venerdì 29 maggio 2009

Opel: il Governo tedesco sceglie Magna. Marchionne: "Telenovela brasiliana. La vita continua"


Accordo quasi fatto. La cordata austro-russo-canadese della Magna ha vinto la battaglia nella Cancelleria di Berlino sconfiggendo la proposta Fiat. Alle 9,30 del mattino a Montreal, il primo pomeriggio in Italia, Sergio Marchionne può finalmente dichiarare quel che pensava da alcuni giorni: "La trattativa su Opel - dice l'ad - somiglia a una soap opera brasiliana". L'ultima puntata della telenovela la stanno scrivendo i ministri socialdemocratici che hanno messo in un angolo Angela Merkel (con l'appoggio dell'ex primo ministro Schroeder, consulente dei russi) imponendo l'intesa con Frank Stronach. Entro la serata il governo di Berlino dovrebbe firmare un "memorandum d'intesa" con la Magna per ottenere dai vincitori della battaglia i soldi necessari al prestito-ponte che dovrebbe salvare la Opel dalla bancarotta. Ma per la Fiat c'è ancora speranza: ne è convinto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che a Bruxelles ha appena finito l'incontro tra la commissione UE e i ministri dell'industria europei per discutere del caso delle filiali europee di GM. Scajola ha assicurato di "aver colto negli interventi dei suoi partner una grande preferenza per il progetto Fiat, industrialmente più solido". "Credo che il progetto Fiat - ha aggiunto - sia migliore per tanti altri aspetti che interessano General Motors anche in altri mercati". La vittoria degli austro-russi era nell'aria da questa mattina quando Marchionne, con un lungo comunicato, aveva annunciato che l'offerta della Fiat non era ulteriormente modificabile e che il governo tedesco "non può chiedere di più". Dunque, diceva il Lingotto, anche se la Fiat "mantiene un forte interesse per l'operazione con Opel", non avrebbe partecipato all'ennesimo incontro con il governo di Berlino nel pomeriggio. "La vita va avanti" ha detto anche Marchionne e ha fatto sapere che la Fiat non è interessata ad alcuna forma di collaborazione con la Magna mentre sembra ancora in piedi l'interesse per Saab. Mentre in Cancelleria prepara il memorandum che chiude la partita, a Bruxelles i ministri dell'UE si riuniscono per discutere del caso Opel. "Anche se ormai è tardi - commenta Marchionne - è necessario che l'UE si occupi della vicenda". In ogni caso, dice l'ad del Lingotto, "la vita va avanti anche se Magna prende Opel".
(Fonte: www.repubblica.it - 29/5/2009)

giovedì 28 maggio 2009

Opel: per Financial Times e Merrill Lynch la scelta migliore è Fiat


A poche ore dalla scelta preliminare del governo di Berlino sulle offerte presentate per Opel, Fiat incassa la promozione della stampa finanziaria anglosassone e di uno dei più importanti broker mondiali.
"Fiat è l'opzione migliore per Opel", scrive senza mezzi termini il Financial Times nella odierna Lex Column. Il piano Fiat - spiega il quotidiano - prevede lo stesso numero di esuberi di quello di Magna, ma gode di una maggiore visione industriale grazie allo scambio di piattaforme e motori (da cui l'a.d. di Fiat, Sergio Marchionne, si attende sinergie annue per 1,2 miliardi di euro) e al raggiungimento di una massa critica di 6 milioni di veicoli prodotti (con Chrysler), che consentirebbe maggiori efficienze derivanti da economie di scala. L'attestato di fiducia del Financial Times va anche al management del Lingotto. L'FT sottolinea infatti che nonostante i problemi di integrazione potrebbero non mancare, Marchionne è stato in grado di raggiungere risultati altrettanto ambiziosi in Fiat a partire dal 2004. Per il quotidiano della City, sull'offerta concorrente dell'austro-canadese Magna, graverebbero invece le difficoltà del partner industriale Gaz, alle prese con problemi finanziari e con il profondo impatto della recessione sul mercato dell´auto russo.
Ad affidare buone probabilità di riuscita all'impresa tedesca del Lingotto sono anche gli analisti di Bank of America Securities - Merrill Lynch in una nota pubblicata oggi. "Fiat è ben posizionata per raggiungere un accordo su GM Europe in Germania", spiegano gli analisti. Da BAS-ML ritengono che il gruppo torinese goda di vantaggi chiave rispetto agli altri offerenti, tra cui significative sinergie di costo a livello industriale e la possibilità di mettere sul piatto una partecipazione azionaria nel nuovo gruppo a General Motors, ai sindacati e al Governo. Gli analisti aggiungono di ritenere che "l'alleanza proposta da Fiat possa offrire un allettante potenziale di recupero economico in Europa e negli Stati Uniti".
(Fonte: www.finanzaonline.com - 27/5/2009)

mercoledì 27 maggio 2009

Guttenberg: «Per Opel tutti i piani vanno migliorati». Intanto Fiat guarda anche a Saab


Non si chiuderà mercoledì sera la partita per Opel. Un portavoce del governo di Berlino, Thomas Steg, ha detto che il vertice a cui prenderanno parte anche il cancelliere Angela Merkel e rappresentanti dell'amministrazione U.S.A., di GM e di altre aziende contendenti non effettuerà una scelta definitiva tra le tre offerte presentate per rilevare la casa automobilistica. Piuttosto, emergeranno molto probabilmente i nomi di due investitori potenziali. «Non dovete stupirvi se questa notte verrà deciso di tenere ulteriori colloqui e trattative non soltanto con un investitore», ha detto Steg. Berlino sembra quindi orientata a prendere tempo in attesa di un accordo con il Tesoro U.S.A., che si appresta a decidere il futuro della controllante di Opel, la General Motors, che appare oramai avviata verso la bancarotta. Per Fiat, insomma, la partita resta difficile. Il gruppo torinese, però, starebbe guardando anche oltre la Germania e, in particolare, alla Svezia: il governo di Stoccolma ha spiegato che la Fiat è uno dei tre pretendenti ufficiali a rilevare la Saab. «Confermiamo - dice il portavoce del ministero dell'Industria - che Fiat è una delle tre parti con cui il governo svedese è in contatto». Il portavoce non ha detto chi sono gli altri due pretendenti. Una posizione che in qualche modo è stata poi ribadita dal ministro dell'Economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), che ha spiegato che tutti i piani presentati dai tre concorrenti per rilevare Opel devono essere migliorati. Inoltre, ha aggiunto Guttenberg, «restano ancora aperte tante questioni» sulla faccenda Opel e che la porta «è ancora aperta per altri investitori a farsi avanti», scrive Bloomberg. Il ministro ha infine sottolineato che se non si arriva ad un accordo con gli investitori, bisogna «prendere in considerazione altre soluzioni» fra cui l'insolvenza controllata. Il governo tedesco potrebbe invece aiutare chi si aggiudicherà Opel concedendo alla casa tedesca un prestito ponte da 1,5 miliardi di euro, secondo quanto affermato dal ministro delle Finanze Peer Steinbrück, precisando tuttavia che prima di pensare agli aiuti pubblici vi sono «diverse questioni da chiarire», a cominciare da «quale sarà l’investitore che otterrà le nostre preferenze», come ha dichiarato in un’intervista alla rete televisiva pubblica Ard. Il ministro ha anche chiarito che sarà importante la dinamica con cui si configurerà «un sistema affidabile» per la ripresa di Opel e ha aggiunto che vi sono «possibilità molto elevate» che il governo proceda a concedere l'aiuto, con la possibilità di ottenere sostegni pubblici anche per il medio termine. In precedenza il governo tedesco aveva chiarito che per questo aspetto si potrebbe fare leva sulla garanzia pubblica per l’emissione di bond, in modo da non gravare sulle tasche dei contribuenti. Intanto General Motors ha trasferito le sue attività europee (Opel e Vauxhall) alla controllata tedesca Adam Opel GmbH, una mossa tesa a facilitare un accordo con il futuro investitore nella società. Le attività trasferite includono stabilimenti, rete vendite e tecnologie, ma non il debito. La prima casa automobilistica americana ha nel frattempo comunicato che le adesioni degli obbligazionisti all'offerta di concambio sono state «sostanzialmente inferiori alla soglia richiesta da Gm», pari al 90% del valore nominale, e pertanto «il concambio non verrà esercitato». Ai suoi creditori Gm aveva offerto 225 azioni per ogni 1.000 dollari di valore nominale, in pratica una quota del 10% nel gruppo ristrutturato in cambio della rinuncia a esercitare crediti per 27 miliardi di dollari. Il fallimento dell'offerta ai creditori rende ancora più probabile l'adesione al «Chapter 11», cioè alla procedura concorsuale di bancarotta. Fonti del governo tedesco hanno poi confermato che c’è anche una quarta offerta per Opel, della cinese Baic (Beijing Automotive Industry Corporation). Il ministro Steinbrueck ha però spiegato che è troppo tardi per poter esaminarla: «È arrivata così tardi che non abbiamo il tempo materiale per poterla valutare attentamente come abbiamo fatto con le altre tre offerte». Per Opel «Marchionne ha fatto tutto quello che si doveva e si poteva fare, ora mi auguro ci siano le condizioni per chiudere» la trattativa, ha detto il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, a margine di un convegno alla Luiss, aggiungendo che «quando ci sono delle lotterie è meglio aspettare il risultato». Da parte di Fiat, insiste Montezemolo, «c'è la consapevolezza di aver fatto tutto quello che si poteva fare, adesso entra in campo tutta una serie di comportamenti decisionali». Secondo il presidente della Fiat, il ministro Tremonti «ha ragione» quando dice che ormai la partita per Opel si sta giocando sui tavoli dei governi: «Tutti i governi stanno facendo la loro parte».
(Fonte: www.corriere.it - 27/5/2009)

martedì 26 maggio 2009

Marchionne a Berlino «Colloquio costruttivo con la Merkel». E per Opel la Serbia tifa Fiat


