John Elkann e dall'ad Sergio Marchionne – non è uno slogan, è un'esigenza di business. La Chrysler ha portato in eredità un appesantimento del debito: l'indebitamento netto "industriale", 5,5 miliardi nel 2011, sarebbe stato solo di 2,4 miliardi senza Detroit. Ma conquistare il 58,5% di Chrysler è costato a Fiat appena 1,9 miliardi di dollari, «neppure confrontabile con il suo valore», come ha sottolineato Marchionne. Ora la sfida è trasformare l'affare finanziario in un successo industriale in grado di assicurare un futuro a tutto il gruppo. Fiat, è stato detto, potrebbe abbandonare l'Italia, dove perde, per concentrarsi altrove, dove guadagna. Ma un gruppo che affonda le radici a Torino dal 1899, che ha avuto e ha il peso di Fiat nel tessuto industriale del Paese non se lo può permettere a cuor leggero. Restare sbilanciati sull'Europa però non avrebbe pagato. Dal Nord-Centro America arriva già oggi più della metà dell'utile operativo del gruppo e l'aggancio con Chrysler ha permesso di sviluppare sinergie per 1,4 miliardi di euro, di cui quasi un miliardo nel solo 2011. Tornare indietro non si può. Occorre invece accelerare. «Contiamo di completare la metà del lavoro d'integrazione con Chrysler entro la fine di quest'anno», ha ribadito Marchionne. Ma l'assemblea che si è svolta ieri a Torino ha rimosso un ostacolo "tecnico" alla possibile fusione con Chrysler, con la trasformazione in ordinarie di tutte le altre categorie di azioni. La fusione («molto improbabile nel 2012» secondo l'ad) andrebbe ovviamente nella direzione di una più rapida osmosi. Tuttavia, secondo le stime degli analisti, la quota della famiglia Agnelli si diluirebbe intorno al 20% e poi c'è ancora la carta della finanza da giocare. Fiat ha due opzioni per salire nel capitale di Chrysler dal 58,5% attuale. L'una è quella di rilevare il 41,5% di Veba, a un prezzo pari a 4,25 miliardi di dollari più il 9% di interessi annui a decorrere da inizio 2010, meno gli eventuali ricavi riscossi dal fondo dei sindacati nel frattempo. Se fosse spesa oggi, l'esborso sarebbe pari a più di 5 miliardi di dollari, che valorizzerebbe il 100% di Chrysler circa 12 miliardi di dollari. Opzione relativamente costosa se si considera che ai multipli di Borsa del settore U.S.A., l'intera Chrysler potrebbe valere tra 14 e 15 miliardi di dollari, o 8-9 miliardi di dollari dedotte le liabilities pensionistiche. La seconda strada in questo momento sarebbe finanziariamente più allettante. A partire dal prossimo 1° luglio e fino al 30 giugno 2016, infatti, Fiat ha la possibilità di esercitare le call option che le consentirebbero ogni sei mesi di acquistare fino a un massimo del 20% del 40% della partecipazione Veba. Ogni sei mesi, perciò, è acquistabile fino a un massimo del 3,32% del capitale. A che prezzo? Se Chrysler fosse quotata farebbe testo il prezzo di Borsa. Se non fosse quotata si dovrebbe utilizzare il più basso tra il multiplo Fiat e la media dei multipli di Borsa di alcuni competitor, applicando il parametro all'Ebitda Chrysler degli ultimi quattro trimestri, meno il debito industriale netto. Utilizzando la formula sui dati 2011 – Ebitda Chrysler 4,8 miliardi di dollari, indebitamento netto industriale 2,9 (US Gaap) e multiplo Ev/Ebitda di Fiat di 1,6 – si otterrebbe un valore dell'equity di Chrysler di appena 4,8 miliardi di dollari, assolutamente competitivo rispetto all'opzione tutto-subito e al valore presunto di Borsa. Il limite è che gli acquisti, per rilevare in tutto ancora un altro 16,6% del capitale, dovrebbero essere diluiti nell'arco di quattro anni. Intanto però la spesa per la prima rata, che permetterebbe a Fiat di salire al 61,8%, sarebbe intorno alla sopportabilissima cifra di 160 milioni di dollari. Marchionne ieri ha detto che non è stata presa alcuna decisione in merito, ma che l'opzione è «tecnicamente possibile». Non si vede perché rinunciarvi.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 5/4/2012)