«Colloqui costruttivi»: Sergio Marchionne si mostra soddisfatto, al termine dell'incontro con la cancelliera Angela Merkel a Berlino durato circa un'ora e mezza, dedicato al futuro della Opel. Era presente anche il vice presidente della Fiat John Elkann. «Abbiamo illustrato il nostro piano - ha detto l'ad - e il governo tedesco è seriamente impegnato in questo processo». L'amministratore del Lingotto, pur dicendosi «fiducioso per il grandissimo lavoro che stiamo facendo», non si sbilancia sull'esito della trattativa: «È diventata una lotteria, ci sono tantissime variabili in gioco e non posso stabilire quali sono le probabilità di successo. Sto lavorando seriamente per concludere l'accordo. Questa è sempre stata una fusione: stiamo cercando di mettere insieme le due organizzazioni per una molto più forte a livello europeo». «C’è stato un discorso molto aperto su tutti i punti importanti per quanto riguarda la transazione - aggiunge Marchionne -. Hanno una scelta difficile da fare, siamo qui per aiutarli». No comment da parte dell'ad del Lingotto circa le indiscrezioni di stampa che attribuiscono alla Merkel una preferenza per Fiat. Marchionne dice però di augurarsi che nella scelta prevalgano le ragioni dell'economia e non quelle della politica. All'incontro ha partecipato anche il ministro dell'Economia Karl-Thoedor zu Guttenberg, secondo cui Fiat deve ancora migliorare il piano: «L'offerta di Fiat è seria, non male ma va migliorata» ha detto ai giornalisti, aggiungendo però che tutte le offerte devono essere migliorate per tutelare i lavoratori e che al momento nessun concorrente è favorito. Guttenberg ha concluso che una «decisione preliminare» sul futuro della Opel arriverà probabilmente mercoledì e che resta in piedi anche l'opzione dell'«insolvenza controllata». Alla domanda su un eventuale interessamento cinese, come ha riportato l'edizione tedesca del Financial Times, ha risposto: «Non è del tutto sbagliato. C'è un interesse dalla Cina». Zu Guttenberg ha inoltre chiesto al governo Usa di contribuire alla ricerca di una soluzione per Opel. Nel pomeriggio Marchionne ha incontrato il vice cancelliere e ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier e l'ambasciatore Antonio Puri Purini. L'ad di Fiat ha detto di aver fornito al governo tedesco maggiori dettagli sul nuovo piano del Lingotto, inclusi quelli relativi al futuro degli impianti Opel. «Quello che si è abbassato è la somma delle garanzie (pubbliche, ndr) - spiega -. Avevamo chiesto sette miliardi di euro all'inizio, siamo arrivati a sei miliardi adesso». Per mettere a punto la nuova offerta, spiega, «abbiamo rivisto i conti, alleggerito l'ammontare di cassa che l'organizzazione deve tenersi in bilancio per sostenere il ciclo produttivo».
(Fonte: www.corriere.it - 26/5/2009)

La Serbia fa il tifo per Sergio Marchionne. Alla vigilia del verdetto del governo tedesco, a Belgrado e dintorni gli occhi sono puntati su Berlino e le dita incrociate per Fiat: se il Lingotto centrerà l'obiettivo di Opel, di riflesso, anche l'azienda automobilistica nazionale serba, Zastava, acquisita lo scorso autunno dal Lingotto, si ritroverà "parte di uno dei più grandi gruppi mondiali che arriverà a produrre tra i 5 e i 6 milioni di automobili", sottolinea oggi il quotidiano 'Borba'. E nel Paese balcanico, l'avanzata americana e poi la campagna tedesca di Marchionne hanno sollevato un fenomeno davvero raro: un'ondata di ottimismo, applicata in questo caso alle sorti dell'industria locale. Quello di Zastava è stato un salto niente male: fino a meno di un anno fa, era un carrozzone statale, sventrato dai bombardamenti Nato del 1999, senza che da allora nessuno fosse stato in grado di risollevare le sorti di Zastava, l'orgoglio industriale della Jugoslavia degli anni '70, la sola azienda di uno stato socialista che riuscì, seppur per una breve parentesi, a conquistare il mercato U.S.A., con la mitica autovettura low cost, "Yugo". Poi, in settembre 2008, Marchionne atterra a Belgrado nel suo immancabile maglioncino blu e, a chiusura di una trattativa dai tempi record, sigla una joint venture con il governo serbo che prevede investimenti del Lingotto di 700 milioni di euro in due anni, a cui si aggiunge un contributo di oltre 200 milioni da parte dell'esecutivo. A tenere a battesimo la futura 'Fiat-Serbia', c'è il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. Ma a Kragujevac, cittadina della Serbia centrale, sede degli stabilimenti Zastava, il vento di entusiasmo e euforia per quella salvezza piombata miracolosamente dal cielo, inverte presto rotta: la crisi finanziaria travolge il settore auto e Torino mette in stand by i finanziamenti, la cui prima tranche da 200 milioni di euro era attesa entro il 31 marzo, 2009. "Questa crisi ha avuto proporzioni tali che nessuno era in grado di prevedere, nemmeno gli italiani potevano: abbiate fiducia" va ripetendo come un mantra il ministro dell'Economia, Mladjan Dinkic, dopo essere volato di persona in Piemonte a ricevere garanzie che i piani non siano stati annullati, ma solo rimandati. Ma tra sindacati, opinione pubblica e stampa i timori circolano. "Quando a sottoscrivere il contratto di investimenti comuni nella Zastava (...) è arrivato Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat indossando un maglione, il pubblico serbo si chiedeva chi fosse mai quest'uomo che non prende sul serio un affare da cui dipende il futuro della Serbia e di Kragujevac", osservava tempo fa il quotidiano Press. Così, persino quando in diretta mondiale è arrivata la benedizione del presidente Usa per l'affare Chrysler, il tradizionale sospetto balcanico non sembrava fugato e ancora qualcuno, riferendosi al super manager italo-canadese, allertava: "ha convinto Obama, ma deve ancora convincere i serbi". Però sembra che 'l'anti-manager' ce la stia facendo, almeno a giudicare dal recente cambio dei toni che si registra nella stampa locale: "anche se le trattative con Opel dovessero fallire, Zastava farà comunque parte della Fiat-Chrysler" sottolinea ancora oggi 'Borba', nel suo editoriale intitolato "Cosa significherà per Zastava l'ingresso nella grande famiglia Fiat-Chrysler-Opel". Così, giorni addietro, la seriosa e autorevole testata 'Politika' osservava come, nella partita Opel, "Sergio Marchionne ha dalla sua i fatti, i risultati conseguiti in Fiat, dove è arrivato che era nuovo del settore ed è riuscito a risollevare un'azienda che nel 2004 era data in rovina". Ed è ancora 'Press' a dedicare nel suo magazine settimanale un lungo profilo a "l'uomo che ha salvato la Fiat e l'industria automobilistica". Scorrendo tra le righe, a un certo punto si legge "in linea con la sua canzone preferita 'Don't worry be happy', Marchionne continua a sfidare situazioni che sembrano senza uscita. Ed è questo che si aspettano da lui anche gli operai di Kragujevac, le cui chiavi gli sono state consegnate dal sindaco, Veroljub Stevanovic". Insomma, nella partita tedesca di Fiat, il tredicesimo uomo in campo è seduto negli spalti balcanici e, se mai dovesse uscirne sconfitto, Marchionne potrà almeno consolarsi per essere riuscito nell'impresa, non da poco, di aver risvegliato l'ottimismo serbo.
(Fonte: www.wallstreetitalia.com - 26/5/2009)

lunedì 25 maggio 2009

Mercoledì il verdetto su Opel. Domani Marchionne incontra la Merkel, John Elkann il ministro Guttenberg


Il destino di Opel dovrebbe essere scritto mercoledì. Per quel giorno è infatti in programma nella cancelleria federale a Berlino una riunione a cui prenderanno parte i vertici dei tre potenziali acquirenti dell'azienda automobilistica - Fiat, il fornitore austro-canadese Magna e il fondo di private equity Ripplewood - i ministri tedeschi coinvolti nelle trattative, i governatori dei quattro Laender con stabilimenti Opel in Germania e i rappresentanti dell'amministrazione statunitense. Lo scrivono i quotidiani Der Tagesspiegel e Handelsblatt sui rispettivi siti. A coordinare la riunione, che, se necessario, si trascinerà fino a notte fonda, sarà la cancelliera Angela Merkel. La quale, stando alla Bild e al Tagesspiegel, incontrerà domani l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, che sempre domani dovrebbe vedere anche il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg. Il favorito nella corsa ad Opel resta però Magna, rivela la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz). Quella che si è appena aperta sarà insomma una settimana decisiva. Merkel ha chiarito oggi di voler giungere a una soluzione di massima prima che per General Motors, attuale proprietario di Opel, si apra la procedura di insolvenza (il "Chapter 11"). "Quello che non vogliamo è venirci a trovare in una situazione in cui siamo soltanto un'appendice di un eventuale Chapter 11", ha spiegato oggi Merkel a Berlino. "E' interesse della Germania aver pronta la separazione e le questioni giuridiche prima" che ciò avvenga. E tale scenario potrebbe essere sempre più vicino: GM ha infatti tempo fino a fine maggio per presentare un piano di ristrutturazione. Intanto, stando al quotidiano Sueddeutsche Zeitung, entro mercoledì dovrebbe giungere anche il sì di Washington al modello dell'amministrazione fiduciaria cui Berlino punta per salvare Opel nel caso di un'insolvenza di GM. "Il nostro obiettivo è giungere entro meta' settimana a importanti chiarimenti" su Opel, ha spiegato oggi a Berlino il portavoce del governo tedesco, Ulrich Wilhelm. I colloqui vanno avanti con tutti i potenziali investitori e "stiamo facendo dei buoni progressi", ha continuato Wilhelm. Comunque, ha aggiunto, i piani presentati da Magna e da Fiat sono i più articolati, mentre quello di Ripplewood prevede le minori modifiche alla struttura attuale della casa automobilistica tedesca. In ogni caso l'esecutivo federale farà di tutto per evitare un'insolvenza di Opel. Il portavoce ha poi negato che ci siano spaccature all'interno del governo, dopo che ieri il ministro degli Esteri, il socialdemocratico Frank-Walter Steinmeier, aveva criticato il collega dell'Economia, il cristiano-sociale zu Guttenberg, colpevole di non aver escluso l'ipotesi di un'insolvenza regolata per Opel. "Non c'è nessun dissenso all'interno del governo tedesco" su Opel, ha puntualizzato Wilhelm. Proseguono, intanto, i colloqui su Opel. Sabato Merkel ha parlato al telefono con il premier russo Vladimir Putin e ieri, insieme al ministro dell'Economia zu Guttenberg, ha incontrato Frank Stronach e Siegfried Wolf, rispettivamente fondatore e ad di Magna. Marchionne, invece, "sta andando dagli Stati Uniti direttamente dalla Merkel", ha riferito oggi il presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo. Stando a fonti vicine al governo federale domani zu Guttenberg dovrebbe incontrare anche il vice presidente di Fiat, John Elkann. E intanto, secondo quanto riporta il sito del mensile Manager Magazin, Commerzbank è disposta ad aiutare Magna. Se il consorzio guidato dal fornitore austro-canadese dovesse spuntarla, Commerzbank gli darà crediti per quattro miliardi di euro, scrive il sito citando fonti vicine alle trattative. Una disponibilità dai risvolti delicati: la banca che fa da consulente a Opel in queste settimane è infatti Dresdner Kleinwort, una controllata di Commerzbank. E il 25% di Commerzbank si trova al momento in mano pubblica. Secondo la Faz Magna sta rivedendo il suo piano, per assicurarsi anche il sì del Nordreno-Vestfalia. Il Land occidentale tedesco si è schierato contro il progetto del gruppo di componentistica, in quanto prevede tagli eccessivi a Bochum (si parla di 2.200 esuberi su 5.000 dipendenti). "Stiamo trattando sull'ipotesi di sfruttare meglio la fabbrica, trasferendo la produzione del modello Astra da Anversa a Bochum", ha detto alla Faz un portavoce della cancelleria regionale del Nordreno-Vestfalia. I colloqui dovrebbero essere conclusi domani. A Bochum potrebbe essere prodotta anche l'auto elettrica Ampera. Martedì Magna incontrerà infine a Ruesselsheim (quartier generale di Opel) i rappresentanti dei lavoratori della divisione europea di GM, per illustrare il suo piano.
(Fonte: www.wallstreetitalia.com - 25/5/2009)

venerdì 22 maggio 2009

Opel: Governo e Regioni tedesche orientati su Magna. Si decide la prossima settimana


Una decisione ufficiale ci sarà solo tra qualche giorno, ma la Germania sembra già orientata a proporre alla General Motors il gruppo austro-canadese Magna come candidato di punta all'acquisto della controllata tedesca Opel. Il ministro responsabile del dossier, il conservatore Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), continua a non scoprire le carte e si limita a dire che le "decisioni fondamentali" sul futuro dello storico marchio verranno prese la prossima settimana. Tuttavia, attorno a lui, il tifo per il consorzio Magna-Gaz diventa sempre più acceso. A partire dal suo collega nell'Esecutivo della cancelliera Angela Merkel (Cdu), il vice cancelliere e ministro degli Esteri - nonché candidato di punta socialdemocratico alle prossime elezioni - Frank-Walter Steinmeier. Per l'esponente della Spd, infatti, ci sono tre investitori interessati alla Opel, di cui uno con un "piano molto sostenibile", ha detto riferendosi alla Magna. Il commento di Steinmeier rappresenta la conferma principale alla scia di ipotesi e indiscrezioni su un presunto vantaggio che il produttore di componenti d'auto avrebbe rispetto alla Fiat. La Magna, alleata alla casa automobilistica russa Gaz e alla banca russa Sberbank, punta al 20% della Opel, come ha detto oggi l'amministratore delegato della società, Siegfried Wolf. Le quote restanti sarebbero suddivise fra Gaz e Sberbank per arrivare a circa il 55%, mentre alla Gm andrebbe un 35%, e ai dipendenti il 10%. Il piano del consorzio non prevede al chiusura di alcuno dei quattro impianti Opel in Germania, ma contempla l'eliminazione di circa 10mila posti di lavoro in Europa, di cui un quarto nel Paese, dove verrebbero comunque investiti 700 milioni di euro per l'ammodernamento degli impianti e lo sviluppo di nuovi modelli. In attesa del parere di Guttenberg, i governatori dell'Assia, Roland Koch (Cdu), e della Renania Palatinato, Kurt Beck (Spd), hanno detto di preferire l'offerta Magna. Si tratta delle regioni in cui si trovano, rispettivamente, gli impianti Opel di Ruesselsheim e Kaiserslautern, che danno lavoro a una buona parte dei 25mila dipendenti della casa automobilistica nel Paese. Il piano Magna "è il più vicino alle attese e ai desideri di molti nell'arena politica tedesca, ma anche dei lavoratori", ha detto oggi Koch. "E di sicuro qualcuno è rimasto deluso dall'offerta della Fiat, che è molto lontana da ciò che si era sperato - ha proseguito -. E' un'offerta che richiede un nuovo modo di pensare per essere considerata". Ma anche la proposta della RHJ International (fondo U.S.A. Ripplewood) è "molto interessante", ha aggiunto. Sulla stessa lunghezza d'onda Beck. "Sulla base dei piani presentati dagli investitori interessati e dei colloqui avuti con loro e con i consigli di fabbrica, (Beck) preferisce Magna", ha detto il portavoce del governo della Renania Palatinato. Ha espresso parere negativo sulla Magna, invece, il governatore del Nord Reno-Westfalia, Juergen Ruettgers (Cdu), senza fornire indicazioni però sull'offerta Fiat. Anche se un portavoce del governo ripeteva questa mattina che al momento non ci sono favoriti per la corsa alla Opel, quindi, sembra che molti abbiano già le idee chiare sul futuro partner della società. Ma potrebbe esserci anche un quarto contendente, il gruppo automobilistico cinese Beijing Automative Industry Holding, che sarebbe intenzionato a presentare un'offerta per Opel. Per il momento, il governo tedesco assicura però di non essere a conoscenza di alcun gruppo cinese in lizza.
(Fonte: www.ansa.it - 22/5/2009)

giovedì 21 maggio 2009

Der Spiegel: "Per Opel GM preferisce Magna a Fiat". Marchionne: "Abbiamo oltre il 50% di probabilità"