giovedì 5 aprile 2012

Mercato U.S.A.: a marzo +34% per Chrysler e +642% per Fiat


Prosegue il buon momento di Chrysler Group: in marzo il colosso di Detroit, parte del gruppo Fiat, ha registrato negli Stati Uniti un rialzo delle immatricolazioni pari al 34%. Come si legge nella nota diffusa dalla società, le immatricolazioni del mese scorso sono state 163.381, contro le 121.730 dello stesso periodo del 2011. Si tratta del miglior marzo dal 2008 e il 24esimo aumento mensile consecutivo. È anche stato il miglior primo trimestre dal 2008. Marzo è anche stato il decimo mese consecutivo con aumenti superiori al 20%. Come si legge nel comunicato della società, a contribuire alla performance positiva è stato il buon andamento dei marchi Chrysler, Jeep, Dodge, Ram Truck e Fiat, che hanno registrato aumenti rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. In particolare, il marchio Fiat ha registrato un aumento del 642% rispetto a marzo 2011, quando è stata lanciata sul mercato americano la Fiat 500. «La combinazione di maggiore disponibilità di credito, miglioramento dell'economia e aumento della domanda hanno sostenuto le vendite», ha detto Reid Bigland, amministratore delegato del marchio Dodge, sottolineando che «grazie a questi fattori abbiamo visto crescere le immatricolazioni in tutti i settori». Considerando i singoli marchi, in marzo le vendite di Chrysler sono cresciute su base annuale del 70%, il miglior mese in quattro anni e la performance più solida all'interno del gruppo (grazie a un aumento del 169% delle immatricolazioni della berlina Chrysler 300); quelle di Jeep sono salite del 36%, segnando il miglior marzo in cinque anni (grazie all'aumento delle vendite di Liberty, +46%, e Grand Cherokee, che ha segnato il miglior marzo dal 2006); quelle di Dodge sono aumentate del 18%, il miglior marzo dal 2008 (grazie all'aumento dell'8% del Suv Durango); quelle di Ram sono salite del 23%.
Bene anche il mercato canadese - Chrysler Canada ha annunciato oggi il ventottesimo mese consecutivo di crescita delle vendite. A marzo sono state registrate 22.703 unità vendute rispetto alle 20.971 unità dello stesso mese nel 2011 (+8 per cento). I volumi di vendita nel primo trimestre sono stati i più alti tra tutti i costruttori in Canada. È quanto si legge in una nota. «Siamo ormai da anni ai vertici delle classifiche per le vendite di truck ma vedere il successo che stanno riscuotendo le nostre autovetture è qualcosa di fenomenale,» ha commentato Dave Buckingham, Chief Operating Officer di Chrysler Canada. «In effetti, nel mese di marzo la Fiat 500 e la Chrysler 200 hanno registrato le vendite mensili più alte dal loro lancio circa un anno fa», ha aggiunto. Le vendite di autovetture sono aumentate del 50%, da 2.903 unità nel marzo 2011 a 4.342 unità nel marzo 2012. L'incremento è stato trainato principalmente dalla Chrysler 200, le cui vendite sono più che triplicate rispetto al 2011 (marzo 2012: 1.403 unità, marzo 2011: 409 unità), segnando un record assoluto.
Boom di vendite per Fiat - Le vendite del marchio Fiat negli Stati Uniti in marzo sono aumentate del 642% rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo comunica Chrysler in una nota, mettendo in evidenza che le unità vendute in marzo sono state 3.712. Le vendite di Fiat negli Stati Uniti sono balzate a livelli record nel mese di marzo, durante il quale è stata lanciata la Fiat 500L al Salone dell'Auto di Ginevra. La 500L arriverà negli Stati Uniti nel 2013 e seguiranno la 500 Abarth, che sarà introdotta in primavera, e una versione elettrica della Fiat 500. La Cinquecento era stata lanciata negli Stati Uniti nel marzo del 2011, seguita il mese successivo dalla versione Cabrio.
(Fonte: www.ilsole24ore.com - 3/4/2012)