GM preferirebbe cedere Opel al gruppo Magna piuttosto che alla Fiat. Indiscrezioni di stampa in Germania e Stati Uniti indicano quale sarebbe la convinzione che sta maturando al quartier generale dell'ex colosso dell'auto. Secondo Der Spiegel, la soluzione Magna avrebbe due vantaggi per GM: il gruppo canadese dispone di un know-how elettronico prezioso, grazie anche alla partecipazione allo sviluppo del fuoristrada Bmw X3, e potrebbe far funzionare gli impianti Opel a pieno regime con la realizzazione di modelli di altre case. La soluzione Fiat, invece, prosegue lo Spiegel citando il rapporto interno GM, avrebbe un grande inconveniente: il gruppo torinese, con l'alleanza con Chrysler, è divenuto un concorrente diretto per General Motors e per la sua divisione europea. Dello stesso tenore anche altre indiscrezioni di stampa che giungono dall'altra parte dell'Oceano Atlantico. Per il Detroit News, General Motors privilegerebbe, al momento, l'offerta di Magna per Opel, mentre quella della Fiat la lascerebbe "scettica". Con l'offerta Magna GM potrebbe mantenere il 30-40% del marchio tedesco. Opel è proprietà di GM ma è oggettivamente difficile ipotizzare che il numero uno di GM, Fritz Henderson, valuti le offerte su Opel, Saab e Vauhxall senza tener conto delle indicazioni del governo tedesco che interverrà con consistenti risorse finanziarie. L'affaire Opel, come ha sottolineato oggi in Senato il commissario UE per l'industria Guenther Verheugen, non è una semplice questione tedesca: "Non bisogna fare i conti senza l'oste e in questo caso l'oste si trova in America". E negli States non c'è solo la sede di GM. C'è anche la Casa Bianca. Il presidente Barak Obama con la sua task force ha già dimostrato che le aziende che mirano ai fondi pubblici devono rispettare gli obiettivi fissati dall'amministrazione. Le decisioni su Opel rappresentano uno snodo di particolare rilevanza per l'industria dell'auto in America e in Europa e logica vuole che occorrerà trovare una mediazione tra i forti interessi in gioco che riguardano anzitutto GM, Washington e Berlino. Il punto fermo è che GM deve rapidamente procedere alla cessione delle attività in Europa, che nel 2008 hanno generato perdite per 2,5 miliardi di dollari e nel solo primo trimestre del 2009 hanno già accumulato un risultato negativo di 2 miliardi. Con oltre 70 miliardi di dollari accusate negli ultimi 4 anni, GM non può permettersi ulteriori emorragie finanziarie. Segnali di fiducia arrivano però anche sul versante italiano. L'a.d. del Lingotto Sergio Marchionne, secondo quanto riferito da La Stampa, ha detto ieri: "Abbiamo oltre il 50% di probabilità su Opel". Fiat da tempo ha indicato obiettivo e strategia nell'operazione Opel, cioè creare un colosso dell'auto che si collocherebbe da subito al secondo posto dietro Toyota e grazie alla complementarietà dei modelli la possibilità di sviluppare piattaforme comuni in tempi relativamente brevi. Da parte di Magna, invece, nessuna indicazione ufficiale (inizialmente il gruppo canadese era interessato solo a un quota di minoranza in Opel). Rilevare Opel significa per Magna entrare nell'assemblaggio delle auto e ridurre il peso del business della componentistica specialmente in Nordamerica. Nel 2008 il fatturato è sceso del 9% a 23 miliardi di dollari, con un utile netto di 71 milioni, ma nei primi tre mesi dell'anno in corso il fatturato è crollato da 6,6 a 3,5 miliardi, mentre il risultato operativo è in rosso per 200 milioni.
(Fonte: www.spiegel.de - 21/5/2009)

mercoledì 20 maggio 2009

Presentate tre offerte per Opel (Fiat, Magna, Ripplewood). Il governo tedesco deciderà entro domenica


La Fiat ha presentato ufficialmente l'offerta per Opel e Vauxall. La lettera della casa torinese ("finalizzata" alla creazione di "un gruppo che comprenda Fiat, Opel e Chrysler") è arrivata entro la scadenza delle ore 18, scadenza che, poi, è stata misteriosamente prorogata fino a mezzanotte. Non è chiaro chi abbia chiesto lo spostamento. Secondo alcune fonti, era stata la Fiat stessa, ipotesi automaticamente smentita dall'arrivo dell'offerta. Poco dopo la General Motors Europe "padrona" di Opel ha fatto sapere che le offerte arrivate entro le 18 sono 3: Fiat, dunque, la Rhj, la società belga controllata dal fondo americano Ripplewood e la canadese Magna insieme alla casa automobilistica russa Gaz. Sullo sfondo, dunque, potrebbe esserci un quarto concorrente all'origine della dilazione. Entro domenica, comunque, il governo tedesco sceglierà la proposta che ritiene più utile per salvare la Opel dalla bancarotta della General Motors. Il gradimento di Berlino è condizione necessaria ma non sufficiente: l'assenso della signora Merkel dovrà poi essere confrontato con la posizione del governo di Washington. "Per la Opel non ci sono favoriti". Queste le parole del portavoce del governo tedesco, Ulrich Wilhelm, dopo il vertice ministeriale che si è tenuto a Berlino con il cancelliere Angela Merkel, il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, quelli delle Finanze, Peer Steinbrueck, del Lavoro Olaf Scholz e il vice-cancelliere e ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier. "Non abbiamo molto tempo - ha spiegato Scholz - Le decisioni dovranno essere prese questa settimana o, al più tardi, la prossima". I dettagli dei piani (in realtà si tratta di lettere che contengono un'offerta e disegnano una strategia ma non scendono troppo nei particolari) saranno resi noti nelle prossime ore. Solo allora si capirà se davvero la proposta del Lingotto è quella che avrà maggiori chances di essere realizzata, come ha detto fin da questo pomeriggio il ministro dell'industria italiano Claudio Scajola. Il titolare del lavoro Maurizio Sacconi ha annunciato che domani la questione sarà affrontata dal Consiglio dei ministri che deve rispondere anche alle preoccupazioni dei sindacati italiani: "Non vogliamo essere convocati a decisioni già prese", hanno dichiarato anche oggi Epifani, Bonanni e Angeletti. Il governo tedesco comunque invita ad aspettare la scadenza fissata per scoprire realmente quante saranno le offerte per la casa automobilistica. L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, non si è recato oggi a Berlino poichè la consegna della lettera di intenti per l'acquisizione della Opel non prevede un incontro formale. L'offerta è giunta al ministero dell'economia tedesco attraverso i rappresentanti legali dell'azienda torinese.
(Fonte: www.repubblica.it - 20/5/2009)

martedì 19 maggio 2009

Marchionne alla vigilia della presentazione del piano: "Per Opel meglio gli asset dei contanti"


Sergio Marchionne prova a chiarire i dubbi dei sindacati tedeschi sul suo piano per assumere la guida di Opel, ma il leader dei metalmeccanici, Berthold Huber, si è mostrato ancora scettico nei confronti del Lingotto, dopo un incontro con l’amministratore delegato di Fiat svoltosi stamattina a Francoforte. Marchionne, comunque, non demorde e lavora agli ultimi dettagli del piano, che dovrà essere presentato entro domani. Il leader del sindacato IG Metall, Huber, ha spiegato che l’incontro con Marchionne, durato circa un’ora e mezza, è stato «aperto». Tuttavia, ha aggiunto, da un lato ci sono differenti culture aziendali tra Italia e Germania sul tema della cogestione e del peso dei sindacati all’interno delle società; dall’altro lato resta il problema della sovrapposizione dei modelli di Fiat e Opel. Un punto, quest’ultimo, su cui i sindacati tedeschi hanno fatto leva nei giorni scorsi per giustificare il loro no al Lingotto e la loro preferenza per un fornitore come l’austro-canadese Magna. In ogni caso il partner che vorrà rilevare da General Motors la maggioranza di Opel dovrà rispettare alcune condizioni, ha puntualizzato Huber. Anzitutto una sufficiente liquidità; poi il mantenimento della cogestione e infine la difesa a lungo termine dei posti di lavoro. Il leader sindacale si è poi mostrato aperto a possibili colloqui anche con altri soggetti interessati ad Opel, come il fornitore austro-canadese Magna. Marchionne, dal canto suo, ha provato a spazzare il campo dalle cifre sui possibili tagli ai posti di lavoro. «Non ho discusso di numeri con nessuno», ha detto a Bloomberg Television l’ad del Lingotto. Il quale ha anche puntualizzato che l’offerta di Fiat per Opel non sarà in contanti, bensì dovrebbe ruotare intorno ad asset («altrettanto buoni, se non probabilmente migliori dei contanti», ha precisato). Comunque l’offerta non è stata depositata al governo: «Stiamo ancora lavorando ai dettagli», ha affermato, aggiungendo: «Possiamo offrire molto ad Opel». Un messaggio che l’ad del Lingotto ha portato anche in Turingia, l’unico dei quattro Laender con stabilimenti Opel che non aveva ancora visitato. Dopo Francoforte Marchionne si è recato infatti ad Erfurt (capoluogo della Turingia), dove ha presentato il suo piano al presidente della LEG (la società che promuove gli investimenti nel Land), Andreas Krey. Insieme a Fiat e Magna, in corsa per lo storico marchio tedesco potrebbe esserci anche un terzo soggetto: il fondo statunitense di private equity Ripplewood. Lo scrive oggi la Bild, rilanciando quanto anticipato nei giorni scorsi dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Come assicurato dal cancelliere Angela Merkel l’esecutivo federale intende valutare senza indugi i piani. E così già domani, subito dopo il consiglio dei ministri, è in programma un vertice sul futuro di Opel a cui parteciperanno, oltre a Merkel, il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, quello ministro dell’Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg e quello delle Finanze, Peer Steinbrueck. Oggi, intanto, secondo quanto riporta l’Associated Press, rappresentanti di Stato, Laender e banche hanno raggiunto un accordo di massima su un finanziamento-ponte per Opel.
(Fonte: www.lastampa.it - 19/5/2009)

lunedì 18 maggio 2009

Fiat-Opel, rush finale in Germania. Automobilwoche: "Lancia verrà sacrificata per Opel"


L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, torna in Germania per il rush finale sulla Opel in vista della scadenza di mercoledì, giorno in cui dovrà presentare il suo piano al governo tedesco, e promette al governatore del Nord Reno-Westfalia, Juergen Ruettgers (Cdu), che tutti gli impianti della controllata GM nel Paese verranno lasciati intatti. In questa "fase decisiva" per le trattative sul futuro della Opel, come ha detto la stessa cancelliera Angela Merkel (Cdu), Marchionne ha visitato anche il quartier generale della casa automobilistica, a Ruesselsheim (Assia), dove ha incontrato oggi anche i vertici di GM Europe e della stessa Opel. Sui contenuti di questi incontri, finora, è trapelato poco, ma sembra che Marchionne sia ormai deciso a non toccare alcun posto di lavoro in Germania. Anzi, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe pronto a sacrificare il marchio Lancia per far posto a quello Opel. Almeno, così scrive il settimanale Automobilwoche, citando una persona vicina all'ad Fiat. "Secondo il piano, il marchio Lancia verrà soppresso a favore del marchio Opel", ha detto la fonte. Un'indiscrezione, questa, che lo stesso Marchionne sembra avere parzialmente confermato nel corso di un'intervista al domenicale 'Bild am Sonntag': il manager ha infatti detto che per la Fiat è "decisivo" che la Opel rimanga "un marchio forte sul mercato". E poi ha voluto rassicurare i vertici della casa automobilistica tedesca: il piano Fiat, ha detto al domenicale, "prevede di apportare le nostre attività nel settore auto, che saranno prive di debiti, in questa fusione. Il flusso di cassa (di questo nuovo gruppo) aiuterà la Opel a far fronte ai propri obblighi" finanziari. Nonostante queste rassicurazioni, per il governo la partita è ancora tutta da giocare. "Dobbiamo aspettare e vedere cosa succede mercoledi", ha detto da Monaco di Baviera il ministro dell'Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), sottolineando di essere pronto ad andare di nuovo negli Stati Uniti con una delegazione di negoziatori alla fine di questa settimana. Un viaggio, questo, che servirebbe non solo a discutere dei piani di Fiat e del gruppo Magna (oltre a quelli di altri eventuali potenziali investitori), ma anche dell'ipotesi della 'soluzione ponte' da lui prospettata. La proposta, come è noto, prevede la nomina di un amministratore fiduciario e la concessione di finanziamenti ponte temporanei da parte di banche pubbliche, qualora GM finisse in bancarotta prima che sia stato individuato un partner per Opel o comunque durante i negoziati per la definizione di un accordo. Mentre Guttenberg aspetta di conoscere i dettagli del piano Fiat, Marchionne continua il suo tour a tappe forzate in Germania. L'incontro con Ruettgers, durato un'ora e mezza, è avvenuto ieri in un hotel di Colonia. Oggi, a Ruesselsheim, è stata la volta - secondo indiscrezioni di stampa - del capo di GM Europe, Carl-Peter Forster, e del numero uno della Opel, Hans Demant. Domani, Marchionne dovrebbe vedere a Francoforte anche il numero uno del potente sindacato dei metalmeccanici tedesco IG Metall, Berthold Huber. L'8 maggio il manager aveva incontrato i governatori dell'Assia (Roland Koch, Cdu) e della Renania Palatinato (Kurt Beck, Spd), le regioni dove si trovano i siti di Ruesselsheim e Keiserslautern della Opel. E dopo l'incontro di ieri con Ruettgers, cioè il governatore del Land che ospita l'impianto di Bochum (cinquemila addetti), dovrebbe vedere prima di mercoledì anche il governatore della Turingia, Dieter Althaus (Cdu). Intanto, il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, commentando le presunte resistenze di Washington e dei vertici GM alla proposta di Guttenberg, ha confermato il suo appoggio al ministro. Sembra ormai essere tramontata definitivamente, invece, l'ipotesi di un ingresso diretto dello Stato nel capitale della Opel. Dopo i 'no' della Merkel e di Gutenberg, oggi è arrivato anche il parere negativo dell'Autorità antitrust.
(Fonte: www.automobilwoche.de - 18/5/2009)

venerdì 15 maggio 2009

Fleet & Mobility: Fiat-Opel funzionerà grazie alle sinergie


Il matrimonio tra Fiat e Opel porterebbe a un rafforzamento delle due Case, aprendo nuove opportunità nel settore delle citycar ai tedeschi e nelle berline medio-grandi al Lingotto. È quanto sostiene un documento del Centro studi Fleet & Mobility, secondo il quale un'eventuale fusione porterebbe Fiat a essere più competitiva nel segmento C (Fiat Bravo-Opel Astra) e in quello D (Croma-Insignia), dove i margini di ricavo sono nettamente più alti di quelli delle utilitarie. Nello studio si evidenzia come oggi un costruttore debba produrre in ogni segmento almeno mezzo milione di veicoli l'anno per ripagare gli investimenti fatti per la progettazione del modello e l'allestimento degli impianti: allo stato attuale questa soglia viene raggiunta dalla Opel solo nei segmenti B (Corsa) e C (Astra) e dalla Fiat solo nei segmenti A (Panda/500) e B (Punto). "Per questo il mercato - spiega la ricerca - sta guardando alle fusioni orizzontali tra brand che offrono prodotti sovrapponibili negli stessi segmenti, come Fiat/Opel o Fiat/PSA; a differenza delle fusioni degli anni Novanta, che puntavano al completamento dell'offerta in tutti i segmenti, con poche sinergie industriali ed esiti tutto sommato negativi". Come, per esempio, è accaduto nel caso della Ford, che dopo aver rilevato Jaguar, Land Rover, Volvo e Aston Martin per formare un supergruppo, è stata poi costretta a cedere uno dopo l'altro tutti i marchi (ad eccezione di Volvo) perché rivelatisi poco remunerativi.
(Fonte: www.fleetandmobility.it - 15/5/2009)

giovedì 14 maggio 2009

WSJ: Fiat potrebbe salire al 51% di Chrysler


«Fiat potrebbe possedere il 51% di Chrysler», titola oggi il Wall Street Journal nel dare i dettagli dei documenti sottoposti da Chrysler al tribunale fallimentare: Fiat sarà autorizzata ad aumentare la sua partecipazione se raggiungerà determinati obiettivi entro il 2013. Si chiarisce così il cammino che potrebbe portare la casa automobilistica torinese a detenere la maggioranza nell'azienda U.S.A. . In base ai termini dell'alleanza, esplicitati nei documenti, Fiat avrà una quota iniziale del 20% e potrà aumentare la sua partecipazione per incrementi di 5 punti percentuali fino al 35% se raggiungerà tre tappe miliari entro il 1° gennaio 2013. «Fiat avrà il primo incremento», scrive il quotidiano newyorchese, «quando comincerà a produrre motori Fiat negli U.S.A. e un altro se introdurrà nel mercato U.S.A. un veicolo sviluppato da Fiat che possa fare 40 miglia con un gallone di benzina» (64,37 km con 3,78 litri circa ndr). Fiat potrà fare un terzo balzo «se Chrysler sarà in grado di fare vendite per oltre 1,5 miliardi di dollari al di fuori del Nord America», secondo il "Master Transaction Agreement" presentato martedì al tribunale fallimentare (US Bankruptcy Court) di Manhattan. L'accordo – continua il WSJ - dà anche alla Fiat l'opzione di acquistare un addizionale 16% di Chrysler. «Se Fiat raggiunge tutti e tre gli obiettivi ed esercita l'opzione, potrebbe finire per avere il 51% di Chrysler». Ma Fiat non potrà prendere il pieno controllo di Chrysler finché la casa automobilistica americana non avrà restituito i prestiti ricevuti dal governo U.S.A. . Finché ciò non avverrà, la partecipazione di Fiat sarà limitata al 49,9%, afferma l'accordo. E fino a quando i prestiti non saranno rimborsati, ogni partecipazione di Fiat al di sopra del 35% sarà in un trust controllato dal Tesoro U.S.A. . L'accordo dice anche che la partnership tra le due aziende sarà governata da un consiglio congiunto, l'Alliance Cooperation Board, formata da sei persone, tre per ciascuna azienda. Secondo il piano di ristrutturazione presentato al tribunale fallimentare, si legge ancora sul WSJ, Chrysler ritornerà in possesso del suo quartier generale a Auburn Hills. Attualmente, la sede è proprietà della Cerberus Capital Management, che acquisì Chrysler nel 2007 e mise un'ipoteca sul complesso. Il quartier generale, di 15 piani, ospitava oltre 10mila dipendenti prima dei tagli e secondo Chrysler è, dopo il Pentagono, la struttura più grande esistente sotto lo stesso tetto.
(Fonte: http://online.wsj.com - 14/5/2009)