mercoledì 4 aprile 2012

Fiat-Chrysler, patto per il futuro


Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat-Chrysler, durante il recente convegno all’Università Bocconi di Milano, ha riassunto con chiarezza il perché della promettente fusione italo-americana.
DARE FUTURO ALLE DUE AZIENDE - Alla base della scelta, secondo Marchionne, la necessità di dare un futuro alle due aziende: una ormai eccessivamente vincolata alle vetture del segmento basso e al solo mercato europeo, e l’altra (Chrysler) messa in ginocchio sia dalla tempesta finanziaria che ha colpito gli Stati Uniti che da una cattiva gestione da parte dei propri manager, evidentemente poco abili nel tenere alto il livello d’innovazione generale.
OCCASIONE GLOBALE - «Grazie all'alleanza con Chrysler», ha chiarito Marchionne, «la Fiat europea ha la grande occasione di rientrare in un disegno globale, beneficiando della possibilità di esportare in mercati extra-europei e condividendo il costo di sviluppo di architetture che avranno un'applicazione parallela in America». «Tutto ciò», ha aggiunto l’amministratore delegato del Lingotto, «ha avuto un impatto enorme sulle nostre due aziende, anche a livello culturale. Le ha spinte ad aprirsi e a confrontarsi, ha creato un clima di fermento e di stimoli continui, ha generato occasioni di crescita professionale e personale come mai prima nella loro storia». Con un’ultima «confessione», inoltre, Marchionne ha precisato: «Mentirei se vi dicessi che tutto ciò non ha avuto impatto anche su di me. La mia agenda e la mia vita sono state completamente stravolte negli ultimi tre anni».
GARANTIRE LA MASSIMA INTEGRAZIONE - «C'è una ragione precisa», ha detto, «per cui ho deciso di mantenere la carica di amministratore delegato di entrambe le aziende e lasciar perdere diverse ore di sonno. Ed è perché credo che, per il successo dell'integrazione, sia assolutamente necessario garantire il più stretto collegamento possibile tra Fiat e Chrysler. È l'unico modo per evitare che le barriere geografiche che abbiamo abbattuto con la partnership non si trasformino in barriere culturali, per gelosia o per nazionalismo». «La storia dell'auto», ha concluso Marchionne, «ci ha lasciato alcuni esempi di alleanze che sono fallite perché non c'era una reale volontà di condividere competenze ed esperienze, perché si è generato un clima di diffidenza e disparità tra i due partner, preoccupati più di difendere ognuno le proprie tecnologie che non di guardare a un futuro in comune».
(Fonte: www.lettera43.it - 2/4/2012)

martedì 3 aprile 2012

La Jeep Cherokee 2013 penserà "verde"


La Jeep Liberty, meglio conosciuta al di fuori del Nord America come Cherokee, è in produzione dal lontano 2002 come sostituta della Cherokee originale. Rinnovata nel 2007 con l’arrivo della seconda generazione, è previsto che resti in commercio fino a dicembre 2012, per fare spazio poi a una versione completamente rinnovata. Prevista per il 2013 (il lancio dovrebbe avvenire durante il prossimo American International Auto Show di Detroit), la nuova Liberty ha intenzione di portare con sé una ventata di novità su tutti i fronti.
NUOVO PROPULSORE ITALIANO - La recente alleanza Fiat-Chrysler ha permesso di utilizzare, per questa terza generazione del suv americano, una piattaforma italiana, in grado di ospitare, accanto al vecchio 3.6 litri, un nuovo propulsore Pentastar da 3.2 litri, abbinato a un’innovativa trasmissione automatica ZF a 9 rapporti.
MARCHIONNE PUNTA SUI CONSUMI RIDOTTI - A decantare le lodi della nuova trasmissione, in grado tra l’altro di abbattere sensibilmente consumi ed emissioni, è stato lo stesso Sergio Marchionne che, sottolineando ulteriormente l’orientamento ecosostenibile del marchio, ha recentemente dichiarato: «Le trasmissioni ad alto livello d'efficienza svolgono un ruolo importante nello sviluppo dei motori».
MILLE POSTI DI LAVORO IN PIÙ - Sempre dalla voce dell’amministratore delegato, inoltre, apprendiamo che la produzione della nuova Liberty avverrà presso lo stabilimento di Toledo Nord, nell’Ohio. La fabbrica, che al momento conta 1800 operai, vedrà un investimento di oltre 500 milioni di dollari al fine di aumentare la capacità produttiva. L’espansione del complesso, inoltre, ha in previsione di creare ben 1000 posti di lavoro.
(Fonte: www.lettera43.it - 23/3/2012)