mercoledì 13 maggio 2009

FAZ: Ripplewood terzo incomodo per Opel


Dopo Fiat e Magna spunta un terzo pretendente all'acquisizione della Opel. Lo sostiene la "Frankfurter Allgemeine Zeitung", secondo la quale ad avanzare un interesse per le attività di GM Europe sarebbe la società di private equity americana Ripplewood attraverso la sua divisione europea RHJ International, che ha già partecipazioni in alcune aziende di componentistica. Il Governo tedesco ha nel frattempo lanciato una sorta di ultimatum a Magna chiedendo all'azienda austro-canadese (che è spalleggiata da Gaz e Sberbank) di presentare un'offerta più articolata entro mercoledì 20 maggio. La stampa russa anticipa quello che dovrebbe essere il progetto Magna-Gaz. Ai russi andrebbe il 30,1% della nuova società, a Magna il 19,9% e un 40% rimarrebbe nelle mani di GM. A Opel si aprirebbero le porte del mercato russo e Gaz metterebbe a disposizione la fabbrica di Nizhni Novgorod. Per la stampa canadese, invece, il piano prevederebbe il 20% a Magna, il 35% a GM, il 10% ai dipendenti e il 35% ad altri partner. Mentre la Commissione Europea lancia un richiamo ai Governi coinvolti nella vicenda affinché rispettino le regole sugli aiuti di Stato, oggi a Bruxelles è in programma un incontro fra i sindacati metalmeccanici dei Paesi e degli stabilimenti inseriti nel dossier Opel. I sindacati italiani sono preoccupati per la possibile chiusura di un paio di impianti e per il continuo ricorso alla cassa integrazione da parte della Fiat. Dall'America Latina, infine, il quotidiano "O Estadao de S. Paolo" sostiene che il responsabile delle attività brasiliane del Gruppo torinese, Cledorvino Belini, abbia smentito che il Lingotto sia interessato anche alle operazioni sudamericane di GM e che le voci al riguardo siano soltanto speculazioni.
(Fonte: www.faz.net - 13/5/2009)

martedì 12 maggio 2009

Financial Times: "Fiat ha un piano credibile per Opel".


I piani di Fiat per la creazione di un maxi-polo dell'auto con Chrysler e Opel "hanno incontrato gravi opposizioni politiche, ma ciò non vuol dire che l'operazione non riuscirà". E' quanto si legge sulla Lex Column del Financial Times. Tra le opzioni all'orizzonte di Opel, sottolinea il quotidiano, c'è il fallimento ma "con le elezioni a settembre, potrebbe essere un suicidio politico per la coalizione al governo". D'altronde, l'esecutivo tedesco non intende entrare in campo: l'unica altra offerta industriale sembra essere quella di Magna, con le russe Gaz e Sberbank: un'operazione la cui "logica commerciale appare vaga". Resta l'interesse da parte di fondi sovrani e gruppi di private equity ma una vendita del genere sarebbe "politicamente delicata per il Governo di Berlino". E infine c'è Fiat: che "può non essere il salvatore ideale, dal momento che è uscita dal recente salvataggio gravata da 5,9 miliardi di debiti". Tuttavia "l'a.d. Sergio Marchionne ha piani credibili per risparmiare 1 miliardo l'anno con la condivisione di piattaforme e motori con Opel. Inoltre parla con una sincerità persuasiva del futuro ridimensionato che attende l'industria dell'auto". La Gran Bretagna, sottolinea il FT, "sembra preoccupata meno da Fiat che dai tentativi tedeschi di salvaguardare le proprie fabbriche alle spese degli impianti di GM in altri Paesi, tra cui le due fabbriche di Vauxhall. L'Italia ha simili preoccupazioni. Tuttavia tutti devono entrare in gioco, dal momento che il piano di Fiat fa affidamento su prestiti pubblici. In fondo, tutti sanno che se non si riesce a raggiungere un accordo si andrebbe verso la chiusura di tutti gli impianti europei di GM".
(Fonte: www.ft.com - 11/5/2009)

lunedì 11 maggio 2009

Le Figaro: "Marchionne mago dell'auto". Sueddeutsche Zeitung: "Meglio Fiat che niente".


"Sergio Marchionne, il nuovo mago dell'auto" titola il supplemento economia del quotidiano francese Le Figaro, che oggi dedica ampio spazio alla "Fiat che si ritaglia un impero a tappe forzate". Nel ritratto dedicato all'amministratore delegato dell'azienda torinese, Le Figaro-Economie scrive che John Elkann, interrogato su Marchionne, ha detto che "la famiglia Agnelli ha piena fiducia" in lui e nella sua "straordinaria capacità di sintetizzare e affrontare situazioni complesse. Le sue soluzioni - aggiunge Elkann - sono sempre razionali, pur comprendendo una grande creatività".
(Fonte: www.lefigaro.fr - 11/5/2009)

La soluzione migliore per il futuro di Opel e' una fusione con la Fiat. Lo scriveva abato scorso, in un editoriale dal titolo "Meglio Fiat che niente", la progressista Sueddeutsche Zeitung (SZ), il maggiore quotidiano nazionale, secondo il quale "il fuoco di sbarramento con cui viene attualmente salutata la Fiat in Germania è inappropriato, forse addirittura pericoloso". Il giornale di Monaco di Baviera definisce "colposo" l'atteggiamento di rifiuto nei confronti del Lingotto mostrato finora dal management della casa di Ruesselsheim, dal governatore della Renania-Palatinato, Kurt Beck, e dagli altri responsabili socialdemocratici, poiché "finora non esiste alcuna alternativa seria ad un investitore come la Fiat". A giudizio della SZ, il mondo politico tedesco e i dipendenti Opel "dovrebbero mostrare un atteggiamento costruttivo e sostenere Fiat, invece di far blocco ed insistere sulla difesa dei posti di lavoro", poiché sarebbe "ingenuo" credere che chiunque sia l'investitore che alla fine la spunterà, "non verranno chiuse nè fabbriche, nè ridotti gli organici". Il giornale sottolinea che già la GM ha stimato al 30 per cento la sovrapproduzione. La conclusione della Sueddeutsche è che il Lingotto "ha successo con la sua Cinquecento ed è questo ciò che manca ad Opel: un design originale che piaccia anche alla clientela".
(Fonte: www.sueddeutsche.de - 9/5/2009)

venerdì 8 maggio 2009

Fiat vuol concludere con Opel entro maggio. Magna prepara un piano concorrente con i russi.


Sergio Marchionne ha incontrato il leader del land tedesco della Renania-Palatinato sulla possibile acquisizione di Opel ed ha affermato che i colloqui "vanno bene". In particolare Marchionne ha spiegato che sullo stabilimento di Opel a Kaiserslautern non ci sono nuovi sviluppi, ma si lavora ancora ai dettagli. Marchionne si è augurato che le trattative con Opel si chiudano entro fine mese, dal momento che il 1° giugno scade il termine posto dal presidente Usa Barack Obama a General Motors per la presentazione del piano di ristrutturazione della società che controlla la casa automobilistica tedesca. Tuttavia il governatore Kurt Beck ha affermato che, dopo l'incontro con Marchionne, i dubbi sul destino degli impianti Opel sono aumentati. "Gli interrogativi sugli interessi di Opel e dei suoi impianti produttivi in Germania, in particolare Kaiserslautern, sono aumentati e non diminuiti", ha spiegato al termine dell'incontro, aggiugendo di avere "grosse preoccupazioni" sull'impatto occupazionale del piano presentato da Fiat. Secondo Beck, Marchionne avrebbe intenzione di chiudere l'impianto di Kaiserslautern che da lavoro a 3.500 persone. Anche dall'Assia non giungono segnali positivi per la trattativa Fiat-Opel. "Finora Fiat non ha dato uno sguardo ai dati preparati per Opel Europe", ha dichiarato il governatore Roland Koch in un comunicato dopo un incontro a Francoforte tra il suo ministro per l'Economia e l'Ad Fiat. Koch ha poi aggiunto che ci sono soggetti interessati al capitale di Opel che non sono stati mai citati dalla stampa.
La concorrenza, però non resta a guardare. Il gruppo automobilistico austriaco-canadese Magna International, concorrente di Fiat nell'operazione Opel, punta a creare un gruppo russo-europeo che produca fino a 5 milioni di veicoli all'anno, scrive il quotidiano tedesco Rheinische Post, citando fonti della società. Nell'ambito del piano "Raggio", la società acquisterà Opel, controllata di General Motors, insieme alle russe Gaz e Sberbank per vendere un milione di veicoli all'anno nel mercato russo, scrive il giornale. Magna presenterà la proposta al governo tedesco il 20 maggio. Un portavoce del governo non ha voluto commentare.
(Fonte: www.rp-online.de - 8/5/2009)

giovedì 7 maggio 2009

Marchionne all'Economist: "Nessun impianto da chiudere, solo da snellire. Se Opel ha un'offerta migliore l'accetti".


L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, intende snellire gli impianti piuttosto che chiuderli. Lo scrive l'Economist, in un articolo che uscirà domani e che riporta dichiarazioni dello stesso Marchionne, in relazione al piano del gruppo torinese per Opel. "Nel tempo - scrive il giornale inglese riferendendosi a Marchionne - intende ridurre la capacità combinata del 22%, ma specificando che lo farà attraverso lo snellimento degli impianti piuttosto che chiuderli. Ciò, ha aggiunto, è la strada migliore in Europa e permetterà di risparmiare 250 milioni di euro all'anno". "Sto offrendo al governo tedesco - aggiunge Marchionne citato dal giornale - una compagnia automobilistica effettivamente libera dai debiti e prenderò in carico le responsabilità Opel, comprese le pensioni. Ho detto loro: se avete un'offerta migliore, prendetela".
(Fonte: www.economist.com - 9/5/2009)

mercoledì 6 maggio 2009

Marchionne: «Sarò io l'ad di Chrysler. Saab opportunità interessante»


Sergio Marchionne diventerà l'amministratore delegato di Chrylser: lo ha detto, in un'intervista a Bloomberg, lo stesso Marchionne, che in questi giorni è a Detroit per incontrare manager di Chrysler e lavorare alla definizione dell'alleanza industriale, forte anche del via libera del tribunale fallimentare di New York ad una ristrutturazione rapida della casa americana che spiana la strada all'alleanza. Una decisione, quella della Corte newyorkese, accolta con soddisfazione dalla Casa Bianca, che punta a far uscire Chrylser dal "Chpater 11" entro 60 giorni. Marchionne si dice fiducioso che l'uscita possa avvenire anche prima del termine fissato da Washington. Il tribunale per la bancarotta di New York ha dato il via libera alla procedura accelerata per la ristrutturazione della più piccola delle tre sorelle di Detroit: al termine di un'udienza durata oltre otto ore Arthur Gonzalez, il giudice che si occupa del dossier Chrylser, ha dato il disco verde alla vendita attraverso asta dalla maggior parte degli asset della società, con la Fiat principale offerente. Entro il 20 maggio potranno pervenire offerte concorrenti, mentre una settimana dopo, il 27, sarà decretato il vincitore. Respingendo le obiezioni sollevate da un gruppo di creditori, Gonzalez spiana così la strada all'alleanza fra Fiat e Chrysler, appoggiando il piano dell'amministrazione americana. Chrysler propone di cedere i propri asset a una nuova società controllata da Fiat, dal sindacato United Auto Workers (UAW), dal Tesoro americano e dal governo canadese. Una volta conclusa l'asta, la vendita dovrà essere completata entro il 15 giugno, con un'estensione di 30 giorni per le autorizzazioni necessarie. Per gli asset di Chrysler l'offerta di Fiat sarà di 2 miliardi di dollari. Se tutto procederà come previsto, Fiat si troverà inizialmente in mano il 20% della nuova Chrysler con la possibilità di salire al 35%, contro il 55% del Veba, l'8% del Tesoro americano e il 2% del governo canadese. L'obiettivo dell'amministrazione Obama è quello di far uscire Chrysler dal Chapter 11, cioè l'amministrazione controllata, entro la fine di giugno lanciando la nuova Chrysler, alleggerita della gran parte del debito e alleata con il Lingotto. Un'alleanza che darà vita al sesto gruppo automobilistico al mondo e che - se i piani di Marchionne andranno avanti - potrebbe presto includere anche GM Europe e GM America Latina.
La Fiat ha tenuto dei colloqui con il governo svedese in merito al potenziale acquisto della Saab Automobile ed ha ricevuto una risposta positiva. Ad affermarlo, citando fonti ben informate, è oggi il quotidiano Dagens Industri. La casa scandinava in amministrazione controllata del gruppo General Motors, è favorevole a parlare con Fiat su una possibile acquisizione. Così un portavoce della società, che ha precisato che Fiat non è tra i 10 candidati in lizza per rilevare Saab. «Siamo comunque aperti a colloqui se Fiat fosse disponibile, siamo favorevoli a un dialogo», ha detto il portavoce. Saab punta a ottenere il via libera dal Tribunale per un periodo prolungato di tutela dai creditori e, in questo ambito, «la questione della proprietà è molto importante». GM ha messo in vendita Saab a inizio anno. Marchionne: Saab opportunità interessante. Fiat interessata anche alla Saab. La Fiat è interessata al marchio Saab, ha detto Marchionne, secondo il quale Saab è troppo piccola per competere da sola nell'industria automobilistica. Saab è uno dei marchi di cui General Motors vorrebbe disfarsi. «E' un'opportunità interessante - ha detto Marchionne - Il marchio comunque è troppo piccolo per competere nel mercato automobilistico di massa. Potremmo unire Saab con un altro marchio. Negli U.S.A. Saab ha una rete di vendita, sarebbe un peccato lasciarsela sfuggire». La Saab - riporta Automotive News - darebbe il benvenuto a eventuali trattative con Fiat che, comunque, non figura fra i 10 offerenti per rilevare il gruppo e non ha avviato - aggiunge il quotidiano - contatti con il management della società. «Noi siamo aperti a discutere. Se Fiat facesse la sua apparizione sulla scena, le daremmo il benvenuto» dice, un portavoce di Saab.
(Fonte: www.ilmessaggero.it - 6/5/2009)

martedì 5 maggio 2009

Marchionne a "Bild": "Faremo un gruppo paneuropeo".


Un compito non facile quello di Sergio Marchionne: conquistare i tedeschi. In Germania per trattare l'accordo con Opel, l'amministratore delegato di Fiat ha rilasciato un'intervista al quotidiano "Bild" in cui, oltre illustrare il suo piano, cerca di superare la diffidenza dei tedeschi e di fare il punto su alcuni temi caldi. Riportiamo di seguito i passaggi più interessanti.
L'industria dell'auto è in crisi, perché creare proprio adesso un nuovo Gruppo automobilistico?
È questo il momento giusto! La crisi finanziaria ha messo sottosopra l'economia mondiale. Due anni fa i maggiori produttori erano americani, oggi stanno dietro. La soluzione che stiamo trattando è la migliore per i Paesi coinvolti: Germania, Gran Bretagna, Spagna, Italia, Svezia, Belgio, Polonia e Stati Uniti. Non riguarda solo la Germania e l'Italia: è una soluzione paneuropea!
La Opel sopravviverà?
Nelle mani giuste, la Opel ha un ottimo futuro davanti a sé. La qualità delle auto è indubbia, però le vendite non sono dello stesso livello. Il management della Opel sta lavorando bene e noi vogliamo aiutarlo.
Fiat e Opel producono auto molto simili: c'è il rischio di sovrapposizione?
Io non la penso così. Ma quello che è davvero importante è che potremo costruire auto su piattaforme comuni risparmiando moltissimo, così come già facciamo con la Grande Punto e la Corsa.
I sindacati temono che l'accordo con Fiat possa portare a licenziamenti collettivi. Come rispondete?
Non chiuderemo nessuno dei quattro impianti Opel in Germania, però naturalmente dovremo ridurre il personale. Opel non potrà mai guadagnare se non diventa più snella. Mi dispiace, ma questa è la realtà.
Il Governo tedesco favorisce manifestamente la Magna per un ingresso in Opel. Come lo convincerete?
La Magna vuole accedere a Opel con l'aiuto russo. Se il Governo tedesco la trovasse una buona soluzione mi sorprenderei. Il nostro piano è formare un vero grande gruppo europeo che abbia successo in tutto il mondo. Con Chrysler e Opel, Fiat diventerebbe il secondo gruppo mondiale!
Vi accusano di voler accedere agli aiuti statali tedeschi...
Ma se siamo l'unico costruttore europeo che non ha chiesto aiuti di Stato!
In Germania inizia la campagna elettorale. Questo renderà i negoziati più difficili?
Purtroppo, non li rende più facili. Ma io cerco di convincere con i fatti. La politica dei partiti non dovrebbe giocare un ruolo determinante.
Conosce il gioco di parole secondo cui Fiat sarebbe l'acronimo di "Fehler in allen Teilen" (= "Errori da tutte le parti")?
Quello è il passato! Fiat oggi è un'azienda completamente diversa che produce auto totalmente differenti rispetto a qualche anno fa. Abbiamo triplicato le nostre vendite in Germania, quindi la nostra immagine non può essere così negativa.
I lavoratori tedeschi temono di essere "comandati" dagli italiani...
Io sono canadese. Per la Fiat lavorano oggi 200.000 persone e non sono certo tutte italiane. Siamo un'azienda internazionale che ha sede in Italia. Per me la sede centrale del nuovo Gruppo Fiat-Opel potrebbe essere sia in Germania sia in Italia.
(Fonte: www.bild.de - 5/5/2009)

lunedì 4 maggio 2009

Fiat-Opel: Berlino giudica interessante il piano Marchionne


La Fiat ha un piano "interessante", che adesso deve essere "valorizzato". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg in una conferenza stampa seguita all'incontro con l'amministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne. Guttenberg ha aggiunto che l'ad di Fiat gli ha detto che la Fiat vuole comprare Opel senza indebitamento. Il piano della Fiat per una possibile acquisizione della Opel prevede inoltre riduzioni di posti di lavoro presso uno solo dei quattro impianti produttivi che la casa automobilistica tedesca, controllata dalla General Motors, ha in Germania. Durante l'incontro Marchionne ha infatti assicurato che nessuno stabilimento sarà chiuso. Il piano della Fiat prevede poi garanzie statali a livello europeo per 5-7 miliardi di euro, cifra che si riferisce all'indebitamento della casa madre General Motors e include anche la parte pensionistica. Il ministro ha inoltre precisato di attendersi a questo punto un "piano più dettagliato" da parte del fornitore austro-canadese Magna, concorrente di Fiat nella corsa a Opel. In ogni caso, ha aggiunto, "oggi non è il giorno delle deliberazioni" anche se il governo tedesco punta a "una decisione in tempi rapidi". Berlino detta condizioni molto precise agli aspiranti acquirenti: "Tutti gli impianti Opel in Germania devono essere mantenuti e chi punta ad acquistare l'azienda deve anche specificare il luogo della sede della nuova società", ha detto il ministro degli Esteri tedesco e vice cancelliere, Frank-Walter Steinmeier. Inoltre, "dovrebbe essere mantenuto il marchio Opel". Secondo indiscrezioni di fonte sindacale, intanto la Fiat avrebbe aumentato la sua offerta per l'acquisizione di Opel a un miliardo di euro. Lo afferma il rappresentante sindacale Opel presso lo stabilimento di Bochum, nella Germania Ovest. "Fiat - afferma il sindacalista citato dall'agenzia di stampa francese Afp - ha alzato di poco la sua offerta a un miliardo di euro". Un altro rappresentante sindacale, Armin Schild, aveva precedentemente affermato che l'offerta del gruppo torinese era di 750 milioni di euro. Ma per i sindacati anche un miliardo di euro non è abbastanza, dato che Opel necessita di circa 3,3 miliardi per tornare a essere competitiva. Intanto il portavoce del ministero svedese dell'Industria Hakan Lind ha fatto sapere che Fiat ha avuto contatti con il governo svedese per discutere del marchio automobilistico Saab, di cui General Motors ha detto di volersi disfare entro fine anno. "Abbiamo avuto contatti con Fiat", e "l'incontro è stato su Saab", ha detto Lind. I contatti - scrive l'agenzia Reuters - risalirebbero a circa due settimane fa e ad essi non è seguita alcuna decisione concreta.
(Fonte: www.repubblica.it - 4/5/2009)

venerdì 1 maggio 2009

Marchionne: «Fiat-Chrysler matrimonio perfetto. Adesso Opel, partner ideale»


«Adesso non possiamo sbagliare, siamo sotto la lente del mondo intero, tutti ci guardano e la responsabilità è enorme. Per riuscire dobbiamo restare umili e non farci illusioni perché il lavoro non sarà facile». Sergio Marchionne è felice, non lo vuole dire, ripete che come premio spera soltanto di riuscire a dormire. E’ a New York, sta per salire sull’aereo che lo riporterà in Italia dopo aver concluso le nozze con l’americana Chrysler. Tossisce continuamente per la stanchezza ma non smette mai di parlare: «È stato un processo che avevamo cominciato ad immaginare un anno fa, ci abbiamo lavorato giorno e notte, ho sputato sangue, e devo dire che la situazione del mercato ci ha indubbiamente aiutato molto. La crisi americana ha costruito una condizione di possibilità e ha aperto delle opportunità a noi favorevoli, ma le abbiamo potute cogliere perché avevamo le idee chiare, un progetto valido in testa. Tutto questo è accaduto perché negli ultimi cinque anni avevamo sviluppato le motorizzazioni giuste, un approccio e un impegno per l’ambiente che oggi l’America voleva e di cui aveva bisogno. Così è nato un matrimonio perfetto, con una serie di incastri e di coincidenze irripetibili. Sapevo che la storia non ci avrebbe dato un’altra possibilità. Così, se non ce l’avessimo fatta, sarebbe stato un grandissimo peccato e le conseguenze negative le avrebbero pagate sia la Fiat sia la Chrysler. Invece questa unione porterà benefici ad entrambi, è una cosa che è riuscita perché non c’è stata arroganza ma tanto lavoro e una grandissima serietà e uno sforzo immenso del governo americano». Alle dieci del mattino aveva firmato l’accordo, ma anche in quel momento non era riuscito a gioire: «A dire la verità c’erano ancora dei punti aperti, così mentre firmavo speravo valesse qualcosa, ma non c’era ancora certezza. Poi ho passato due ore a Washington ad aspettare le parole di Barack Obama, l’annuncio dell’Amministrazione. A mezzogiorno finalmente ho potuto liberare l’emozione: ce l’avevamo fatta. La Fiat ritorna negli Stati Uniti dopo anni di lontananza, dopo essere andata via in modo poco piacevole, ma torna con un know-how di valore e con gli occhi dell’America e del mondo addosso». L’amministratore delegato del gruppo torinese sente più di tutto la responsabilità della sfida: «Non possiamo sbagliare: da quando un mese fa Obama ha parlato della Fiat ha scommesso su di noi, da quel momento su di noi si sono concentrate una pressione e una responsabilità fortissime, ci è richiesto un impegno straordinario. L’obiettivo è rafforzare la Fiat e dare la possibilità a Chrysler di risanarsi». L’accordo con la Chrysler per Sergio Marchionne, emigrato in Canada dall’Abruzzo insieme ai genitori quando aveva quattordici anni, non è stato soltanto una grande operazione manageriale ed economica ma anche una rivincita della vita: «Sono cresciuto parlando un inglese con un marcatissimo accento italiano. Ci ho messo più di sei anni a perderlo, ma sono stati sei anni persi con le ragazze. L’imbarazzo di aprire bocca mi paralizzava. Pensavo che il sistema americano fosse aperto ma da emigrante non avrei mai immaginato fino a questo punto. E’ cambiato il mondo e questa volta mi sono trovato a parlare con l’accento giusto». Sergio Marchionne percorre l’America avanti e indietro da un vita, ma ripete continuamente, tra un colpo di tosse e l’altro, che ha scoperto un Paese diverso, profondamente cambiato: «Ma lo hanno fatto restando fedeli al loro Dna: capacità di risanarsi, di mettersi in discussione e cambiare strada per ripartire, di creare nuove basi per il futuro. Certo l’America ha pregi e difetti, ma Obama in questi cento giorni ha mostrato una straordinaria capacità di visione, una chiarezza di idee e obiettivi che mi ha impressionato e non si è fatto bloccare da pregiudizi o convenienze politiche. Ha fatto un passo enorme: ha accettato di farsi aiutare da un gruppo straniero per salvare Chrysler e ci ha messo i soldi. A noi hanno chiesto tecnologia e capacità gestionali e su questo non possiamo deluderli». Prima di ripartire insieme ad Alfredo Altavilla, che lo ha accompagnato in tutta la trattativa, ha fatto tappa a New York: «Ero su Park Avenue e mi sono fermato a guardare l’edificio dove cinque anni fa avevamo fatto la trattativa con la General Motors, dove avevamo chiuso il nostro rapporto americano riuscendo a portare a casa due miliardi di dollari. Era il 14 febbraio del 2005, il giorno di San Valentino, e mai avrei immaginato che saremmo tornati in America per sposarci. Ma questo ci dice molto della vita, ci dice che bisogna essere pronti a tutto, essere preparati e flessibili per cogliere ogni opportunità». Ora per l’uomo che non mette mai la cravatta - «Neanche per la firma, neanche quando mi sono seduto a discutere al Tesoro con Timothy Geithner. Sono sempre restato fedele al mio maglione» - si apre una stagione nuova: «Dovrò dividere il mio tempo e la mia vita tra l’Europa e gli Stati Uniti, lo facevo già, ma ora c’è un impegno aggiuntivo e succederà ancora di più». Tossisce di nuovo: «Certo dovrò alleggerire certe cose che facevo perché ho raggiunto i miei limiti fisici e di più non posso chiedere a me stesso». Racconta che non vede l’ora di salire in aereo: «E’ piccolo e scomodo ma devo dormire a tutti i costi e riuscire a dormire sarà il mio modo di festeggiare». Atterrato da questa parte dell’oceano, di nuovo non ci sarà molto tempo per dormire perché la partita non è finita: «Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali». E’ a conoscenza delle preoccupazioni italiane che l’ingresso in America possa significare un disimpegno della Fiat nel nostro Paese e non si tira indietro: «Non ho mai abbandonato nemmeno per un secondo l’impegno verso il sistema italiano ma insieme ai sindacati e al governo dobbiamo essere capaci di affrontare i problemi strutturali in modo responsabile, tenendo fede a tutti gli impegni con i dipendenti. Però non possiamo non guardare ad una domanda che è calata. L’esempio che ci viene da Obama è che dobbiamo mantenere e rafforzare l’industria del Paese ma riconoscendo la realtà delle cose. Un percorso che faremo nel rispetto delle specificità del sistema europeo e del nostro radicamento italiano. Non sono diventato Marchionne l’Americano».
(Fonte: www.lastampa.it - 1/5/2009)